Posts written by ¬maxxx

  1. .
    All’interno del negozio la ragazza si era ritrovata di fronte ad una figura atipica: un ragazzone veramente alto e muscoloso, ma dall’aria tranquilla. Sembrava la rappresentazione classica del guerriero forte ed invincibile. Natsuki era rimasta a rimirare il suo tono muscolare scolpito per un istante, chiedendosi se fosse frutto di madre natura o se almeno in parte venisse da allenamenti intensivi. Le sarebbe piaciuto svolgerne di simili per diventare anche lei così grande e apparentemente forte. Forse in un’altra situazione si sarebbe anche complimentata con lui, come aveva fatto ai tempi con Kiryan, imbarazzando entrambi, ma questa volta aveva avuto un guizzo di intelligenza tale da capire che non era il caso. Sarebbe risultata sconveniente, anche perchè il ragazzo era chiaramente un ninja di Oto, come testimoniava il suo coprifronte. aveva dunque distolto lo sguardo per passarlo all’interno del negozio, dando un’occhiata incuriosita prima di tornare da lui. Non sembrava ci fossero altre persone, quindi probabilmente avrebbe dovuto chiedere a lui per la sua commissione. La ragazza aveva dunque tirato fuori la lista con il messaggio di suo padre e dopo aver stirato le pieghe, per renderla più leggibile possibile, l’aveva allungata in direzione dell’uomo.
    - Salve. Sono qui per conto di Kaiji Kuga. Dovrebbe aver fatto un ordine qualche settimana fa, mi ha detto di dare questo.- aveva mantenuto un tono cordiale e preciso, come sempre del resto. L’educazione ed il rispetto erano le basi fondamentali di qualsiasi relazione per Natsuki… tranne in certi casi.
    Fatto questo la ragazza aveva messo le mani dietro la schiena, in attesa, osservando di nuovo il negozio e di tanto in tanto il coprifronte. Non aveva idea di quante cose avesse ordinato suo padre a dire il vero. Non sarebbe dovuto essere troppo, giusto? In ogni caso, dopo qualche secondo di pausa, si sarebbe limitata a fare un sospiro, osservando di nuovo il giovane di sottecchi. Si sentiva in dovere di fare conversazione in qualche modo, quasi come se dandogli quell’ordine di suo padre gli avesse fatto un dispetto. Che idee stupide.
    - Il negozio è suo? Deve essere difficile conciliare i due lavori.- aveva detto con brillanti doti di conversazione, affinate in un anno di convivenza con personalità chiacchierone del calibro di Makoto e Anzu.
  2. .
    Oto era sempre stato un villaggio ricco di fascino per Natsuki. Così lontano e sognato! Il luogo di provenienza di suo padre e che in qualche modo era anche dentro di lei. Il suo collegamento con quel villaggio era stato tristemente risvegliato anni prima, quando era stata lei ad uccidere la tiranna. La stessa donna che aveva tenuto separati lei ed il suo papà per anni interi alle volte. A volte la vita sapeva essere proprio ironica. Ed ora eccola lì, con l’altisonante nome di “Ambasciatrice del Tuono”, intenta ad aggirarsi per il centro del villaggio con la sua solita aria severa in volto. Sembrava sempre più dura ed intelligente di quanto non fosse. Tutti immaginavano sempre che fosse anche fuori dalla battaglia una persona precisa e dotata di forte carisma. Esperta in ogni campo. Di sicuro spaventosa! Aveva pure l’occhio sfregiato, no? Non potevano mica sapere come fosse una persona tendenzialmente docile ed estremamente poco sveglia. Non per nulla a casa veniva presa in giro da tutti, senza esclusione. Probabilmente anche il pesce ed il cane.
    In quel momento, la Saetta Scema, novello nome in codice che girava tra le persone più vicine a lei, era intenta ad osservare le vetrine dei negozi. Le era stato fornita una lista di materiali che avrebbero fatto comodo a suo padre per lavorare, quindi le aveva chiesto il favore di andare a prenderli da un armaiolo in centro. Non conosceva bene i nomi sulla lista ma suo padre era stato abbastanza furbo da scriverli, quindi le sarebbe bastato allungare la mano e lasciar fare agli esperti. Era contenta di poter fare una passeggiata. Quando andava a trovare i suoi genitori ed i suoi fratellini, tendeva a passare le giornate chiusa in casa o al Dojo. Per un tipo come lei era quasi asfissiante, soprattutto da quando si era resa conto di non trovarsi molto a proprio agio negli spazi chiusi e stretti. Amava un sacco la sua famiglia, ma negli ultimi tempi si era ripromessa di pensare un po’ di più a se stessa.
    La sua meta non sarebbe dovuta essere troppo distante. Non aveva ben capito se fosse proprio in bella vista, più distante o in qualche vicolo a dire la verità. Confidava che chiedendo in giro sarebbero riusciti ad indicargliela. Per fortuna, per quanto famosa anche lì, la gente faceva molto più fatica a riconoscerla. Non era quindi un problema fermare qualcuno per delle informazioni, non rischiava situazioni imbarazzanti. Per sicurezza aveva anche riposto la benda in tasca, lasciando che l’occhio cieco e sfregiato potesse intravedersi attraverso i suoi ciuffi di capelli neri. Questi ultimi non erano stati legati, lasciati liberi di accarezzarle la schiena al ritmo del suo passo marziale. Non sapeva perché, ma quando si vestiva così le persone stentavano ancora di più a riconoscerla. Probabilmente perché tutti narravano di questa guerriera con la benda sull’occhio, la coda e le due spade. Bastava davvero poco per aggirare il problema, per fortuna.
    Una volta giunta di fronte all’insegna, che sperava essere quella giusta, aveva annuito soddisfatta. Si era scrollata la neve dal giubbotto grigio che indossava sopra la felpa e si era fatta strada al suo interno annunciandosi con educazione ed aspettando istruzioni al riguardo di dove lasciare gli stivali bagnati.
  3. .
    Anzu non lo aveva fermato, neanche una volta. Piangeva e si contorceva e si sfogava come neanche la volta prima aveva fatto. Tutto per lui e per la paura che aveva avuto di perderlo. La cosa lo confondeva terribilmente e non solo per via delle medicine. C’erano cose che non aveva mai voluto pensare di lei e battute di Sakiko che aveva sempre ignorato. Come aveva voluto ignorare la scenata di gelosia che aveva fatto nei confronti dell’interesse amoroso di Anzu, relegandola al solo fattore della propria autostima. Eppure ora a guardarla struggersi, non poteva fare a meno di sentire quel dolore al petto. La situazione era migliorata quando aveva mezzo riso alla propria battuta, ma continuava ad essere strana. Gli rispondeva in modo fin troppo accondiscendente. Quelle battute forzate gli ricordavano terribilmente la sera prima. L’aveva osservata avvicinarsi al suo capezzale, in silenzio e tale rimasto per un minuto buono. Alla fine aveva fatto un sospiro ed aveva provato ad allungare la mano verso quelle intrecciate di lei. Erano praticamente grandi uguali probabilmente, quindi non sarebbe riuscito a racchiuderle, ma non gli importava. Credeva che avrebbe esitato in effetti, ma per fortuna era sempre stato abbastanza limpido nel propri sentimenti, positivi o negativi che fossero. Nonostante li insultasse e li chiamasse “palle al piede” nessuno dei suoi fratelli aveva mai dubitato del suo amore.
    - Non darmi ragione tanto per. Se avessi sempre ragione non saremmo qui, tipo.- aveva infine detto con un sospiro. Aveva chiuso gli occhi un momento, godendosi quella pace, per poi riaprirli non appena aveva sentito un principio di sonno farsi strada in lui. A quel punto aveva osservato la figura stressata di Anzu e nel caso le loro mani fossero state a contatto avrebbe provato a stringerle di più. – Non so cosa tu stia pensando in questi giorni, puoi anche non dirmelo alla fine se non vuoi, ma cerca di levarti quella merda dalla testa. Te l’ho già detto quella volta.- aveva comunque fatto passi avanti dalla volta scorsa, almeno non stava piangendo come un poppante. Era merito delle medicine o era ancora scioccato da tutta quella storia? – Non voglio che muori, okay? Voglio che ti entri bene nel cervello, anche se poi risulto rompipalle o cazzi vari.- aveva sbuffato, per poi lanciare un’occhiata verso la porta. Quanto tempo era passato? Li avevano sentiti? Non che gli importasse molto, non avrebbe avuto nulla da fare anche volendo. Era tornato su di lei con un’aria stanca, chiedendosi se per caso non avesse esagerato. Sembrava che Anzu fosse sull’orlo di un crollo e che volesse cambiare argomento, eppure lui aveva continuato ad insistere. Perché? Non aveva senso.
    - Scusami se ho tipo esagerato. Sei a pezzi. Non dovevo.- aveva infatti provato a dire con stanchezza, nel caso lei avesse provato ad allontanarsi avrebbe cercato in qualche modo di tenerla vicino a sé con il braccio sano. Sentiva il bisogno di avercela vicina per assicurarsi che non le accadesse nulla, che nessun padre cercasse di ammazzarla o tizio la possedesse. Era possessivo? Forse. Sperava che non le desse troppo fastidio. Tendeva ad essere molto possessivo con le cose o le persone alle quali teneva, doveva averlo notato ormai. Eppure… eppure con Mahiru non aveva mai sentito quel trasporto e quella fiducia, sebbene in teoria fosse stata una persona importante nella sua vita. Era più simile a quello che provava con i suoi fratelli, seppur in modo diverso. Stava davvero vedendo sotto un’altra ottica la sua migliore amica? Per questo le scenate e tutto il resto? Le aveva pure guardato le gambe il giorno prima. Possibile? Era così patetico? Ammazza la bella amicizia. La stava già tradendo così, pur sapendo di quello che sentiva per Natsuki Kuga? – Mh.- aveva brillantemente argomentato. La testa gli doleva ed aveva perso il filo. Era abbastanza convinto di stare facendo viaggi mentali pazzeschi a causa delle medicine, o forse sperava solo che si trattasse di questo per evitare casini. – Non ragiono più quando ci sono queste robe di mezzo. Ho tipo troppa paura e… niente, questo.-
  4. .
