Nel mondo in cui non sei qui per me

Mini-evento: La forza di uno

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    Demone velatore

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    La pioggia gli batteva addosso infradiciandogli i capelli e i vestiti. Era soltanto la seconda volta che si recava in quel Paese, ma aveva già stabilito che il clima del posto fosse il peggiore di sempre. Gli mancava l'aria calda e secca del deserto e il popolo del posto era davvero deprimente. Sentiva freddo, anche se forse non era la temperatura esterna il motivo maggiore del suo disagio. Per qualche strana ragione, il suo cervello decise di ripercorrere la sua vita partendo dal principio. Non che se lo ricordasse, l'inizio vero e proprio, ma da che aveva iniziato ad accumulare ricordi sapeva che questi erano stati molto felici. Kurea e Baaran erano stati dei genitori splendidi, autoritari ma amorevoli, e i Sabakuyoru erano stati la famiglia migliore che avesse mai potuto desiderare. Il cimelio più vivido di quel periodo fu la gita per il suo sesto compleanno, durante la quale visitarono il Villaggio della Sabbia. Non fu una visita piacevole in tutto e per tutto, ad essere onesti: la gente del posto non amava particolarmente il clan e avevano ricevuto diversi insulti durante la breve permanenza, ma se non altro era servito ad accendere la scintilla delle sue due più grandi motivazioni; diventare un ninja fortissimo e restituire una reputazione positiva al nome Sabakuyoru. I suoi genitori si erano dichiarati molto preoccupati da questa decisione e tentarono più volte di dissuaderlo, ma Rin era inamovibile e alla fine, grazie anche alle rassicurazioni del clan sul fatto che già un altro membro stesse frequentando l'Accademia, Kurea e Baaran dovettero cedere.
    Conobbe Eto proprio durante la scuola. Era di poco più grande di lui, perciò prossimo a terminare il percorso di formazione per shinobi, e agli occhi di Rin era già imbattibile. Spesso sfruttava la maggiore esperienza per fargli il culo e darsi delle arie, ma gli insegnò anche un sacco di cose e per questo gli fu sempre grato. Divennero presto migliori amici e crebbero fianco a fianco, inseparabili. Quando Rin si diplomò, Eto era già diventato un Chuunin di Suna e riuscì perciò spesso a tirarselo dietro durante le proprie missioni. Oltretutto, fu il primo nel clan dopo tantissimo tempo a sviluppare una Benedizione del Deserto degna di questo nome: l'orgoglio del clan per lui era impareggiabile e Rin iniziò a sentirsi bonariamente in difetto. Il duro lavoro e una testa di marmo lo ripagarono di sforzi, perché dopo un paio d'anni divenne anche lui un parigrado del suo migliore amico. Allenandosi insieme riuscirono a diventare presto parecchio forti e famosi all'interno del Villaggio, conosciuti come "I Fratelli di Sangue e Sabbia". Il loro rapporto divenne sempre più stretto, al punto che loro stessi arrivarono a considerarsi fratelli dalla nascita.
    La loro promozione a Jonin fu piuttosto particolare. Marai in persona richiese la loro presenza in un piccolo team volto ad indagare strani fenomeni nel cuore del deserto: una missione pericolosa, a suo dire, ma ampiamente nelle loro possibilità. Nessuno, forse nemmeno il Kazekage, si sarebbe mai aspettato di finire in pasto a Shukaku, il Dio demoniaco del deserto venerato dai Sabakuyoru. Fu una battaglia estenuante in cui persero la vita molti, valorosi compagni, ma alla fine il Bijuu venne sconfitto e Rin, incredibilmente, risvegliò proprio in quell'occasione la propria Innata, completando così l'unico tassello mancante al raggiungimento di Eto. Neanche il tempo di domandarsi cosa fare del mostro, però: Marai aveva già pianificato tutto... o quasi. Un membro del team, infatti, era in grado di utilizzare un sigillo di contenimento ed era stato infiltrato nella squadra dal Kazekage stesso proprio per infilarsi nella pancia il Demone Codato e diventarne una Forza Portante. Sarebbe filato tutto liscio e nessuno avrebbe avuto nulla da ridire... se Eto non fosse rimasto in fin di vita ai piedi di Shukaku. Quasi completamente prosciugato del chakra, sarebbe morto di lì a poco se non avessero fatto qualcosa. Se Rin non avesse preso in mano la situazione. Chiese al loro compagno di sigillare il Demone dentro Eto, ma lui si rifiutò; un "no" però non era mai stata risposta accettabile e quindi, tramite le proprie capacità nel campo delle Illusioni, Rin fece in modo di convincerlo. Eto era diventato la Forza Portante dell'Ichibi e avrebbe avuto salva la vita, ma il loro compagno non avrebbe dimenticato e Marai... non sarebbe stato contento. Per questo decise di farlo fuori, ferendolo in modo che sembrasse morto dissanguato.
