Scorci di un Futuro Perduto

Mini-evento: La forza di uno

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    Sexually Identifying as a Weapon Freak

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    ”Circondata da macerie...
    Bagnata dalla pioggia e dal sangue...
    A fissare un cielo in burrasca...
    In un mondo dove non avevo mai visto il sole...„

    Legenda:

    - Parlato Kichi Kikuchi Anami
    - Sussurrato Kichi Kikuchi Anami
    - Parlato Rui Yamanaka
    - Parlato Haruna Shikamechi

    "Paradise Loft"


    Quel giorno avevo difficoltà a svegliarmi del tutto. Per quanto ci provassi, il letto continuava a tenermi in ostaggio. Ma non potevo restare a poltrire tutto il giorno, lo sapevo. Dea, il letto...
    Riuscii a trascinarmi fuori dalle coperte, per potermi finalmente lavare. Il solo tragitto verso il bagno comune sembrava un tragitto verso il patibolo. Quanto era caldo il letto. Sentii dei passi.
    Fuori la mia stanza c'era una ragazza dai capelli castani e dall'ampia veste sacerdotale.
    Canticchiava tutta contenta. - Finalmente, ti sei svegliata! - 'Giorno Rui. Risposi sbadigliando.
    - Su, vestiti, o la Somma Sacerdotessa si arrabbierà. Mi spronò, ma a poco serviva.
    Di mattina non funzionavo. Serviva ben altro. - Tanto Haruna non si arrabbia mai. Dissi.
    - Dammi cinque minuti... Sbadigliai. Non mi furono dati, venni letteralmente trascinata fuori dal letto dalla ragazza. - Come mai così felice? Chiesi, mentre Rui canticchiava fuori dal bagno comune. - Stanotte la Dea mi ha parlato di nuovo! Rispose, tutta contenta. Mi bloccai.
    Ne fui sorpresa, al punto che lasciai cadere lo spazzolino a terra. Mi gettai verso di lei, esaltata.
    - Davvero!? Ecco perché sei tu l'aspirante Sacerdotessa! Dissi, imbarazzandola. Sapevo benissimo come reagiva quando glielo dicevo e mi piaceva stuzzicarla. - Dai, smettila.
    Smorzai un po' l'entusiasmo. - D'altro canto, la Dea non mi ha più parlato da un po'... Dissi.
    Sapevo di essere ancora sotto la sua protezione, poiché era stata lei a richiamarmi qui, al suo sacro Tempio. Ma dopo quella volta, non sentii più la sua voce, e la cosa mi rendeva particolarmente ansiosa e triste. - Le vie della Dea Volpe sono misteriose, Kichi... Mi voltai.
    Fuori la porta, con Rui, c'era la figura imponente della Somma Sacerdotessa. Lesta, m'inchinai.
    - Si farà sentire appena ne avrà voglia, sta tranquilla. Continua a pregare e la Dea sarà sempre con te. Disse, piegando le orecchie che prima erano rizzate, pronte ad ascoltare le mie lamentele. Orecchie da volpe fatte di puro chakra, un marchio per indicare la Benedizione della Dea, talmente vivida da renderle solide. Così come la coda. Tutte le Sacerdotesse erano praticamente delle Kitsune, ma solo la Somma Sacerdotessa manifestava fisicamente il suo dono, così grande da ricevere ben quattro code. - Su, la giornata è appena iniziata. Disse.
    Aveva ragione. Appena sveglie dovevamo andare a pregare, poi Rui doveva benedire i proseliti con me ad assisterla, per poi riprendere gli studi. Dedicammo mezz’ora di preghiere di ringraziamento e protezione del raccolto, ci stavamo preparando ad accogliere i fedeli, quando un’Adepta mi passò una lettera: era da Ringil! Euforica, l’aprii e ne lessi il contenuto.
    Ogni mese, mio fratello mi mandava lettere per aggiornarmi su ciò che succedeva a casa. Sembrava che Yuki avesse finalmente iniziato a mangiare regolarmente. Ringil aveva superato l'Esame per diventare Chuunin e Yuki aveva iniziato l'Accademia. - Yuki era tua sorella, giusto? Chiese Rui, leggendo con me la lettera. - Adottiva. Brutta storia, la sua. Spiegai.
    Saluti vari dai familiari e tanti auguri per tutto. Posai la lettera, tutta contenta. Mi mancavano, prima o poi sarei andata a trovarli, ma prima dovevo liberarmi dagli studi. Fortunatamente, quel giorno era estremamente tranquillo e quasi nessuno si presentò al Tempio, permettendoci di staccare molto prima del previsto. A quel punto, io e Rui, ci separammo per seguire ognuna i propri studi: lei per il sacerdozio, io per diventare un'Adepta, una messaggera della Dea, con lo scopo di proteggere il tempio e, più specificamente Rui. Non mi piaceva, ma dovevo imparare a combattere per essere sempre utile a Rui. Erano mesi che mi preparavo per una lezione in particolare. Dopo non so quanti ripassi del Rito della Benedizione, finalmente potevo provare a richiamare il mio Guardiano. Era un cucciolo di volpe dal pelo bianco come la neve.
    Era dolcissimo e continuava a strusciarmisi addosso! È stata amicizia a prima vista!
    È stata anche la conferma che Inari non mi avesse abbandonata.
    Non potevo non amare quel batuffolo di pelo!

