Votes taken by Uta.

  1. .
    Perché il coglione, in quanto testicolo, è sede del fluido della vita. Il coglione è la culla della fertilità, perlomeno quella maschile. Contiene ciò che dà inizio e progresso all'essenza umana e che, donato ad altri individui, permette di diffondere tutto ciò di cui siamo formati: natura, anima, coscienza, e proprio come Aligi tramanda così di generazione in generazione un'eredità culturale e storica che trascende la comprensione del singolo e tuttavia racchiusa in un minuscolo spazio vitale qual è il corpo di un homo sapiens sapiens. Il coglione è solo una forma, un veicolo portatore di qualcosa di immensamente più importante e complesso, che riguarda ognuno di noi e da cui ognuno viene toccato, almeno una volta nel suo percorso. Per i più, all'inizio, per chi è fortunato, in altre occasioni nella vita.

    Inoltre, è tondeggiante e pelosetto.
    Proprio come Aligi.






    EDIT: ............ah, ma era un sondaggio.
    Cacchio.
  2. .
    Acciuffo questa citazione al piccolo Ralph dei Simpson
    So che l'ha scritta Lisa, ma l'ha letta lui...
  3. .
    Renatone nazionale
  4. .



    Il sole caloroso baciava la pelle di tutti i presenti, abbracciandoli in una carezza quasi materna. Soltanto un paio dei partecipanti, forse, avrebbe potuto trovare sgradevole il clima che avvolgeva il piccolo centro in rovina. L'intero clan Sabakuyoru si era spostato presso le rovine erette sopra le loro catacombe sotterranee, in un esodo che avrebbe impressionato chiunque vi avesse posato lo sguardo. Per un intera mattinata di cammino, partiti all'alba, uno sciame di nomadi aveva ondeggiato tristemente tra le dune, echeggiando con voci profonde nell'aria pesante e afosa del mare di sabbia. Era un canto antico, quello dei Sabakuyoru, abbastanza da essere perso nella memoria dei più, ma ci sono cose che una famiglia non dimentica. Il popolo vagabondo del deserto non scordava il dolore, né l'amore. Nessuno all'interno del clan cadeva nell'oblio, per quanto breve fosse stato il tempo trascorso con loro. C'è molto più del sangue, nella famiglia Sabakuyoru. Quel giorno, il clan celebrava la funesta dipartita del secondo dei suoi cari che, in poco tempo, non aveva potuto ricevere una sepoltura insieme ai suoi simili. Kurea Sabakuyoru, madre, medico e kunoichi era stata sepolta ad Ame perché la situazione in cui era deceduta aveva richiesto una decisione affrettata, senza ampie possibilità di scelta. Il calore del deserto che portava nel cuore avrebbe scaldato e illuminato le giornate piovose di Ame. Per la seconda persona, paradossalmente, si era trattato del contrario. I tempi erano stati lunghi ed era impossibile trovare un colpevole della sua assenza fisica in quella giornata di lutto. Il Villaggio della Pioggia aveva avuto i suoi motivi per trattenerne il cadavere e l'unica persona che avrebbe avuto diritto di reclamarne la proprietà aveva vagato troppo a lungo nel buio e nella disperazione per poter esprimere un desiderio. Quando Rin si era finalmente deciso a volerne richiedere la salma, era troppo tardi. Gli fu confessato in via del tutto confidenziale, forse proprio per il ruolo che lui stesso aveva giocato a Takumi, forse perché era riuscito, in qualche modo, a impietosire Kosame Shitataru. Kiryan Sabakuyoru era stato nominato Anbu ad honorem in seguito all'attentato e, dopo tutto quel tempo, era stato ormai seppellito nel cimitero della Squadra Speciale della Pioggia. Rin non seppe cosa provare, quando ne venne informato. Una parte di sé si era spezzata al pensiero che non avrebbe potuto avere una tomba su cui piangere il suo amato, un luogo concreto in cui andarlo a trovare; l'altra parte di sé