Battesimo del Suono

Esame: ANBU
Partecipanti: Bort Kisaragi

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    È passato un po' di tempo dalle vicende che ti hanno visto promuovere al grado di Jonin e qualcosa in quella missione ti ha fatto volgere lo sguardo verso i reparti segreti al servizio del Kokage, qualcosa che ti ha spinto a prepararti, mentalmente e fisicamente, volendo farne parte. Passano giorni, cinque nello specifico, di nulla; ma nella quinta notte, su un tavolo a casa tua, trovi una missiva che t'invita a presentarti la sera successiva in un edificio nella zona est del Villaggio. Ora la domanda è: risponderai alla chiamata?

    ANGOLO DEL QM


    Ed eccoci all'esame ANBU! Iniziamo con le specifiche:
    - Hai carta bianca per quanto riguarda i cinque giorni di attesa e quelli precedenti;
    - Il posto indicato è un magazzino vetusto e pressoché abbandonato da anni;
    - Mi scuso in anticipo per qualunque idiozia potrei fare nella mia prima masterata;
    - Se hai dubbi o domande chiedi pure in pvt.


    Edited by Ty27 - 18/11/2020, 13:01
     
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    Il tempo era finalmente giunto. Era passato così tanto da quando l'aveva deciso, più di un anno. E quasi sei mesi da quando la storia con Ringo era finita, lasciandolo con un vuoto dentro che sentiva di poter colmare solo in questa maniera. Diventare Anbu era ormai l'unico obiettivo che importava realmente a Bort, arrivato a questo punto della sua vita. La carriera era l'unico aspetto che riusciva a considerare, per quanto non ne fosse ossessionato, e quel gruppo speciale era ai suoi occhi la perfetta rappresentazione di quello che voleva diventare. Tra le loro fila avrebbe trovato il suo posto nel mondo, proteggendo gli altri e la sua patria dall'ombra, mentre manteneva la sua facciata da bonaccione. Era questo il suo desiderio maggiore. Per tale motivo nel momento in cui consegnò il modulo di richiesta dell'esame si scoprì profondamente commosso. Aveva lavorato tantissimo, aveva aspettato a lungo di essere pronto e alla fine aveva deciso che non poteva più rimandare. Aveva studiato, si era allenato, aveva fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per essere preparato, per essere degno. Che si getti il dado, dunque, pensò ripetendo parole famose, mentre affidava quegli importantissimi fogli di carta ad una segretaria dall'aspetto annoiato.
    I giorni poi passarono, uno dopo l'altro, lasciando il ragazzone in uno stato di attesa quasi estenuante, in uno stallo torturatore e angoscioso. Avrebbero accettato la sua richiesta? Si sarebbero fatti una risata e avrebbero distrutto i documenti? Del resto lui era un bestione appariscente, il contrario di quanto uno si aspetterebbe da un membro dei servizi segreti, ma forse proprio per questo lui sentiva di poter essere insospettabile, di poter usare il suo aspetto come uno scudo. Lo avrebbero capito anche altri?
    I cinque giorni successivi volarono via in un battito di ciglia, aspettando febbrilmente, tra allenamenti e visite soventi ai tempietti della città. Non era mai stato un uomo particolarmente religioso, ma in quei momenti si ritrovò a fare offerte e a rivolgere al cielo preghiere accorate. Fino a che non arrivò la quinta notta. Era andato a letto presto, ma ad un certo punto gli era venuto un certo languorino che lo aveva svegliato, spingendolo a voler fare un piccolo spuntino di mezzanotte. Sul tavolo della cucina trovò una lettera dall'aspetto totalmente anonimo. Bort la aprì in un lampo, facendo ben attenzione a non rovinare l'involucro. Era scritta a macchina, con un carattere quanto mai neutro, non c'erano segni di riconoscimento di alcun tipo. Anche il contenuto era difficile da capire: era un appuntamento per la sera successiva, ad un indirizzo nella zona orientale del villaggio. Il pensiero del ragazzone andò subito alla richiesta che aveva fatto giorni prima, sembrava il tipo di cosa che potesse essere usata come test di ingresso per un gruppo particolare come quello degli Anbu. Una parte di lui però insisteva sul fatto che quello poteva essere semplice wishful thinking; nulla escludeva che potesse trattarsi di una trappola, del resto nel corso dei suoi anni di missioni doveva essersi fatto più di un nemico, visto che aveva pestato i piedi a diversi gruppi criminali e gentaglia del genere. Rimase dunque a riflettere per un po', da solo in cucina, mentre sgranocchiava qualche tarallo konohano e sorseggiava una bevanda calda. Con l'aiuto di quest'ultima riuscì a ritrovare quel minimo di calma sufficiente a riportarsi nell'umore giusto per tornare a letto. Il sonno fu leggermente agitato, ma meno di quanto temesse, quindi la mattina si svegliò energico e determinato. Doveva per forza presentarsi all'appuntamento, qualsiasi fosse il suo significato non poteva ignorarlo. Se ci fosse stato anche solo l'un per cento di possibilità che si trattasse di un esame per il servizio segreto allora era suo preciso dovere fare tutto quello che poteva per superarlo, anche se questo avesse voluto dire esporsi al rischio di cadere in qualche inganno di un suo nemico personale. Questo però non voleva dire che doveva arrivare impreparato, anzi tutt'altro. Una volta fatta colazione e chiarite le sue intenzioni, Bort uscì di casa, non prima però di aver utilizzato la Trasformazione per non farsi notare. Prendendo l'aspetto di un vecchietto dall'aria banale, quasi anonima, contava di non attirare sospetti. Si diresse nei dintorni del luogo indicato, non facendo particolare fatica a trovarlo. Lo osservò da lontano, cercando di recuperare tutte le informazioni possibili e immaginabili. L'edificio che si trovava a quell'indirizzo era un magazzino che pareva abbandonato da diversi anni. Avrebbe cercato un modo di appostarsi per almeno un'oretta senza sembrare troppo fuori posto o senza essere particolarmente visibile. Voleva vedere se riusciva a notare qualcuno trafficare in maniera sospetta, anche se temeva che persino nel caso si trattasse davvero di una trappola non avrebbe potuto scoprire nulla. Nessuno avrebbe lasciato all'ultimo tutti questi dettagli, soprattutto dopo aver inviato l'invito. Di irrompere però non se ne parlava proprio, non voleva rovinare tutto prima dell'inizio di qualunque cosa quello sarebbe stato, motivo per cui dopo aver raccolto le poche informazioni che la sua piccola indagine poteva offrire se ne tornò a casa. Doveva essere pronto oltre ogni ragionevole dubbio, quindi si fece una lista della spesa e passò gran parte del tempo a preparare l'equipaggiamento. Organizzò tasche e rotoli con cura, poi fece un po' di allenamento per cercare di calmarsi. Quando calò la sera, dopo aver consumato una cena frugale e riposato per una mezz'oretta, uscì di casa e si diresse con passo sicuro verso il luogo dell'appuntamento, pronto a qualsiasi cosa sarebbe arrivata. O almeno sperava di esserlo.


