Posts written by Kiria93

  1. .
    Alla prima domanda ottenni un sacco di informazioni, ma nulla che rispondesse davvero al quesito: il capovillaggio aveva già sospetti quando ha parlato con Renji?
    La seconda domanda trovò una risposta già prima che l'uomo potesse parlare: il capovillaggio non aveva i miei stessi sospetti su Ai nel momento in cui aveva parlato con lui. Era stupito.
    Era un sospettato dal potenziale così basso?
    Ascoltai la risposta in silenzio, costringendomi di tanto in tanto ad annuire come se concordassi su cose come non intromettersi nelle vite altrui. Abbozzai un sorriso al nome di Akane: una bugiarda che avrebbe fatto più domande che dato risposte non poteva rientrare nella nostra lista di priorità, ma poteva giocare un suo ruolo nella ricerca.
    La ringrazio, è stato preziosissimo.
    Iniziai. Gli destinai un sorriso affabile con lo scopo di tranquillizzarlo.
    Le prometto che troveremo Koyuki, però abbiamo bisogno del suo aiuto per un ultimo favore.
    Lo sguardo passò rapidamente da Zen all'uomo.
    C'è una locanda in paese? Può dire ad Akane che i due giovani e inesperti incaricati di risolvere il mistero alloggeranno lì per la notte? Si senta pure libero di omettere il fatto che io sia una ragazza. Deve sembrare il pettegolezzo di un uomo preoccupato. Crede di poterci riuscire? Ci aiuterebbe tantissimo.
    Akane, la pettegola del villaggio, poteva fungere da cassa di risonanza. Probabilmente, avrebbe preso la notizia e l'avrebbe ingigantita, sminuendo ancora di più le loro capacità. Se non avessimo trovato un sospettato, potevamo sperare che fossimo noi le prossime prede. Attirare la sua attenzione, portarla a giocare nel suo territorio - di notte, contro due giovani e inesperti individui di sesso maschile - nella speranza che abbassasse la guardia.

    Una volta ottenute le informazioni, avrei salutato l'uomo per poi allontanarmi con Zen e confrontarci sulle informazioni ottenute fino a quel momento.
    Qualcosa non ti convince in Ai?
    Lei non ha perso fratelli o figli, è l'unica dell'elenco ad aver perso il marito.
    Mi sentii un po' ingenua ad ammettere che implicitamente non trovavo possibile far del male al proprio fratello o al proprio figlio. Ingenua e ipocrita. I contadini hanno perso forza lavoro oltre a figli, mettendosi in una posizione di svantaggio.
    Aggiunsi subito. Ora mi sembrava che il mio sospetto avesse più spessore.
    Tu hai qualche idea? Forse dovremmo senitre anche Akane e capire perché il primo scomparso sia proprio suo fratello.
    Per un attimo ipotizzai di proporre di separarci e analizzare separatamente i sospettati, ma io avrei perso il controllo, sarei entrata nella testa di ognuno di loro fino a trovare un colpevole o esaurire le energie. Zen avrebbe potuto esser rapito. Erano rischi che non ero ancora disposta a correre.
  2. .
    Benvenut*
    Sapevo che avevi mentito sull'altezza: noi ragazze alte intorno al metro e sessanta arrotondiamo SEMPRE al metro e sessanta. Anche col medico che vuole scrivere UN METRO E CINQUANTOTTO.
  3. .
    La condanna degli Uchiha.
    Quegli occhi... Più un Uchiha ama qualcuno più la sua perdita accresce il potere della sua innata. Tu hai visto come ho ottenuto i miei. Ma i tuoi sono diversi. E se questa regola è vera fino in fondo, avrai anche tu toccato le più profonde sofferenze che ti hanno reso più forte.
    Più forte.
    Era quella l'impressione che davo, sembravo più forte. Forse era realmente così. Forse non importava quanto mi sentissi esposta, persa: bastavano occhi diversi a nascondermi.
    Andava bene così.
    Feci un passo per allontanarmi, ma rimasi pietrificata. C'era qualcosa, qualcosa di così grande da poter esser percepito persino da me, che nulla sapevo di percezione. Non poteva essere Kawayama.
    C'era qualcuno alle mie spalle e io non avevo idea di chi fosse. Se mi fossi voltata, avrei visto il suo volto. La madre di Deichi mi avrebbe guardata con occhi cremisi e un sorriso inquietante a spaccarle il volto.
    Le gambe si rifiutavano di portarmi lontano, sembravano macigni impossibili da spostare. Perché mi ero ferita proprio l'arto che mi avrebbe garantito la fuga?
    Sentii il viso inumidirsi. Non era sangue: erano lacrime.
    Dovevo solo voltarmi e darle fuoco.
    Voltarmi e darle fuoco.
    «Sono sicuro che qualsiasi dissidio avete si possa risolvere senza l'uso della violenza.»
    La voce di Kuniyoshi mi fece trasalire.
    Non era lei. Mi accorsi di esser rimasta in apnea e respirai a fatica. Passai con gesti nervosi le mani sul volto per asciugare le lacrime. «Non mi sarei mai aspettato di trovarti così presto in una situazione simile.» Non parlava con me: i due si conoscevano.
    Kiria.
    Mi voltai e incrociai il suo sguardo. Non disattivai lo sharingan finché non fu lui il primo a farlo, e di nuovo emisi un impercettibile sospiro di sollievo.
    Allungai la mano verso il suo volto, ma la ritrassi subito.
    Hai la faccia sporca di sangue.
    «Siete feriti, avete bisogno entrambi di medicazioni.»
    Sto bene, lui ne ha bisogno.
    Indicai Kawayama che ci guardava insospettito. Io potevo zoppicare benissimo via da quella situazione.
    «Perchè stavate lottando?»
    Perché sono ricercata a Konoha? Sì, credo sia una motivazione sufficiente per un ninja di Konoha. Per quel che ne so potrei persino aver ucciso suo cugino.
    Sarcasmo e una punta di acidità. Complimenti, Kiria. Mi sentivo minacciata dal loro conoscersi, li vedevo vicini e mi sentivo improvvisamente lontana da loro, da Kuniyoshi.
    Arrivare in quel modo, palesare il suo chakra e persino guardarmi negli occhi. Mi faceva sentire minacciata e piccola. Aveva avuto occasioni di ferirmi più volte, persino di tradirmi e non l'aveva mai fatto. Io, però, avevo ferito quello che sembrava essere un suo amico.
    Cosa più grave, stavo per ferire lui. Quell'entrata era stata davvero incosciente.
    Rivolsi di nuovo lo sguardo a Kawayama. Quel ragazzo era la persona più prudente che avessi mai visto. Ebbi l'impressione che sospettasse persino di Kuniyoshi e forse era così. Forse stavo mettendo a rischio la sua posizione non solo all'interno del clan, ma persino a Konoha.
    Certo, era stato lui a fare il mio nome.
    Era davvero, davvero inscosciente.
    Zoppicai all'indietro, come se bastasse allontanarmi da Kuniyoshi per far cadere tutte le accuse su di lui.