gioiva sapendo che Kiryan era stato riconosciuto nel suo valore dal Villaggio verso cui aveva provato tanto affetto, giungendo a considerarlo la sua casa. Poi, gli avevano consegnato i suoi effetti personali: una specie di eredità, come se Nayra non fosse già stata un dono più che sufficiente. Un coprifronte, quello di Ame, una coppia di fazzoletti ricamati... e Kiserai. Quando gliela poggiarono sui palmi, Rin fu sorpreso di scoprire quanto fosse pesante. Non ricordava una simile gravezza. Posare lo sguardo sull'airone inciso sull'elsa gli fece capire esattamente cosa fare.
    La stessa spada conduceva la processione, portata in alto, con orgoglio, sollevata in alto così che potesse brillare sotto la luce del sole. Simbolo di un corpo che non sarebbe mai stato presente, doveva brillare con la stessa intensità con cui il suo padrone aveva fatto in vita, donando la sua bellezza a qualunque persona avesse toccato con il suo sguardo, le sue parole, le sue mani. Con il suo semplice esistere. Rin non avrebbe permesso che nulla potesse oscurare la celebrazione del suo fratello, amico e compagno di vita.
    Raggiunsero le rovine sulle catacombe quando l'accecante sfera infuocata era al culmine del suo arco. La folla si disperse in maniera ordinata, formando un cerchio con uno spazio al centro abbastanza grande da far risaltare chiunque si sarebbe trovato al suo centro. Iniziò un nuovo canto, lugubre ma al tempo stesso dolce, toccante. Il funerale tradizionale dei Sabakuyoru era un momento di rammarico, ma anche di festa: nessuno di loro avrebbe mai lasciato la famiglia: prima o poi, tutti sarebbero tornati ad essere granelli di sabbia sparsi per il deserto e, con il favore dei venti, sarebbero tornati a casa, anche solo una minuscola parte di loro, continuando a viaggiare insieme ai cari ancora in vita, continuando ad essere parte del grande esodo del clan. Le voci si univano in un ritmo calmo, vibrante, la cui acuità e intensità andava cambiando con il testo pronunciato da un piccolo coro. Una litania rivolta al loro Dio, Shukaku, padre del deserto e protettore di tutti i Sabakuyoru, una preghiera di protezione per chi non c'era più, una richiesta di accoglienza e benevolenza per la persona che aveva lasciato questo mondo, ma non i cuori di chi l'aveva amato. Le parole erano così antiche da essere perlopiù incomprensibili, ma se ne poteva cogliere facilmente la potenza e la mestizia. Rin aveva chiesto a Touka di poter modificare leggermente la cerimonia, in virtù della particolare situazione di Kiryan e della presenza di persone straniere che, forse, avrebbero giovato di un piccolo avvicinamento ad un funerale più tradizionale. Il capoclan aveva acconsentito, ed era stato così creato un piccolo spazio di condivisione. Rin camminò lentamente verso il centro dello spazio circolare e, tenendo Kiserai ben visibile sui palmi distesi, lasciò che il canto si estinguesse per avere il permesso di prendere parola. Esitò un momento, prima di parlare. Non credeva che avrebbe avuto tanta difficoltà a far uscire la voce. La gola era secca, tremante, e poteva sentire la testa come in una bolla. Il suo sguardo si posò su Touka, seria e fiera, su sua nonna, che malcelava un velo di lacrime sugli occhi, su suo padre Baaran che invece veniva consolato dai vicini, abbandonato a un fiume di pianto e dolore, e su tutte le altre persone che sapeva essere state profondamente vicine a suo fratello nel corso del tempo. Prese un respiro profondo, che si trasformò quasi in un singhiozzo, e umettò le labbra asciutte.
