Alla ricerca della Valle Incantata

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    Sia rettili che umani si misero a litigare aspramente su chi fosse arrivato primo, anche se agli occhi di Emma sembravano aver raggiunto un parimerito totale. Risposero in sei al suo complimento, all'unisono, con tono saccente e compiaciuto. Dovevano essere molto fieri delle loro abilità. Non diedero alcun peso alla presenza di Emma e l'unico ad accorgersi di lei fu il ricercatore, che le passò una bottiglietta d'acqua, per cui fu molto grata. Lo fu meno quando lui iniziò il suo solito sproloquio, anche se il contenuto tutto sommato era molto importante. A quanto pareva lui aveva annoiato i tre teppistelli al punto che questi gli avevano rivelato un po' di cose. O almeno fu così che si immaginò la scena la takiana. In ogni caso i fanciulli non avevano bene idea delle questioni che interessavano all'inizio all'archeologo, ma gli dissero che i velociraptor che avevano davanti agli occhi non venivano da questo mondo. Erano evocazioni, come quelle che Emma aveva avuto modo di osservare altre volte nel corso delle sue missioni. Certo, solitamente si trattava di animali meno stravaganti, come Cani, Rospi o Lumache, ma a parte quello le cose sembravano tornare. Del resto anche quelle creature sapevano parlare.
    Questo potrebbe decisamente essere interessante.
    Ringraziò distrattamente il ricercatore, poi si avvicinò al gruppetto. Ormai il fiatone era passato, quindi riusciva a parlare per bene. Chinò la testa in segno di rispetto, rivolgendosi a tutte e sei le creature.
    Scusate. Ho sentito quanto avete detto a lui e... sarei onorata se ci fosse la possibilità di apprendere l'evocazione dei Velociraptor.







    Emma



    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
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    19
    26
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    Potenziamenti:
    -Specializzazione Medica lv. 6

    Armi:
    380/380


    Ferite:

    Stato Fisico:
    Ok (100%)

    Stato Mentale:
    Stanca
    Chakra dai tonici: 0/380 - 0%Corruzione demone: 0/100Chakra naturale: 0/380 - 0%



     
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    Il ricercatore rimane lì, con la bottiglietta d'acqua in mano e la bocca ancora aperta e pronta a dire qualcosa, e ti osserva andare via verso il gruppetto di ragazzini che sta ancora discutendo.
    Scusate. Ho sentito quanto avete detto a lui e... sarei onorata se ci fosse la possibilità di apprendere l'evocazione dei Velociraptor.
    I tre si congelano sul posto alla tua richiesta, ammutolendosi di colpo. Si voltano di spalle a farfugliare e, a parte un commento del ricercatore del tutto fuori luogo in cui asserisce che è un'ottima idea, sarebbe una manna per le sue ricerche, puoi sentirli farfugliare qualcosa a proposito del dubbio se loro padre sarebbe d'accordo, che sembri una tipa a posto, sul fatto che non aveva dato loro il permesso ma che, in effetti, non lo vedevano ormai da un paio d'anni... alla fine si girano di nuovo verso di te e, con posa esageratamente fiera, il giovane dagli occhi rossi si schiarisce la gola per decretare il verdetto.
    Ne abbiamo discusso approfonditamente e... sia. Apprezziamo l'onore con cui hai miseramente perso nella gara di corsa. Ti insegneremo questo Richiamo.
    Ad una condizione, però!
    Sì, esatto! La condizione è che porti un messaggio! Un messaggio molto importante e... noi sapremo sempre se te ne disinteresserai perché abbiamo sempre le tue stesse evocazioni, no zia?
    Se scopriremo che non starai portando a termine questa missione, faremo in modo che tu non possa più evocare i Velociraptor.
    Oh, e allora? Ci stai?

    CITAZIONE
    Puoi accettare o rifiutare, naturalmente (e nel secondo caso non ti giochi le evo, semplicemente troviamo una maniera alternativa per ottenerle XD). Chissà se stanno bluffando oppure no. Se accetti, comunque, puoi ruolare l'insegnamento abbastanza raffazzonato e poco accademico dei tre ragazzini. Ti spiegano molto male cosa sia il Contratto e come si faccia il Richiamo (d'altronde nemmeno loro sembrano capirci molto...) e puoi già mettere in questo post l'evocazione del Custode, la firma, e se vuoi anche un primo tentativo di evocazione.
     