    Edited by Kiria93 - 3/1/2023, 11:14
  4. .
    Lo spettacolo che scaturì dalla richiesta del drago fu esagerato.
    Sorrisi di fronte a quella spudorata manifestazione di creatività e potere perché sapevo che le sue intenzioni erano buone e che quello, il sorriso, era la reazione naturale di fronte a qualcuno che stava cercando di allietare il clima.
    La mano destra però scavava nervosamente nella sabbia calda. Speravo di ustionarmi per mettere a tacere la vocina che mi diceva che quel drago era pericoloso.
    Questo drago però è un po' difficile da portare in giro.
    Con la coda dell'occhio osservai Kichi: perché aveva preso così a cuore la conversazione da apparire stremata? La ragazza recuperò in fretta le energie, supportata dall'alcool, e si tolse la maglia.
    Osservai in silenzioso stupore il suo corpo con una punta d'invidia. La trovai bella, nonostante la cicatrice e uno strano marchio sotto la spalla sinistra. Trovai bello persino il suo sentirsi a proprio agio con quel costume di fronte a sconosciuti.
    Venite a nuotare con me o devo trascinarvi io?
    Lo sguardo si spostò dalla cicatrice al suo volto. Ci impiegai un po' a capire che stesse parlando effettivamente con me. Guardai il mare alle sue spalle e poi di nuovo lei.
    Io non so nuotare. Questa è la prima volta al mare per me.
    Provavo un segreto e genuino terrore per qualcosa di così vasto e che non potevo controllare. Questo terrore così razionale si confondeva con la paura di togliersi la vestaglia-copricustome: avrei mostrato il mio fisico ossuto attraverso il tessuto sintetico del costume, che adesso mi sembrava ancora più sgraziato.
    Ponderai l'idea di offrirmi come supporto per guardare le ragazzine mentre loro facevano il bagno, ma ancora una volta dovetti far fronte alla mia totale incapacità di gestire un bambino. Sarei potuta scappare via al primo capriccio.
    Posso aspettarvi vicino alla riva.
  5. .
    Riconobbi la rabbia nel suo sguardo. Era qualcosa di nuovo per gli occhi rossi a cui ero abituata: era rabbia senza disprezzo.
    Tsè… Sbruffona. Come biasimarti effettivamente? Il divario tra noi è evidente come è evidente che vuoi ancora giocare prima di finirmi… O quanto meno provarci
    Finirti?
    Ripetei un po' inebetita, fermandomi di colpo.
    In che senso finirlo?
    Non era da me finire le persone (non da lucida almeno). Le sfinivo al massimo, ma finirle non era mai nelle mie intenzioni. Non sapevo neanche stessimo giocando: a me quella sembrava una situazione piuttosto seria.
    Siamo ninja, dopotutto… Le sofferenze ci forgiano per farci superare quelle che seguiranno.
    No.
    Non riuscii a trattenermi, le parole fuoriuscirono secche come se fossero strappate via dalla gola.
    Ricordati: anche se il topolino non ha chance contro un gatto, può comunque liberarsi dalle grinfie dei suoi artigli.
    No.
    Come facevo a spiegargli che io non volevo fargli del male? Che se il topolino era ancora vivo era perché aveva di fronte un topolino travestito da gatto? Io ero stata il topolino di un gatto, e sapevo che non c'erano speranze: se il gatto decideva che era la tua ora, potevi solo fermarti annichilito. Lo stomaco protestava e la mano stringeva così forte il kunai da farmi male. Quel dolore era una via di fuga, era il pulsante off per l'autopilota.