    Il Villaggio non gradì molto la successione dei fatti, ma se non altro fu soddisfatto dal rapporto. Le cose erano andate peggio del previsto e l'iniziale candidato a Jinchuuriki era moribondo quando erano riusciti a indebolire il Tasso, sicché aveva dovuto scegliere Eto come contenitore sostitutivo. Purtroppo quest'ultimo era finito in coma durante l'operazione e perciò Suna avrebbe dovuto tenerlo incarcerato in una zona segreta, sedando continuamente le spinte dell'Ichibi verso l'esterno e monitorando perennemente le sue condizioni di salute. Se non altro si era meritato, e Rin con lui, una bella promozione. La gente cominciò ben presto a parlare con ammirazione dei Fratelli di Sabbia e Sangue, nonché del clan Sabakuyoru stesso, capace di sfornare due individui così forti da sopravvivere a un Demone. Iniziò così la reintegrazione, finalmente, e l'intera famiglia festeggiò per mesi. Rin non aveva molta voglia di essere allegro, a dirla tutta, con suo fratello rinchiuso chissà dove, ma dovette farsi forza e festeggiare almeno il compimento dei suoi diciotto anni. Quella sera baciò Rize per la prima volta. Erano stati buoni amici di infanzia, pure insieme ad Eto, ma si erano persi di vista con il tempo a causa dei continui impegni dei due ragazzi come shinobi. Era fiorita in una bellissima ragazza, però, e non riuscì a resistere. Si innamorarono e fu l'inizio di un nuovo periodo felice.
    Eto era in coma ormai da tredici anni e i dottori nutrivano poche speranze che potesse riprendersi. Rin, ormai Special Jonin, sapeva bene quali fossero i desideri più lussuriosi del Villaggio e di Marai in primis: staccare la spina e cambiare contenitore, infilando la Bestia in qualcuno di più utile. Ciononostante, non potevano interrompere la terapia: liberare Shukaku sarebbe stato troppo rischioso in ogni caso e il mondo era nuovamente in guerra, con le forze della Coalizione Centrale in ribellione contro il Vento. Yuki, Oto, Taki, Kusa, Ame, Takumi: un branco di vigliacchi traditori che stavano approfittando dei bisticci delle potenze orientali per eliminare definitivamente il Paese più ambizioso della storia. Fu proprio uno di loro ad avere un ruolo di punta nella "ribellione": Eto venne rapito a pochi giorni dall'anniversario della sua trasformazione in Forza Portante. Chi fosse l'autore e come avesse fatto a superare tutti i controlli di sicurezza era ignoto, ma doveva trattarsi di un ninja di incommensurabile talento e ferocia, dato che non aveva lasciato alcun superstite durante l'operazione. L'unica cosa con cui non aveva fatto i conti era proprio Rin, o meglio l'importanza del legame che egli aveva con Eto. Non si sarebbe fermato di fronte a nulla pur di ritrovarlo, e non lo fece: il bastardo aveva appena superato il confine con il Paese della Pioggia quando lo raggiunse. Era un individuo alto, ma impossibile da identificare: era completamente ricoperto da un mantello nero e portava una maschera sorridente sul viso. Un ANBU, indubbiamente. Lo scontro fu epocale e privo di qualsivoglia regola, lealtà o pietà. Rin sapeva che doveva riportare a casa Eto e che avrebbe dovuto farlo prima che i sedativi e le protezioni venissero meno, lasciando Shukaku libero di agire.
    Il pensiero si rivolse alla sua famiglia. Aveva trentuno anni, amava follemente Rize e il loro bambino, Ren. Sorrise sommessamente al pensiero che solo pochi giorni prima le aveva detto di non vedere l'ora di conoscere il loro secondogenito: avevano deciso di chiamarlo Tenma, in onore di un bambino del clan mai nato, figlio dei migliori amici dei suoi genitori. Rise di gusto, più ancora, finché non sentì una vocina acuta provenire da dietro la maschera dell'Ameano.
    Perché sta ridendo? Non gli fa male?
    L'uomo sembrò agitarsi, solo per un momento, e bisbigliò qualcosa.
    Fa male, fa male. Onestamente, non so perché rido. Qualcosa in questa situazione mi sembra surreale.
    Sibilò senza perdere quell'espressione solare che, da sempre, si portava dietro. Spostò lentamente lo sguardo verso Eto e il sorriso si fece più amaro al pensiero di non essere riuscito a salvare suo fratello, il suo migliore amico. Le ultime parole, però, le rivolse all'uomo che aveva di fronte e che era riuscito a sconfiggerlo.
    Vorrei solo sapere il tuo nome. Come favore personale. Per motivi che non comprendo, lo desidero molto.
    L'ANBU esitò. Rin attese il compimento di quel silenzio, ma poi si abbandonò ad un rantolo divertito.
    Fa nulla, lascia perdere.
    Tossì. La gola bruciava.
    Che peccato, però. Se ti fossi presentato... chissà, forse in un'altra vita avremmo potuto essere amici.
    Rise di nuovo tra sé, mentre gli occhi si facevano più pesanti. Amico di un Ameano? Che pensiero stupido. Cercò con tutte le forze di stare sveglio, aggrappato ad ogni singola stilla di vita che gli restava in corpo. Al primo battito di ciglia lo sguardo si posò sull'elsa della spada che gli trafiggeva il petto, con lo strano simbolo di un airone. Al secondo battito capì che la mente lo stava rapidamente abbandonando, perché gli parve di vedere una bambina fluttuare attorno alla testa dell'ANBU. Al terzo battito smise di vivere.
    L'ultima cosa che riuscì a percepire fu il chakra di Shukaku che si liberava nel mondo, disintegrando ciò che rimaneva di suo fratello.
     
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    Re dei demoni

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    Il Sommo
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    Da uno dei peggiori gironi dell'inferno!

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    La mancanza di qualcuno è la più forte presenza che si possa sentire. Questo sogno di una realtà così lontana e diversa, in cui l'assenza di una persona ha avuto un impatto profondo, lascia un'impronta indelebile in te e, sia che tu ricordi cosa hai visto sia che tu non ne abbia memoria, al tuo risveglio ti senti in qualche modo cresciuto.
    Ottieni 69 exp
     
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