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    Il terzetto sembrò molto stupito dalla proposta di Emma e invece di ritirarsi per deliberare decise di mettersi a discutere lì davanti a tutti. Non erano sicuri loro padre fosse d'accordo e la giovane si appuntò di stuzzicarli su questo punto se le cose fossero andate male, visto che non sembravano per niente persone del tutto a proprio agio con l'autorità. Sarebbe stata una mossa un po' disperata, ma per fortuna non ce ne fu bisogno. A quanto pareva non vedevano questo genitore da molto tempo e l'avevano reputata una persona a posto. La recita era stata adeguata. Passarono ancora alcuni secondi quando finalmente i tre si girarono, mettendosi in una posizione fin troppo pomposa per l'occasione.
    Ne abbiamo discusso approfonditamente e... sia. Apprezziamo l'onore con cui hai miseramente perso nella gara di corsa. Ti insegneremo questo Richiamo.
    Emma non ebbe tempo nemmeno di esultare interiormente, visto che un altro dei ragazzini pose subito una condizione a tale apprendimento.
    Sì, esatto! La condizione è che porti un messaggio! Un messaggio molto importante e... noi sapremo sempre se te ne disinteresserai perché abbiamo sempre le tue stesse evocazioni, no zia?
    Questa era una gran scocciatura, ma la giovane di Taki annuì, soprattutto visto che subito dopo un altro membro del trio aggiunse che in caso di inadempienza avrebbe perso la capacità di usare le proprie evocazioni.
    Non vi preoccupate, lo farò.
    I tre sembrarono contenti della cosa e lo fu perfino l'archeologo, che sembrava essersi convinto che in questa maniera avrebbe potuto studiare quegli animali con calma. Se lo sarebbe potuto sognare, si disse Emma, non certo disposta a rendere i suoi futuri compagni delle cavie per uno studioso così barboso come lui.
    Bene, zia, allora partiamo dalle basi. Ci sta questo contratto che devi firmare, però non con penne o robe così, lo firmi con il sangue. Un contratto tra fratelli, capisci?
    C'è questa custode che protegge il rotolo ed è una tipa un sacco tosta, anche se parla tanto. Beh, noi garantiamo per te, ma sta a lei decidere, quindi devi stare in campana, zia.
    Le regole sono semplici, il contratto parla chiaro. Non devi evocare altra roba, non devi mancare di rispetto alla gang, non devi far ferire i velociraptor apposta. Tutta roba semplice, se ci stai dentro con il cervello.
    Andarono avanti ancora un po', blaterando su obblighi e benefici, in maniera al limite del comprensibile per Emma. Per fortuna ad un certo punto finirono ed evocarono Changchun, una bestia strana, che indossava un cappello da filosofo.
    Buongiorno, fanciulli! Ancora a bighellonare con Ogodei e le sue compagne, eh? Oh, e cos'abbiamo qui, una nuova evocatrice in erba?
    Emma fece un piccolo inchino e si disse onorata di fare la conoscenza del Custode.
    Oh, non c'è bisogno delle formalità, tranquilla. Quindi... quel coprifronte vuol dire che sei una ninja. Taki, eh? E come mai vorresti evocarci?
    Emma fu sorpresa dal piglio indagatore, ma riuscì a imbastire un discorso ben fatto, riprendendo quanto detto in precedenza. Era rimasta affascinata dalla grazia e dalla potenza delle tre creature e quando aveva capito che poteva averle come alleate aveva pensato potesse essere un qualcosa di magnifico. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per avere questo onore, disse, non mentendo neanche troppo in realtà. Changchun fece un paio di altre domande, poi spostò gli occhi lateralmente e sparò un raggio laser, puntando al terreno vicino. La genin sobbalzò, ma nel momento in cui gettò lo sguardo sul punto di impatto vide che era comparso una sorta di rotolo. La rettile invitò dunque Emma a servirsi e lei non si fece pregare troppo. Aprì l'oggetto e, dopo essersi punta un dito con un kunai, scrisse il suo nome.
    Ottimo. Benvenuta tra i nostri evocatori. Adesso i nostri amici qui ti insegneranno la tecnica vera e propria. Se non ti dà fastidio vorrei restare qui a guardare, per curiosità.
    La takiana annuì e si rivolse dunque al trio di prima, ringraziandoli preventivamente. Se ne pentì presto, visto che dimostrarono un'inettitudine all'addestramento ben peggiore del previsto. Già era difficile convertire in linguaggio umano quello che dicevano, ma oltretutto facevano proprio fatica a spiegarsi. Confondevano il nome dei sigilli, battibeccavano tra di loro sul nulla e mischiavano passaggi, riuscendo in definitiva a rendere complicato qualcosa che non avrebbe dovuto esserlo. Alla lunga per fortuna Emma parve riuscire a districarsi tra tutta quella serie di indicazioni balzane. Ignorò anche alcuni suggerimenti, tipo quello della ragazza del trio, che le aveva detto di fare degli strilli acuti per riuscire a entrare meglio nella mentalità dei Velociraptor. Non sembrava una grande idea, anche perché la genin aveva già un suo metodo, con cui agiva di solito. Aveva una buona immaginazione e una buona capacità di concentrazione, quindi cercò di formare nella propria mente l'immagine di un piccolo rettile, quello che si aspettava di poter evocare visto che era alle prime armi in quel campo. Trasse un respiro profondo, si assicurò che il sangue sgorgasse ancora, poi fece i sigilli e poggiò la mano a terra, sperando di avere successo.







