Cold Winter

Mini-evento: La forza di uno

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    Sexually Identifying as a Weapon Freak

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    Legenda:

    - Parlato Reiki
    - Sussurrato Reiki
    - Parlato Shinmei
    - Parlato Jimei
    - Parlato Pacchetto
    - Parlato Yuzuki Uchiha

    "Reiki"


    - Hai fatto la tua scelta? Chiese l'uomo mascherato. L'altra figura incappucciata gli diede uno sguardo vuoto, ma funesto. - Beh, non è che ne abbia chissà quanta. È tardi: ormai sono qui.
    La figura incappucciata, sentendo il collega, indossò la maschera. Sapeva che il suo senso percettivo difficilmente sbagliava. - Chiudete la bocca e state pronti. Eliminate le guardie, io penso al pacchetto. Aveva passato tutta la sua adolescenza a prepararsi per quell'occasione.
    In solitaria come sempre. Quei due non erano compagni, ma colleghi. Nient'altro che un rapporto di lavoro. Ma d'altronde come faceva a sapere cosa fosse un compagno qualcuno che non conosceva cosa fosse l'amicizia. - Due minuti. Chiuse gli occhi. Quelle mashere da ANBU permettevano loro di camuffare il loro chakra. Anche se ci fossero stati sensitivi, nessuno avrebbe scoperto chi fossero per davvero. La carovana si mostrò dalla rupe che dava al Paese degli Orsi. C'erano solo cinque tracce di chakra: il pacchetto e un gruppo di quattro shinobi.
    Bastava un po' di veleno per uccidere la scorta. Non li sopportava, ma doveva ammettere che quei due sapevano il fatto loro. Quando il carro passò nel punto designato le tre figure si gettarono su di esso. Un kunai nel cranio del conducente bastò a fermare completamente il carro, quando i cavalli, spaventati ed imbizzarriti da una palla di luce, se ne separarono facendola sfracellare a terra, inerte ed indifesa dall'attacco combinato delle tre figure anonime.
    Mentre tutto ciò accadde, i colleghi avevano brutalmente ucciso i restanti tre shinobi.
    Restava solo il pacchetto. - Tocca a te, Reiki. Reiki distolse lo sguardo dal coprifronte del conducente. Poteva solo essere logico che fossero di Iwa. La figura esile si avvicinò all'uomo catturato dai suoi colleghi. - Parla. Disse, fredda come il suo nome. Di tutta risposta, l'uomo le sputò sulla maschera bianca come la neve se non per le incisioni che la identificavano come una maschera da ANBU della Neve. Reiki lo presse per il bavero e lo sollevò. La sua figura esile celava ua forza non indifferente. Senza alcun preavviso, spinse contro la parete rocciosa l'uomo, per poi sfruttare il dolore causato per piantargli una mano in bocca. L'uomo iniziò ad agitarsi, a soffocare, mentre sentiva un flusso d'acqua scorrergli in gola, direttamente in pancia.
    - Non provocarmi ulteriormente: parla. Dove sono gli Archivi? L'uomo tossì, inziando a vomitare il liquido trasparente, lordato dalla sua saliva e dal sangue che versò per la violenza dell'atto. - Va... a farti fottere. Disse. Come risposta, Reiki estrasse un senbon e lo piantò nella gamba dell'uomo he poco dopo iniziò a sentire un acuto dolore ed una sete insaziabile.
    - Quello era il veleno di un mamba nero. Ho anche l'antidoto, ovviamente. Ti basta dirmi ciò che voglio: dove sono gli Archivi? L'uomo soffriva e si sforzava di restare in silenzio.
    - Muoviti a decidere, il tuo cuore sta rallentando sempre di più. Era vero. Vedeva sempre più sfumato e sentiva sempre più difficoltà a respirare. - Non vuoi mica lasciare tua figlia orfana? Fu la goccia che lo fece cedere. - N-nella Neve, lungo il confine Takiano. C'è un'edificio dentro uno strato di permafrost! Sentendo ciò che voleva, la predona spinse la siringa con l'antidoto sul luogo dell'avvelenamento, curandolo dal veleno letale. - Ottima scelta. Disse Reiki, discosando leggermente la maschera, lasciando trasparire una voce femminile molto giovane. Diede il segnale ai colleghi, in modo che potessero andarsene. - Lo lasciamo andare?
    - Non ci darà alcun problema. Disse la ragazza, componendo un singolo sigillo con la mano destra. Le urla dell'uomo, dilaniato dalle lame di ghiaccio generate nel suo stomaco, riempirono il silenzio della rupe. - Senza alcuna pietà, eh? Sono vere quelle voci che girano su di te?
    - Chiudi il becco, Shinmei. - DEVONO ESSERE VERE! Hai compiuto così tante azioni contronatura che lo stesso ghiaccio che crei è diventato nero, rispecchiando la perversione del tuo essere. Hai ucciso tuo padre e anche tua madre, per di giunta incinta, oltre a non so quante altre cose. Era tutto vero? Reiki si fermò, per poi girarsi verso il collega, statica.
    - Vuoi scoprirlo sulla tua pelle? Chiese, fredda. - No, no. M'iquieti troppo. - Allora chiudi la bocca e cammina. Ci dirigiamo nel Paese della Neve. Restò in silenzio per tutto il tragitto.

