Aria Ritornerò

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    Dopo gli innumerevoli viaggi che Rin aveva effettuato avanti e indietro per il deserto e i tormenti che lo Spirito del Rancore aveva generato, era piacevole potersi godere casa propria. La pioggia che cadeva sulla fronte nuda, inzuppandogli i capelli e irrimediabilmente anche tutti i vestiti, aveva un effetto rigenerante sulle sue membra e sul suo animo e sembrava quasi dedicargli un bentornato. Da qualche tempo il mondo sembrava aver rallentato la corsa e la calma piatta generale dell'ultimo periodo aveva drasticamente diminuito il numero di convocazioni che Rin aveva ricevuto. Kosame e il resto del Palazzo parevano aver colto l'occasione per affibbiare alle nuove leve il maggior numero di missioni possibili per far fare loro esperienza diretta del lavoro, compiti troppo semplici e innocui da affidare ai ranghi più alti che potevano quindi crogiolarsi nell'ozio più totale. A Rin quella tranquillità era tutt'altro che sgradita e si era concesso dopo tanto tempo di recuperare lavoretti e piaceri lasciati indietro troppo a lungo. Casa aveva avuto bisogno di una bella rassettata, la pila di libri che si era ripromesso di leggere era ormai dimezzata e finalmente aveva potuto intrattenere una corrispondenza almeno decente con Walter, Natsuki, Aiko e qualche altro amico. In nessun modo era riuscito a contattare Hide, il che era un vero peccato perché... aveva maturato molte domande da porgli, col tempo. Anche Rei sembrava sparito dalla circolazione e questo lo preoccupava ben di più. Purtroppo non era mai stato a casa sua e non avevano conoscenze in comune, quindi si era dovuto limitare a supplicare la segreteria del Palazzo del Kage di consegnargli un bigliettino non appena l'avessero visto passare, in cui gli chiedeva di venirlo a trovare. Tutto ciò che gli era rimasto da fare, quindi, era letteralmente starsene sulla cima di uno degli altissimi palazzi di Ame a farsi sciacquare via la noia dalla pioggia. Era davvero da un'eternità che non se lo concedeva e si sentiva gradevolmente nostaglico.
    Non dovremmo rientrare? Kir ti diceva sempre che a fare così ti saresti ammalato, prima o poi.
    Nay comparve svolazzandogli attorno, evidentemente e giustamente stufa di non ricevere attenzioni, e lo guardava con un misto di perplessità e preoccupazione.
    Sai che quasi quasi non mi dispiacerebbe? È da tanto che non mi capita, quasi mi manca. Vorrei ricordare cosa si prova.
    È davvero così bello? A me non sembra...
    Nonostante la titubanza, Rin riuscì a notare una punta di curiosità nella sua voce.
    Beh, non proprio. Però puoi stare tutto il giorno a letto e hai sempre un sacco di gente che viene a coccolarti. Dovresti provare, una volta.
    Rispose con imperdonabile ingenuità. Fu Nay a farglielo notare immediatamente, anche se con innocenza.
    Ci sono tante cose che vorrei provare, più di questa...
    Rin riaprì gli occhi e spostò lo sguardo sulla sua piccola, che si stava osservando i piedini tutta incupita. Le offrì il palmo della mano su cui sedersi e, una volta che si fosse adagiata su di esso, se la avvicinò al viso prendendo ad accarezzarle con affetto i capelli.
    Per esempio?
    Beh...
    Incentivata da qualche coccola, Nayra rialzò il capo e iniziò ad elencare qualche desiderio, spostando di continuo lo sguardo tra Rin e il paesaggio urbano sottostante alla ricerca di nuove idee.
    Vorrei sentire la pioggia che mi bagna i capelli. Ah, e avere un brivido di freddo! Vorrei poter abbracciare Femi e le altre Sfingi, poter correre per la strada... fare acchiapparello con gli altri bambini, non solo nascondino! Mi insegneresti a nuotare? Mi piacerebbe fare un tuffo nel mare. Prendere la sabbia tra le mani e lasciarla passare tra le dita come fai tu! Provare dei vestiti carini e coccolare un cane e anche annusare i fiori come le farfalle. Vorrei... vorrei sentire quanto pesa uno di quei kunai che a Kir piacevano tanto e... e... e poter andare sull'altalena! Vorrei sentire il caldo delle coperte e quanto sono morbide e anche bere il caffè. Lo so che sono tante cose...