    Kiryan non sapeva nemmeno da dove venisse. Era un'anima persa, disorientata, e quando l'ho conosciuto sembrava essersi chiuso e allontanato dal mondo come un cane randagio. Rabbioso, aggressivo, pronto a mordere. Quel che ho scoperto con il tempo è che non si trattava di odio, ma di paura. Kiryan era stato ferito, in modi che nemmeno possiamo immaginare, e tutto ciò che gli rimaneva era un piccolo tesoro che era pronto a proteggere a tutti i costi.
    Spostò gli occhi su Nayra, che fluttuava in prima fila di fronte a lui, e si stava asciugando lacrime evanescenti con più forza e coraggio di quanto avrebbe potuto pretendere da lei; le sorrise teneramente.
    Credo che tutti noi conosciamo il dolore del rifiuto, della fuga, della solitudine. Kiryan era talmente coperto da questa nube oscura e tumultuosa che credeva che la luce non esistesse più. Eppure era forte abbastanza da non abbandonarsi a una disperazione che, per quanto seducente, sapeva avrebbe segnato la condanna sua e dell'unica cosa che ancora gli stava a cuore. Ha lottato molto, contro diversi tipi di sofferenza, e voglio credere che ne sia uscito vincitore. Nonostante cercasse continuamente di dimostrarsi di non essere degno dell'amore degli altri, è riuscito a smentirsi e tutti noi qui presenti oggi siamo la prova che è riuscito a vincere contro il terrore che lo soggiogava. Ha toccato il cuore di molte persone e sono certo che anche la sua anima sia stata toccata da noi. Sono fiero di lui, di ciò che è stato e di ciò che continuerà ad essere nella nostra memoria. Ho trovato in Kiryan molto più di quanto mi sarei potuto aspettare da un semplice essere umano. Un amico, un fratello, un amore incondizionato e un salvatore. Lui, che si credeva così poco, è riuscito ad acquisire un valore incommensurabile che nessun altro, mai, potrà sostituire. Io qui voglio dichiarare, dinnanzi a questa spada che rappresenta la sua presenza, che non verrà mai più dimenticato, abbandonato, e che invece sarà per sempre amato. Perché, finalmente, ha trovato un posto da chiamare casa.
    Sorrise nel modo più sincero e aperto che avesse fatto dalla morte di Kiryan e i suoi occhi si imperlarono di lucide lacrime che era riuscito a stento a trattenere fino a quel momento. Sollevò al cielo la lama di Kiserai, lasciando che venisse avvolta dalla luce abbagliante del sole, e la riabbassò poi senza dire altro, concedendo uno spazio per chiunque avesse voluto aggiungere qualche parola alla memoria del giovane. Inaspettatamente fu Nayra, dopo un breve momento di silenzio, a farsi avanti. Assunse le normali dimensioni di bambina e si mosse con i piedi sulla sabbia rovente senza lasciare traccia del suo passaggio. Si fermò di fronte all'unico fratello rimastole e, con sguardo pieno di tristezza, tirò su con il naso e indicò la spada.
    Rin, mi aiuti?
    Lui le sorrise teneramente e fece cenno di sì con la testa. Si posizionò alle sue spalle, appoggiando un ginocchio a terra, e adeguando le sue braccia alla posa della bambina fece in modo di dare l'illusione che anche lei stesse tenendo in mano Kiserai come lui stesso aveva fatto durante il suo discorso.
    Io...
    Provò a parlare, ma sembrò particolarmente turbata dal non poter realmente toccare la spada. Seguì la linea del metallo in tutta la sua lunghezza quasi immaginando quanto dovesse essere pesante, e dopo un piccolo sospiro si fece più determinata.
    Kiryan e io siamo stati sempre insieme per tanto tempo. Lui era sempre un po' triste ma faceva di tutto per farmi divertire, giocare, e farmi stare sempre con il sorriso. Quando abbiamo incontrato Rin ha cominciato a ridere anche lui e allora io sì che sono stata felice! Voleva solo qualcuno a cui voler bene e che ricambiasse il sentimento e ha trovato una mamma, un papà, una famiglia e tanti amici per entrambi. Lui è il mio eroe e sarà sempre qui con me. Gli vorrò bene, sempre, e io... io non mi dimenticherò di lui, mai! Lo prometto! Staremo sempre sempre insieme, anche se non potrò vederlo più.