    Scusa scusa scusa scusa scusa scusa scusa.

    Changchun

    Esemplare adulto che ama la conoscenza e in particolare si interessa ai costumi degli esseri umani, motivo per cui la si vede quasi sempre indossare un cappello. Figlia di una casata secondaria ma imparentata con quella reale, le sue piume sono molto fitte e arrivano ad assomigliare ad una capigliatura umana. Dall'animo da indagatrice, questa sua curiosità la aiuta molto nel momento in cui deve registrare il patto con nuovi evocatori.

    HaNMo8wy

    Consumo: 10

    TECNICHE:
    Materializzazione
    Changchun, in quanto Custode, è in grado di materializzare attraverso i raggi laser che può sparare dagli occhi il Rotolo su cui verranno apposte le firme degli evocatori per il Contratto. Una volta espletate le formalità può far sparire l'oggetto con un altro raggio laser oculare.


     
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    non devi mancare di rispetto alla gang

    La gang non si infama. Triplo raptor su ogni cosa.


    Da buona secchiona, Emma non ha alcun problema ad apprendere perfettamente i passaggi necessari alla tecnica e quindi, già al primo tentativo, il Richiamo ha successo. Da una nuvoletta di fumo bianco appare una creatura minuta, abbastanza da poter essere tenuta in braccio senza difficoltà, e che presto rivela la stessa fisionomia degli altri Raptor.
    SONOSTATOEVOCATOCHEFIGOUAUUUUUUUUUUUUUUUU!
    Grida a squarciagola, pieno di entusiasmo, puntando gli occhi nella tua direzione. Le pupille si illuminano immediatamente di rosso, similmente a quello che era successo con il Custode, e sembra che di lì a poco verrai carbonizzata da un raggio laser... ma in realtà non succede nulla. La luce si spegne e basta e con essa l'entusiasmo del piccolo dinosauro, il quale si rifugia tutto imbarazzato dietro una zampa delle sue simili più adulte.
    L-la prossima volta ce la farò.
    Non appena il mio corpo si ricoprirà di piume, FORSE ti insegnerò come si fa.
    Lo consola Ogodei, spocchiosa, picchiettandogli la testa e chiaramente più interessata a vantarsi che ad aiutare realmente il piccolo. Quest'ultimo cade ingenuamente Il ricercatore non prova nemmeno più a celare il brodo di giuggiole in cui è immerso, mentre il Custode ti spiega che Tolui è il più piccolo della loro specie ma che, ciononostante, sei stata molto brava ad evocarlo così velocemente. A questo punto è uno dei ragazzini a ricordarti del vostro accordo, approfittandone per svelare anche quale sia il messaggio da consegnare. È diretto alla proprietaria di una locanda losca nel Paese del Fumo.
    Yo, zia Mirin, siamo la crew che spacca. Ci siamo rotti di stare in questo buco di posto, quindi devi scegliere se portarlo qui o se dirci dove sta e farci correre fin laggiù. Questo è esattamente quello che devi dire. Ceh, hai capito no?