    Riconobbi il sigillo di una delle mie tecniche preferite e fui presa dal panico prima ancora di veder comparire i corvi: così non l'avrei visto.
    Voleva provare a uccidermi? Se avesse provato un corpo a corpo? Cosa avrei fatto se mi fossi trovata il suo corpo (o pezzi del suo corpo, vero?) addosso?
    Avrei compiuto ampi balzi all'indietro, cercando di scappare dai corvi, da lui. Ripresi a respirare solo quando mi sentii lontana e il rumore secco di qualcosa che si conficca nel terreno attirò la mia attenzione.
    Aveva lanciato degli shuriken.
    Ero scappata dallo stormo per un paio di shuriken. Per fortuna il mio avversario non aveva assistito all'impietosa scena del suo gatto terrorizzato da un paio di volatili e di brutte idee.
    Lo stormo continuava ad agitarsi rumoroso. Raccolsi uno degli shuriken dal terreno e, scacciando di tanto in tanto con la mano destra qualche corvo di troppo, iniziai a seguire la scia di sangue che l'Uchiha si portava dietro.
    Non è vero, le sofferenze non ci forgiano. Penetrano nelle cicatrici e si nutrono di te. Ti tengono vivo e ti tengono sveglio, ma mai pronto. Devi essere molto ingenuo e molto amato se pensi che tutto il dolore prima o poi troverà un suo fine. La verità è che rimarrà con te, dentro di te, senza scopo se non quello di consumarti come una candela.
    Mi sarei fermata per guardarlo, poi avrei preso il suo shuriken e me lo sarei conficcata nella gamba. Non troppo in profondità da esserne segnata, non in superficie. Il dolore esplose nel suo cremisi manifestarsi. Fu intenso e piacevole.
    Se domani mi ferissi allo stesso modo, proverei lo stesso dolore e non guarirei in tempi minori. Non sarei più forte, sarei solo più rotta.
    Estrassi l'arma e gliela restituii ancora sporca del mio sangue.
    Nonostante quello che il tuo clan dica di me, io non sono un'assassina. Sono solo una persona incapace di morire.
    Gli sorrisi stanca.
    Questa volta non provare ad attaccarmi: se questo per te è un gioco, è un gioco che a me non va più.
    Un lieve cenno della mano per congendarmi e gli avrei dato le spalle per andare via.
    Ho dato per scontato che - visto che i corvi limitano la visuale di entrambi - il lancio degli shuriken avvenga anche con Kiria che se la da a gambe
  6. .
    Siamo ninja, dopotutto. Dovresti saperlo anche tu: le sofferenze ci forgiano per farci superare quelle che seguiranno. Se dopo aver risvegliato il mio Sharingan avessi smesso di fare il ninja per paura di soffrire, allora avevo sbagliato tutto fin dall’inizio.
    Perché ero diventata ninja? Perché avevo accettato di entrare nella ruota di sofferenze apparentemente senza scopo se non superare il dolore che verrà? Io non lo ricordavo più. Mentire, talvolta uccidere, nascondermi. Ero così vuota da riuscire a fare tutte queste cose con naturalezza e senza mai interrogarmi.
    Nel vedere Kawayama armato ebbi un sussulto. Impercettibile, giusto il piede sinistro che si era quasi mosso verso l'esterno in un'istintiva ricerca della fuga. L'illusione però fu sufficiente a fermare la sua offensiva.

    Trattenni il respiro in seguito alle sue grida. I miei occhi erano fissi su di lui e non notai neppure le mie stesse mani che si erano sollevate a mezz'aria nel tentativo di raggiungere le orecchie.
    Perché lo stai facendo? Cosa stai facendo?
    Sentivo il suo dolore, immaginavo me al posto suo mentre mi nutrivo di chi amavo e un conato di vomito soggiunse all'immaginare la mia stessa tecnica. L'invidia ora si mischiava all'empatia in una disgustosa poltiglia che si era piazzata nello stomaco. Avrei voluto fermare il tempo, prendere decisioni ponderate e solo allora reagire, e invece il mio corpo era in autopilota.
    Quando Kawayama strinse con maggior decisione la propria arma, le mie mani si unirono in un sigillo. Non verrò uccisa da un Uchiha era tutto ciò che la mente-autopilota riusciva a suggerirmi.
    Il purosangue però non mirava a me: con un gesto rapido pose fine alle sue sofferenze psicologiche.
    Le mie braccia caddero molli come spaghetti lungo il corpo. Stavo per bruciare viva una persona che voleva solo difendersi. Era lì, un misto di sangue, vomito e sudore piegato innanzi a me e io ero stata così poco lucida da non capire.
    Che … Cosa hai… Fatto…?