    Bort

    Statistiche
    Stat base
    Bonus fissi (spec)
    Bonus temporanei (tecniche)
    Totale per il turno

    Livello 21
    Forza: 99 + 6 =105
    Resistenza: 59 + 6 = 65
    Velocità: 75
    Agilità: 56 + 12 + 6 + 6 = 80
    Precisione: 65 + 12 = 77
    Riflessi: 61 + 12 + 12 = 85


    Chakra e tecniche usate
    Chakra: 1048/1048


    Altro

    Post: //

    Stato fisico: Ok (100%)
    Stato mentale: Determinato

    Ferite:
    //

    Potenziamenti:
    Spec. in Ladro liv. 6
    Spec. in Pugno Ubriaco liv. 1
    Spec. in Armi Leggere liv. 6
    Spec. in Pugile liv. 3
    Spec. in Danzatrice liv. 3
    Spec. in Genjutsu liv. 1

    Armi:
    //



    Distribuzione equipaggiamento

    Rotolo da polso destro (5 slot)
    -Bo-shuriken x3
    -Supervibrato (ferro)
    -Shuriken a otto punte

    Rotolo da polso sinistro (5 slot)
    -Bo-shuriken x3
    -Supervibrato (acciaio)
    -Kunai

    Sacca (20 oggetti piccoli)
    -Bussola
    -Bo-shuriken x3
    -Kunai x1
    -Fumogeno x1
    -Set da 9 grimaldelli
    -Cartabomba
    -Cartina corografica (Suono)
    -Ambrosia
    -Armonica a bocca cromata
    -Fascette per polsi x5
    -Veleno di cianuro di potassio leggero
    -Tonico del chakra lv. 4
    -Tonico della Rigenerazione lv. 4
    -Tonico della Zanzara semplice

    Giubbotto ninja (4 oggetti piccoli)
    -Tonico della rigenerazione lv.2
    -Veleno di yprite leggero
    -Fumogeno
    -Rotolo delle armi minori

    Rotolo delle armi minori (10 slot)
    -Kit di pronto soccorso base (+pinze) (5 slot)
    -Guanti da battaglia (1 slot)
    -Supervibrato ferro (1 slot)
    -Supervibrato ferro ricoperto di argento (1 slot)
    -Manette spezza-sigilli (1 slot)
    -Manette rigide (1 slot)

    Indossato
    -Lama retrattile
    -Medaglione di ferro (EdV)

    Legati alla cintura
    -Coltello tribale
    -Portachiavi maschera bianca

    A casa ma già pronto in caso di necessità
    -Grande zaino da viaggio, con all'interno gli oggetti seguenti
    -Kit da cucina da campo
    -Sacco a pelo
    -Cartine corografiche (Neve, Cascata e Fuoco)
    -Ono


     
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    L'idea che ti fai dell'edificio dopo averlo analizzato è esattamente quella che avresti osservandolo solo per paio di secondi: malandato. Il posto sembra essere sul punto di collassare, forse è un miracolo quello che lo mantiene ancora eretto. La zona è un po' fuorimano, ma non sei l'unico ad essere presente: decine di gatti ti fanno compagnia e da lontano senti qualche anziano lamentarsi; non si sa di cosa, ma è chiaro che non è felice di qualcosa. Un'aria cupa intasa il circondario del magazzino, ma non è qualcosa che stimola i tuoi sensi affinati alla battaglia: è forse più malinconia che pericolo, come se le mura di quel magazzino potessero narrare i fatti antecedenti la guerra civile; antecedenti, forse, ad Orochimaru stesso. In quel magazzino nessuno mette piede, se non gli stessi gatti che ti facevano compagnia; oltre ai miagolii e i rumori distanti, il silenzio è tombale. Una delle due entrate è ostacolata da macerie e dall'altra riesci ad intravedere della luce scendere dal soffitto per illuminare qualche cassa rotta e container. Ai gatti non piace la tua presenza prolungata, qualcuno ti miagola contro, con viso arrabbiato e pelo arruffato. Forse è lui la causa del tuo sentirti osservato? Resti lì per un paio di ore, forse a vuoto, forse no: sta a te deciderlo.
    Torni a casa e ti prepari. Sia essa fisica, mentale o materiale, la preparazione è importante e tu lo sai benissimo, per questo non tralasci nulla e fai in modo che tutto sia al suo posto; prepari ciò che può servirti, scarichi l'ansia mettendoti in modo, riscaldando al tempo stesso i muscoli, ti rifocilli e ti riposi, in modo da essere al massimo della forma per affrontare chiunque - o qualunque cosa - avesse lasciato l'invito, sia esso amico o nemico. Esci di casa e, puntuale, raggiungi il luogo che avevi studiato fin troppo poco tempo addietro. Lo stesso gatto che prima ti aveva miagolato contro continua a farlo, forse riconoscendo il tuo odore. Entri.
    Entri con la massima attenzione, il cielo di sera rende l'aria forse più cupa di quello che dovrebbe essere. L'esterno rende fede all'interno e il magazzino sembra sul punto di collassare, ma non sembra esserci nessuno ad aspettarti, ma sia che resti ad attendere o che decidessi di andartene la cosa non cambierebbe il tuo fato, mentre una busta nera ti copre la testa, mentre qualcosa, delle braccia puoi supporre, ti stringono il collo in una presa che ti blocca le braccia, costringendoti ad annaspare ed annaspando capisci il motivo di quella busta; nello specifico, quando ad ogni boccata senti sempre più le forze abbandonarti per lasciarti nell'abbraccio di un sonno avvelenato dal quale ti risvegli, non sai dopo quanto, per una fitta alla bocca dello stomaco. Un pugno, rozzo, violento, ma che ti riporta alla realtà, con ancora i sensi annebbiati dal veleno mentre fissi una figura anonima, con una maschera dalle sembianze feline, ammantata in modo da non permetterti di riconoscerne i lineamenti del rapitore dinanzi a te. "DOve HAI nascosto il ROtolo PROibito?! DaCCi il ROtolo ProiBITO!" Urla aspro.