    Proseguendo nella sua lista si era fatta sempre più entusiasta, ma verso la fine si era di nuovo spenta, forse ricordandosi l'impossibilità di esaudire tutte quelle richieste. Forse si era sentita pure un po' in colpa perché, in fondo, sapeva quanto Rin soffrisse per non poterle dare ciò che chiedeva. In effetti era così: al ragazzo piangeva il cuore al pensiero che la sua piccola volesse soltanto sentirsi come tutti gli altri e che, ancora adesso, non ci fosse nulla che lui potesse fare per aiutarla. O si stava sbagliando? Non aveva mai tentato, in effetti, perché si era lasciato trascinare dalla rassegnazione di Kiryan a riguardo. Suo fratello aveva sempre accettato l'ineluttabilità della maledizione sua e di Nayra, in fondo, e forse anche per paura non aveva mai considerato di poterla, se non spezzare, almeno aggirare. Quello che Rin aveva in più rispetto al suo fidanzato, tuttavia, era una promessa. Il giuramento di rendere la piccola felice, in ogni modo possibile. Un vincolo che era stato ben contento di accettare, visto da chi era stato proposto. Poteva e doveva sperare, convincersi che "impossibile" era solo una parola.
    Ci proveremo, piccola mia.
    Annunciò, fermo e sorridente, rialzandosi in piedi e fissando dritto negli occhi la sua sorellina con il fuoco ardente della motivazione.
    Abbiamo già fatto miracoli in passato. Ti avevo promesso che un giorno sarei riuscito ad abbracciarti, e guarda dove siamo ora! Non smettere di credere, Nay: insieme possiamo fare più di quanto pensiamo.

    Già, ma come fare? Nei giorni seguenti Rin aveva studiato molto per trovare il modo di mantenere il suo impegno, ma il massimo che era riuscito a recuperare riguardava qualche tecnica di sigillo che permetteva di contenere oggetti o addirittura tecniche in altri strumenti come i rotoli. Al di là di essergli parse tremendamente complesse e machiavelliche, non corrispondevano nemmeno alle sue esigenze. Che esistessero modi per piegare lo spaziotempo l'aveva capito già dai tempi dell'apprendimento del Richiamo, quello di cui necessitava lui era più una modificazione sostanziale della materia in modo da poter rendere Nayra concreta. Un'impresa tutt'altro che impossibile: era quello che i ninja facevano quotidianamente con il chakra, in particolare i possessori di Doton. Il problema stava nel fatto che la sua sorellina non era solo chakra grezzo ma una vera e propria persona. In più, a dirla tutta, non sarebbe nemmeno stato chakra suo e quindi difficilmente manipolabile. Si era arrovellato a lungo prima di concludere che questo, effettivamente, era un punto da cui partire. Nayra era composta fondamentalmente da due elementi: il chakra Fuuton e un'anima. Il primo era a onor del vero più "suo" di quanto avesse concepito in partenza: era l'Elemento che gli era stato rubato per un errore delle figlie di Savarin e la connessione di quel chakra con Rin si era ripresentata quando quest'ultimo aveva appreso come utilizzare il Vento, grazie anche allo Spirito del Rancore. Per quanto riguardava l'anima, anche in quel campo non era del tutto impreparato: erano anni ormai che manipolava la propria tramite le varie tecniche dell'Arte Spirituale. Restava quindi unicamente, per così dire, da capire come combinare queste conoscenze per poter creare l'effetto desiderato su Nayra. Inizialmente pensò di poter creare un involucro in cui inserirla, ma si accorse presto di quanto l'idea fosse sciocca e poco innovativa. Con gli ingredienti a sua disposizione poteva al massimo creare un secondo corpo fatto di chakra Fuuton, tanto immateriale quanto quello in cui la sorellina si trovava attualmente a vivere. La seconda ipotesi fu ancora più assurda della prima: modificare l'essenza stessa di Nay rendendo il suo corpo... un corpo, vero e proprio. Se non fosse che si trattava di chakra elementale puro, frutto dell'operato della divinità suprema nel campo. Non proprio qualcosa che Rin potesse sperare di plasmare a suo capriccio, insomma. Tutto sommato, i libri che aveva consultato sembravano offrire la soluzione più plausibile: un contenimento, tale per cui il chakra di Nay si trovasse a vivere dentro una "cosa" già fatta e finita. Naturalmente non poteva scegliere un oggetto qualsiasi: per lo scopo prefissato era necessario un essere vivente. Non fu difficile individuare il bersaglio perfetto: lo stesso Rin aveva con Nayra una connessione speciale e inoltre possedeva già metodi per far entrare le loro due essenze in simbiosi. A questo punto si presentava il secondo, grosso problema: "sigillare" Nay avrebbe voluto dire "spegnerla" e si sarebbero ritrovati al punto di partenza; in effetti, il massimo risultato che era capace di ottenere durante le loro fusioni era che la bambina rimanesse come in uno stato di coma dentro di sé. Non proprio una bella prospettiva. Doveva superare questo impasse per potersi muovere verso il risultato finale; c'era bisogno di una relazione più equilibrata tra le due entità, più egualitaria.