    Izumi ormai ne era abbastanza certo. Anzu stava ostentando tranquillità quando invece era un fascio di nervi. Probabilmente in condizioni normali ci sarebbe arrivato anche prima, ma con la testa così pesante e leggera allo stesso tempo, era molto più difficile concentrarsi. Aveva corrugato le sopracciglia quando l’aveva vista così fragile, intenta a darsi la colpa. Non era soltanto il fatto che lo stesse accusando di non essere in grado di gestire la situazione, ad irritarlo, quanto che secondo lei il danno minore sarebbe stato se avesse ferito lei. Incapace di trattenersi del tutto, si era agitato sul posto. Di solito era bravo a gestire la rabbia, lo aveva dimostrato anche prima, ma ora si stavano sfiorando vette incredibili. Era rimasto impassibile mentre la ragazza gli rovesciava addosso quel fiume di parole. Come sempre era sintomo di quanto stesse effettivamente male. Quella cretina provava sempre tutte quelle cose e se le teneva dentro, non sfogandosi nemmeno in modo efficace. Non gliene fregava nulla del fatto che avesse risparmiato quel tipo e poteva rimandare a dopo l’elaborazione del fatto che per lei fosse così importante. Non era una novità, ma era strano sentirlo pronunciare. Si era trovato nella stessa situazione qualche mese prima. Proprio per quello era arrabbiato. Possibile che non avesse capito nulla?
    Sentire lo sguardo fisso di lei addosso, per un momento l’aveva fatto sentire a disagio. Come se stesse osservando qualcosa di privato. Come se non dovesse essere lì. Anzu stava avendo un crollo ed era come se lui stesse leggendo nella sua anima. Okay, forse quella era un’esagerazione, ma evidentemente le medicine lo facevano diventare poetico. Se ne sarebbe fatto una ragione. Ora era troppo impegnato ad ascoltare quell’incubo così simile ai propri. Era stato in quel momento che aveva capito come mai si sentisse così vicino a lei: avevano le stesse paure oltre che gli stessi modi di approcciarsi alle cose. Di solito si capivano al volo, eppure ora sembrava quasi che Anzu rifiutasse di accettare una realtà che avrebbe dovuto sapere. Izumi si era dunque morso le labbra, cercando di trattenersi fino alla fine, ma alla fine non ci aveva visto più. Aveva fatto quasi per alzarsi, ricordandosi solo dopo delle fitte dolorose che gli avevano ricordato di essere in ospedale. Le aveva ignorate e si era sporto verso di lei, in preda ai singhiozzi.
    - Come puoi chiedermi una cosa simile, Anzu! Proprio tu!- aveva sbottato, con la voce rauca. Un po’ per la stanchezza, un po’ per lo strano miscuglio di sentimenti. – Non lo sai quanta paura ho di farti del male? Di esplodere a caso e ciao ciao, addio amici belli?! Ogni minuto della mia vita ho paura che accada e di fare male a qualcuno e tu mi dici che ti dovevo uccidere, così giusto perché mi dovevo difendere?!- aveva preso un respiro, non sapeva bene cosa stava dicendo a dire il vero. Aveva già perso il filo. Si sentiva decisamente male, però non si voleva fermare. Non poteva lasciarla con quelle convinzioni di merda. - Hai idea di come mi sono sentito all’idea che tu… Che fossi in mano sua senza che io potessi fare nulla? Avrebbe potuto ordinarti di ucciderti cazzo! Senza che tu o io potessimo impedirlo! Mi sono fatto male al cazzo di braccio. Benissimo, succede! Guarirò. Ma almeno tu stai bene e sei viva. Credevo fosse chiaro come la penso sul fatto di… perderti, sì!- di nuovo mentre pronunciava quelle parole gli si era rotta la voce. Era orribilmente familiare al loro discorso che avevano fatto dopo che lei era quasi stata uccisa da suo padre. - Che cazzo mi tocca parlare come nelle telenovelas che si guarda Sakiko di merda.- aveva indicato il braccio con rabbia e nervosismo – Preferirei non poterlo più usare o peggio, piuttosto che saperti morta. Soprattutto per causa mia! Non sei l’unica.- a quel punto si era sciolto un po’. Aveva dovuto poggiare di nuovo le spalle al cuscino e fare dei respiri profondi. Sentiva di stare sudando, aveva spinto troppo oltre il suo corpo. Aveva di nuovo puntato gli occhi su di lei e le aveva fatto cenno di avvicinarsi. Non riusciva più a mantenere il tono duro ed incazzato. – Vieni qui, per favore. Verrei io, ma è un attimo difficile.-
  5. .
    Anzu almeno era sembrata molto sicura del fatto che il colpevole fosse proprio quel tizio. In effetti era lei che ci aveva avuto a che fare. L’idea che avesse usato pure la Visione d’Inferno su di lei lo irritava, ma non poteva biasimarlo. Tante volte aveva usato lui stesso quella strategia, soprattutto contro avversari fisicamente più forti di lui. Era un codardo certo, ma un codardo furbo. Per questo lo odiava ancora di più. Nonostante i sedativi, il suo chakra aveva pizzicato leggermente, ma Izumi era troppo stanco per alimentare quel sentimento. Non capiva bene cosa avesse fatto e a cosa servissero i capelli, a dire il vero, ma ormai era finita. Quel tizio era ricoverato e forse Mari avrebbe avuto finalmente un po’ di respiro. Una volta rimasti soli si era permesso di lasciarsi ricadere sul cuscino con più tranquillità, rilassandosi. Per un attimo era stato tentato di addormentarsi e riposare un po’, ma il modo di fare di Anzu aveva attirato la sua attenzione. Era silenziosa, troppo. Inoltre sembrava sfinita, sia emotivamente che fisicamente. Poteva intuire il motivo. Rischiare di fare male agli altri senza volerlo era una delle sue paure più grandi, ed essere stata controllata da quel tizio doveva averla distrutta. Era una violenza bella e buona, anche solo per questo si sarebbe meritato di essere mandato in carcere… o ancora meglio in obitorio.
    - Pensavo peggio.- aveva risposto alla domanda della ragazza, osservandola di sottecchi, mentre rimaneva distante. Era vero in effetti. Sarebbe potuta andare molto peggio. – Mi hai portato tu in ospedale?- aveva domandato, sapendo già la risposta. Ne era abbastanza certo. Lui avrebbe fatto lo stesso per lei. Aveva alzato la mano buona per sistemarsi i capelli ammaccati dal cuscino, riportandoli allo stato di zazzera nel quale vivevano di solito. Aveva voglia di una doccia e di vestiti puliti, ma immaginava di dover aspettare.
    - Tu come stai piuttosto?- le aveva chiesto dopo un momento di silenzio. – Scusa per l’esplosione, mi è sembrato l’unico modo per distrarlo e raggiungerlo.- aveva sbottato. Si era guardato un momento il braccio ferito, prima di tornare sulla ragazza. – E’ fortunato che io abbia perso conoscenza. Minchia c’ho una voglia di infilargli un kunai esplosivo nel culo.- era vero, nessuna esagerazione. Sarebbe di sicuro stato terapeutico. – Tu ci pensi cosa avrebbe potuto fare a quella tipa se fosse riuscito ad avvicinarla abbastanza? Se penso cosa ha fatto a te…- aveva digrignato i denti mentre pronunciava quelle parole. Credeva di essere senza energie, ma ripensare a tutta quella storia continuava a fargli ardere il petto di rabbia gelida. Non era una persona che amava uccidere, tutt’altro, ma in quel caso aveva proprio voglia di farlo sparire dalla faccia della terra. Era un essere inutile e nocivo, sarebbero stati meglio senza. – Spero per lui che lo arrestino.- aveva concluso, stiracchiandosi leggermente. Sentiva un vociferare venire da fuori, ma non riusciva a distinguere bene cosa dicessero. Non che gli importasse molto, tanto nel giro di poche ore avrebbero saputo tutto.
  6. .
    L’ultima cosa che Izumi ricordava, era una cavalcata disperata contro quello che aveva dedotto potesse essere lo stalker o quanto meno quello che aveva incantato Anzu. Poi, solo la sabbia in bocca e nient’altro. era quindi un bel cambiamento svegliarsi in ospedale, con un braccio bloccato e le forze dell’ordine fuori la porta che chiedevano insistentemente di parlare con lui e la sua compagna di squadra. Istintivamente l’aveva cercata con lo sguardo stanco, per poi soffermarsi sull’infermiere che gli chiedeva se se la sentisse di essere interrogato. Dopo qualche secondo di titubanza aveva annuito, cercando di mettersi quanto meno seduto. Si sentiva confuso, probabilmente a causa degli anti dolorifici. Nonostante tutto però continuava a sentire delle fitte orribili dal braccio offeso. Dal poco che aveva potuto vedere gli avevano dato i punti e lo avevano steccato. Avrebbe dovuto tenerlo fermo per un po’. Magari ci avrebbe guadagnato un periodo di malattia pagato, chi poteva saperlo. lo dubitava visto che non era lì in servizio per conto di Oto, ma magari il suo adorabile kage gli avrebbe riservato delle sorprese.
    - Cosa vi serve sapere.- aveva dunque chiesto, una volta che le forze dell’ordine erano entrate in camera. Erano solo due, per giunta piuttosto giovani. Avevano preteso che fosse da solo durante l’interrogatorio, quindi anche Anzu avrebbe dovuto lasciare la camera, nel caso vi si fosse trovata ancora dentro. Izumi le avrebbe rivolto un’occhiata complice per tranquillizzarla ed invitarla a fare quello che dicevano. Il ragazzo aveva dunque sospirato, raccontando di come avessero visto l’annuncio di Mari Ohara ed avessero collaborato per trovare il suo stalker. Aveva anche spiegato che tipo di strategie avessero usato e l’idea che si era fatto di quel codardo. Mentre spiegava l’accaduto, gli era tornato in mente che non aveva più saputo che fine avessero fatto Nonon e Natsu. Presto avrebbe dovuto chiedere loro scusa, magari rievocandoli. Dubitava che fossero rimasti così a lungo lontano dal loro mondo, la missione era finita in un modo o nell’altro, del resto. Ovviamente la parte più difficile da piegare era stata come mai lui ed Anzu si fossero pestati, per poi attaccare quel tizio. Dalle domande che gli avevano rivolto aveva cercato di carpire di più sulle sue sorti. La sua compagna di squadra lo aveva ucciso? Era riuscita a fermarsi? C’era ancora qualcosa rimasto di lui? Ma soprattutto: era quello giusto?
    - Lo avete arrestato, quindi?- aveva domandato stancamente, puntellandosi sul braccio sano.
    - Per ora è in ospedale.- aveva risposto vagamente uno dei due tizi, fissandolo con intelligenza da sotto due folte sopracciglia castane. Questo significava che era ancora vivo, almeno. – Dobbiamo finire alcuni controlli, signor Usui, quindi non si allontani dalla città fino ad allora.- gli aveva ricordato con tono abbastanza tranquillo. Izumi per tutta risposta aveva fatto un ghigno strafottente ed aveva mostrato il braccio steccato e la gamba fasciata. – Immagino che quello sia un bell’incentivo a rimanere tranquillo.-
    - Oh sì, decisamente.- aveva ribattuto il ragazzo, guardando quindi in direzione della porta.