    Ti lascio completa libertà per il prossimo post. Puoi interagire con chi vuoi e come meglio preferisci, per quanto mi riguarda hai ottenuto le evocazioni. Puoi pure tornartene a casa, sapendo ovviamente che il ricercatore elucubrerà per tutto il ritorno sul comunicare alla comunità scientifica le sue scoperte immediatamente.
     
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    SONOSTATOEVOCATOCHEFIGOUAUUUUUUUUUUUUUUUU!
    Un urlo stridulo si innalzò dalla piccola coltre di fumo creatasi nel momento in cui il palmo di Emma aveva toccato terra. Da essa spuntò fuori un piccolo dinosauro, un cucciolo dall'aria esaltata. I suoi occhi divennero subito rossi e la ragazza si preoccupò di quello che stava per succedere, ma dopo pochi istanti divenne chiaro che non sarebbe accaduto nulla di nulla. Il nuovo arrivato, con la coda tra le gambe, si rifugiò dalla velociraptor chiamata Ogodei, per farsi consolare.
    Non appena il mio corpo si ricoprirà di piume, FORSE ti insegnerò come si fa.
    Emma ci capì poco e si ripromise che avrebbe chiesto informazioni più avanti, del resto voleva capire di più di quegli animali con cui aveva firmato un patto così importante. Changchun spiegò invece che il rettile evocato da Emma era il più giovane della tribù, ma che il successo doveva considerarsi comunque notevole, vista la rapidità con cui aveva eseguito la tecnica. La takiana ringraziò del complimento con un piccolo inchino, ma prima che potesse porre qualsiasi domanda fu uno dei ragazzi di prima a prendere la parola. Ricordò che c'era una parte del patto stretto tra loro che andava ancora rispettata ed Emma annuì. Destinataria del messaggio era una tale "zia Mirin", di una locanda del Paese del Fumo. La kunoichi dubitava fosse realmente loro parente, visto il modo strano in cui quei tizi parlavano, ma si segnò mentalmente parola per parola della comunicazione. Era un messaggio criptico, da cui lei non poteva dedurre proprio nulla.
    Perfetto, sarà fatto appena possibile. A questo punto credo sia meglio per noi partire, abbiamo un viaggio abbastanza lungo davanti a noi.
    Il ricercatore sarebbe voluto rimanere, ma Emma gli fece capire che non c'erano altre possibilità e costui si rassegnò. Lasciarlo ancora lì voleva dire esporre i velociraptor a tutta una serie di disturbi che lei avrebbe evitato volentieri. Dopo aver convinto costui la ragazza salutò tutti i presenti, sia umani che rettili, ringraziando ognuno per il loro ruolo in quella giornata molto fruttifera. Una volta allontanatisi avrebbe chiesto all'uomo a cui stava facendo da scorta se avrebbero potuto andare a recapitare il messaggio subito, prima di fare rapporto. Se egli si fosse opposto semplicemente lei avrebbe invertito l'ordine delle azioni, non era un problema enorme, anche se avrebbe voluto dire allungare i tempi ed essere costretta a chiedere un permesso al villaggio. Contava che il ricercatore non facesse opposizione, del resto sembrava perso in tutt'altri pensieri. Voleva comunicare alla comunità scientifica la scoperta incredibile a cui avevano assistito, nella maniera migliore e il più presto possibile. Per Emma non era un grosso problema, in teoria, i velociraptor non avevano chiesto che venisse mantenuto il segreto sulla loro esistenza, nel caso fosse stato necessario lo avrebbe detto esplicitamente.
    Un'unica cosa deve essere assolutamente chiara, però: non devi fare il mio nome. Per nessuna ragione. Per i ninja le informazioni sulle proprie abilità sono una cosa fondamentale, quindi rivelare in giro le cose mi metterebbe in pericolo. Chiaro?