    Iniziò lavorando su se stesso. Rendere il suo corpo più accomodante alla struttura di Nayra, più agevole ad ospitarla, plausibilmente avrebbe aiutato. Dato che di anima era già provvisto, doveva concentrarsi sull'altra componente: il Vento. Da quando aveva assorbito lo Spirito del Rancore sentiva che la sua affinità con l'Elemento si era ulteriormente intensificata, forse proprio per la natura di quella creatura, e che ora sentiva le tecniche Fuuton ancora più "sue". Certo fare in modo che quest'ultimo tipo di chakra prevalesse in gran misura su qualsiasi altro fosse presente nel suo corpo era qualcosa che non aveva mai provato e nemmeno era certo che fosse possibile. Partì tutto da uno dei campi di addestramento che ormai conosceva a menadito. Sfruttando le proprie capacità di controllo, qualche conoscenza maturata sui Ninjutsu e il peculiare senso che la natura gli aveva donato, Rin attivò ripetutamente le tecniche Fuuton di cui era a conoscenza studiandone con estrema attenzione gli effetti nel suo corpo. Ogni minima variazione nell'intensità, direzione o movimento del chakra che potesse distinguere l'Elemento dal normale scorrimento energetico era di suo interesse. Se fosse riuscito a identificare e isolare le caratteristiche della presenza del Fuuton dentro di sé, forse sarebbe anche riuscito a replicarle in maniera più controllata. Passò qualche giorno solo su questo aspetto, giungendo a notare come picchi di energia elementale corrispondessero a sensazioni simili a una serie di movimenti vorticosi, piccoli e rapidi, che seguivano la direzione verso cui si sarebbe poi proiettato il jutsu. Forte di queste scoperte, avrebbe tentato di riprodurre la stessa distorsione nel chakra senza per questo dare forma a qualsivoglia tecnica offensiva o difensiva. Gli bastava fare in modo che tutto il suo sistema circolatorio si configurasse in modo analogo alla normale "struttura" del Vento, cosicché una presenza massiccia di esso l'avrebbe avvicinato alla materia di cui era fatta Nayra. Passò un altro discreto numero di giorni prima di raggiungere qualche traguardo significativo. Aveva naturalmente deciso di procedere a piccoli passi, concentrandosi prima sulla punta di un dito per poi passare alla mano e all'intero braccio. Aveva proceduto a rilento, con prudenza non indifferente concentrazione sul compito. Trattandosi di sopprimere tutte le altre tipologie di chakra ad eccezione del Fuuton, un campo particolarmente inesplorato per Rin ma anche in generale, i rischi erano dietro ogni angolo e particolarmente minacciosi. Anzitutto non voleva certo creare una situazione irreversibile, perdendo tutti i suoi altri elementi in favore dell'ultimo che aveva acquisito; in secondo luogo, vista la particolare natura del chakra di cui si stava riempiendo, era anche poco desiderabile lacerarsi dall'interno o farsi esplodere per l'eccessiva turbolenza del Vento. Con le dovute accortezze, comunque, riuscì alla fine a farsi pervadere da quell'unico tipo di energia senza procurarsi danni visibili. Era una sensazione piuttosto particolare, movimentata e quieta allo stesso tempo, ma non risultava del tutto sgradevole. Quasi come un istinto di doversi sgranchire dopo essere stato troppo a lungo nella stessa posizione.