    Probabilmente la bambina avrebbe voluto dire molto altro, ma non c'era nessuno che soffrisse più di lei in quel momento, nemmeno Rin, e il suo cuore così puro era facilmente ferito da quel tipo di dolore. Ricominciò a piangere, e suo fratello con lei, anche se nel modo più discreto e silenzioso possibile. La aiutò a mimare il gesto di alzare Kiserai, dopodiché permise a chiunque altro di prendere il loro posto. Lui l'avrebbe portata per mano verso il perimetro del cerchio, rimanendo in prima fila tra la folla, con il suo viso immerso nel pianto dei suoi vestiti, accarezzandole delicatamente i capelli e ascoltando i discorsi a venire. Ringraziandoli, con il labiale, uno ad uno per i loro interventi.
    Una volta che nessun altro avesse avuto qualcosa da aggiungere, Rin avrebbe ripreso il suo posto al centro del cerchio e con un cenno del capo avrebbe dato il via ad un nuovo coro, più solenne e grave nei toni, e si sarebbe avviato insieme alla processione all'ingresso delle catacombe. Una volta lì sarebbe entrato solo, seguito unicamente da Nayra e Touka, in quanto capoclan, inoltrandosi nell'oscurità sempre più fitta mentre il canto diventava un'eco lontana, un riverbero tra le pareti di pietra dei sotterranei. Avevano deciso che, non essendoci un corpo da seppellire, a Kiryan non sarebbe stata assegnata nessuna tomba. Piuttosto, avevano fatto costruire un piedistallo piuttosto elaborato che raffigurava due sottili filoni di sabbia che ascendevano a spirale fino ad un'altezza di poco superiore a quella di un normale essere umano, terminando in due mani su cui sarebbe stata adagiata Kiserai, dando l'impressione che la sorreggessero con determinazione e delicatezza. Un po' com'era stato Kiryan: fragile come una farfalla, ma incrollabile come la pietra. Fu Rin, sotto l'attenta supervisione di una Nayra fluttuante, a posare la spada sul piedistallo con una certa cura, lasciando un'ultima occhiata a quello che, come diceva la targa posta alla base, era il luogo di riposo di "Kiryan Sabakuyoru, nato nella pioggia, figlio del deserto, custode dell'amore".
    Non credo ci fosse luogo migliore di questo. Tutti i capiclan del passato veglieranno sul suo simbolo. Sarà per sempre in mezzo ai Sabakuyoru.
    Commentò Touka. Rin, senza distogliere lo sguardo, abbozzò un sorriso rivolto a lei.
    Usciti dalle catacombe, ormai nel pomeriggio, avrebbero dichiarato l'ultima parte del funerale tradizionale dei Sabakuyoru. C'era un momento per il dolore, in quella cerimonia, e uno per la vera e propria celebrazione, per la festa. L'intero rito iniziava dall'alba e seguiva il percorso del sole per rimarcare la nascita, la vita e infine il tramonto dell'esistenza del defunto. Se inizialmente, quindi, veniva espresso il dolore per un tragitto che era ormai volto al termine, nell'avvicinarsi a quella che era la condizione attuale della persona che veniva ricordata si diffondeva nell'aria gioia e risate. Nel momento in cui i due mondi erano più vicini, il tramonto, quello che doveva passare dall'altra parte era la felicità di aver potuto condividere il cammino della vita con lui, o lei. E Rin apprezzava particolarmente quell'ultima porzione della cerimonia perché, ovunque fosse Kiryan, avrebbe potuto vedere che ciò che si era lasciato alle spalle non era solo tristezza e dolore, ma anche un sincero amore e una famiglia sorridente.
  5. .
    CITAZIONE (GIIJlio @ 2/2/2020, 11:38) 
    In uno slancio di puro egocentrismo, ecco un secondo test xD. Quanto conosci Aiko?