    ANGOLO DEL QM

    Il dolore del pugno è comparabile a una Grave allo stomaco.
    La voce è distorta - sia per la sonnolenza che per altri mezzi.

    Il Veleno è una versione gassosa e ad azione rapida di questo.
    Veleno di Oleandro forte
    Sostanza dagli effetti piuttosto insidiosi, data la loro lentezza. L’intossicazione, infatti, provocherà un lento ma inevitabile aumento della sonnolenza del soggetto, fino a che non si troverà incapace di contrastarlo e finirà per addormentarsi. Dopo dieci minuti dall’assunzione del veleno si comincerà a sentire sonnolenza. Dopo venti minuti il sonno sarà fortissimo e si rischierà frequentemente di assopirsi, ma si riuscirà ancora ad opporsi abbastanza da riuscire a risvegliarsi. Dopo quaranta minuti, che lo si voglia o meno, sarà impossibile resistere al sonno e si cadrà addormentati senza poter essere svegliati per almeno quattro ore.
    Stato fisico: liquido gassoso
    Metodo di somministrazione: ingerimento Inalazione
     
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    Accadde tutto in un istante e niente fu in grado di evitarlo. Non ebbero importanza le ore di preparazione, la piccola ricerca di informazioni, la determinazione e l'impegno. Bort ebbe a malapena il tempo di notare un sacchetto, o qualcosa di affine, mentre veniva infilato sul suo capo. Quando sentì un odore strano provò a trattenere il fiato e dibattersi, ma era ormai troppo tardi. Qualcuno gli stava afferrando il collo e probabilmente aveva già respirato abbastanza di qualsiasi sostanza fosse presente nella busta. Non ebbe tempo di chiedersi come potesse essere successa una cosa del genere, lo svenimento giunse rapido e implacabile.
    Non ci fu bisogno di una sveglia, un pugno strappò Bort dal regno di Morfeo. Un dolore piuttosto forte si diffuse nel corpo e aiutò il sistema nervoso a riattivarsi, anche se i sensi erano ancora molto intorpiditi. Davanti a lui una sagoma umanoide si ergeva, ostile nella posa e nei modi. Indossava una maschera dai tratti felini, oltre che, probabilmente, un qualche distorsore vocale sotto di essa. Il tipo di creatura raffigurata fece venire il dubbio al ragazzone che il suo nemico fosse riuscito a coglierlo di sorpresa travestendosi da gatto, ma per riuscirci così bene avrebbe dovuto usare una tecnica diversa dalla Trasformazione. Quel treno di pensieri deragliò presto, però, visto che la persona davanti a lui iniziò a gridare, facendo intendere il motivo per cui entrambi si trovavano lì.
    DOve HAI nascosto il ROtolo PROibito?! DaCCi il ROtolo ProiBITO!
    La richiesta stupì parecchio Bort, complice anche lo stordimento provocato dal veleno. Dopo lo shock iniziale, però, il ragazzone cercò di mettere in moto il cervello. Doveva trovare una risposta adeguata e nel mentre cercare di acquisire informazioni lui stesso. Il forte dolore allo stomaco era accompagnato da qualcos'altro, molto più debole e lontano, che Bort localizzò nella zona dei suoi polsi. Era legato dunque? Doveva verificarlo senza innervosire il suo rapitore, in fondo farsi colpire senza motivo non era mai una buona idea. Cercò di muovere le mani, per capire quanta libertà esse avessero, per cercare di tastare i dintorni. Cercò contemporaneamente di richiamare il suo chakra, di smuoverlo. Nulla di concreto, non voleva certo impastare energia a caso, voleva soltanto capire quanto il veleno avesse intorpidito questa capacità. Senza chakra sarebbe stato parecchio nei guai. E mentre faceva queste piccole prove elaborò la giusta risposta.
    Il rotolo è dove dovrebbe essere, né più né meno.
    Cercò di sembrare calmo e sicuro di sé, ma il cuore batteva all'impazzata e lui stava facendo fatica a non cedere al panico. La cosa migliore era cercare di prendere tempo, di acquisire quante più informazioni possibili. Sentiva che la sua vita era appesa ad un filo, ma non era certo pronto a cedere. La maschera della persona davanti a lui assomigliava a quella degli ANBU e il fatto stesso che fosse a conoscenza del rotolo della Sostituzione Serpentina sembrava essere un indizio a favore di tale tesi, però c'erano vari dettagli che non tornavano. Prima di tutto se davvero fosse stato un ANBU mandato da Oto non avrebbe avuto di certo bisogno di organizzare una trappola così complessa, ci sarebbero stati mille altri modi per gestire la faccenda in maniera meno rischiosa. D'altra parte però esisteva qualcun altro che avrebbe osato agire in maniera così diretta all'interno dei confini del villaggio? Sembrava una follia il solo pensiero, ma non poteva escludere di qualche criminale fin troppo sicuro di sé. In tal caso forse sarebbe bastato resistere e prendere tempo, mentre nel caso fosse stata un'operazione ANBU avrebbe dovuto trovare il modo di dimostrare la sua buona fede. Il primo passo era stato rispondere in maniera oculata, facendo attenzione a non rivelare informazioni a chi non avrebbe dovuto conoscerle. L'istinto era stato di dire che il rotolo era stato restituito alla biblioteca, ma così facendo avrebbe dato un appiglio a chiunque non fosse stato un ninja del villaggio, rivelando informazioni delicate. Nel caso invece il rapitore fosse stato un membro dell'esercito regolare di Oto allora avrebbe potuto capire il senso della frase. Bort non dubitava che la cosa sarebbe andata avanti, il cervello era un groviglio di pensieri di vario tipo e la paura aveva un dominio notevole sulle altre emozioni del ragazzone, ma lui stava cercando con tutto se stesso di mantenere una dose adeguata di lucidità. Non avrebbe ceduto al terrore, per nessuna ragione al mondo.