    Il passo successivo fu quello di far combaciare anche la "superficie" con l'elemento di cui Nay era composta. Non solo essere pieno di Vento, insomma, ma diventare Vento in senso letterale. O quasi: l'intenzione era avvicinarsi il più possibile, ma non superare come già detto alcun punto di non ritorno. Nulla gli garantiva che non si sarebbe dissolto, se avesse esagerato con la meticolosità. Anche questo compito non si prospettava dei più semplici: l'idea era di sfruttare il Vento di cui era carico trasmettendolo ad ogni singola cellula affinché queste ne fossero condizionate. Voleva, in pratica, andare a modificare la sua stessa struttura anatomica. Un medico gli avrebbe sicuramente fatto comodo, viste le sue scarse conoscenze nel campo, e si chiese quanto la presenza di sua madre avrebbe facilitato il processo. Forse, se fosse stata ancora viva, non avrebbe nemmeno avuto bisogno di tutto quello. Forse il suo mondo non sarebbe crollato: a volte sembrava che Kurea fosse stata per molto tempo il tassello che permetteva a tutto di stare in piedi. Senza di essa, doveva cavarsela da solo, anche in quell'allenamento. Ammise a se stesso di essere spaventato dal suo progetto, stavolta, e forse anche per questo i successi tardarono ad arrivare. Il suo corpo, o il suo subconscio, opponeva una certa resistenza alla diffusione del Vento, tanto che ogni volta che Rin tentava di dare inizio alla trasformazione veniva attraversato da innocui ma terrificanti formicolii di dolore. Era parecchio complicato mantenere concentrazione e motivazione con queste premesse, ma fortunatamente a dargli forza c'era Nay. Vederla comportarsi con gli altri esseri umani del Villaggio e con le Sfingi come se nulla fosse, come se davvero avesse accantonato l'idea di potersi relazionare con loro diversamente, lo spingevano ancor di più nella direzione opposta, quella che avrebbe smentito la sua rassegnazione. Fu proprio merito suo, in fondo, se dopo tanti sforzi riuscì a ottenere un risultato. All'ennesima prova, il suo corpo rispose come si sarebbe aspettato: la punta delle dita si fece più pallida di quanto non fosse in partenza e si fece via via più lattiginosa, come se una gelatina permettesse di intravedere sotto di essa; infine, l'intera appendice divenne direttamente traslucida. L'effetto si spostò su tutto il palmo della mano e incluse anche parte del polso. Rin osservò con meraviglia e fascino come la luce veniva curvata dai contorni del proprio arto, consentendo una visione offuscata ma chiara di ciò che vi stava dietro senza per questo risultare invisibile. La paura si fece nuovamente presente quando la trasparenza colò fino al gomito e lo indusse istintivamente a interrompere la mutazione. Aggiustandosi i capelli con l'altra mano, sudata, si raccomandò di non avere fretta proprio nel momento più delicato. Se non altro, però, poteva concedersi di aver percorso il primo gradino verso la vetta.

    La Proibita su cui si focalizza questo allenamento:
    CITAZIONE
    Sylph [Post 3, Voto 6]
    Tipo: Ninjutsu
    I miglioramenti di Rin nell'utilizzo dell'Arte Spirituale e di quella del Vento hanno permesso la creazione di questa tecnica bizzarra e potente. Come prima cosa, Rin utilizza una combinazione di Simbiosi e Pura Compassione per assorbire nel proprio corpo Nayra, anche se con modalità diverse rispetto al solito. Lo spirito infatti avrà bisogno soltanto di un paio di secondi per fondersi con il fratello e un massiccio utilizzo di chakra Fuuton condizionerà anche gli effetti dell'Abilità dell'Arte Spirituale. Le anime dei due individui si legheranno in maniera più sincrona e profonda rispetto al solito e creeranno un nuovo essere, unione della diade. Il corpo sarà molto simile all'aspetto che avrebbe avuto Nayra da adulta, come immaginata da Rin e dalla bambina stessa, anche se per ovvi motivi i suoi lineamenti saranno abbozzati, levigati. Si presenterà quindi come una donna adulta, dal corpo evanescente ma chiaramente visibile da chiunque e continuamente accarezzato da una brezza leggera; inoltre, i suoi piedi non toccheranno mai terra, ma ne rimarranno sollevati di pochi centimetri. Il carattere della creatura sarà simile, ma del tutto nuovo rispetto a quello dei singoli individui che la compongono: si comporterà in maniera solare, sbarazzina, giocosa e sarà difficile che qualcosa possa turbarla. Sarà protettiva con gli amici, anche se meno con le femmine, e cercherà di sostenerli in ogni modo possibile. A causa della natura paradossale e instabile della tecnica, tuttavia, perderà molte delle capacità legate al corpo originale e non potrà essere mantenuta troppo a lungo.
