Fidelio

Allenamento Maestro di Spada

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    Honor is dead. But i'll see what i can do.

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    Yuki
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    Maestro di Spada
    Utilizzatori della più nobile delle armi, i Maestri di spada sono veloci e abili spadaccini. Il loro allenamento è totalmente concentrato su di essa e con una di loro in mano diventano talmente abili da sfiorare il reame della magia, anche se ciò preclude loro la maestria in altre tipologie di armi. Tuttavia a loro non importa, pur di eccellere con una lama sono disposti a dedicarle tutto. Compresa la vita.

    Nota: il bonus in velocità ottenuto in questo modo non influirà sulla velocità di eventuali ninjutsu, ma solo nelle abilità fisiche.

    Livello 1
    - Velocità, Agilità e Riflessi aumentano di 2 se si impugna una spada
    - Occhio Esperto: il Maestro di Spada riesce a riconoscere con un'occhiata il materiale con cui è fatta una spada, se lo conosce.


    Due figure si affacciarono dal bordo del bosco di betulle, facilmente visibili sullo sfondo bianco delle cortecce e della neve. La dimensione indicava chiaramente la loro giovane età, anche se la prudenza che mostrarono nel non abbandonare subito la copertura degli alberi denunciava un'insolita maturità.

    Tsubaki, ho deciso. Vado.

    Le parole pronunciate dal più piccolo zittirono le rimostranze della sorella. Conscia che non sarebbe riuscita a fermarlo, approvò con un cenno del capo e rimase seminascosta, mentre il giovane avanzò cautamente sul campo innevato, che presto smise di essere immacolato e rivelò essere pieno di armi e corpi. Era il luogo dove qualche giorno prima era avvenuto uno scontro tra due dei grandi clan della zona: le persone importanti avevano già ricevuto la funzione funebre e le cose di valore erano già state recuperate, ma per chi rischiava di non sopravvivere ogni lama infranta poteva essere il nichelino che ti avrebbe fatto comprare una pagnotta. Non era la prima volta che il ragazzo si avventurava a cercare fortuna nei campi di battaglia ma nessuno era grosso come questo e probabilmente altri avevano avuto la sua stessa idea. Altri più grandi e forti di lui. Tenendo sempre d'occhio i suoi dintorni iniziò a ispezionare corpo per corpo e arma per arma, cercando risparmi nascosti e armi non rovinate. Dopo varie dispute con mercanti disonesti sapeva bene come distinguere il ferro dal ben più prezioso acciaio e lì non ce n'era certo poco. Un bambino come lui non era in grado di trasportare tanto quindi doveva concentrarsi solo su quelle mantenutesi meglio, perciò la ricerca era lunga e -dovendo spostare cadaveri in armatura- faticosa. Dopo varie ore di lavoro aveva raccattato abbastanza malloppo, tuttavia la felicità e la stanchezza abbassarono la sua guardia. Solo un urlo acuto della ragazza gli fece notare l'uomo che ormai si era avvicinato fin troppo. Immediatamente si alzò, coprendo dietro la schiena le spade tenute insieme da un laccio di cuoio.

    Un piccolo ratto, vedo.

    La sua statura alta e i capelli neri contrastavano con l'ambiente talmente tanto da far domandare al ragazzo come poteva essere stato così distratto da non accorgersi di lui fino all'ultimo. Per fortuna sembrava intenzionato a parlare per il momento, dandogli tempo di prendere una delle spade più piccole che aveva trovato e impugnarla con entrambi le mani, riuscendo così a sollevarla per cercare di intimorire il nuovo arrivato.

    Piccolo ma coraggioso.

    Nonostante fosse armato non stava ancora facendo nulla, limitandosi a commentare la situazione. Ciò confondeva il bambino, abituato a doversi guadagnare con la violenza quasi qualunque cosa. Sperando di scampare un conflitto in cui avrebbe avuto la peggio iniziò ad allontanarsi, appoggiando la lama per terra in maniera da liberare una mano per trascinare il bottino. Purtroppo il movimento fece reagire l'individuo, che si posizionò subito tra lui e il bosco in cui progettava di rifugiarsi.

    Non scappare subito, parliamo un poco.

    La sue parole furono accompagnate dallo sfoderamento della katana che teneva al fianco, indicando che tipo di "discorso" voleva avere. Quel metodo di comunicazione, però, non era sicuramente alla portata del piccolo. In più la sua arma sembrava decisamente di una qualità superiore, soprattutto paragonata al resto di quella che adesso sembrava paccottiglia. Il bambino abbandonò la presa sulle armi raccolte, anche se incredibilmente non lo fece per scappare ma per afferrare meglio la lama, come aveva fatto prima ma con una decisione certamente maggiore. Gli occhi castani mostravano una determinazione dura almeno come la spada che impugnava.

    Accetti, quindi. Mostrami di cosa sei capace, allora.

    Il giovane corse contro l'adulto, puntando subito alle sue gambe ben sapendo di non poter sollevare l'arma così tanto da minacciare il petto o la testa. Il rimbalzo contro la katana avversaria posta a difesa lo fece barcollare ma con un enorme sforzo riuscì a girarsi per tirare un fendente incerto alle caviglie, sfruttando il moto rotatorio dell'intero corpo. Stavolta però non incontrò una resistenza ferma come prima, bensì ricevette un colpo secco che gli fece volare la spada di mano e cadere con le mani a terra. Eppure uno sguardo ancora più intenso proveniva dai suoi occhi quando la sua faccia venne sollevata dalla punta della katana. L'unico tremito fu una leggera occhiata verso gli alberi, dove la sorella impaurita si nascondeva.

    Quanti anni hai, cinque? Nessuna risposta. Mmmh, forse di più. Mangi poco e hai anche qualcuno a cui badare. Lo sguardo si fece arrabbiato alla menzione della sorella. Non temere, non voglio farle del male. E nemmeno a te.

    Rinfoderò la sua katana, tendendo una mano per aiutare l'altro a rialzarsi. Gentilezza sprecata. Con un sorriso fece un cenno alla bambina, facendo avvicinare anche lei. La paura la scuoteva ma il pensiero che potesse uccidere il fratello le diede abbastanza coraggio da farsi avanti e aiutarlo, provando anche a proteggerlo mettendolo dietro di sé. Il gesto venne approvato da una risata.

    L'audacia scorre in famiglia. Tiratevi su e andiamo, se volete mangiare qualcosa.
    Comunque, come vi chiamate?


    ... Tsubaki.

    L'unica risposta del bambino fu uno sguardo acuto verso la sorella, come se avesse voluto zittirla. Lei mormorò qualcosa al suo orecchio e sembrò calmarlo, dato che il suo viso si distese. Si alzò anche pronto a seguire, seppur titubante, l'uomo. Non prima di aver recuperato le armi raccolte nella giornata, comunque.

    Giusto, hai fatto bene a recuperarle. Hai la minima intenzione di dirmi il tuo nome? Nessuna risposta. Parli veramente poco. mi piace!
    Ti chiamerò Ken.
     
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    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

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    Konoha
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    Ken il guerriero me lo ricordavo diverso!


    Approvato!



    Si faceva così, giusto?
     
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1 replies since 30/12/2019, 19:44   221 views
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