     
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    Non appena provi a far circolare il chakra noti fin da subito una certa difficoltà, non sai se per il veleno o per altro. Nel caso provassi a impastarne per eseguire una tecnica, un pugno del tuo rapitore in pieno zigomo ti rimetterebbe al tuo posto. Alla tua risposta, il sequestratore ti osserva in silenzio. La maschera copre qualunque espressione facciale sta facendo in quel momento. "CRedi Di pREnderMi in giRO?!" Ti ammonisce, per poi prenderti per il colletto. "SAPpiaMo peRFettAMenTe cHe Ne sEI in pOSSesSo! DICci dOV'è!" La stretta e forte, ma non sembra riuscire a tirarti su e non sembri scorgere pupille dagli occhi della maschera. Non attende la tua risposta, ma usando lo stesso colletto con cui ti teneva, getta te e la sedia a terra, inclinandola da un lato fino a farti impattare. "VeDIAmo se qUEsto rieSCe a faRti scIOGLierE la lINgua!" L'aggressore si allontana dal tuo campo visivo e inizia ad armeggiare qualcosa dietro di te. Lo senti strisciare qualcosa sul pavimento cementizio su cui poggi. Il rumore è legnoso, ma non hai bisogno d'indovinare, perché l'oggetto in questione viene posto dinanzi a te. È una persona, una ragazza, legata ad una sedia e con una busta nera a coprirle il volto, sebbene per poco: il figuro scioglie la busta mostrando ai tuoi occhi Ringo, imbavagliata, con gli occhi lacrimanti e la gola minacciata dal kunai dell'aggressore.
    "DaCCi il ROtolo!" Ripete, inflessibile, con la lama pronta in base alla risposta che gli darai.

    ANGOLO DEL QM

    Il pugno che ti arriva (se impasti chakra) fa male come una Grave.
    Se impasti chakra vedi anche un riflesso di luce violastra a terra.

     
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    Un lieve tintinnio metallico diede la conferma a Bort che era legato alla sedia, le punture che sentì al polso gli fecero immaginare che lo fosse in maniera perfin troppo stretta. La circolazione del chakra risultò particolarmente disturbata e il ragazzone ebbe il sospetto che se avesse provato a impastarlo gli sarebbe stato impossibile. Anche non fosse stato così però non poteva giocarsi tutte le sue carte subito, doveva resistere ancora un po' e cercare il momento giusto per provarci. Era in una situazione critica, aveva bisogno di un'apertura per poter tentare la fuga.
    Il rapitore ripeté la domanda, assicurando che loro sapevano del possesso del rotolo. Prese Bort per il colletto e, dopo averlo guardato negli occhi per qualche attimo, lo spinse indietro, facendolo cadere.
    VeDIAmo se qUEsto rieSCe a faRti scIOGLierE la lINgua!
    Una frase del genere sembrava presagire una qualche sessione di tortura, cosa che fece trasalire Bort. Era bravo a reggere il dolore, ma sapeva che chi si occupava professionalmente di quello era in grado di farlo provare su un livello tutto diverso. Non era un'esperienza che fremeva di provare, di certo, anche se a posteriori quasi l'avrebbe preferita, gli venne da pensare non appena vide ricomparire il suo carceriere. Portava con sé un'altra sedia e quando tolse la busta che copriva il volto il ragazzone vide l'ultima persona a cui avrebbe pensato: Ringo. Non la incontrava da mesi, come avevano fatto a trovarla e a collegarla a lui? Fu una coltellata al cuore. Aveva amato molto quella donna, il loro era stato un rapporto breve ma intenso, che aveva lasciato entrambi feriti quando era finito. Per lenire il dolore avevano deciso di non vedersi più, eppure lui ora la ritrovava lì, nel momento peggiore possibile, con le loro vite appese a un filo. I suoi occhi, belli come sempre, erano rigati da lacrime. E una lama era disposta con aria minacciosa alla sua gola. Bort si ritrovò con la bocca spalancata, ad ascoltare l'ennesima richiesta del rapitore, sempre la stessa. Non aveva nessun dannato rotolo, come poteva farglielo capire?! Non voleva nemmeno pensare a cosa avrebbe fatto in caso contrario, se la minaccia avrebbe funzionato o meno, cercò invece di far girare il suo cervello al meglio, in modo da cercare un'alternativa. Aveva il piano B, quello che aveva pensato in precedenza, ma per un attimo sperò di poter trovare qualcosa di meglio di quell'enorme azzardo.
    Aspetta, aspetta, aspetta...
    Tutte le idee che affollavano il cervello del Jonin erano peggiori, più stupide e meno realistiche. E visto quella che era la tattica a sua disposizione questo era molto indicativo. Fece un respiro profondo e diede inizio alla sceneggiata, scommettendo sulla stupidità dei suoi rapitori. Non aveva altro per le mani, al momento.
    Tu non mi vuoi morto, altrimenti perderesti quello per cui sei venuto qui. Ti sei preso un rischio enorme, stai facendo qualcosa che potrebbe portarti alla tomba in un secondo. Rapire due persone nel bel mezzo del villaggio, non hai molto tempo prima che qualcuno scopra e venga a prenderti. Facciamo un patto, Maschera, l'unica cosa che posso offrirti. Non ho più il rotolo, l'ho dovuto restituire, ma so il suo contenuto. L'ho imparato a memoria. Posso insegnarti la tecnica, so di esserne in grado. Sono un maestro decente e nel giro di meno di un'ora sarai in grado di fare quello che vuoi fare, non ci vuole molto. Però ti devi fidare di me e liberarmi. Non sono in grado di combattere e hai un ostaggio, non posso ribellarmi, hai vinto tu. Se però non facciamo questo patto la tua vittoria sarà senza risultati, non credi?
    In tanti anni di lavoro aveva imparato a mentire in maniera decente, ma in questo caso gli sembrò di essere facilitato dalla disperazione che provava per davvero. Le frasi erano spezzate e distorte dal panico, ma ciò poteva essere consistente con la sua sceneggiata, quindi non era un male. Se il discorso fosse andato a segno allora Bort avrebbe guadagnato quel minimo di spazio che gli avrebbe permesso di ribellarsi un po' più compiutamente. Le priorità erano ben chiare nella sua testa: eliminare i terroristi, garantire la sopravvivenza della civile innocente e infine cercare di non morire lui stesso. In quest'ordine. Il nemico andava sconfitto, il resto era secondario, questa fu la decisione che prese. Avrebbe preferito di certo andare giù in quella maniera piuttosto che senza combattere. Adesso non restava che misurare la reazione del rapitore e tenersi pronto a qualsiasi evenienza.