    - La signorina Ohara voleva vederla, in effetti.- aveva commentato l’uomo, passandosi una mano sul volto e facendo segno al collega di lasciare la stanza. Lo avevano salutato con cortesia ed avevano lasciato che il giovane potesse ricevere i propri ospiti. In effetti si erano subito fiondati in camera sia Fujimura che Mari, che gli avevano chiesto come stava.
    - QuAndo dicevo che ci volevano i bummi non credevo che lo avresti fatto davvero!- era stata tra le prime cose che gli aveva detto la loro cliente. Sembrava preoccupata e dispiaciuta, ma soprattutto era ancora in tensione. Izumi l’aveva osservata di sottecchi, non rispondendo per qualche secondo.
    - Lo avevo detto che facevo esplodere le cose.- aveva commentato solamente, riflettendo sul fatto di aver fatto scoppiare il sangue in faccia ad Anzu in questo caso. – Stanno ancora cercando le prove, giusto?- aveva chiesto per conferma, sia verso di loro che in direzione della collega, nel caso fosse stata in stanza con loro. Aveva visto Mari esitare visibilmente, tanto da portare Fujimura ad intervenire.
    - Sì, penso però che entro il pomeriggio dovremmo avere la risposta. In base ad essa potremo parlare anche del vostro eventuale compenso.- aveva spiegato, sistemandosi gli occhiali. La signorina Ohara lo aveva guardato per protestare, ma lui l’aveva fulminata con lo sguardo. – E’ probabile che sia lui, ma nel caso le forze dell’ordine lo lascino andare o che ci sia stato uno scambio di persona, non potremo considerare questa missione un successo. Una cosa del genere non risolverebbe affatto il suo problema, anzi rischierebbe di peggiorarlo. Lo sa anche lei, signorina Ohara.- a quelle parole Mari non era stata in grado di ribattere, limitandosi ad allisciare più volte una ciocca di capelli con un certo nervosismo. Era calato un certo silenzio, che nel caso non fosse stato rotto da Anzu, Izumi avrebbe accolto per qualche secondo prima di parlare.
    - E’ giusto. Sono abbastanza convinto che fosse lui, ma non ne abbiamo la certezza. Usava una illusione potentissima o qualche tecnica segretissima, per quanto ne sappiamo anche il tipo che ho colpito potrebbe essere stato usato come Anzu… ma lo dubito. Una persona con così tanto potere da controllare due persone alla volta, avrebbe già cercato di approcciarsi a lei.- aveva sbottato, per poi prendere un grande respiro. Era stanco e parlare così tanto lo aveva stranamente svuotato. Non era decisamente abituato a stare male. Fujimura aveva colto la palla al balzo e dopo aver annuito, aveva fatto cenno a Mari di lasciare la stanza per farlo riposare. Loro sarebbero stati fuori a discutere con le forze dell’ordine degli ultimi sviluppi. Izumi aveva accolto quell’assist con gratitudine, osservandoli allontanarsi. Avrebbe fatto cenno ad Anzu di rimanere, nel caso che avesse dato segno di voler lasciare la stanza. Dopo un momento di silenzio si sarebbe permesso un ghignetto.
    - Allora, QUANTO grave è quel tipo?-
  7. .
    Senza saperlo Izumi si era ritrovato nel peggiore scenario possibile. Immaginava che il loro avversario fosse uno stalker “normale”, non in grado di usare il chakra. Ma non erano stati così fortunati. Era andata bene giusto a Mari, che non aveva mai potuto sperimentare la cosa. In ogni caso il ragazzo sulle prime non si era reso conto di cosa stesse accadendo. Aveva osservato con il proprio binocolo la scena, seguendo di tanto in tanto i gabbiani, come per simulare del birdwatching. Ci aveva quasi perso le speranze, quando aveva visto Anzu spostarsi dalla zona in cui si trovava e muoversi verso di lui. Sembrava strana e questo l’aveva preoccupato. Era stato quello il suo errore più grande, probabilmente. Doveva essere successo qualcosa, secondo il suo ragionamento e questo l’aveva portato ad andarle incontro. Possibile che avesse già preso il tipo? Mari sembrava del tutto ignara di cosa stava accadendo e quello almeno era un bene.
    Non appena era stato abbastanza vicino alla donna, però, era successo qualcosa di strano. Anzu era infatti scattata verso di lui, che ormai stava solo ad una quindicina di metri. La cosa l’aveva sorpreso, tanto da riuscire a reagire solo all’ultimo momento. Aveva infatti concentrato il chakra esplosivo nella mano e si era spostato repentinamente, evitando un pugno di Anzu. Un pugno artigliato della Bestia di Kumo. Aveva visto un po’ di capelli venire tagliati nel processo di spostamento, ma non vi aveva badato. Aveva osservato spaventato il volto della sua compagna, allontanandosi un po’. Aveva la gola secca e un orribile presentimento che gli martellava la testa. Anzu non lo avrebbe mai attaccato. Mai. Soprattutto nel bel mezzo di una missione. Doveva essere in un Genjutsu. Quella cretina era sempre stata debole a quel tipo di tecniche.
    - Ohi, che cazzo fai!- le aveva intanto urlato, mentre racimolava le idee. Non sarebbe mai riuscito a capire il livello del Genjutsu che l’aveva intrappolata, di conseguenza non poteva ferirla alla cieca. Avrebbe solo rischiato di peggiorare la situazione. Per quanto ne sapeva poteva essere una illusione di grado S, quindi a meno di provocarle dei danni veramente seri, non sarebbe riuscita a liberarla. L’unica possibilità era di avvicinarsi e utilizzare il proprio chakra per il Rilascio. Tuttavia come sarebbe potuto riuscire a toccarla?
    Mentre Anzu lo caricava di nuovo con un pugno e poi un calcio non molto coordinato, Izumi si era convinto sempre di più che non stesse agendo secondo la propria volontà. Non teneva la guardia ed i suoi colpi erano privi di quella tecnica forse rozza, ma tremendamente precisa ed efficace. Per cercare di reggere almeno un colpo e provare a toccarla, aveva provato ad usare il Domu. La sua pelle si era ricoperta di uno strato di roccia bello resistente, che però era stato subito distrutto dal pugno di Anzu. Non aveva avuto il tempo per toccarla ed immettere il chakra però: ovviamente l’armatura l’aveva rallentato, quindi era riuscita a colpirlo con un calcio alla gamba e poi allontanarsi. Aveva sentito le ossa scricchiolare sotto la forza del colpo, ma per fortuna non era grave quanto un eventuale pugno dato con quei guanti.
    Izumi aveva cercato di muoversi, trascinando la gamba ed inghiottendo il dolore, mentre si malediva. Stava facendo così tanti errori che normalmente non avrebbe mai fatto. Era una cosa che odiava e lo faceva incavolare come non mai. Era così spaventato per quello che era successo ad Anzu che il suo cervello non riusciva a formulare dei pensieri di senso compiuto. Ora che la sua mobilità era pure stata compromessa, sarebbe stato molto più difficile schivare quegli attacchi. Doveva darsi una calmata e pensare razionalmente. Sembrava una illusione bella potente, quindi il tizio doveva per forza essere ancora nei dintorni. Forse poteva muoversi, ma di certo dubitava che potesse controllare una persona senza nemmeno preoccuparsi di rimanere nel raggio d’azione. I Genjutsu che aveva studiato funzionavano così, c’era solo da sperare che non fosse qualcuno particolarmente raro o Proibito. In quel caso sarebbero stati fregati tutti e due.
    Aveva lanciato un’occhiata in direzione della zona dove Anzu era stata a fare la ronda ed in effetti c’era un tizio che guardava attento nella loro direzione, tutto accucciato a terra. C’era qualcosa vicino a lui, anche se non capiva bene cosa. Normalmente una persona avrebbe chiamato aiuto, vedendo una lotta così violenta, ma non gli sembrava che quel tipo ne avesse le intenzioni. Era lui? Non aveva il tempo per pensarci. Anzu era di nuovo quasi su di lui, pronta a colpirlo con un pugno in faccia. Un sorriso carico di adrenalina si era dipinto sul viso di Izumi mentre realizzava che c’era un solo modo per liberare Anzu da quel Genjutsu. Il ragazzo questa volta non aveva schivato, aveva preparato una difesa ben precisa. Quando la ragazza aveva provato a dargli l’ennesimo pugno in faccia, lui aveva alzato il braccio sinistro per proteggersi. Uno spiacevole suono di ossa rotte e carne lacerata si era diffuso nell’aria. Sul primo momento non aveva sentito nulla, salvo poi venire aggredito da un dolore così forte da farlo quasi svenire. In effetti era quasi caduto addosso alla ragazza e questo l’aveva aiutato nel proprio piano. Izumi aveva infatti alzato il braccio destro, ancora integro. Per toccare la spalla o qualunque altra parte del corpo di Anzu ed usare il Rilascio… ma non era successo nulla. Nessuna familiare sensazione di chakra che viene aspirato via dai condotti, quella sensazione di liberazione, nulla di tutto ciò. Arrabbiato e sull’orlo dello svenimento, aveva quindi racimolato le ultime energie per concentrare il chakra nel sangue che stava uscendo dal proprio braccio, in modo da causare una esplosione di modeste dimensioni, ma abbastanza potente. Sapeva che Anzu era in grado di resisterle, ma sperava che gli avrebbe fatto guadagnare abbastanza tempo. Aveva pochi secondi.
    Izumi si era dunque liberato da quella posizione scomoda ed aveva concentrato il chakra negli arti, in modo da darsi una spinta esplosiva. Sapeva che la ragazza era più lenta di lui, sperava che in quel modo sarebbe riuscito a mettere abbastanza distanza tra di loro prima che il dolore lo facesse andare definitivamente al tappeto. Era come se il braccio si stesse pian piano staccando dal resto del corpo, come il suo solo scopo fosse fargli provare dolore. In confronto quello che sentiva alla gamba era una sciocchezza. Era arrivato abbastanza in fretta ad una decina di metri dal tizio rosso, sembrava sorpreso e nel panico. Dietro di lui c’erano un altro paio di passanti, decisamente più sorpresi e spaventati. Il suo corpo fremeva dalla voglia di rilasciare una esplosione gigantesca e di disintegrarlo, fregandosene se fosse quello giusto o meno, ma il suo il ultimo briciolo di coscienza l’aveva portato a limitarsi a lanciare un kunai verso di lui. Questo si era mosso più agilmente di un normale passate, pronta ad alzarsi e schivarlo, ma era comunque stato preso nel polpaccio. Quella scena era l’ultima cosa che aveva visto, prima che il suo corpo piombasse in un sonno doloroso e stancante.
    Ci avrebbe dovuto pensare Anzu a Mari e lo stalker. Sperava di non averle fatto troppo male con quella esplosione.