     
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    Tra l'entusiasmo per la nuova scoperta e la malcelata euforia per potersi prendere interamente il merito, il ricercatore non muove alcuna opposizione alle tue richieste. Se ufficialmente sarà il primo ed unico a parlare dei Velociraptor, poco importa quanto ci metterete per tornare a Taki. C'è di più: per "comprare" il tuo silenzio, pur comprendendo che non ce ne sarebbe bisogno, ti offre anche il suo aiuto una volta rimpatriati. Per raggiungere il Paese del Fumo, d'altro canto, dovrete compiere una deviazione importante, per cui lo scienziato si propone di giustificare il tuo eventuale ritardo rispetto ai tempi previsti semmai le autorità dovessero farti storie. Potrebbe inventare una scusa qualunque per coprirti e ti assicura che saprebbe farlo in maniera inconfutabile. Sarà anche poco avvezzo ad astuzie e sotterfugi, ma non è uno sprovveduto e questo singolo episodio ti convince a non sottovalutarlo ulteriormente.

    Uscite dalle rovine, tornate al centro abitato più vicino e da lì venite indirizzati verso la nazione che i bambini vi hanno suggerito. Purtroppo i ragazzini non sono per niente esperti di geografia, perciò vi hanno soltanto saputo dare il nome della locanda del Fumo Aspro. Impiegate due giorni solo per scoprire la cittadina in cui si trova il locale, anche perché una volta nel nuovo territorio dovete procedere con i piedi di piombo. In ogni caso, riuscite a raggiungere la bettola in un piccolo centro abitato vicino ai confini di Terra e Uccelli. Per quanto più grande di quello che vi sareste aspettati, il Fumo Aspro non è certamente un locale di prim'ordine: molti angoli sono polverosi, il legno esterno è quasi interamente da riverniciare mentre l'interno è molto male illuminato. Se non altro è anche poco frequentato: sono presenti solo tre clienti, di cui due in coppia, seduti a tavoli agli antipodi della sala. Ad accogliervi è una donna che sprizza energia da tutti i pori: le forme del corpo, i suoi movimenti, persino l'espressione e il tono della voce trasudano un animo vivace e attivo. Ha un timbro basso, per una femmina, e le dita tozze segnate da calli che tradiscono molti anni di lavoro in cucina e sala. Quando alza lo sguardo su di voi, smettendo di pulire inutilmente il bancone, vi offre un sorriso ampio e caloroso, ma in qualche modo anche avido. Gli occhi sono quelli di un leone che ha appena puntato la sua preda.
    Clienti! E facce nuove! Dai, entrate! Che posso fare per voi?
    Il ricercatore sposta molto rapidamente lo sguardo tra te e la locandiera, dopodiché fa discretamente spallucce e ti indica un angolo isolato della sala.
    Io vado a mettermi laggiù, eh. Per me basta una birra scura, doppio malto. Grazie.
    Aggiunge verso la donna, per poi sedersi ad un tavolo e tirare fuori un'agenda su cui ha scarabocchiato appunti per tutto il viaggio. Salvo i momenti in cui cercava inutilmente e fastidiosamente di coinvolgerti in monologhi sul topic caldo del momento.
    E tu? Che vorresti?
    Sbuffa divertita la donna spostando di nuovo gli occhi su di te e passando un'ultima, pigra spazzata di straccio. Puoi sentirti sinceramente intimorita dal suo sguardo, ti sembra quasi che si erga di fronte a te alta il doppio di quanto sia in realtà.
     
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    Il ricercatore si dimostrò perfin più collaborativo di quanto pensasse Emma e lei di certo non si sarebbe lamentata di questo. Le assicurò addirittura di poter mentire, inventando una scusa credibile per giustificare il ritardo, cosa che lei apprezzò molto, anche se non si espose troppo a riguardo. Il viaggio fu abbastanza tranquillo, nonostante si fosse rivelato difficoltoso riuscire a recuperare le giuste informazioni, visto che i committenti di quella missione non ufficiale erano stati quanto mai vaghi. Con la giusta pazienza i due riuscirono a trovare una pista e a restringere pian piano la cerchia, fino ad arrivare a scoprire il nome del villaggio in cui si trovava la locanda. Oltretutto il Fumo non era un posto in cui ci si poteva avventurare a cuor leggero, quindi furono in tutto e per tutto due giorni poco piacevoli. Per questo motivo quando Emma vide l'insegna del posto in cui erano diretti tirò un profondo sospiro di sollievo. Senza perdere altro tempo entrò, seguita dall'uomo. Quel posto era terribile, il suo degrado era palpabile, motivo per cui la ragazza lo adorò sin dal primo istante. C'era poca gente, non una sorpresa visto come era tenuto il locale, ma lei riuscì a identificare subito la locandiera, una donna dall'aspetto frizzantino e dalla scollatura fin troppo generosa.
    Clienti! E facce nuove! Dai, entrate! Che posso fare per voi?
    Dopo un istante la donna si fiondò sui nuovi arrivati come un rapace, al che il ricercatore cercò di divincolarsi, ordinando una semplice birra e prendendo posto ad un tavolo. Lo sguardo famelico di lei quindi si spostò su Emma, che a quel punto tirò fuori un foglietto. Si era appuntata il messaggio che aveva il compito di consegnare. Aveva da sempre un'ottima memoria e probabilmente sarebbe riuscita a ricordare tutto, però quelle erano frasi che lei faticava a considerare lingua Comune, talmente erano gergali e mal impostate.
    Per me lo stesso che ha preso lui, grazie. Questo invece è un messaggio che mi è stato chiesto di riportare da un gruppo di tre ragazzini, nel Paese della Terra. Mi hanno indicato questo posto nello specifico, ma non ho idea di cosa vogliano da lei.