     
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    Noti un attimo di esitazione quando chiedi di aspettare; il kunai si blocca sulla gola di Ringo, il cui respiro diventa scostante e affannato. Ti ascolta, Bort: la maschera non ti permette di vedere bene i suoi occhi, né di capire se siano chiusi o aperti, ma dal comportamento d'attesa sembra chiaro che pende dalle tue labbra. Per lo meno finché non gli poni quella domanda finale. Dopo quella è il sangue a parlare, il rosso caldo e vibrante che fuoriesce dal taglio alla gola dell'altra prigioniera, che vedi dissanguarsi impotente, a un paio di metri da te. Il rapitore non dice nulla e attende che la ragazza smette di muoversi, prima di gettare la sedia allo stesso modo in cui aveva fatto prima con te. La mano va al proprio collo per slacciare qualcosa che finisce in tasca. "Ti dico subito dove hai sbagliato. Mai, mai cedere alle minacce dell'aggressore." È una voce femminile quella che ti parla; una voce delicata, ma accesa e sicura. "Se vuoi entrare nei reparti segreti del villaggio la prima cosa che devi metterti in testa è che gl'interessi di Oto vanno sempre al primo posto. Quello che hai fatto è tutto l'opposto." Ti lascia qualche secondo per pensare per poi chinarsi vicino a Ringo. L'altra mano guantata va al suo volto e stringe, per tirare via quella che era qualcosa di simile a una maschera che, separatasi, lascia mostrare un volto femminile completamente diverso. "Mi hanno parlato bene di te ma, onestamente, non mi sembri proprio adatto per questo lavoro: scenari del genere possono avvenire fin troppo spesso e devi essere freddo." Si porta dietro di te e dal suo maneggiare poi capire che ti sta liberando. "Ti hanno mai detto che sei un maledetto gigante? Per metterti a nanna ho dovuto usare una dose di veleno che farebbe andare in coma un cavallo." Appena ti libera ti accenna ti restare sdraiato per qualche secondo, prima di passarti una boccetta, probabilmente l'antidoto. Se le chiedi di Ringo ti spiega che la ragazza non sa neanche che tu sei lì. "Tanto per cominciare, chiamami Neko. Il tuo nome non lo voglio e, a partire da due ore fa, non dovrai divulgarlo." Dice col tono più serio che riesce a fare, prima di allungarti una maschera, completamente bianca. "Prima di continuare voglio chiedertelo: sei davvero sicuro di voler continuare? Non avrai altre possibilità per tornare indietro, almeno fino al completamento dell'esame."

    ANGOLO DEL QM

    Poco dopo l'ingerimento dell'antidoto, il dolore si riduce fino a sparire. L'eccezione è quello alle mani, quella è una ferita Lieve per via delle manette, ma è di poco conto.
    A partire da quando ti toglie le manette puoi ovviamente tornare a usare il chakra.

     
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    Andò tutto a scatafascio in un attimo, quando in risposta alla domanda finale il terrorista sgozzò Ringo, con un gesto repentino e implacabile. Bort sgranò gli occhi, ma non si concesse di mostrare emozioni più di così. Non si concesse nemmeno di provarle, non poteva lasciare andare nemmeno un briciolo di razionalità, non poteva pensare alla morte di una donna innocente di cui era responsabile. Doveva rimanere attivo e combattivo, fino a che le chance di sconfiggere il nemico non si fossero ridotte a zero non avrebbe ceduto. Forzò il suo cervello a ponderare scenari e alternative, a cercare una via di cambiare le cose, per quanto ormai sembrasse quasi impossibile. Poi il suo rapitore si toccò il volto e riprese a parlare, questa volta senza distorsione della voce.
    Ti dico subito dove hai sbagliato. Mai, mai cedere alle minacce dell'aggressore.
    Forse una parte di sé lo aveva sempre sperato, quindi fu rapido ad accettare quella nuova realtà. Era tutto un test, fatto dalle autorità di Oto per verificare la sua lealtà. Questo era un bene, anche se c'era un contraltare evidente: ai loro occhi lui aveva fallito. Questo era molto più difficile da digerire, per lui, anche perché sentiva quel giudizio come ingiusto.
    Se vuoi entrare nei reparti segreti del villaggio la prima cosa che devi metterti in testa è che gl'interessi di Oto vanno sempre al primo posto. Quello che hai fatto è tutto l'opposto.
    Mi hanno parlato bene di te ma, onestamente, non mi sembri proprio adatto per questo lavoro: scenari del genere possono avvenire fin troppo spesso e devi essere freddo.

    Quelle accuse colpirono molto il ragazzone, non le trovava per niente corrette. La donna davanti a lui scoprì il volto del cadavere, mostrando che non si trattava di Ringo, ma il ragazzone fu sorpreso da quanto poco la cosa fosse importante per lui. Lo sapeva già, del resto, lo aveva capito non appena il rapitore aveva gettato metaforicamente la maschera, ma comunque si ritrovò a considerare quella conferma secondaria rispetto al resto. La Anbu lo liberò e gli disse di restare sdraiato per qualche attimo, poi gli porse un antidoto, che lui bevve subito.
    Ti hanno mai detto che sei un maledetto gigante? Per metterti a nanna ho dovuto usare una dose di veleno che farebbe andare in coma un cavallo.
    Tanto per cominciare, chiamami Neko. Il tuo nome non lo voglio e, a partire da due ore fa, non dovrai divulgarlo.
    Prima di continuare voglio chiedertelo: sei davvero sicuro di voler continuare? Non avrai altre possibilità per tornare indietro, almeno fino al completamento dell'esame.