    CITAZIONE
    Arte dell'Esplosione: Boom!
    Tipo: Hijutsu
    Sigilli: 0
    Versione leggermente potenziata del Palmo Esplosivo che sfrutta l’energia generata dalle esplosioni per migliorare i movimenti del ninja. Concentrando una certa quantità di chakra nella propria mano si può creare una piccola esplosione che è in grado di spingere l’utilizzatore, rendendola ottima per i piccoli spostamenti improvvisi, aumentando la sua Agilità. Utilizzare un’altra volta la tecnica permette di cambiare repentinamente direzione senza però cumulare il bonus con quello fornito dall’utilizzo precedente.
    [Agilità + 10]
    Livello: C
    Consumo: 20 ad uso
    Consumo con controllo: 1 ad uso

    CITAZIONE
    Armatura di terra (Domu)
    Tipo: Ninjutsu
    L'utilizzatore si riveste, in circa un secondo, di un robustissimo strato di terra, che lo protegge dagli attacchi fisici e magici. La pelle dell'utilizzatore diventerà del colore della terra durante l'utilizzo della tecnica. Durante l'esecuzione però l'utilizzatore riscontrerà una forte difficoltà nei movimenti, riscontrando un malus di 20 punti ad Agilità e Velocità per tutta la durata della tecnica.
    [L'armatura ha una Resistenza di 100]
    [Sigilli: 1]
    Consumo: 70 a turno
    Consumo con controllo: 40 a turno

    CITAZIONE
    Sigilli con una mano
    Livello: 16
    Abilità che ricalca una tecnica specifica del Controllo del chakra gelido, l'utilizzatore può usare un jutsu componendo i sigilli con una mano sola, spendendo una quantità di chakra leggermente superiore. Utile nel caso in cui una mano non possa essere utilizzata, sia perché impegnata con un'arma o perché ferita.
    Consumo: 4 per ogni sigillo fatto con una mano sola
    Consumo con controllo: 1 per ogni sigillo fatto con una mano sola

    CITAZIONE
    Arte dell'Esplosione: Sangue esplosivo!
    Tipo: Hijutsu
    Sigilli: 1
    Tecnica sviluppata dall’ingegno e dal masochismo di Izumi Usui. Dopo innumerevoli studi sull’energia a livello cellulare, è riuscito a sfruttarlo in modo attivo anche in combattimento. La grande conoscenza del proprio chakra permette all’utilizzatore di controllare la concentrazione di quello esplosivo nel sangue. Dopo essere stato ferito è quindi in grado di farlo detonare, anche a distanza, una volta che esso è fuoriuscito dal proprio corpo. Grazie alla particolarità di questa tecnica, che sfrutta il materiale ematico dell’utilizzatore, quest’ultimo è immune all’esplosione.
    [Richiede Potenziamento del Chakra 5 e Controllo del Chakra 5]
    [È necessaria una cospicua quantità di sangue per poter attivare la tecnica (Ferita da Grave in su)]
    [È necessario che il sangue sia fresco, ovvero che non sia stato versato da più di 4 turni]
    [Il sangue sfruttato per la tecnica scompare dopo essere esploso]
    [L’utilizzatore può fare esplodere il proprio sangue in un raggio di 15 m]
    [L’ esplosione ha Forza 100]
    [L’esplosione ha raggio 10 m]
    Livello: A
    Consumo: 100
    Consumo con controllo: 70

    CITAZIONE
    Arte dell'Esplosione: Motore a esplosione!
    Livello: B
    Tipo: Hijutsu
    Questa tecnica, ideata da Izumi Usui, prende palesemente spunto dagli Impulsi d’Aria, celeberrima tecnica di tipo Fuuton. Dopo averla vista in azione, il ragazzo ha individuato subito quello che per lui era un “errore”, ovvero la poca durata dell’impulso. Baku, questo è il suo nome da artista, ha dunque deciso di creare una propria versione che può essere mantenuta per più tempo. Per attivarla basta concentrare il chakra su uno o più dei propri arti, lasciandolo poi esplodere in modo continuo, in modo da ottenere un notevole incremento nella propria velocità. Bisogna però continuare ad utilizzare almeno un arto per produrre l’esplosione, altrimenti la tecnica si interromperà.
    [Sigilli: 0]
    [+20 Velocità]
    [Le esplosioni hanno Forza 5]
    [Massima durata: 5 turni]
    Consumo: 45
    Mantenimento: 20 a turno
    Consumo con controllo del chakra: 15
    Mantenimento con controllo del chakra: 8 a turno

    Izumi Usui
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
    17
    44
    46
    68 (+20)
    60
    69
    75

    Post:
    ///
    Potenziamenti:
    Boom: +10 Agilità (solo una schivata)
    Motore ad esplosione: + 20 Velocità

    Controllo del chakra 10: - 30 Costo attivazione tecniche, - 12 Costo mantenimento tecniche, - 12 Costo attivazione oggetti, - 10 Costo abilità
    Potenziamento del chakra 6: + 80 Chakra, +4 Chakra a turno

    Armi:
    - x5 Shuriken (Sacca)
    - x5 Kunai (Sacca)
    - x2 Rotolo da polso (5 Shuriken nel polso destro e 5 Kunai polso sinistro)
    - Tekko (Sacca)
    - Occhialoni (Sul capo)

    717/840
    - 1 Boom!
    - 40 Domu
    - 1 Sigilli con una mano
    - 70 Sangue esplosivo
    - 15 Motore ad esplosione
    + 4 Vigore

    Ferite:
    - Grave: botta alla coscia
    - Critica: botta e taglio al braccio

    Stato Fisico:
    85.35% -> Okay

    Stato Mentale:
    Confuso e distrutto

  8. .
    CITAZIONE
    Il tuo piano viene riferito dalle lumachine, ed in breve tutti i tuoi alleati sono informati. Won non sembra entusiasta del piano, soprattutto quando lasci che la pioggia fresca ricada su di te, ma non osa contraddirti. Sei pur sempre l’aiuto giunto per loro da Kiri. I tuoi piedi solcano il terreno fangoso, avvicinandoti al ponte e ai tuoi nemici. Sembra fare lo stesso anche il tizio con la luce, seguito da due armati apparentemente di spade semplici. Non sembra particolarmente toccato dal tuo discorso, anzi ti sembra di sentirgli dire ai suoi compagni qualcosa come “Toh, abbiamo un’anima pura come avversario”. Scuote il tizio alto e poi spinge i due mercenari in avanti. Questi si muovono con circospezione, probabilmente aspettandosi delle frecce.
    - Forza! Non voglio starci tutta la sera!- ordina impaziente, questi lo guardano e poi dopo un attimo di indecisione decino di iniziare a correre verso di te. Li seguono, seppur ad un ritmo più sostenuto, anche gli altri compreso quello che hai identificato come il capo. Non sembra essere un tipo paziente e da giudicare da come si muove in mezzo alla calca, con la sua arma in mano, è dovuto ad una certa sicurezza. Per ora non ricevi notizie dai due lati. Won sembra combattuto: vorrebbe venire ad aiutarti probabilmente, ma il suo ruolo di rinforzo al fianco sinistro lo trattiene lì. Gli arcieri per ora non stanno lanciando, seguendo il tuo consiglio. Aspettano che i loro tiratori si palesino o che il loro attacco sia abbastanza improvviso da cogliere di sorpresa i nemici, concedendoti un attimo di respiro.
    Sembra una scena surreale, di quelle narrate nei rotoli. Un unico ninja alle prese con un gruppo di mal viventi, pronto a proteggere il tempio con tutto quello che possiede. Sebbene abbia dei connotati quasi poetici, puoi sentire però quella tensione come reale. La condensa che si forma ogni volta che respiri, lo scalpiccio dei piedi bagnati sul ponte, gli incoraggiamenti incomprensibili che si dicono tra di loro i saccheggiatori. I primi due arrivano da Katsuo dopo qualche secondo, non sembrano particolarmente veloci o capaci. Cercano subito di colpirlo al braccio destro e alla gamba sinistra, stando di fronte a te ed utilizzandoti come copertura per le frecce. Gli altri sono ad una trentina di metri da voi, ma arriveranno a breve.
    Come neutralizzare quella minaccia?