    Sospirai, tirando fuori in un gesto lento un kunai dal portaarmi che tenevo legato alla gamba. Osservai per un istante il mio riflesso nell'arma: ero più pallida di quanto ricordassi, e la fronte era ricoperta da un sottile strato di sudore sotto la frangia nera.
    Non il peggio che potrei fare...
    Mi sarei avvicinata a lui con passo lento. Le gambe erano troppo pesanti per poter fare altrimenti. Ora che eravamo ad un passo l'uno dall'altro, entrambi a portata della nostra arma, l'odore di vomito si fece più pungente.
    ... ma ammetto di aver esagerato. Per farmi perdonare ti do la possibilità di attaccarmi. Prometto che resterò ferma a meno che tu non provi ad uccidermi. Non mi piace essere uccisa.
    Gli sorrisi meccanicamente, ma in realtà avevo solo una gran voglia di vomitare e andare via. Tuttavia la mia coscienza aveva bisogno di esser lavata con il mio stesso sangue.


    --

    Kiria Yami Uchiha
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
    16
    42
    38
    73
    69 4

    60
    56 4

    55
    65

    Post:
    3

    Potenziamenti:
    - Nessuno (in uso)

    Armi:
    - Nessuna (in uso)
    625/790
    -15 sharingan lv.4
    -20 Illusione dei corvi
    -15 sharingan lv.4

    -70 Hannibal
    - 15 sharingan lv.4
    - 40 Dei ricordi: appropriazione
    Ferite:
    - Nessuna

    Stato Fisico:
    Ok (91,8%)

    Stato Mentale:
    Concentrato
    Chakra dai tonici: 0/400 - 0%Corruzione demone: 0/100Chakra naturale: 0/400 - 0%

  7. .
    Cercai risposte nel silenzio iniziale di Zen, ma realizzai presto che non conoscendolo non avrei potuto prevedere le sue parole o comprendere i suoi pensieri. Potevo solo aspettare in silenzio. Arrivò il "ci penso io" e il sollievo si mischiò con l'angoscia di affidare a qualcuno che mi sembrava più buono che giudizioso un compito così delicato.
    Ero stata io ad affidargli quel compito, e ora lui si assumeva le responsabilità del giudizio con leggerezza. Che sprovveduto. Che viscida.

    --
    L'accento strano dell'uomo che si rivelò essere il nostro pastore mi distrasse più di una volta, o forse era l'inizio del suo discorso ad avere poco senso. Avevano litigato e poi fatto pace, e non si sa per quale assurdo motivo avevano fatto pace tante volte. Forse avevano anche litigato tante volte, ma si era concentrato più sull'aspetto della riappacificazione. Compresi bene il motivo: ammettere di aver litigato più volte avrebbe potuto aumentare i sospetti su di lui.
    La seconda parte della conversazione fu decisamente più interessante: anche in questo caso, Koyuki si era allontanato volontariamente, per cui il ricordo dell'evento sarebbe risultato superfluo (se non per scoprire i motivi che avevano indotto ai numerosi litigi).
    Rimasi in silenzio alcuni istanti con lo sguardo assente, mentre la mente incrociava la lista di informazioni appena ricevute con l'elenco di nomi fornito dalla moglie del capovillaggio. Ai, Carmen, Koyuki e Isabel, la moglie del capovillaggio. Tra questi nomi, quello di Ai era quello che attirava maggiormente la mia attenzione. Una parte di me era consapevole che il mio fosse solo una sorta di bias di conferma: alle altre persone erano venuti a mancare fratelli e figli, ed io che avevo provato il primo affetto e desiderato il secondo trovavo impossibile che si potesse far del male ad un proprio caro.
    Il capovillaggio le aveva chiesto altro? Ha approfondito uno di questi incontri?
    Parlai rapidamente, la voce un po' tremante, per scacciare via il pensiero (la constatazione) che stava facendo capolino nella mia testa: Deichi?
    Non ora, avrei perso lucidità.
    Avrei atteso la risposta di Renji: era probabile che il capovillaggio fosse giunto lì già con dei sospetti, mentre noi eravamo ancora persi in una lista di nomi di sconosciuti.
    Mi parli degli incontri con Ai per favore. Sa dirmi qualcosa su di lei? Ricorda qualche dettaglio su ?
  8. .
    Un giorno in una terra tanto lontana la maga ashel venne a far visita a Gennaro Bullo col suo Rattata. Lui disse: "Il mio Rattata è più forte del tuo". Allora Ashel attivò la lancia per infilarla nel buco di culo che era la sua mitica Master ball. Fatto ciò Gennaro Bullo si disperò e cercò di catturare pokemon rari cercandoli nell'erba alta, ove incontrò un Jack Kaguya selvatico. Questi era al livello 68468468546851458+2, ma non era shiny quindi gli offrì un Rattata da mangiare per non farsi uccidere. Tuttavia, disgustato dall'idea di doverlo ingoiare, lo passò ad Ashel che ne fece un pollo. Durante tutto questo, Drey stava allegramente facendosi i fatti suoi quando vide Kiria preparare la polvere e allora pensò di rimproverarla, ma notò subito dopo che un gigantesco meteorite puntava dritto sulla sua ciotola di croccantini. Di conseguenza
  9. .
    E così Bort era uscito dall'illusione.
    Non sapevo in cosa avessi sbagliato - credevo di averla resa credibile, con le piume di corvo uguali a quelle del corvo colpito, dannazione -, ma ebbi subito consapevolezza del suo esserne fuori.
    Avrei sprecato altro chakra per provare a trascinarlo nuovamente tra le braccia di Morfeo.