    La donna gli porse anche una maschera bianca e Bort fu sorpreso del fatto che l'esame non fosse finito lì. Gli stavano dando una seconda occasione? L'idea di non avere ancora perso lo turbò, ma non riuscì del tutto a far scomparire la rabbia, l'idea di aver subito un'ingiustizia. Prese la maschera, ma non la indossò subito. Non poteva lasciar correre. Si mise dritto e serio, con le mani dietro la schiena, in posizione marziale.
    La ringrazio, signora. Ho intenzione di continuare, niente riuscirà a farmi cambiare idea. E, se permette, vorrei spiegare le mie azioni, perché sono convinto di non avere sbagliato. Non ho ceduto all'aggressore, ho solo finto di farlo, in quanto era l'unica arma a mia disposizione. Non mentirò dicendo che era tutta una messinscena, la disperazione era reale, ma le parole che ho pronunciato, la proposta che ho fatto, erano una trappola. Nella situazione in cui ero non avevo né libertà di movimento né di utilizzo del chakra e ho dovuto decidere in fretta di assumere come reale lo scenario peggiore, ovvero di un attacco terrorista all'interno delle mura cittadine. La salute della civile aveva priorità secondaria, per me, indipendentemente dai miei trascorsi con la persona in questione, ho considerato come unico obiettivo fondamentale eliminare o quantomeno indebolire i nemici. Non essendoci alcuna apertura nella loro difesa ho cercato di ottenerla con le parole, con l'inganno. Non avevo molte speranze di ottenere ciò che volevo, ma ho preferito provarci lo stesso. Se mi avessero concesso anche solo un minimo di libertà avrei attaccato, cercando di distruggerli, quello era l'unico corso di azioni che ero disposto a percorrere. Morire da eroe, rimanendo esteriormente fermo sulle mie posizioni, non sarebbe servito a niente. So che non ha motivo di credermi e non le chiederò di farlo, ma le assicuro che io non sono un eroe, sono un guerriero. Preferisco morire in maniera idiota, senza dignità anche, però combattendo, se ritengo che questo possa darmi una possibilità di servire in maniera migliore il mio villaggio.
    Aveva parlato più di quanto avesse previsto inizialmente, le parole erano uscite come un fiume in piena. Solo a quel punto sciolse la sua posizione e si mise la maschera.
    Chiedo scusa per essere stato prolisso, signora. Sono pronto a qualsiasi esame vogliate farmi.
     
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    Neko ti ascolta impassibile, senza fare un fiato da quando hai afferrato la maschera. Riprende a parlare solo quando comprende che hai concluso il tuo monologo. Non è lì per farti la morale, non spetta a lei e a nessun altro. Lei è lì solo per insegnarti cosa vuol dire diventare l'ombra del Kage. Sospira. "Per questo ho detto che non sono sicura che sia la scelta giusta per te. Dimmi, allora: eri certo di battermi? Eri certo che potevi eliminare o indebolire la minaccia, usando le tue parole?" Dice solennemente, ma non attende una tua risposta da te. "Dici che non sei un eroe, ma un guerriero, ma anche questo non va bene. Tu non devi essere un guerriero, tu dei essere un assetto, uno strumento nelle mani del Kokage. Tu non muori finché non è il Kage a dirti di morire" Prende fiato, giusto qualche secondo di silenzio per farti capire quel che intende. "È anche compito degli ANBU sopravvivere. Se muori da idiota poi chi farà rapporto al Kage per ragguagliarlo sulla situazione? Anzi, sei certo che da morto non diventeresti un ostacolo per il Villaggio? Esistono tecniche che permettono di estirpare informazioni dai cadaveri dei ninja, per capirci." Il tono è acceso, ma non c'è severità nelle sue parole. "Quel che voglio farti capire, è che mettere al primo posto gli interessi del Villaggio è molto più complesso di quel che sembra." Decide di concludere lì la questione e di continuare il suo lavoro, esponendoti ciò che devi fare. "Torniamo a noi." Enuncia, tirando fuori da sotto il mantello una mappa arrotolata con cura e porgendotela. "Villaggio di Yugakita, vicino al confine con la Neve e il Fuoco. Un ridente villagetto montanaro, composto da agricoltori e minatori. Fa un freddo cane lì su e raramente ci vanno dei mercanti per rifornir loro di ciò che hanno bisogno. Alle orecchie del Kage sono arrivate notizie che un gruppo di radicali, ancora ossessionati dalla defunta Serpe, si celi in quel villagetto. Ci è stato ordinato d'infiltrarci, acclimatarci, entrare in confidenza con i villici e scoprire se le voci sono fondate o no e, nel caso lo fossero, sterminare ogni singolo abitante di quel villaggio, senza distinzioni di alcun tipo. Capito?" Dice. Si aspetta solo un "Sissignora" da parte tua, ma se hai domande da fare non si rifiuta di rispondere.
    "Come esaminando ANBU non dovrai tener conto dei limiti di assenza dal villaggio. Hai due mesi per entrare in confidenza con gli abitanti e investigare. Mi aspetto un rapporto ogni due settimane. Io attenderò qui per il rapporto." Dice, indicandoti un punto a cinque chilometri dal villaggio, in una zona boschiva. "Mi aspetto un lavoro svolto alla perfezione e che ritorni al villaggio vivo per fare rapporto. Qualsiasi altro esito conterà come fallimento dell'esame. Tutto chiaro?" Chiede, se risponde positivamente ti dice che hai tre di tempo per prepararti prima di guidarti fuori dalla stanza, che scopri essere nel deposito dove era stato fissato l'incontro. "Non penso debba dirti che io e te non ci siamo mai visti." Dice.

    ANGOLO DEL QM

    Descrivimi come ti prepari e come raggiungi il villaggio (Neko ti da libertà di scelta).
    Il villaggio è, appunto, un villaggio montanaro anonimo.
    La popolazione ammonta a qualche decina di abitanti, scarsi trenta.
    Ferma il narrato all'entrata del villaggio, dove incontri un gruppo di cinque minatori.

     
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    Dici che non sei un eroe, ma un guerriero, ma anche questo non va bene. Tu non devi essere un guerriero, tu dei essere un assetto, uno strumento nelle mani del Kokage. Tu non muori finché non è il Kage a dirti di morire.
    Quel che voglio farti capire, è che mettere al primo posto gli interessi del Villaggio è molto più complesso di quel che sembra.

    Bort non l'aveva mai vista in questa maniera. Non era del tutto d'accordo, non aveva dato per scontato di stare per morire e non aveva intenzione di agire in maniera suicida, ma aveva capito il nucleo della questione. Gli restava poco chiaro come sarebbe stato il modo giusto di comportarsi, secondo Neko. Resistere esteriormente alle minacce facendosi ammazzare a vuoto? Continuava a sembrargli un'idea stupida, ma non disse altro, non voleva indispettire oltre la donna.
    Fu a quel punto il momento di passare oltre, alla missione vera e propria. Neko tirò fuori una cartina del Paese e indicò la posizione di un villaggio ai confini tra Suono, Fuoco e Neve. Un posto minuscolo, a quanto pareva, abitato per lo più da lavoratori, ma che secondo alcune voci ospitava revisionisti ancora legati al passato rappresentato da Orochiyu. Un cancro da estirpare, senza dubbio, ma di certo il ragazzone non si aspettava quanto si spingessero in là gli ordini. Nel caso le informazioni fossero fondate lui avrebbe dovuto uccidere tutti, dal primo all'ultimo, colpevoli e innocenti indistintamente. Non un boccone semplice da digerire, ma si era preparato all'idea di dover compiere imprese di questo tipo se necessario. Era per il bene comune del Paese, si scambiava la vita di pochi con la pace generale. Oto non avrebbe retto un'altra guerra civile, sacrifici del genere potevano essere necessari. Di fronte alla domanda retorica di Neko lui annuì, ma si segnò mentalmente di chiedere alcuni chiarimenti, in modo da essere sicuro di cosa fare e come farlo.
    Hai due mesi per entrare in confidenza con gli abitanti e investigare. Mi aspetto un rapporto ogni due settimane. Io attenderò qui per il rapporto.
    Mi aspetto un lavoro svolto alla perfezione e che ritorni al villaggio vivo per fare rapporto. Qualsiasi altro esito conterà come fallimento dell'esame. Tutto chiaro?