    I due tizi sono nel paletto "Riflessi tra +21 e +40 rispetto alla Velocità avversaria" mentre si avvicinano e anche quando ti attaccano (sostituendo ovviamente Velocità ad Agilità). Il resto del gruppo dovrebbe arrivare alla fine del prossimo turno, in base alle stime di Katsuo.
  9. .
    Le risposte di Anzu non avevano soddisfatto molto Izumi, anzi semmai l’avevano fatto preoccupare molto di più. Intuendo la sua poca voglia di comunicare, in ogni caso, l’aveva lasciata in pace. Erano pur sempre nel bel mezzo di una missione e se lei era arrivata a fare finta di dormire, doveva essere qualcosa di più complesso del previsto. Nonostante tutto aveva ascoltato il consiglio della ragazza, indossando un berretto arancione che il Baka gli aveva portato insieme alle altre cose. Ne aveva uno anche per Anzu a dire il vero, azzurro, glielo mandava Sakiko, ma non gli era sembrata molto entusiasta. Poco importava probabilmente i raggi del sole avevano troppo paura di lei per provare a bruciarla. Aveva pure sia il Katon che il Raiton, la cosa era abbastanza logica per Izumi.
    La discussione della mattina dopo, comunque, si era conclusa abbastanza bene. La sua compagna di squadra era stata molto chiara riguardo le proprie capacità e lui aveva provato un moto di fierezza nei suoi confronti. Lei e Makoto erano migliorate davvero un sacco. La promessa di picchiare e cercare di mantenere lo stalker in vita era stata più liberatoria del previsto. Mari aveva ridacchiato, seppur nervosamente e persino Fujimura si era lasciato sfuggire uno sbuffo divertito. Nonon aveva dunque approfittato del momento per cercare di insegnare alla ragazza qualche mossa a suo dire fighissima, per poi seguire il programma della giornata alla lettera. Aveva deciso di consultarsi proprio con i suoi leoncini durante uno dei servizi fotografici. Mentre Mari veniva preparata e truccata, aveva fatto in modo che con lei ci fosse Anzu, una protezione più che ottima mentre li era occupato con le evocazioni.
    - Allora, che idea vi siete fatti della situazione?- aveva domandato il ragazzo, gettando di tanto in tanto occhiate in giro.
    - Intendi questa dello stalker o di quella tra te ed Anzu?- era stata la risposta furbetta di Nonon, che aveva fatto spalancare gli occhi di Natsu. Sembrava che il leoncino fosse confuso e l’aveva fissato in attesa di una risposta. Izumi si era limitato a sospirare. Era abituato agli scherzetti della leonessa, anche se questa volta l’avevano colpito più del previsto.
    - La prima.- aveva risposto con fare pratico, rivolgendosi dunque al leone di fuoco – Non preoccuparti, non c’è nulla con Anzu. Anzi, grazie ancora. Stai facendo un lavoraccio e sei sempre da solo. Scusami se ti ho affidato questo compito, ma sei l’unico che poteva farlo.- gli aveva fatto un breve cenno con il capo e per tutta risposta Natsu aveva verseggiato nella sua direzione. Sembrava abbastanza tranquillo, quindi sperava che volessesolo rassicurarlo. Anche Nonon non l’aveva ancora rimproverato, pur campendo l’altro leone, quindi doveva essere tutto apposto.
    - La ragazza è molto spaventata. In doccia ha avuto un crollo. Credeva che non la sentissi, ma penso abbia pianto. Sa che state facendo la cosa migliore, ma è pur sempre una persona normale.- aveva detto la leoncina, diventando più seria. Si era subito affezionata a quella ragazza, anche se cercava di sembrare superficiale era molto dolce e materna del resto. – Cercate di non farvi distrarre. Questo tipo mi sembra bello viscido, riesco quasi a fiutare il suo odore putrido sin da qui.- aveva detto, digrignando i denti e lasciandosi sfuggire un ruggito. Natsu era sembrato piuttosto spaventato da quella reazione, facendo accigliare Izumi. In teoria sarebbe dovuto essere lui il più forte tra i due, come mai sembrava così preoccupato? Aveva lasciato perdere il quesito in ogni caso, sicuramente era dovuto alla timidezza del leoncino.
    - Non ho intenzione di permettergli di torcerle nemmeno un capello. A costo di evocare centinaia di cloni.- era stata la risposta del ragazzo, mentre si sistemava meglio il cappello. – Mi raccomando: Nonon cerca di far sembrare che tu e Natsu vi prendiate una pausa durante la passeggiata di Mari. Più saremo naturali, più non riuscirà a non cogliere l’occasione.-
    Una volta finita quella breve riunione, Nonon era subito volata da Mari, dando il cambio ad Anzu, mentre Natsu aveva ripreso a sondare i cieli. Anche in quel caso durante la mattina, il pranzo ed il primo pomeriggio non era successo nulla. Avevano mangiato tutti insieme nella camera della signorina Ohara, mostrando un certo interesse nel mantenerla al sicuro il più possibile. Quando era infine giunto il momento della passeggiata, la ragazza si era allontanata da sola dicendo loro qualcosa in proposito di voler stare tranquilla. A quel punto ognuno era andato ai propri posti: loro dovevano osservarla da moooolto lontano, mentre lei si godeva quella pace. Nonon e Natsu erano nel bar lì vicino a bere del latte che Izumi gli aveva comprato, lui si era appostato proprio lì ad osservare la situazione. Fujimura era rimasto in camera, mentre Anzu in teoria sarebbe dovuta essere dall’alto lato rispetto ad Izumi, avevano fatto in modo da avere Mari al centro, almeno idealmente. La prima mezz’ora non era successo niente, portando il ragazzo a pensare di aver sbagliato. Almeno fino a quando non aveva intravisto qualcosa da lontano, nei pressi della sua compagna. Istintivamente si era mosso in quella direzione, pur continuando a tenere d’occhio la signorina Ohara. Possibile che Anzu lo avesse trovato?
    In effetti quest’ultima era alle prese con una situazione bizzarra. Una persona con una bicicletta rossa dotata di cestino, stava decidendo di passare proprio da quella zona. Non sembrava dare nemmeno un’occhiata a Mari ed in effetti aveva un’aria innocente. Doveva avere una ventina d’anni, dei capelli rossi lunghi legati in un codino. Una volta nei pressi della ragazza, aveva iniziato a sbandare, per poi cadere rovinosamente, facendo cadere anche il contenuto del cestino. Apparentemente non sembrava nulla di particolare, ma guardando bene avrebbe potuto notare dei capelli. Nel caso che la ragazza fosse entrata a contatto con essi, si sarebbe immediatamente sentita bloccata ed incapacitata a muoversi. Diversa sarebbe stata la storia se fosse riuscita a schivarli. Il ragazzo avrebbe infatti composto un unico sigillo e fatto apparire qualcosa di vorticante sopra di sé: era un Genjutsu piuttosto basilare, ma sarebbe potuto essere efficace. In ogni caso sembrava chiaro come puntasse ad immobilizzare Anzu, cercando subito dopo di farla di nuovo entrare a contatto con i capelli e di attivare una certa tecnica.
    Se il piano fosse riuscito, si sarebbe infatti ritrovata inerme con il proprio corpo controllato da quel ragazzo. Sembrava che avesse solo un obbiettivo al momento: andare a mettere fuori combattimento il suo collega.


    CITAZIONE
    Chakra nei capelli:
    A causa del flusso continuo di Chakra nella testa del ninja, anche nei capelli scorre il Chakra. Tale energia è in grado di immobilizzare completamente qualsiasi essere vivente, a patto che i capelli siano a contatto contemporaneamente con l'utilizzatore e con l'uomo o l'animale da immobilizzare.

    CITAZIONE
    Illusione Demoniaca: Visione dell'Inferno (Magen: Narakumi no Jutsu)
    Tipo: Genjutsu
    L'utilizzatore spezza il sigillo necessario a generare un leggero vortice di foglie sopra la sua testa. Non appena la vittima designata lo guarda ne viene come ipnotizzata; il genjutsu ha così effetto e il bersaglio viene avvolto, illusoriamente, dal vortice stesso.
    L'illusione fa prima cadere il bersaglio in uno stato confusionale e poi lo induce a immaginare di vedere una scena traumatica. Gli effetti dell'illusione e le stesse immagini proiettate nella mente dell'obiettivo non sono controllabili da colui che sfrutta la tecnica. Inoltre se tra i due ninja c'è un divario di forza molto grande questa tecnica è capace di lasciare l'avversario privo di sensi. L'utilizzatore deve rimanere fermo e controllare lo stato del genjutsu mentre questo è attivo.
    [L'utilizzatore non è a conoscenza di ciò che vede la vittima]
    [L'illusione ha effetto se la vittima si trova entro 10 metri dall'utilizzatore, altrimenti vedrà il vortice roteare senza essere raggiunto dall'illusione]
    [Le foglie possono essere sostituite con altri oggetti scenici]
    [Sigilli: 1]
    Stimolo: visivo
    Mondo di attuazione: illusorio
    Bersaglio: singolo
    Immobilità: necessaria
    Consumo: 40