    CITAZIONE
    Specializzazione genjutsu livello 9
    --Illusione duratura: se l'avversario riesce a sottrarsi ad un'illusione che lo affliggeva tramite il rilascio, sarà possibile riattivarla immediatamente, senza comporre altri sigilli, pagando il costo della tecnica+40, basando i presupposti per far credere all'avversario di essere uscito dal genjutsu, mentre in realtà vi è ancora dentro.

    Non sapevo se avesse avuto altri modi per uscirne: il fatto di essere ancora assonnato dopo il rilascio avrebbe potuto giocare a mio favore, e magari io avrei pure perso, ma lui si sarebbe addormentato come un bambino.
    Al di là dell'esito, mi sentii privata di altre energie. Ero sul punto di morire perché come una stupida non avevo considerato l'idea di cadere, ed ero troppo fragile per resistere. Risi rumorosamente ed ebbi la certezza che qualcosa ad altezza del torace si fosse rotto. Mi sentivo fatta di vetro, e più i passi rumorosi di Bort diventavano vicini più ridevo, e più ridevo più soffrivo.
    Il corpo mi implorava di smettere di ridere, mandava segnali d'allarme sotto forma di fitte di dolore, ma la testa lo ignorava, convertendo quel dolore in risate vuote che eceggiavano nell'arena.
    Ed ecco Bort fare la sua comparsa nel mio campo visivo. Era diverso da come l'avevo visto io, una mostruosa creatura lucertolosa gigantesca che si muoveva al contrario. No, ero io che lo stavo guardando a testa in giù. Risi di nuovo. Uccidimi pure fottuto Bort, perché se non lo fai tu lo farà Drey quando scoprirà cosa farò dopo, o domani o appena sarò di nuovo così.
    Le consiglio di arrendersi subito, signorina Kiria, perché Goatzilla è qui! E fa male...
    Oh caspita, mi arrendo.
    Il tono piatto con cui replicai a quell'enorme umanoide mi fece ridere di nuovo. "Oh caspita". Rotolai su me stessa alla ricerca della posizione che mi avrebbe consentito di tirarmi su facendo il minor sforzo possibile sugli addominali. Non volevo esser raccolta da sconosciuti come escrementi di cane.
    La prossima volta le basta molto meno, tipo una stretta di mano. Non volevo costringerla ad un simile sforzo.
    Ero divenuta d'un tratto profondamente seria, e non riuscivo neppure a ricordare perché stessi ridendo, semmai ci fosse stata una ragione per farlo. Forse qualcosa che avevo detto. Cos'è che avevo detto?
    Mi tirai su, ma subito si rivelò una pessima idea. La vista si annebbiò e la testa girava tanto, costringendomi ad accovacciarmi di nuovo. Il chakra negli occhi bruciava. Perché avevo ancora lo sharingan?
    Il ritorno al dorato degli occhi fu una liberazione. Mi tirai su di nuovo, ignorando il qualcosa-di-rotto che continuava a palesare la sua presenza con pugni dolorosi che provenivano da dentro e le braccia che cadevano penzoloni lungo il corpo. Camminavo come uno zombie, ma almeno camminavo.
    Arrivederla signor Bort.

    --
    Kiria Yami Uchiha
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
    15
    28
    25
    48
    65+4

    40
    53+4

    51
    53+20

    55
    58+20

    Post: 5

    Potenziamenti:

    Armi:
    65/742
    - 15 sharingan
    - 40 illusione duratura
    - 80 Arte Illusoria: Tecnica del Sonno delle Piume (Genjutsu: Nemurihane)
    (- 80 Arte Illusoria: Tecnica del Sonno delle Piume (Genjutsu: Nemurihane))
    (- 15 sharingan)
    (- 15 sharingan)
    (- 95 palla di fuoco suprema)
    (- 12 sharingan)
    (- 90 Arte del Fulmine: Tecnica della Moltiplicazione Fulminea del Corpo)
    (- 120 evocazione Haru-Kuroi)
    (- 12 sharingan)
    (- 30 illusione con un dito)
    (- 80 Arte illusoria: Massimo taglio (Genjutsu: Kyouka Sai))
    (- 5 Tecnica della Moltiplicazione del Corpo (Bunshin no Jutsu))
    Ferite:
    - Ferita [entità]:
    - ferita critica ad entrambe le braccia per caduta scomposta

    Stato Fisico:
    Esausto

    Stato Mentale:
    Depresso
    Chakra dai tonici: 0/400 - 0%Corruzione demone: 0/100Chakra naturale: 0/400 - 0%