     
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    Scura, doppio malto. In arrivo. Certo è strano per una ragazzetta come te. Non sarai mica una serial killer?
    Ti interroga a voce alta, senza curarsi del resto della clientela che, del resto, pare farsi i fatti propri. Vi trovate nel Fumo, d'altro canto: questa gente sarà abituata al peggio. Nel chiamarti "ragazzetta", la locandiera non sembra assolutamente far riferimento alla tua età. Piuttosto pare concentrarsi su qualcosa di più intimo e nascosto, una caratteristica personale, e persino i suoi occhi ti scrutano con tutta l'apparenza di averti letta come un libro aperto e svelato ogni tuo più perverso segreto. I vostri sguardi paiono incrociarsi per un tempo lunghissimo, ma dopo pochi reali secondi la donna ti tira una violenta pacca sulla spalla e ti fa cenno di accompagnarla al bancone.
    Dai che scherzavo! Vi fò subito cos'avete chiesto.
    Una volta servito il ricercatore e tornata al banco, la donna non si fa problemi ad ascoltare quel che hai da dirle. Hai di fronte un boccale di birra riempito fino all'orlo, dal colore scuro e legnoso e con una schiuma corposa e morbida. Devi ammettere che è molto invitante. La maliziosa curiosità che l'oste ha dimostrato nel vedersi porre la lettera svanisce di colpo, sostituita da un'espressione mesta e torva, quando nomini i tre ragazzini. Quasi ti strappa l'appunto dalle mani, leggendo in fretta e furia e riesaminandone più volte il contenuto. Tra una lettura e l'altra, lo sguardo si sposta nervosamente tra te e il foglio, come se ti stesse studiando. Stavolta, però, con un fare tutt'altro che saputo. Ripiega con una delicatezza inaspettata la lettera e se la infila in una tasca del grembiule, poi per la prima volta abbassa i toni abbastanza perché possa sentirla solo tu. La sua voce è scura, grave, e a tratti persino minacciosa.
    Ok, voglio sapere chi sei tu e dove hai sentito queste parole.
     
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    Scura, doppio malto. In arrivo. Certo è strano per una ragazzetta come te. Non sarai mica una serial killer?
    Era una battuta, Emma riuscì a intuirlo sin da subito, però era più difficile capire quale fosse il modo migliore di reagire, per mantenere la sua copertura. Una risata imbarazzata poteva essere un'opzione, ma la donna sembrava essersi impegnata nel sembrare seria e non voleva rovinarle il gioco. Optò dunque per la seconda opzione, alzò un sopracciglio, fingendosi confusa. Si tenne un minimo all'erta, nel caso ce ne fosse bisogno, ma non mosse un muscolo. Per fortuna questo momento critico durò solo qualche istante, poi una pacca sulla spalla e un sorriso formalizzarono il fatto che si trattasse di un piccolo gioco da parte della donna.
    Dai che scherzavo! Vi fò subito cos'avete chiesto.
    Una volta servita e soprattutto una volta che ebbe consegnato il messaggio Emma avrebbe voluto andarsene, non le piaceva quel posto, ma purtroppo la tizia sembrava avere ancora bisogno di lei. Tutta l'energia di prima sembrava essere sparita nel momento in cui era stato tirato fuori l'argomento e la kunoichi avrebbe preferito rimanere fuori da qualsiasi di questi problemi, però non voleva rischiare di crearsi problemi con le evocazioni. Per questo sopportò le occhiate e i modi un po' bruschi della sua interlocutrice. Il fatto che costei piegasse la lettera, mettendola via, e poi chiedesse sottovoce informazioni stupì molto Emma, la quale però cercò di mantenere la calma e rispondere con precisione. Ovviamente mantenne il tono di voce basso anche lei, pur non sapendo il motivo.
    Io sono Emma, ninja di Taki. Ero in missione nel Paese della Terra, per accompagnare quell'uomo lì nell'esplorazione di alcune rovine, abbiamo incontrato lì quei ragazzi. Se ha bisogno di informazioni posso provare a rispondere, ma posso assicurarle che non ne so molto.