    83%!
  6. .
    CITAZIONE (-Geggio- @ 12/1/2020, 21:35) 
    Quando c'è scritto che le aquile vedono in qualsiasi condizione naturale cosa s'intende, mica vedono pure al buio?

    Non hanno visione termica/notturna xD ma vedono bene anche con poca luce

    (Scusa, non avevo visto la domanda)
  7. .
    "Trasformerò Jack in una pulce; un'innocua, piccola pulce. Poi metterò la pulce in un rotolo di carta igienica e il rotolo dentro un altro rotolo, poi spedirò quel rotolo a me stesso e quando arriverà, muahahahah, la spiaccicherò con un martello! È una splendida splendida splendida idea, geniale direi."
  8. .
    Mai smettere di correre. Ormai le gambe si muovevano da sole, sospinte dal chakra che le irradiava per permettere ai ragazzi di volare verso la libertà. Uno spiraglio si speranza, quello del porto, che sembrava ancora dall'altra parte del mondo. Il tonico e l'Ambrosia stavano facendo il loro effetto nel tenerlo in piedi e lucido, ma la certezza che la sua candela si stava consumando si faceva sempre più reale ad ogni passo. Come se non bastasse, Kiryan faceva pure i capricci.
    Ci raggiungerà di nuovo. Adesso basta. Fammi scendere. Non morirò portato in braccio come una ragazzina disobbediente.
    Non morirai nemmeno facendo lo stupido eroe. Non morirai e basta finché ci sarò io.
    Rispose d'un fiato, forse più duramente di quanto avrebbe mai desiderato. Si sarebbe preoccupato più tardi delle scuse ai suoi sentimenti e al suo onore, in questo momento aveva priorità di gran lunga maggiori ed era teso come una corda di violino nel sentire il suo settimo senso impazzire di fronte a tutte le presenze che si avvicinavano in cerchio attorno a loro. Mai smettere di correre. Se correre servisse ancora a qualcosa. Da quel poco che riusciva a capire del circondario, si stavano avvicinando fin troppo velocemente e forse qualcuno di loro li aveva già persino raggiunti. Anzi, senza forse.
    Siamo praticamente circondati. Davanti a te... Quello coi capelli rossi è Lee. Attento, è un sensitivo.
    I due shinobi di Takumi che sbarravano loro la strada sembravano particolarmente agguerriti e lo stesso si poteva dire per gli altri che sentiva arrampicati sui tetti. Erano i più vicini, probabilmente l'ultimo ostacolo tra loro e la salvezza. Kir però era così debole e ferito e Rin sentiva le sue riserve deteriorarsi fuori dal proprio controllo.
    State per essere circondati. Ammetto che avete messo su una bella resistenza, ma ora è finita. Arrendetevi.
    La voce di Maguro era così ferma e minacciosa che quasi lo convinse che arrendersi fosse effettivamente l'unica soluzione per non soffrire ancora. Kiryan era già arrabbiato con lui e probabilmente lo odiava pure per quel che aveva fatto alla sua seconda casa. Aveva capito davvero quanto fosse legato a quel posto solo nel momento in cui aveva conosciuto e riconosciuto Lee. Il volto accartocciato del sensitivo era un chiaro dipinto di quanto si sentisse tradito e quel sentimento era direttamente proporzionale all'affetto che aveva dovuto provare per Kiryan, a quanto fortemente doveva averlo considerato un amico. Rin si era accorto che quella di Kir aveva smesso di essere una missione quando aveva recuperato i ricordi di Nathan e di come i due si fossero protetti a vicenda durante quella battaglia ai confini del Fiume. Doveva aver fatto al suo amante così tanto male, quella volta. Eppure lui era rimasto, ed era ancora lì in quel preciso momento con lui, nonostante la rabbia, nonostante tutto il mondo stesse per finire.
    Per questo non poteva accettare di abbandonarlo al suo destino, né di smettere di combattere con tutte le sue forze per cercare un futuro insieme. Rin aveva già perso troppo. Da quando Tenma aveva abusato del suo corpicino inerme, si era promesso di non essere mai più debole. Per se stesso, per non essere mai una seconda volta dalla parte della preda. Un desiderio puro ma egoista, che solo Kiryan era riuscito a risanare con il tempo, rendendolo volontà di poter essere abbastanza forte da proteggere chi amava. Un progetto che, al momento, era stato un fallimento su tutta la linea. Nonostante professasse di essere migliorato con gli anni, era riuscito ad accumulare solo perdite. Non aveva potuto salvare Seitoku da una guerra stupida. Non aveva potuto strappare Yoshimaru dalle grinfia di Rize. Non aveva saputo evitare il sacrificio di sua madre né salvare Eto dal suo stesso oblio di disperazione. Non aveva potuto aiutare Hoa a tornare al Villaggio e quando Tenma era tornato non era neppure stato in grado di proteggersi, come aveva pianificato fin dall'inizio. Non aveva potuto in alcun modo evitare che Kiryan scappasse da lui o che riuscisse a salvarsi da quel mostro di dolore che più volte aveva rischiato di inghiottire entrambi. Se avesse perso definitivamente anche lui, stavolta, nulla sarebbe più potuto tornare.
    Alla fine di tutto, Rize aveva ragione: l'unica cosa che conta è sopravvivere.
    Tienili lontani e non guardare in alto.
    Bisbigliò Rin mentre cercava goffamente di compiere con le mani sigilli che nella sua mente erano stampati a fuoco. Fortunatamente l'esperienza nel campo sopperiva alla scomodità della posizione, sicché lo scarto di secondi nella posizione delle dita sarebbe stato pressoché nullo rispetto alla norma.
    Arte Illusoria: Tecnica del Sonno delle Piume (Genjutsu: Nemurihane)
    Tipo: Genjutsu
    Chi è vittima di questa illusione cade in un sonno profondo subito dopo aver visto delle piume. E' una tecnica per addormentare molte persone alla volta.
    [Le piume cadono in un'area di 20 metri di fronte, o di dietro o con al centro l'utilizzatore (che subirà l'illusione se le guarda)]
    [Le piume trasmettono l'illusione solo se le vittime si trovano dentro l'area di influenza, altrimenti le potranno vedere senza venire colpite]
    [Le piume addormentano dopo mezzo turno da quando sono state viste e scompaiono alla fine del turno di attivazione]
    [Le piume possono essere sostituite con altri oggetti scenici]
    [Sigilli: 7]
    Stimolo: visivo
    Mondo di attuazione: reale
    Bersaglio: Area
    Immobilità: non necessaria
    Consumo: 80