  10. .
    Nonostante l'avvertimento di mio padre, ero impaziente di risvegliare lo sharingan. Volevo essere in grado di difenderli, avere un'arma forte abbastanza da consentirmi di garantire loro totale protezione. Kuniyoshi mi avrebbe aiutato. Mi aspettava al campo di addestramento e mi guardava con attenzione, alla ricerca della minima esitazione che avrebbe compromesso l'allenamento. Io, tuttavia, ero pronto. C'erano dei rischi e Kuniyoshi fu meticoloso nel descriverli, ma non aveva importanza. Ero pronto, o almeno credevo di esserlo. Il mio maestro mi aveva rinchiuso in una serie di illusioni. Li avevo visti morire, quelli che amavo. Morivano e soffrivano e io ero impotente. Era poi toccato a me soffrire più e più volte: soffocando, soffrendo, bersino bruciando vivo.
    Il buio.


    Non ero brava con quella roba. Non lo ero mai stata.
    Troppo empatica, troppo coinvolta. Il buio mi aveva catapultata fuori dalla sua testa e di nuovo lì, nel Paese del Té. Il torace ossuto si espandeva e contraeva e io mi sentivo incapace di gestire il mio stesso respiro. Il volto, quello avevo imparato a controllarlo fino al muscolo più insignificante e allora riuscivo ad apparire come di cera, priva di vita, ma quel corpicino che respirava così animatamente non voleva smetterla di tradirmi.
    Soffronto tutti, gli Uchiha. Non solo quelli sporchi come me. Alcuni addirittura lo risvegliano per amore. Quello sconosciuto che avevo etichettato come classico-Uchiha-pieno-di-sé era persino una persona migliore di me, così desiderosa di difendere chi amava al punto da esser disposto a soffrire fino a quel punto.
    Cosa avevo fatto io? Perché avevo risvegliato lo sharingan?
    Forse per esibizionismo: volevo mostrare a mio fratello che ero degna del suo amore. Che egoista.
    La scoperta del suo dolore, nonché scoprirlo amico di quello che forse era anche un mio amico mi lasciò impreparata di fronte alla sua offensiva.
    Nonostante la confusione, riconobbi l'illusione sin dal primo istante. Perché era il mio campo di battaglia preferito, perché era uno dei primi genjutsu che Deichi mi aveva insegnato.
    Eseguii il rilascio.
    Dovevo fermarmi. Dovevo dire allo sconosciuto che Kuniyoshi era anche mio amico, che ero una persona buona e non volevo far del male a nessuno. Il pensiero di me come buona mi fece ridere.
    I tuoi occhi, devo ammetterlo, sono molto più interessanti dei miei. Dimmi un po’: quanto tempo mi stai concedendo prima di ribaltare l’illusione?
    Mi accorsi di guardarlo con astio. Lo invidiavo. Invidiavo la sua famiglia, la sua capacità di amare, l'avere il maestro vivo. Invidiavo la facilità con cui ero entrata dentro di lui e ciononostante sembrava io non lo avessi privato di nulla. Avrei voluto essere una persona migliore, ma ero solo una patetica sopravvissuta.
    Non ribalto questo genere di illusioni, e i miei occhi sono difettosi. Kuniyoshi ha fatto un ottimo lavoro con te, ma se non vedi l'ora di buttare la tua testa tra le mie mani devi aver appreso davvero molto poco dalle tue sofferenze.
    La mente navigò avida tra le illusioni che conoscevo. Gli sorridevo vuota, come uno spaventapasseri inespressivo con i denti bianchi in vista, e dentro stavo morendo arsa viva da un bruciore che partiva dallo stomaco e pareva in grado di affondare radici ovunque. Arrivava alla testa e scavava nei ricordi vietati. Gli occhi divennero lucidi.
    Tutto quello che sono, tutto quello che so fare... è far soffrire.
    La voce ferma sarebbe servita da tramite per un'altra illusione, ben più aggressiva dell'Illusione dei Corvi utilizzata dal purosangue.

    CITAZIONE
    Hannibal
    Tipo: genjutsu
    Illusione in cui il bersaglio cade dopo aver ascoltato la voce di Kira e a patto che questa si trovi entro 10 metri di distanza dalla stessa. Questo genjutsu che crea nella vittima il ricordo di aver ucciso la persona più amata (anche se questa dovesse esser ancora in vita) per poi essersene nutrito partendo dalla lingua. La scelta della persona in questione spetta alla vittima, e non può in nessun caso venir designata dall'utilizzatore.
    Conseguenze di questa convinzione saranno un grande trauma, stordimento e sensi di colpa. Nei soggetti particolarmente deboli di mente questa tecnica può portare ad una marcata forma di pazzia.
    Mondo: Reale
    Bersaglio: Singolo
    Immobilità: Non Necessaria
    Stimolo: Uditivo
    Sigilli: 5
    Livello: B
    Costo: 70

    Serviva?
    Chiaramente no, ma vederlo soffrire mi avrebbe fatta stare meglio. Magari per un solo, misero istante saremmo stati entrambi orfani e la mia solitudine avrebbe trovato pace nella sua. La sera lui sarebbe tornato dai suoi cari, io al mio nulla.