    [Richiede Simbiosi in scheda]
    [Richiede Arte Spirituale: Pura Compassione in scheda]
    [La fusione richiede due secondi per completarsi]
    [Il normale fluttuare è pura estetica e non rende immuni dalle tecniche che richiedono contatto con il terreno]
    [Durante la fusione sarà possibile utilizzare solo tecniche dell'Arte Spirituale e dell'Arte del Vento]
    [Le tecniche utilizzabili durante la fusione di livello D, C o B non richiedono sigilli]
    [Le tecniche utilizzabili durante la fusione di livello A, S o Proibita richiedono mezzo turno di caricamento (salvo specifiche della tecnica)]
    [Le tecniche utilizzabili durante la fusione ricevono un bonus di +10 a Forza/Resistenza e Velocità]
    [Durante la fusione, l'utilizzatore riceve un bonus di +15 a Velocità e Riflessi]
    [Durante la fusione, il corpo dell'utilizzatore si comporta come se avesse Agilità +20 solo per i calcoli di lunghezza di salti e atterraggi e non influisce in alcun modo schivate et similia]
    [A causa dell'immensa quantità di chakra Fuuton che pervade l'intero corpo dell'utilizzatore, il corpo di quest'ultimo subirà le tecniche Katon come se avessero +20 alla Forza]
    [Se non viene sciolta entro 6 turni, la tecnica si scioglie automaticamente]
    [Sigilli: 0 (ma dev'essere mantenuto il contatto con Nayra e l'immobilità per i 2 secondi necessari all'attivazione)]
    Grado: Proibita
    Consumo: 120 attivazione + 60 mantenimento

    Le Abilità cui la Proibita fa riferimento:
    CITAZIONE
    Simbiosi

    Ogni tecnica il cui effetto sia esclusivamente fisico e non offensivo che Rin può utilizzare su se stesso (come ad esempio quella della Percezione per celare il proprio chakra) ha effetto anche su Nayra a patto che lei rimanga a contatto con lui (con una qualsiasi parte del suo corpo, compresi capelli e vestiti indossati) per tutta la durata.

    CITAZIONE
    Arte Spirituale: Pura Compassione (Tamashīon: Karuna)

    Tecnica dell'Arte Spirituale inventata e utilizzabile soltanto da Rin Sabakuyoru, in virtù del suo legame unico con Nayra e della natura particolare di quest'ultima. Tramite la meditazione, Rin sintonizza la "frequenza" della propria anima a quella di Nayra e, in questo modo, la assorbe all'interno della propria. In questa condizione Nayra vivrà una specie di ibernazione, in cui sarà sopita per sé stessa e per gli altri: non potrà fare nulla che richieda coscienza, ma non sarà nemmeno percepibile come entità a sé stante. L'unico modo per accorgersi di lei, mentre è in questo stato, è una sottilissima differenza nell'impronta di chakra di Rin rispetto alla norma. Nayra può essere poi "estratta" in qualunque momento, tramite lo stesso utilizzo della meditazione.
    [È necessario un turno di meditazione per completare l'assorbimento]
    [Richiede Offerta Speciale e Unione in scheda]
     
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    Nay! Nay! Guarda qui!
    Il piccolo spirito era insolitamente concentrato a guardare il paesaggio piovoso fuori dalla finestra. I suoi occhi erano fissi, quasi persi nella monotonia con cui le gocce cadevano sui palazzi di quel Villaggio che aveva imparato a conoscere come casa. Nonostante tutti i suoi impegni con la messa a punto di quella nuova tecnica, Rin aveva cercato di non trascurare mai la sua preziosa bambina. Aveva già fatto troppe volte questo errore in passato ed era un momento particolarmente cruciale per la loro relazione, in cui il benessere di entrambi andava più che mai tenuto di conto. Ciononostante, negli ultimi tempi la sua sorellina non sembrava molto su di morale. Forse vedere i progressi di Rin l'avrebbero aiutata. Pigramente Nay si sollevò a mezz'aria e si diresse in salotto, dove suo fratello la aspettava seduto su una poltrona, con occhi luccicanti. Incuriosita da quell'insolito entusiasmo, fluttuò fino a sedersi su un suo ginocchio e spostò lo sguardo sul palmo aperto che Rin sembrava volerle mostrare, indicandolo silenziosamente con una posa statica del braccio.
    Vuoi... giocare? A braccio di ferro! Rin, lo sai che tra noi due non c'è gara... sono troppo forte per te, ti ho già battuto tante volte...