    CITAZIONE
    Capovolgimento Spirituale:
    Tecnica molto potente, se va a segno.
    Si tratta di un Ninjutsu particolare, grazie al quale si immette tutta la propria energia spirituale in un altro corpo, potendolo controllare senza problemi. La tecnica può essere sciolta in qualsiasi momento a discrezione dell'utilizzatore.
    Il difetto della tecnica è che il corpo dell'utilizzatore resta immobile e indifeso durante l'utilizzo del Jutsu.
    Affinché la tecnica si attivi, il bersaglio deve rimanere immobile per un turno; se la tecnica fallisce, il corpo dell'utilizzatore resta immobile per alcuni turni, dopodiché l'energia spirituale torna nel proprio corpo.
    Il raggio e la durata della tecnica variano in base al proprio livello.
  10. .
    Durante il set fotografico della ragazza, Anzu si era comportata in modo strano. O meglio, ancora più strano. Normalmente era strana, ma stavolta era “strana+”. Aveva deciso di non soffermarsi troppo sulla cosa, anche perché avevano da fare, ma soprattutto perchè poi non aveva esitato a fargli qualche battuta per prenderlo in giro. Sembrava idealmente tutto apposto, ma qualcosa gli era sembrato diverso. Il suo istinto non sbagliava mai o quasi. Non le aveva chiesto se andasse tutto bene però, sapeva che anche volendo Anzu non gli avrebbe mai detto la verità. Non in quei momenti. Ci voleva un attimo di respiro dove sarebbero stati da soli. Come quello in effetti.
    Erano accampati nell’appartamento della signorina Ohara, tranquilli e beati. Per questo si era permesso di mettersi a fare quei pensieri. Il pomeriggio era stato tranquillo ed ora avevano pure recuperato le loro cose. Quando Anzu aveva fatto un commento sulla mancanza di pantaloni, si era giusto ritrovato a fissarle le gambe per qualche istante più del solito per poi mormorare uno “mh” ed ordinare al Baka di prendere anche quella roba. In effetti non aveva esattamente capito perché si fosse soffermato. Le aveva già viste. Probabilmente era solo stanco o erano comunque gli effetti dell’ultimo periodo. Da quando avevano avuto quella discussione a cuore aperto dove si erano pianti addosso, si sentiva stranamente attaccato a lei. Le aveva rivolto uno sguardo di sottecchi, mentre ponderavano insieme i turni di guardia. Stava iniziando a vedere Anzu in un modo in cui non avrebbe dovuto? Era fastidioso. Sapeva che a quella cretina interessava quell’altra ancora più cretina, ma sicuramente famosa, bella e soprattutto ragazza. Con la A finale. A prescindere da tutto, anche ammesso che quell’attaccamento fosse dovuto proprio a quello, non è che avesse molto senso. Ci aveva riflettuto su qualche secondo, per poi sbuffare e poggiare il meno sulla mano. No, era solo preoccupato per lei. Cazzo era quasi morta senza che lui lo sapesse o potesse fare nulla per impedirlo. Era normale sentirsi così.
    - Meglio lunghi. Abbiamo pure le evocazioni e ci serve il riposo. Soprattutto a te.- aveva detto rispondendole con fare pratico. Sapeva dei problemi di sonno di Anzu, inoltre non recuperava il chakra velocemente come lui, di conseguenza gli sembrava l’idea migliore possibile. Era strano essere finalmente tranquilli dopo una giornata passata in mezzo al casino. Si era stiracchiato e si era lasciato andare contro lo schienale del divano. Mari aveva detto che dopo la doccia sarebbe andata a dormire e Nonon aveva intenzione di stare con lei. Natsu era ora in balcone, intendo ad osservare il cielo stellato. Il tizio era a riposare nell’altra camera, quella più piccola mentre loro si trovavano nel salottino che dava sull’ingresso e che era l’unico modo per accedere alle altre stanze. Era tutto sotto controllo. Aveva osservato la ragazza accanto a lui per un istante, con uno sguardo distante.
    - Anzu tu…- aveva iniziato a dire, per poi stiracchiare il collo. -…vuoi riposarti per prima? Così poi se ti svegli, almeno hai tipo dormito un po’.- era effettivamente una proposta sensata ma non era quello che le avrebbe dovuto chiedere. Si era ripromesso di domandare se tutto stesse andando bene, eppure ora aveva un vago timore a farlo. Che deficiente. Aveva fatto un grugnito ed aveva sollevato lo sguardo al tetto prima di fissarla di nuovo, questa volta con più decisione. – E’ tutto okay?- le aveva infine domandato. Izumi non era mai stato un fifone e non lo sarebbe stato ora. Non aveva senso creare incomprensioni. – Oggi mi sei sembrata strana, come se ce l’avessi con me.- aveva fatto una pausa, fissandola però con intensità. Voleva che comprendesse quanto effettivamente fosse serio. – Scusami se mi sbaglio. Probabilmente ho il cervello fottuto da sole.- era effettivamente una probabilità molto alta.
    In ogni caso, dopo questo dialogo poco poco imbarazzante, si sarebbero dovuti mettere a letto. Izumi avrebbe proposto sia di lasciarle tutto il divano che di rimanere così, pronto a farla appoggiare a lui eventualmente. Voleva evitare che si schiantasse contro i mobili di faccia. Le avrebbe dato il cambio il più tardi possibile, per poi riposare ed addormentarsi quasi istantaneamente probabilmente. Sarebbe in ogni caso stata una notte molto tranquilla, il tizio aveva ben deciso di non cercare di entrare a contatto con Mari nemmeno questa volta. C’era quasi da credere che ci avesse rinunciato, quasi. Quella serata, agli occhi di Izumi, aveva semplicemente confermato che il tizio fosse lì probabilmente. Li stava spiando, o molto probabilmente avrebbe lasciato un segno del proprio passaggio. A quel punto l’unico modo per catturarlo era davvero sfruttare Mari come esca. La cosa non lo faceva impazzire ma non c’erano molte altre soluzioni. Si era dunque fatto illustrare il programma della giornata dai due datori di lavoro, ponderando i vari momenti con attenzione. Tra un’intervista ed un altro set fotografico c’era una pausa che la tipa voleva riempire con del relax, in particolare una bella passeggiata sulla spiaggia privata. Fujimura si era detto assolutamente contrariato, riteneva che fosse troppo pericoloso. Invece era proprio quello che serviva loro. Se non si sarebbe palesato in quel momento non l’avrebbe fatto più e sapeva bene il perché.
    - Sono abbastanza certo che fosse al colloquio dell’altro giorno.- aveva infatti esposto con chiarezza la teoria accennata il giorno prima ad Anzu. – Non avrebbe mai potuto identificarci come le sue guardie del corpo altrimenti, anche avendo visto l’annuncio non poteva conoscere le nostre facce. Come minimo si sarebbe dovuto avvicinare per assicurarsi che fossimo davvero noi. Invece non l’abbiamo notato ed è veramente impossibile che lui sia riuscito a studiarci così a lungo senza che noi ce ne accorgessimo.- la notizia aveva sorpreso Mari che si era scambiata uno sguardo con Nonon. La leoncina si era permessa un sorrisetto soddisfatto e fiero.
    - Sempre acuto il nostro Izucchino!-
    - Immaginavo potesse accadere, ma averne la conferma mi lascia veramente senza parole.- aveva commentato Fujimura con stanchezza. Izumi non dubitava delle sue buone intenzioni, del resto aveva cercato di tenere lui stesso i colloqui senza coinvolgere Mari. Nonostante la sua poca esperienza era stato molto cauto, era da apprezzare.
    - Non poteva fare molto altro. Anche le forze dell’ordine l’avrebbero messo sulla difensiva.- aveva detto, passandosi una mano tra i capelli biondi, spettinandoli. Era inutile chiedere moduli di adesione. Probabilmente aveva lasciato un nome falso e non tutti erano stati intervistati durante quel colloquio. Erano sempre allo stesso punto, ma almeno per ora avevano assicurato qualche ora di tranquillità e divertimento a quella poveretta.
    - Non ci resta che puntare tutto sulla passeggiata di stasera. Rimarremo con la signorina Ohara per tutto il tempo durante il giorno, anche se rimanendo in disparte. Saremo in ogni caso pronti ad intervenire tanto. Nulla può sfuggire agli occhi di Anzu.- così dicendo le aveva rivolto un sorrisetto, per poi tornare dai solo datori di lavoro. – Al momento della passeggiata, invece, cercheremo di non mostrarci. Non è un piano esattamente figo, ma credo che quel tizio abbia capito che non avrà più altre occasioni. Dobbiamo puntare sulla sua follia e disperazione.- aveva spiegato il ragazzo per poi fare un sospiro stanco.
    - Non sono molto d’accordo sinceramente, lo ribadisco ancora.- aveva detto Fujimura, rivolgendosi ora ad Anzu. – Sei sicura di riuscire a scovare questo disgraziato ed intervenire in tempo, prima che accada il peggio? Perdonatemi, non è perchè non mi fidi di voi… ma l’idea che possa rischiare di essere davvero aggredita…-
    - Fujicchino sta tranquillo! Con noi ci sono anche Nonon e quel leoncino di fuoco adorabile! La signorina Anzu ha detto di essere la migliore nel campo e il signor Izumi mi sembra abbastanza sveglio. Non mi accadrà nulla.- aveva detto Mari interrompendolo, a quel punto si era fatta più seria e quasi malinconica. – Preferisco levarmi il cerotto ora e soffrire un po’, che continuare a vivere nella paura. Sono stanca di dover guardare dietro ogni angolo e di temere ogni persona che non conosco.-
    Le parole della ragazza avevano zittito l’uomo, che l’aveva fissata in silenzio. Izumi si era limitato ad abbassare lo sguardo rispettoso, mentre stringeva un pugno. Aveva una gran voglia di prendere ad esplosioni in faccia quel tipo. Aveva fatto un sospiro profondo, cercando di calmare il chakra esplosivo che già iniziava a scoppiettare nei suoi canali.
    - Quindi è deciso.-
    Quel giorno sarebbe stata la resa dei conti.
  11. .