    --

    Kiria Yami Uchiha
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
    16
    42
    38
    73
    69 4

    60
    56 4

    55
    65

    Post:
    2

    Potenziamenti:
    - Nessuno (in uso)

    Armi:
    - Nessuna (in uso)
    640/790
    -20 Illusione dei corvi
    -15 sharingan lv.4
    -70 Hannibal
    - 15 sharingan lv.4
    - 40 Dei ricordi: appropriazione
    Ferite:
    - Nessuna

    Stato Fisico:
    Ok (91,8%)

    Stato Mentale:
    Concentrato
    Chakra dai tonici: 0/400 - 0%Corruzione demone: 0/100Chakra naturale: 0/400 - 0%

  11. .
    CITAZIONE
    Durante la tua esecuzione, la Bestia pare distratta da altro e si guarda intorno finché non diventi pallida. Resta lì a fissarti quasi con apprensione. No, non è apprensione, magari te lo sei immaginata. Inclina il capo, appare addirittura spaventata dal tuo nuovo aspetto e poi ti fissa con quei suoi occhi grandi e vuoti.
    Pa....
    Si blocca un istante, poi emette un latrato violento che per un secondo zittisce tutti, immergendo l'arena in un silenzio surreale. Poggia le sue enormi zampi caninidi con violenza sul terreno, causando un terremoto che scuote l'intera arena.
    CITAZIONE
    Arte della Terra: Terremoto (Doton: Retsudo Tenshō)
    Tipo: Ninjutsu
    Chiunque abbia inventato questa tecnica non doveva avere buoni intenti verso chi o cosa voleva colpire. Dal punto di vista militare è però una tecnica considerata fondamentale sia da reclute che esperti shinobi del doton.
    L'utilizzatore poggia il palmo nudo di una mano a terra oppure spezza un sigillo. Tramite il chakra si creano delle forti scosse sismiche nel sottosuolo che agiscono a una notevole profondità e che non distruggono il terreno sotto i piedi, bensì creano scompiglio in superficie. Ottima per far perdere l'equilibrio a uno o più nemici e perfetta se si vuole generare il panico in zone abitate.
    [A livello 1 si è in grado di coprire 10 metri quadri di campo]
    [Per ogni livello acquisito si può estendere il campo di 2 metri quadri]
    [Sigilli: 1 (facoltativo)]
    Consumo: 10 (5 in più per ogni livello dopo il primo)


    Inizia poi a correre verso di te con un movimento a zigzag, troppo casuale per definirne il motivo e troppo specifico per credere che sia dettato solo dal caso. Alla fine, compie un balzo per tentare di atterrarti addosso e morderti con le sue fauci mastodontiche.

    La corsa avviene con velocità 70. La bestiolina attacca con forza 104.
  12. .
    Kichi
    Segui la scia di fango per diverse centinaia di metri. Man mano che avanzi non trovi traccia di esseri umani lungo la strada. Le tracce, ormai ridotte a impronte sporche di suola, si disperdono improvvisamente. Se ti guardi intorno puoi trovare un cespuglio diverso dagli altri: tra la natura incontaminata del posto, quel cespuglio sembra l'unico rovinato.

    ---
    Shikigami 1
    Dopo un tratto iniziale apparentemente deserto, lo Shikigami incontra un ragazzo accovacciato intento a raccogliere delle bacche rosse da un cespuglio. Difficile dire se sia alto o meno da quella posizione, ma sicuramente non ha i capelli scuri: la sua foltissima chioma bionda pare quasi brillare sotto i raggi che penetrano attraverso i rami degli alberi.
    Il ragazzo non ha notato ancora lo Shikigami, intento com'è a selezionare le bacche da riporre in un cestino in vimini già pieno che porta sotto il braccio. Il contenuto del cestino è celato da un pezzo di stoffa consumato.