     
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    Grazie alla tua acuta attenzione per i dettagli, forse figlia della metodicità con cui hai sempre perseguito i tuoi obiettivi, puoi notare che la tua identità non passa indifferente agli occhi di Mirin. Non sospetti che possa sapere qualcosa della tua effettiva identità (quale tu voglia considerare come tale, di soldato o di assassina), e la reazione è stata veramente minima. Un impercettibile irrigidimento della mascella e una singola, brevissima vibrazione nello sguardo, in concomitanza del suono "ninja". A parte quest'apostrofo, comunque, la donna non si scompone e anzi, ritorna a schiena ritta, incrociando le braccia muscolose che quasi sembrano gonfiarle il petto, rendendola più carismatica. Sorride con un angolo della bocca e ti guarda fissa negli occhi, trasmettendo serietà ma anche una certa morbidezza.
    Di', Emma, credo faresti meglio a non dare troppa fiducia agli estranei. Da queste parti le ragazzine carucce come te fanno sempre alzare i nasi al vento.
    Commenta, a voce più alta, e due avventori poco lontano scoppiano in una grezza risata. Solo in quel momento ti rendi conto che vi stavano origliando. Forse Mirin ti sta implicitamente suggerendo che il tuo aspetto, e magari pure quello del ricercatore, hanno effettivamente suscitato la curiosità degli autoctoni, più di quanto diano a vedere.
    Non so perché Tido ti abbia detto di parlarne con me, ma anche quella dell'altra sera si è presentata come la sua fidanzata. Guarda, ti rivelerò un segreto tra donne...
    E solo a questo punto si abbassa di nuovo, lei e il tono della sua voce.
    Loro stavano...? Sì, certo che sì. Senti, ho bisogno che tu faccia una cosa per me. Posso ricompensarti, io...
    Mirin esita un secondo, lanciando una sola, fugace occhiata al locale.
    Villaggio Jojin. Nel Paese della Neve. Va' al locale "Sarà la Bora" e chiedi di Vecchio Fossile. Di' che ti manda Mirin, che voglio parlargli ora. Sottolinea ora. Non c'entri niente con questa storia e non voglio che tu ci metta il naso, quindi non ti chiederò altro. Considerala una missione. Non posso pagarti, ovviamente, qua non navighiamo nell'oro. Però... sono una ristoratrice. Qui passa davvero un sacco di gente interessante. Ai tuoi potrebbe far piacere avere un aggancio in zona, no? O magari... potrebbe far piacere a te. Dovrai solo consegnare quest'ultimo messaggio. E, ovviamente, non parlare a nessuno, dico nessuno, di questa storia. E non pensare di poter fare il doppiogioco e rapirmi o farmi fuori. Sono solo una locandiera, ma proprio per questo ho conosciuto molta gente. Saprei come evitare di fare una brutta fine. Puoi andartene di qui e dimenticarti tutto, anche se io ricorderò cosa mi hai detto sul posto da cui vieni e sul perché siete qui. Se invece volessi accettare, da quando saprò che avrai consegnato il messaggio sarò A DISPOSIZIONE!
    Il tono di voce si alza di nuovo, ora molto più di prima, e Mirin torna per l'ultima volta in posizione eretta, ridendo come una che si sta divertendo un mondo delle tue disgrazie e scatenando qualche risatina soffocata anche tra il resto del "pubblico", come un branco di pecoroni.
    Sta a te l'ultima parola.
     
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