    Con gli anni aveva imparato che con la giusta preparazione anche un Kage poteva essere ucciso.
    Nessun luogo è impenetrabile e la morte di Marai lo confermava. Seppur con gli anni la sicurezza per i luoghi importanti era incrementata esponenzialmente, la lezione restava quella.
    Ecco perché non ebbero alcun problema ad entrare e sterminare tutti i presenti nell'edificio.
    Restava solo il caveau contenente i dati che cercavano e con esso le ultime guardie dell'edificio.
    Bastaa davvero poco per stanarle e, con il supporto dei soldi ricavati dai banditi assunti e poi uccisi, potevano permettersi di farlo col Cianuro di Potassio gassoso. Dopo esserci assicurati che avessero inalato gas a sufficenza, Jinmei lo disperse con un rotolo specifico, in modo che potessimo entrare. Cinque shinobi di Yuki giacevano a terra, colti dagli spasmi dell'ipossia.
    Reiki ci passò in mezzo senza farsi alcuna remora, per poi fermarsi quando sentì la sua gamba trattenuta da qualcosa. Osservando a terra, notò come il caposquadra di quel gruppetto le stava stringendo la gamba, non intenzionato a morire. - C-chi... diavolo siete?! Chiese, faticando anche solo a restare sveglio. - Lo conosci? Chiese il sensitivo. Reiki annuì, osservandolo.
    - Non mi riconosci? Mi sento offesa. Disse. - C-Chi cazzo sei? Disse, faticando, per poi inorridire quando la ragazza tolse la maschera, mostrando il suo caschetto azzurro ghiaccio.
    - B-Bambina di Ghiaccio?! Sentendo quel soprannome che non sentiva da anni, Reiki ebbe un tic all'occhio. Restò in silenzio, osservando il ragazzo morire lentamente. - Addio, Yuzuki.
    La sua voce cadde nel silenzio, quando il ragazzo svene a causa dell'avvelenamento.
    - Compagni? - Stessa accademia. Pensa all'obiettivo, Jinmei. Rispose. L'edificio era ormai disabitato, ad eccezione di loro tre. Ebbero tutto il tempo per setacciare gli Archivi, ottenendo ciò che cercavano. Potevano andarsene, ma Reiki voleva ancora qualcosa da quel luogo...

    La ragazza osservò i bulbi oculari che galleggiavano nel fluido che li conservava.
    Il ragazzo era un Uchiha e quello Sharingan poteva tornare utile per i loro fini.
    Erano passate diverse settimane dall'assalto agli Archivi dell'edificio, ma nel loro nascondiglio erano relativamente al sicuro. Erano passate settimane, dedicate ad analizzare i dati che avevano trafugato. Ma finalmente avevano trovato ciò che serviva loro. - Quindi è questo ciò che hanno scoperto sui Non-Morti. Mi aspettavo di più, devo ammettere. Disse Jinmei, giochicchiando con un ciondolo che aveva trafugato da uno dei cadaveri delle guardie. - Basta e avanza, no?
    - Se lo uniamo a ciò che sappiamo, sì. Abbiamo materiale a sufficenza. Sfogliò delle pagine.
    - Allora sbrighiamoci. - Una vera rivoluzionaria, eh? Commentò il terzo di loro.
    - Mi sorprende che non stai facendo ciò per fini personali. Che ne so? Mi aspettavo qualcosa per resuscitare i tuoi genitori. Reiki lo fissò, severa. - Li ho uccisi una volta, mi darebbe solo la fatica di rifarlo nuovamente. - LO SAPEVO! Era tutto vero! Commentò.
    - Resta solo da fare il trapianto, poi possiamo iniziare col piano. - Ho già contattato un medico, puoi inccontrarlo qui. Disse, consegnando alla ragazza un foglietto con l'indirizzo.
    Reiki annuì, ringraziando e accingendosi ad uscire dalla stanza. - Ohi, Eìra! Si voltò al nome.
    - Sai benissimo che una volta dato il via a tutto non si torna indietro, giusto? Chiese.
    Reiki restò un secondo in silenzio, osservando i due colleghi. - Lunga vita alla Serpe. Uscì.
     
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    Re dei demoni

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    Da uno dei peggiori gironi dell'inferno!

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    La mancanza di qualcuno è la più forte presenza che si possa sentire. Questo sogno di una realtà così lontana e diversa, in cui l'assenza di una persona ha avuto un impatto profondo, lascia un'impronta indelebile in te e, sia che tu ricordi cosa hai visto sia che tu non ne abbia memoria, al tuo risveglio ti senti in qualche modo cresciuta.
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