    --
    Shikigami 2
    Il sentiero appare deserto, senza tracce di vita umana. Si interrompe improvvisamente quando incontra una fitta boscaglia. Difficile sapere se è possibile procedere a piedi.
  13. .
    Le ore che Zen aveva impiegato per prendere il nastro erano state in realtà secondi. Ne ero consapevole, eppure non riuscivo a non pensare a quegli istanti come ore. Benché mi fossi ripromessa di non arrabbiarmi, davvero non avrei tollerato con leggerezza un'altra presa in giro. Invece sembrò addirittura grato. Forse stranito, ma soprattutto grato. Risi alla sua battuta e di nuovo fui sincera, immaginandomi come un salamino al cospetto di una gigantesca donna-pesce.
    -Quale comp... ah, dici quel Renji, giusto?
    Annuii un paio di volte: quale altro compagno? Sospettai che non fosse il compagno nel senso di accompagnatore-fuori-matrimonio (amavo mio marito ma non sapevo se chi tradisse amava comunque la persona con cui stava) ma compagno dello scomparso. Però ugualmente non capivo: perché vergognarsene?
    Non dovevo distrarmi. Non aveva importanza, non in quel momento.
    -Senti, Kiria, quella tecnica di prima... non devi per forza usarla su tutti gli interessati.
    Abbassai lo sguardo colpevole: se n'era accorto.
    Dopo tutto, se non abbiamo ottenuto granché dalla prima volta dubito che ci saranno nuove informazioni in tutti i loro ricordi, no? Non devi per forza farlo di nuovo, non sempre.
    Mi presi del tempo prima di rispondergli. Volevo esser sicura di riuscire a sorridere mentre parlavo.
    Mio fratello la usava sempre. Le persone era sedute sulla sedia e lui entrava nella loro testa. Diceva che dopo è più facile torturare se sai cosa provano. Se è più facile torturare, è più facile scoprire la verità. I sospetti possono riguardare una persona estranea alla lista o la sirena potrebbe essere proprio uno di loro... uno di questi nomi potrebbe sapere qualcosa e potrebbe non avere nessuna intenzione di condividerlo con noi. Ti sembrerò strana, ma non riesco a fidarmi di nessuno. Sono entrata nella testa della donna prima perché per me la sirena poteva essere lei.
    A seguito della confessione fissai i nomi sulla lista nell'esercizio vano di individuare una linea comune.
    Non fa più male dopo un po', non devi preoccupartene. Sono brava a gestire il dolore, è ciò che so fare meglio.
    Oltre a cercare di resuscitare mia madre per colmare il vuoto, pensai. Bel modo di gestire il dolore. Vogliamo parlare della droga, Kiria? Cosa non daresti ora per una striscia?
    Se però reputi non sia necessario, seguirò le tue indicazioni. Fammi un cenno quando vedi qualcuno di sospetto. Per me lo sono tutti.

    Giunti al luogo segnato dalla moglie del capo villaggio bussai alla porta di una capanna in legno apparentemente molto solida. Solo il silenzio rispose. Ero già pronta ad inserire anche Renji nell'elenco degli scomparsi, e quindi depennarlo da quello dei potenziali coinvolti, ma qualcosa attirò la mia attenzione. Guardai per un istante Zen con aria interrogativa, poi di nuovo il belare di una pecora costrinse il mio sguardo a guardare altrove, oltre la capanna. Feci leva sulle punte in uno sforzo che risultò insufficiente.
    Vedi qualcuno?
    Seguiì le indicazioni di Zen fino a raggiungere quello che doveva essere il pastore. Gettai un paio di volte lo sguardo verso i cani che di tanto in tanto abbaiavano per riportare il gregge in ordine.
    Buongiorno. Serve aiuto?
    L'uomo che ci accolse sembrava corrispondere alla descrizione che ci era stata fornita: aveva l'aspetto di un trentenne e allevava pecore. Laccento era molto marcato e dovetti concentrarmi per non mostrarmi sorpresa: era la prima volta che distinguevo così distintamente un accento diverso dal mio.
    Mi sarei occupata solo dei convenevoli, poi avrei lasciato a Zen, almeno in quel momento, la scelta su come muoversi. Se lui lo avesse reputato opportuno, sarei entrata nella testa del pastore. Per le domande lui si era rivelato più delicato.
    Salve, sono Kiria e lui è Zen. Cerchiamo Renji, siamo qui per indagare sulle numerose scomparse che si sono susseguite nell'ultimo periodo.
  14. .
    Aperto qui
  15. .
    CITAZIONE
    Aiko fa il suo ingresso nell'arena. E' una giornata incredibilmente calda, e l'arena sembra una bolgia di individui loschi e urlanti. Sono tutti adulti e per la maggior parte uomini dall'aspetto poco raccomandabile. L'arena è tappezzata di sassi distribuiti qua e là, e al lato opposto al suo c'è una gigantesca gabbia coperta da un telo nero.
    SANGUE, SANGUE, SANGUE intona in coro l'intera arena. Il telo viene rimosso da due uomini, rivelandone il contenuto. Una strana bestia viene rivelata, gli occhi bianchi e lo sguardo perso. I due uomini si portano al riparo fuori dall'arena, e compiono in contemporanea un unico sigillo. La gabbia sparisce in una coltre di fumo.
    La bestia si guarda intorno, come se cercasse qualcuno.
    Pa.... sembra dire, ma Aiko non è certa stia realmente parlando.
    SANGUE, SANGUE, SANGUE.
    L'arbitro decreta il via, ma la bestia non sembra attaccare. Ti fissa.
    Pa....

    Minato
    Arena molto spoglia, su di essa ci sono soltanto una decina di sassi ben visibili, gradi circa 30 cm. Essi esplodono a contatto, causando ferite a chiunque sia entro 3 metri di distanza con Forza decisa dai partecipanti al momento della richiesta (può essere tra 30 e 100). Campo perfetto per chi sa sfruttare il terreno a proprio vantaggio e non ha paura di correre rischi.


    Ti ho lasciato carta bianca sulle motivazioni per cui Aiko decide di partecipare ai giochi. Dal prossimo post metterò le statistiche del tuo avversario. In bocca al lupo.
694 replies since 24/6/2013
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