    Una cosa che odiava di quei merdoni era che non avevano il coraggio di dire le cose in faccia. Ovviamente per “merdoni” intendeva i piani alti di Oto. Aveva sempre l’impressione che si fossero montati la testa e che si sentissero chissà chi. Anni per concedergli una promozione, mesi per fargli sapere di non essere adatto al Gruppo Speciale del villaggio. Perché sì, era convinto fermamente che semplicemente non volessero comunicargli la cosa. Troppo idioti per farlo. Alla fine se ne era pure fatto una ragione, ma gli dava comunque fastidio non avere la risposta vera e propria. Aveva provato ad insistere varie volte, ma nulla. Apprezzava molto il suo attuale Kage, era pur sempre stato un ninja sotto Orochiyu quindi non avrebbe potuto non farlo, ma era sempre più convinto che si fosse circondato da idioti. Fortunatamente almeno lui sembrava abbastanza furbo. Magari non era un guerriero, ma sapeva sfruttare le sue armi politiche e la loro attuale situazione estera lo dimostrava.
    In ogni caso, non sopportava i merdoni anche perché tendevano a dirgli le cose all’ultimo minuto. Per esempio quella mattina. Avevano mandato un moccioso a darli una missione. Alle sei del mattino. Perché era troppo difficile dirglielo prima ed evitare che svegliasse tutti. L’aveva congedato in fretta, leggendo la lettera con un certo scazzo mentre accompagnava Shun di nuovo in stanza. Ovviamente sentire quelle voci lo aveva svegliato e si era spaventato. Gli aveva fatto qualche carezza sul capo, per conciliargli il sonno mentre finiva la propria lettura e accartocciava la carta. Aveva riletto più volte per essere più sicuro che non ci fosse nessun messaggio nascosto. No, era solo una coordinata e un orario. Ottimo, veramente ottimo.
    Aveva lasciato il proprio fratellino minore, per entrare in stanza di Sakiko, stava ancora dormendo e mormorava qualcosa come “Oh sì MeiMei!”. Non voleva sapere. L’aveva svegliata e le aveva spiegato che doveva andare a fare non si sapeva bene cosa. Lei si era passata una mano sul volto assonnato, sbadigliando vistosamente, ma mettendosi seduta. A quel punto Izumi si era solo assicurato che sua madre stesse bene, cosa affermativa, prima di fiondarsi in stanza a prepararsi. Per fortuna era un tipo metodico e teneva la roba per il giorno dopo già pronta. Si era dato una ripulita ed aveva dunque indossato una maglia termica nera, la solita felpa verde militare calda e sopra di essa aveva legato il giubbotto da Chuunin. Coprifronte alla coscia, le varie armi alla schiena, stivali, cintura, tonici, rotoli messi un po’ ovunque insieme ai suoi oggetti più cari come gli occhiali o il binocolo ed era pronto.
    Non ci aveva messo molto ad arrivare nel luogo dell’appuntamento per fortuna. Durante la strada aveva mangiato una barretta proteica ai frutti di bosco e bevuto un succo alla pera. Non proprio la colazione dei campioni, ma non aveva avuto molto tempo. Una volta arrivato lì aveva visto due tizi ad aspettarlo. Li aveva studiati velocemente, ricordandoli vagamente. Non aveva avuto il tempo di chiedere nulla, perché il tipo aveva detto che dovevano partire subito, per poi scattare. Izumi aveva scosso la testa esasperato e l’aveva seguito. Non era esattamente un maratoneta, ma se la cavava, soprattutto negli ultimi tempi. Kageyama o Kage, o come cavolo voleva farsi chiamare, gli aveva dunque fornito dei documenti da studiare mentre parlava del caso. Trafficante d’armi, supporto, il palo infilato per bene nell’ano di Kage in modo da fargli gonfiare anche l’ego, Trasformazione e certa precisione e fretta. Okay le basi le aveva capite tutte. Non aveva detto niente, non provando nemmeno ad interromperlo, troppo impegnato a sfogliare quei fascicoli in cerca di informazioni su che tipo di gruppo stessero andando ad affrontare. Quasi non si era accorto del suo silenzio, per poi alzare il capo quando aveva ripreso a parlare. In effetti ora ne sentiva la mancanza. Voleva solo che si presentassero e roba del genere. A quanto pareva lui era la brutta copia di Makoto, mentre la ragazza era brava con le armi da lancio. Questo rendeva il tutto più complesso visto che sarebbe toccato a lui essere l’avanguardia. Si era morso la lingua per evitare di evidenziare l’inutilità di Kage, anche perché la tipa non sembrava essere molto a suo agio. Aveva piantato i suoi occhi rossi su di lui ed aveva fatto un sospiro.
    - Senti coso, intanto ti calmi.- gli aveva detto, con tutta la calma possibile. – Siamo una squadra un po’ organizzata male, quindi abbiamo bisogno di collaborare senza che tu rompi più del dovuto le palle alla gente, okay?- a quel punto aveva sospirato rivolgendosi anche alla ragazza. – Mi potresti dire anche i tuoi elementi? Meglio avere un quadro ben preciso di quello che sappiamo fare. Vale anche per te.- aveva aggiunto verso Kage. – Io sono Izumi Usui. So fare esplodere le cose, ho il Doton ed il Futon ed in generale so fare un po’ di tutto perché ho molto chakra. Posso provare a supportarvi e creare diversivi. Di solito preferisco combattere dalla media distanza. Se volete sapere altre cose chiedete.- aveva detto velocemente sfogliando ora i documenti che aveva in mano, prima di rialzare lo sguardo. – Dicci tutto quello che sai su sto tipo le sue guardie del corpo, armi e robe varie. Dobbiamo sapere contro cosa stiamo per avere a che fare. Ah, farebbe comodo anche capire in che tipo di “uomini d’affari” sia meglio trasformarsi. Che ne so, ha tipo dei complessi con la gente alta e solare quindi è meglio essere bassi e scazzati? Insomma, queste cose qua.-
  12. .
    I combattimenti di squadra erano certamente caotici, ormai era stato appurato. Ma non credeva che si potesse arrivare fino a quel punto. Tuttavia, andiamo con ordine. Le sue armi avevano colto di sorpresa Yuya e con il pugno era riuscita ad allontanare Katsuo. Quelli normalmente sarebbero stati degli ottimi risultati, ma ovviamente non le avevano dato il tempo di gioirne. La prima aveva infatti finito di spezzare una serie di sigilli ed evocato una strana creatura di roccia, che era cresciuta di fronte a lei fino ad oscurare il sole. Non aveva mai visto quella tecnica e la sua somiglianza con il Susanoo di Kuniyoshi l’aveva fatta preoccupare non poco. Aveva aggrottato le sopracciglia, rendendosi conto di aver perso di vista Katsuo per un momento. Non aveva anche lui il Doton, giusto? Almeno non doveva preoccuparsi che avesse usato lo Spostamento Sotterraneo. Non poteva essersi allontanato troppo, prima lo aveva visto massaggiarsi il petto, quindi doveva essere dolorante. Le dispiaceva, ma non poteva fermarsi. Fortunatamente quel mostro non sembrava molto veloce, quindi Natsuki aveva cercato di elaborare una strategia per renderlo ancora meno performante.
    Aveva dunque deciso che l’avrebbe innanzitutto rallentato. Aveva sciolto il Perfezionamento ed dunque afferrato con decisione l’elsa della spada ed aveva lasciato che il chakra Raiton scorresse in essa. Sembrava fatto di terra, quindi sperava che questo le avrebbe permesso di danneggiarlo ulteriormente. Mentre la lama sfrigolava, Natsuki si era dunque lanciata verso il Golem, cercando di muoversi repentinamente verso il suo fianco. Aveva intravisto Yuya pronta a lanciarsi contro di lei, quindi quella mossa forse le avrebbe permesso di guadagnare tempo e distruggere la creatura prima di doversi occupare della rossa. Il suo piano però era andato in un modo un po’ diverso da quello che aveva immaginato. Aveva schivato senza problemi ogni colpo del Golem e lo aveva colpito alla gamba con la spada infusa di chakra Raiton, nel tentativo di fargli perdere l’equilibrio. Probabilmente il colpo lo avrebbe dovuto distruggere, ma anche se non ci fosse riuscita, non l’avrebbe certo protetta dall’attacco combinato di Katsuo e Yuya. Il primo era infatti spuntato a sorpresa, avvolgendola con delle catene istintivamente aveva provato a liberarsi, salvo scoprire di non essere abbastanza forte per farlo. Non riusciva nemmeno a muoversi e questo significava che Yuya aveva la strada spianata per darle un bel pugno. Il colpo l’aveva colpita al volto, era riuscita solo ad evitare che la colpisse dritta sul naso o nell’occhio buono, facendo diventare tutto nero per un attimo. Si era sentita stordita e colta da una nausea improvvisa. Questa sensazione, insieme all’odore del sangue dovuto al naso in parte schiacchiato. Il sopracciglio si era spaccato e sentiva già la guancia gonfiarsi. Quella sensazione di oppressione e di impossibilità di scappare l’aveva fatta andare nel panico, portandola ad accumulare una serie di sensazioni negative.
    Il mare che sentiva gorgogliare dentro di lei si era fatto tempestoso, mentre il chakra fuoriusciva ruggente intorno a lei. Desiderava solo essere lasciata andare e che tutti si allontanassero da lei. Mentre l’acqua scura si riversava con potenza intorno a lei, aveva sentito una fitta al petto. Meno grave di quella al volto, ma comunque dolorosa, anche perché le catene stringevano sulle sue ferite in modo inesorabile. Le sembrava quasi che le succhiassero via le energie in effetti. Così stordita e stanca aveva dunque scosso la testa. Cercando di parlare con difficoltà e dolore.
    - Non… non sono più in grado di combattere.- aveva detto sperando che qualcuno la sentisse. Fosse stato una vera battaglia avrebbe provato a continuare, ma quello era un allenamento. Avrebbe solo rischiato di peggiorare la situazione. Era comunque stato un bello scontro, Yuya e Katsuo le avevano dimostrato che aveva molto da imparare, proprio come aveva immaginato.