    Poteva addormentarli tutti. Se fossero caduti nel Genjutsu avrebbe avuto la via spianata e non avrebbe più dovuto far male a nessuno. Era abbastanza veloce da raggiungere il porto prima che la tenaglia di shinobi si chiudesse su di loro e non avrebbe per nessun motivo interrotto la sua corsa. Certo, Lee poteva rappresentare un problema in quanto sensitivo, così come chiunque altro nel gruppo le cui abilità erano ancora sconosciute. Per questo motivo estrasse dall'Anfora tutta la sabbia che la sua Innata gli permettesse di controllare. Dei piccoli getti si diressero verso i ninja che erano loro più vicini, Lee compreso, aprendosi poi di colpo come a volerli rinchiudere in una camicia di forza. Se fosse stato loro possibile, oltretutto, avrebbero anche tentato di spingere la testa delle vittime verso l'alto per obbligarli ad osservare le piume che cadevano dal cielo. Riuscire ad agguantarli, comunque, sarebbe stato più che abbastanza. Il resto della sabbia, la stragrande maggioranza di quella utilizzata, si sarebbe invece raccolta all'ingresso delle vie laterali che incrociavano il loro percorso. Una volta all'angolo, si sarebbe innalzata formando una rete, abbastanza fitta da non permettere a persone o armi di passarci attraverso ma abbastanza sottile da poter raggiungere la massima altezza possibile. Di sicuro non avrebbe fermato l'armata, ma li avrebbe rallentati concedendo loro secondi preziosi. Non si preoccupò delle spalle, per il momento: un po' perché era certo di non avere abbastanza materiale, un po' perché era certo di poter fare affidamento su Kiryan. Solo per un poco.
    Se fossero riusciti a raggiungere il porto, era già pronto ad evocare una delle Sfingi per cavalcarla e allontanarsi il più possibile, in volo, da quello che al momento non era niente di meno che l'inferno. Con le lacrime che rigavano gli occhi, una goccia di sangue che scendeva dal naso per lo sforzo e un grido disperato bloccato nella gola, fissava ardentemente l'orizzonte lontano.