    - Com'è andata? Mi chiese Rui, mentre mi asciugavo la fronte dal sudore. L'istruttrice c'era andata giù pesante e l'aver evocato il Guardiano mi aveva causato più impegni. Da che avevo capito, ora dovevo imparare a manipolare lo speciale chakra che la Dea donava, praticamente l'arma che avrei usato per proteggere la mia Sacerdotessa - Rui. - Ho... evocato il Guardiano... Ma, avessi saputo cosa avrebbe portato con sé, avrei aspettato un altro annetto. Rise.
    - Il chakra sacro? Annuii. - Sono negata. Non c'è nessuna peggio di me nel Tempio. Dissi.
    Sentii le sue braccia cingermi da dietro e la sua testa poggiarsi sulle mie spalle.
    - Anche se fosse, che t'importa? Disse. Poco, in realtà. Se ero riuscita a restare qui era sopratutto per lei. Era lei a darmi la spinta per continuare a dare il massimo e adoravo tutto di lei. Era come se la dea ci avesse fatto condividere il percorso di proposito. Amavo rispecchiarmi nei suoi occhi, vedere lo sguardo di una persona che si fidava ciecamente di me. Amavo lei.
    Un amore che non sapevo spiegare: non era attrazione fisica, era qualcosa di più. Mi piaceva lei.
    Ci misi del tempo a capire i miei sentimenti e ad arrendermi al fatto che la amassi come persona.
    Fu così che passai la mia adolescenza. Ad amare una ragazza che ai miei occhi continuava a splendere nella sua innocente perfezione. Scrissi varie lettere ai miei familiari, accertandomi delle loro condizioni e cercando di dare sempre il massimo per vedere Rui sorridere e poter diventare la sua guardiana, al suo fianco sempre e per sempre. Avrei fatto tutto per lei.
    ... Ma la Dea continuava a non rispondermi.
    Passarono mesi, passarono anni e ne compii venti, ma la Dea non rispondeva alle mie preghiere.
    Iniziai a temere il peggio. Iniziai a credere che la Dea mi avesse abbandonata.
    Il solo pensiero che quell'eventualità potesse avvenire mi terrorizzava. Amavo troppa quella vita, quel tempio, le persone che c'erano dentro. Amavo troppo Rui, Haruna, le altre aspiranti Sacerdotese e Adepte. Non volevo abbandonarle, non volevo lasciare quel percorso che mi era stato tracciato da Lei. La Dea non mi parlava e la cosa mi travolse.
    Decisi compiere atto di pentimento, qualunque cosa avessi fatto. Decisi di restare a pregare interrottamente per una settimana, dinanzi alla sua statua, riflettendo sui Suoi insegnamenti e sulla sua volontà. Rui era estremamente preoccupata per me. Dopo pochi mesi che era stata nel tempio aveva già ottenuto la Benedizione della Dea, al contrario mio che dopo anni continuavo a restarne senza. Era snervante, ma se Lei continuava a non benedirmi voleva solo dire che non stavo dando abbastanza... ed era con quell'intensa preghiera che cercai di dimostrare quanto tenessi a servirla. Per lo meno volevo sapere se mi avesse effettivamente abbandonata.
    Mi ritrovarono a terra, dinanzi alla Sua statua, ad un passo dalla morte: non avevo dormito, non avevo bevuto né mangiato nulla. Una settimana di digiuno assoluto, segregata nel santuario.
    Mai vidi Rui più felice di quando, guardandola negli occhi, intrecciammo le nostre code di chakra divino con un sorriso. - Mi ha lodata... per la perseveranza... Le dissi, stremata.

    E ora eccomi qui. A fare da guardia per la mia amata. Poco dopo divenimmo ufficialmente un duo e ci venne affidato un nuovo Tempio, dove Rui attualmente riveste il ruolo di Somma Sacerdotessa. - Ne abbiamo fatta di strada, eh? Dico al volpino, mio Guardiano.
    Onestamente, con l'età mi ritrovo a riflettere, a pensare a come sarebbe stata la mia vita se non fossi mai entrata in quel Tempio nell'Artiglio. A pensare a come sarebbe stata la mia vita senza Rui e la Dea e non riesco a vedere uno scenario felice.
    Spesso sognavo di essere diventata una kunoichi e di aver imbracciato le armi con il Clan di Mamma. Ma onestamente non mi ci vedevo bene e quindi scaccio sempre via quei pensieri.
    Non devo farmi trascinare giù da cose avvilenti come il ritrovarmi sola.
    Non devo preoccuparmene: sono solo incubi.
    Giusto?

    Un po' di spiegazioni: questo è il mondo alternativo in cui lo Spirito Guardiano non è mai esistito, ergo la linea di sangue di Kichi non ha mai avuto i geni per il controllo dell'Esodo. A tal motivo la sua famiglia non è mai fuggita da Kumo, sono tutti vivi, Kichi ha seguito il suo desiderio di seguire il percorso liturgico della sua Dea e tante altre cose che hanno cambiato radicalmente la sua vita e la sua storia. La parte con sfondo nero... è un piccolo spoiler.

     
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    Re dei demoni

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    Da uno dei peggiori gironi dell'inferno!

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    La mancanza di qualcuno è la più forte presenza che si possa sentire. Questo sogno di una realtà così lontana e diversa, in cui l'assenza di una persona ha avuto un impatto profondo, lascia un'impronta indelebile in te e, sia che tu ricordi cosa hai visto sia che tu non ne abbia memoria, al tuo risveglio ti senti in qualche modo cresciuta.
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