    CITAZIONE
    Concentrazione del chakra elementale
    Livello: 7
    Si concentra il chakra di un determinato elemento tra quelli posseduti dall'utilizzatore della tecnica (compresi elementi derivati da innate) dentro o sulla superficie di un determinato oggetto. Ciò conferirà all'oggetto una capacità offensiva maggiorata (+10 alla Forza del colpo portato con esso nello scontro con oggetti e tecniche dotate di resistenza o nei danni portati con armi contundenti) e darà la possibilità di rendere l'attacco dell'elemento prescelto (solo ai fini del contrasto con eventuali ninjutsu, hijutsu o armi con concentrato chakra di un elemento opposto).
    Consumo: 15 a turno

    CITAZIONE
    Arte dell'Acqua: Il mare dentro
    Tipo: Ninjutsu
    [Sigilli: 0]
    Tecnica Suiton sviluppata inavvertitamente da Natsuki Kuga, in seguito al ricordo del trauma dell’uccisione di Orochiyu. L’utilizzatore può espellere dal proprio petto una energia violenta e distruttiva, sotto forma di un’onda scura e carica di schiuma, come un mare notturno in tempesta. La mossa non è istantanea, richiede qualche secondo per concentrare le energie di chi la sfrutta e poi farle fuoriscire. Nel processo si è avvolti da un’aura leggermente più scura, che viene poi rilasciata insieme all’onda. L’utilizzo di questa tecnica causerà sempre delle ferite Moderate, a prescindere dalla sua resistenza, su tutto il busto dell’utilizzatore. Appariranno come dei lividi scuri e violacei, inoltre non sarà possibile curarli facilmente.
    [La tecnica richiede mezzo turno di caricamento]
    [L’onda è alta e larga 10 m, mentre ha una portata di massimo 20 m]
    [L’onda ha Forza 90]
    [Le ferite Moderate potranno essere curate solo da una persona con la Specializzazione Medica o spariranno con il tempo da sole, come dei normali lividi di quell'entità]
    Livello: A
    Consumo: 90

    Natsuki Kuga
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
    25
    70(+5)
    61(+9)
    123(+36)
    95(+36)
    53(+5)
    156(+9)

    Post:
    4
    Potenziamenti:
    - Armi Medie Lvl 15: + 30 Velocità, + 30 Agilità.
    - Taijutsu Lvl 5: + 5 a tutte le stat tranne il chakra.
    - Guardia del Corpo Lvl 2: + 4 Resistenza, + 4 Riflessi.
    - Free Running Lvl 3: + 6 Velocità, + 6 Agilità.

    Dono di chakra: 200/200

    Armi:
    - Katana "Kyūseishu" (Fianco sinistro)
    - Katana "Totsuka no Tsurugi" (Fianco sinistro)
    - 2 Rotolo da polso [Uno contiene "Hakusetsu", l'altro contiene "Mikazuki"]
    - 2 Tekkou del Discepolo (Sugli avambracci)
    - Tanto "Kibamaru" (Fissato alla cintura all'altezza del fondoschiena)
    - Fuuma Shuriken (Fissato al fianco destro) [LANCIATO]
    - Sacca (Dentro x5 Kunai Triforcuti, x10 Kunai, x4 Shuriken)[2 Kunai Triforcuti LANCIATI]
    480/1000
    (- 10 Sengan)
    (- 40 Deflessione aerea)
    (- 20 Incassare)
    (- 15 Concentrazione del chakra elementale (Raiton))
    (- 120 Vento del sud)
    (- 40 Deflessione aerea)
    (- 60 Pugno di Ercole)
    (- 60 Perfezionamento)
    - 15 Concentrazione Chakra elementale
    - 90 Il mare dentro
    - 50 Catena
    Ferite:
    Moderate: Tagli sul busto e sul viso
    Moderata: Taglio alla schiena
    Moderata: lividi sul petto
    Grave: botta al volto

    Stato Fisico:
    48% -> Stanca

    Stato Mentale:
    Stordita
    Chakra dai tonici: 0/1000 - 0%Corruzione demone: 0/100Chakra naturale: 0/1000 - 0%

  13. .
    CITAZIONE
    Alla tua frase Momoka si permette un sorrisetto, osservandoti poi attentamente mentre ti prepari. In particolare è interessata a quando spezzi il sigillo della Moltiplicazione del corpo, per poi evocare una copia uguale a te. Sorride appena, per poi prepararsi al tuo attacco. Effettivamente la tua mossa copicida la coglie di sorpresa, costringendola ad attutire il danno del tuo calcio con un braccio. Con l’altra mano ti lancia uno spiedo verso la base dei tuoi piedi. Non punta a colpirti, ma a non darti possibilità di avere un appoggio stabile per il tuo prossimo colpo. Si allontana dunque saltando all’indietro e cercando di coprirsi la ritirata con un altro spiedo. Ha un’espressione dolorante di chi si è pentito di aver accettato quell’esame e di averti proposto di combattere. Non sei riuscita a sfiorare il coprifronte, ma chiaramente hai già messo in difficoltà Momoka, costringendola a stare sulla difensiva.

    Considera la Precisione degli spiedi nel paletto -19 +20 e parte da cinque metri.
  14. .
    CITAZIONE
    Il tempo passa lentamente, esasperando l’attesa di quel momento. I monaci sono chiaramente tutti nervosi, c’è chi non dorme da giorni oltre a soffrire di ferite riportate in battaglia. Sembra quasi che tutto sia fermato e che l’alba sia lontana anni e non poche ore. Il freddo non è nemmeno indifferente soprattutto a causa della pioggia, ma sembra non impensierire i monaci, troppo nervosi per sentirsi infreddoliti. Passa parecchio, probabilmente non sapresti nemmeno dire quanto, prima che qualcosa sblocchi quella situazione esasperante. Si intravede una luce in lontananza. All’inizio potrebbe essere scambiata per un miraggio, ma ben presto si fa più vicina. Immediatamente uno degli arcieri, decide di lanciare una freccia in quella direzione. Non è una mossa saggia, ma il nervosismo ha la meglio. Riesci a sentire un “no!” soffocato dell’altro
    arciere che cerca di fermarlo, ma è troppo tardi. La freccia colpisce la fonte di luce facendola abbattere. Subito dopo una freccia viene scoccata in direzione dell’arciere, che non riesce a schivarla del tutto, venendo colpito di striscio al fianco. Proviene dalla vegetazione di fronte a te un po’ spostato verso sinistra, oltre il ponte. A quel punto si sente un grande scalpiccio e delle figure appaiono a parecchi metri da voi. Sono cinque da quello che vedi e nessuno è armato di arco. La tua lumachina ti comunica che il monaco a sinistra ha avvistato altre due persone.
    A quel punto una figura alta e smilza accende una luce strana, è tra le sue dita ma illumina abbastanza. Non riesci a distinguerlo bene da quella distanza ma ti sembra che vi guardi con un misto di noia e sfida. Da dunque un calcio a qualcosa che rotola di fronte a voi. È un cane al quale ha legato una strana torcia. Una freccia è presente sul suo fianco. Non riesci a capire se respiri ancora, ma di certo non sta bene. Il ponte dista da voi una quarantina di metri e il gruppetto si trova ad almeno cinquanta-sessanta, però riesci quasi a sentire il loro respiro opprimente sul volto. E’ una situazione spiacevole, ma di sicuro non impossibile da gestire, altrimenti i monaci sarebbero tutti morti durante gli attacchi precedenti.
    - Ora che abbiamo capito chi è più furbo, che ne dite di lasciarci entrare e basta? Non vi torceremo nemmeno un capello, ve lo prometto!- l’uomo urla, cercando di farsi sentire in mezzo alla pioggia. Il suono è abbastanza comprensibile nonostante tutto.
    - Che stronzo.- dice persino lo stoico Won, passandosi nervosamente una mano sulla testa rasata. Per tutta risposta, l’arciere che non è stato colpito cerca di approfittarne mentre il nemico è distratto. Scaglia una freccia contro di lui, che però afferra qualcosa da poco dietro di sé e la devia senza problemi. Conficca quindi l’arma per terra e puoi intuire che si tratti di una lancia o qualcosa di simile.
    - Lo prendo per un no?- domanda di nuovo l’uomo, divertito.
    - Katsuo, cosa facciamo?- chiede quindi Won, senza distogliere lo sguardo dai nemici.
  15. .
    CITAZIONE
    L’uomo sembra abbastanza soddisfatto dalle tue domande. Sembra quasi che non vedesse l’ora che le facessi.
    - Per esempio delle scarpe da ballo manomesse! O la base audio sostituita a quella che sarebbe dovuta essere riprodotta! Ma tante altre, eh!- spiega subito, continuando a farti strada in mezzo alla piccola folla – Quelli ad essere più colpiti sono stati i membri di spicco di due squadra favorite, ma soprattutto me medesimo! Vogliono assicurarsi che io non vinca quest’anno!- stringe i pugni e li agita verso questo nemico misterioso, prima di lanciare un’occhiata verso di te. Cerca di ricomporsi, mentre ti guida alla reception. Lì si allontana da te un attimo, se glielo permetti, e dopo aver scambiato qualche parola con una delle signorine torna da te con un badge che ti permetterà, a suo dire, di poter gironzolare abbastanza liberamente nella struttura. Non ti da ovviamente il permesso di entrare nelle stanze private e nello spogliatoio, ma di quello sembra volersi occupare il tuo datore di lavoro. A questo punto si sfrega le mani e ti rivolge un’occhiata entusiasta.
    - Allora, da dove cominciamo? Andiamo ad interrogare qualcuno di quei maledetti?!-
    Sembra fin troppo entusiasta.
2115 replies since 12/4/2008
.
UP