    Rin Sabakuyoru
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
    21
    57
    78
    88
    84
    70
    88

    Post:
    ?/?

    Potenziamenti:
    Specializzazione Genjutsu Liv.11
    Specializzazione Percezione del Chakra Liv.5
    Specializzazione Controllo del Chakra Liv.5

    Armi:
    .Shuriken: 15
    .Kunai: 11
    .Senbon: 10
    .Kyuuketsuki (Sanjin in Acciaio)
    .Filo di Ferro [5m]
    .Tonico di carbone zuccherato
    .Tonico di Rigenerazione del Chakra Liv.2 (x1)
    224/860
    -90: Mangiatore di Loto (x2)
    -50: Trappola Illusoria A (x2)
    +15: Tonico della Rigenerazione del Chakra (1/5)
    +15: Tonico della Rigenerazione del Chakra (2/5)
    -1: Telepatia
    -11: Benedizione del Deserto
    +15: Tonico della Rigenerazione del Chakra (3/5)
    -1: Telepatia
    -11: Benedizione del Deserto
    -45: Mangiatore di Loto
    +15: Tonico della Rigenerazione del Chakra (4/5)
    -25: Spettro
    -11: Benedizione del Deserto
    +15: Tonico della Rigenerazione del Chakra (5/5)
    -135: Pilastro d'Acqua
    -11: Benedizione del Deserto
    -36: Spettro
    +15: Tonico della Rigenerazione del Chakra Liv.1 (1/5)

    -65: Sonno di Piume
    -11: Benedizione del Deserto
    -36: Spettro
    +15: Tonico della Rigenerazione del Chakra Liv.1 (2/5)

    Ferite:
    - Lieve: bruciacchiature sparse
    - Moderata: lacerazione alla schiena

    Stato Fisico:
    Molto Stanco (26.04%)

    Stato Mentale:
    Speranza disperata
    Chakra dai tonici: 105/860 - 12.2%


    CITAZIONE
    Non sono stato a mettere consumo e roba varia dell'evocazione perché non ho nemmeno idea se sopravvivremo.
  9. .
    Tendenzialmente direi di no, che è una prerogativa dell'Eremitica. Puoi provare a proporre però, se vuoi, magari si riesce a trovare un compromesso
  10. .
    Votate e motivate le risposte (è importante!)
  11. .
    Lo chiamavano Bort Stark
  12. .
    CITAZIONE
    Allenamento per l'evocazione dei Gufi.

    CITAZIONE
    Ti trovi sulla strada che separa Oto e Yuki per motivi a tua scelta. Sei molto lontano da qualsiasi centro abitato e l'unico rumore udibile nel raggio di chilometri sono i tuoi passi nella neve. Quello e il vento che ulula tra i sempreverdi nella limpida notte.

    Ad un tratto sentì dell'altro. Un suono acuto, sgradevole, come di unghie grattate su un vetro. La cacofonia si ripresenta una seconda volta, più forte della precedente. Qualcosa ti spinge a raggiungerla, ma è molto difficile capirne la provenienza.
  13. .
    In quel caso si intende che non segue il normale regolamento dei livelli. Confermo il no :)
  14. .
    No, è necessario in entrambi i casi
  15. .
    Amaro MonteMatthew
90 replies since 5/7/2015
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