    Immagazzinò l'informazione sul luogo di incontro, ma più avanti avrebbe usato la Nuvola per essere sicuro di non sbagliarsi. La donna gli disse che avrebbe avuto solo tre ore, meno tempo di quanto lui avrebbe voluto, ma poteva aggiustarsi.
    Chiedo scusa, avrei bisogno di alcuni chiarimenti. Quale livello di pericolo devo considerare sufficiente a passare allo sterminio? Devono progettare qualcosa di concreto, anche solo a livello di proselitismo, oppure devo ritenere sufficienti anche solo lamentele troppo vocali sul governo? Riceverò altri ordini o posso considerare il completamento della missione appena avrò la certezza della colpevolezza, nel caso succeda? Ho discrezionalità sui modi di svolgere qualsiasi degli elementi della missione o ci sono limiti particolari? Nel caso si arrivi allo sterminio devo occuparmi anche di trovare una copertura per l'accaduto, per esempio inscenare un incidente o un attacco di banditi? Avendo poco tempo per preparare l'infiltrazione vorrei avere le idee chiare, in modo da essere pronto oltre ogni ragionevole dubbio, chiedo scusa se sono stato tedioso con le mie domande.
    Una volta ricevuti gli altri dati il ragazzone fu accompagnato fuori dal capannone e Neko ribadì che tutto quello che era successo laggiù aveva il più alto grado di segretezza possibile.
    Certamente, signora!
    A quel punto il tempo era divenuto stretto e il ragazzone doveva correre. Per prima cosa tornò a casa, per sistemare il suo equipaggiamento e fare il punto della situazione. Attivò brevemente la Nuvola per incamerare i dati sulla missione, in modo da poterli ritrovare nel caso fosse necessario. Di seguito si sedette alcuni minuti per riflettere sul da farsi. Gli serviva una storia di copertura credibile, una di quelle che avrebbe potuto usare per tutta la permanenza nel villaggio. Se doveva entrare in contatto con quante più persone possibile la soluzione più semplice era proporsi per il lavoro che sembrava essere il più diffuso laggiù, stando alle parole della sua superiore, ovvero quello di minatore. Serviva inoltre qualche dettaglio che potesse usare come esca per tirare fuori l'argomento politico, dunque iniziò a progettare la vita del suo alter ego in maniera concreta. Gli servivano dati specifici, aneddoti, un'idea di quale carattere potesse avere il suo personaggio. Non essendo un attore di professione la cosa più semplice da fare era riciclarsi tutto quello che poteva dalla sua identità reale, cambiando solo alcuni aspetti fondamentali. Avrebbe cercato di comportarsi in maniera naturale, lasciando perdere però alcuni dei suoi hobby tipici per non stonare con il profilo del minatore classico. Dal punto di vista dell'aspetto non avrebbe potuto evitare di usare la Trasformazione, per quanto lui avrebbe preferito, vista la quantità di cicatrici che ricopriva il suo corpo, ma avrebbe cercato di fare pochi cambiamenti rispetto al suo corpo reale. Qualche centimetro di meno in altezza, non troppi, un fisico meno muscoloso e massiccio, pur mantenendo questa caratteristica marcata rispetto all'uomo medio. Occhi e capelli li lasciò uguali, anche se prima di partire utilizzò una mezzoretta per andare dal parrucchiere, in modo da avere un'acconciatura a spazzola, più semplice da gestire. Modificò anche i lineamenti del viso, rendendo il volto meno ovoidale, con le guance più marcate, in maniera da non essere riconoscibile. Una volta avuto in mente il suo nuovo corpo decise di lavorare sulla storia. Il sua alter ego avrebbe avuto qualche anno in più di lui, sarebbe stato originario della campagna del Suono ma emigrato nella capitale appena maggiorenne. Si era preparato un piccolo elenco di professioni che avrebbe potuto affermare di aver svolto: taglialegna, facchino, spazzino e, infine, minatore. Andò a ricercare nella propria memoria la presenza di una qualche miniera situata proprio a Oto o nelle immediate vicinanze e nel caso non se ne fosse ricordata nessuna avrebbe fatto una puntatina dal suo amico fabbro, per avere una dritta, anche se avrebbe preferito evitare di farlo, per sicurezza. La storia che si era immaginato prevedeva che avesse lavorato per un po' di anni in questo posto, trovandosi bene con quella professione, poi però fosse stato licenziato senza preavviso. Stanco della metropoli e dei suoi continui cambiamenti, l'uomo sarebbe fuggito alla ricerca di pace e di nuovo lavoro, con le poche cose a sua disposizione. Doveva organizzare l'equipaggiamento in modo che fosse coerente con questo scenario, quindi svuotò lo zainone da viaggio e lo riempì di tutto ciò di cui poteva in qualche modo giustificare la presenza. Non certo tante armi, ma una parte di esse sarebbe stata custodita nei rotoli da polso, che però il ragazzone avrebbe indossato in un punto meno visibile del suo corpo, legati alle caviglie. Avrebbe preso vari cambi di vestiti e si sarebbe preoccupato di essere pronto anche per un clima rigido, visto quanto gli era stato detto sulla posizione della sua destinazione. Avrebbe preso anche un po' dei suoi risparmi, in modo da poter simulare un uomo di mezz'età che doveva ripartire da zero con la liquidazione del suo vecchio lavoro. A quel punto rimaneva solo da decidere il nome del suo personaggio e optò per qualcosa di semplice da memorizzare. Prese il nome di un ninja straniero contro cui aveva combattuto diverso tempo prima, Rin, più un cognome a casaccio non troppo dissimile dal suo, Kirisaki.
    Una volta completati tutti i preparativi il jonin si sarebbe diretto alla stazione centrale e avrebbe cercato il modo più semplice per raggiungere via treno la sua destinazione. Da quel che aveva capito quel villaggio doveva essere davvero piccolo, ma contava di poter arrivare in un posto abbastanza vicino da poter poi fare la tratta a piedi senza troppi problemi. Era teso da morire, ma non vedeva l'ora di entrare in azione, gli sembrava l'unico modo di poter smaltire il nervosismo accumulato fino a quel momento. Se fosse riuscito a trovare la strada giusta si sarebbe inerpicato su senza cedere alla fatica e, non appena avesse visto qualche abitante, avrebbe salutato e avrebbe chiesto se quello era il posto giusto. Non doveva correre, era importante fare le cose con calma e precisione.



    Rotolo da polso caviglia destra (5 slot)
    -Bo-shuriken x2
    -Lama retrattile
    -Shuriken a otto punte
    -Set da 9 grimaldelli

    Rotolo da polso caviglia sinistra (5 slot)
    -Bo-shuriken x2
    -Tonico del chakra lv. 4
    -Supervibrato (acciaio)
    -Kunai

    Grande zaino da viaggio
    -vari strumenti ruolistici (cambi di vestiti e oggetti di uso quotidiano)
    -Cartina corografica (Suono)
    -Armonica a bocca cromata
    -Coltello tribale
    -Portachiavi maschera bianca
    -Bussola


    Nuvola
    Livello C
    Tipo: Ninjutsu non elementare
    Tecnica nata dal tentativo di Bort Kisaragi di imitare la memoria strabiliante della sua amica Homuzu Sheroku. L'utilizzatore crea uno spazio non fisico di immagazzinamento dati, una sorta di memoria esterna al proprio cervello. In questa memoria possono essere posti ricordi e informazioni, sia astratti che sensoriali (la vista di una mappa, un odore particolare, ecc). Per farlo l'utilizzatore deve attivare la Nuvola e decidere quali dati passarci. I dati passati in questo modo non vengono persi, ma possono essere ricordati o dimenticati in maniera normale. Per consultare le informazioni immagazzinate è sufficiente attivare la tecnica. Sia aggiungere dati alla Nuvola che recuperarne alcuni richiede un turno (dieci secondi) di immobilità che si devono impiegare esclusivamente nell'operazione.
    [Sigilli: 1]
    Consumo: 10 a turno

     
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    Neko ascolta le tue domande senza fiatare, per poi annuire. "Finché si tratta di vocii e lamentele puoi anche ignorare; ti è concesso agire dal momento in cui l'autorità del Kokage viene messa in pericolo: a tal motivo un eventuale proselitismo nei confronti della Serpe è e sarà considerato motivo sufficiente per autorizzare lo sterminio. Se ritieni che ci siano questi presupposti allora hai il via libera. La missione verrà considerata conclusa al termine dell'infiltrazione, indipendentemente dall'esito della stessa. Per quanto riguarda le modalità... Sei un Jonin e io non sono qui a farti da balia. Se dovessi arrivare a dover sterminare il villaggio allora non dovrai preoccuparti d'insabbiare gli avvenimenti, ci penserà il resto del corpo ANBU." Chiarifica la ANBU, prima di aggiungere un'ultima cosa. "Nonostante l'infiltrazione verrà considerata conclusa al suo termine, l'esame non lo sarà. L'esito arriverà solo dopo una tua interrogazione diretta da un ANBU interrogatore e un'analisi della scena da parte di un terzo ANBU. Inutile dire che se si scopre che hai mandato al massacro trenta civili senza colpe, l'esame verrà considerato fallito e verrai portato davanti alla corte marziale. Tienilo a mente quando deciderai le loro sorti." Dice. Vi dileguate dal capannone e impieghi tutto il tempo a tua disposizione per effettuare i preparativi necessari per amalgamarti nella popolazione locale e parte di quel limitato tempo lo impieghi per cercare di creare una storia valida e nelle tue ricerche trovi di una miniera nelle vicinanze di Oto che proprio di quel periodo aveva subito un calo di personale a causa della guerra civile, o per meglio dire per cause a essa derivanti. Terminati i preparativi ti dirigi alla stazione, dove trovi abbastanza facilmente un treno che va nelle vicinanze del confine col Fuoco. Il viaggio è tranquillo e non sorgono problemi: il treno è colmo di persone, ma non al punto di restare come sardine in scatola. Arrivato nella regione segnata sulla mappa di Neko, puoi chiedere ad alcuni mercanti informazioni in merito al villaggio. Questi ti rispondono senza problemi, ad eccezione di uno sguardo curioso che si scambiano tra di loro e, una volta arrivato sull'altopiano impieghi circa due ore per raggiungere il villaggio, dopo esserti districato tra i sentieri scoscesi e rocciosi e una piccola boschiva; è facile immaginare che si tratti del punto dove fare rapporto alla tua superiore. La zona è fredda, rocciosa e apparentemente sterile, ma non morta come sembra: puoi vedere delle zone verdi qua e là che si prolungano dal boschetto poco distante. Arrivato sulle larghe scalinate, pensate probabilmente per permettere a cavalli e muli di salirci senza fatica, puoi vedere un gruppo di cinque uomini. Dai vestiti e dai muscoli superiori ben scolpiti ti sembrano minatori e ti osservano con fare sospettoso. "Questo è il villaggio di Yugakita, sì." Ti risponde uno di loro, coi capelli rossi. Il suo tono è aspro, ma non ostile. "Per quale motivo vieni in questo villaggio, Straniero?" Continua uno dei tre coi capelli castani, vestito un po' meglio degli altri ma palesemente più anziano; anche questo è scontroso verso di te, ma non apertamente ostile.

    ANGOLO DEL QM


    - La miniera che trovi nei tuoi preparativi è denominata "Aikura Sito C" e si trova al lato opposto della collina su cui sorge Oto; è una miniera di ferro abbastanza espansa e fruttuosa.
    - Se vuoi chiedere qualcosa ai mercanti mandami le domande in pvt e provvederò a rispondere
    - Il quinto minatore resta in silenzio ad osservarti, ha i capelli neri ed è il più giovane
     
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10 replies since 11/11/2020, 22:05   305 views
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