    Il ragazzo scosse la testa divertito.
    No, non stavolta! Guarda qui.
    Come se qualcuno ci avesse versato sopra della vernice magica, le dita di Rin si fecero trasparenti e di seguito la mano, l'avambraccio e poi su fino alla spalla. Confusa e meravigliata, Nay si levò nuovamente in volo e piroettò attorno all'arto del fratello studiandolo per scoprirne i segreti. In qualche modo sembrava... familiare.
    È come te, Nay. Sono riuscito a farlo diventare come te.
    Come me?
    Sì. Serve per quella promessa che ti ho fatto giorni fa. Ora questo braccio e il tuo intero corpo sono uguali.
    Nay si guardò, torcendo il busto per far svolazzare i vestiti che la coprivano, con una perplessità ancora evidente in viso.
    Non capisco come... se tu diventi come me, puoi fare anche il contrario e farmi diventare come te?
    Più o meno. Ci sto lavorando. Questo è ciò che sono riuscito a imparare finora. Da qui in poi mi servirà anche il tuo aiuto. Lo faremo insieme, Nay. Non sarò io a farti diventare come me, saremo entrambi a trasformarti in una bambina vera.
    Era convinto che lavorare sul contenimento di Nayra sarebbe stato più semplice. Aveva già tutti gli ingredienti necessari: chakra Fuuton, padronanza delle loro anime e abilità che permettessero di evolvere il loro rapporto in una forma simbiotica. Il grosso del lavoro, aggiungendo l'abilità maturata di rendere parte del proprio corpo della stessa materia di cui era fatta la bambina, era fatto. O almeno, queste erano le sue speranze e aspettative. Nella pratica, erano bastati un paio di tentativi per comprendere che i risultati ottenuti finora non facevano alcuna differenza. Quando tentava di "fondersi" con sua sorella, il risultato era sempre e comunque il solito addormentamento di quest'ultima. Non c'era modo, apparentemente, di mantenere quell'equilibrio necessario a produrre l'effetto desiderato. O forse non ci aveva nemmeno mai provato davvero.
    Stiamo sbagliando tutto.
    Annunciò a Nay, più pensieroso che preoccupato. Ai suoi occhi era comparsa una variabile che inizialmente aveva dato per scontata, ma che in effetti non lo era. Anzi, addirittura era il contrario di come avrebbe dovuto e aveva ostacolato i loro progressi per tutto il tempo. Sin dall'inizio aveva compreso e pianificato la necessità di equilibrio tra le due entità coinvolte e in un certo senso l'addestramento portato avanti finora era stato proprio diretto a quello, una specie di passo per avvicinarsi a Nay. Quello che aveva messo in pratica nell'aspetto corporeo, tuttavia, non era stato ripreso parlando di anima. Nonostante tutte le belle parole sul fare questa cosa insieme, sul concreto contributo che lei avrebbe dato e sulla parità dell'apporto di entrambi, la loro relazione continuava ad essere piuttosto sbilanciata e paternalistica. In maniera del tutto giustificabile, Rin continuava a vedere sua sorella non come un'alleata ma più come qualcosa da proteggere, preservare, un essere fragile ed effimero. Il che, in un certo senso, era pur vero, ma del tutto controproducente per il loro progetto. Se voleva fare in modo di dare a Nay una "nuova vita", era necessario per lui cambiare radicalmente paradigma e riconoscerle più forza e possibilità di quanto avesse mai fatto in passato. Limitandosi a sfruttare le loro capacità di simbiosi in maniera tradizionale non sarebbero mai andati da nessuna parte: Nayra avrebbe continuato a dormire dentro Rin e lui a essere una sua mera incubatrice, pur trasformando tutto il suo corpo nella stessa materia della sorella. Dovevano davvero essere insieme. Nel senso più esistenziale possible.
    Quando ti prendo per dormire dentro di me... tu non dormire. Nel senso, lotta contro il sonno. Dimenati, agitati, fai come vuoi! L'importante è che non ti lasci addormentare. Tanto tu non ne hai bisogno in realtà, dico bene? Sei grande, ormai, e puoi resistere!
    Stuzzicata nell'orgoglio, Nay convenne sulle sue possibilità di farcela e si dichiarò pronta. In effetti il grosso del lavoro doveva farlo lei, in questa fase: quale che fosso il modo in cui si sarebbe comportata e le conseguenze sul Flusso della sua anima, a Rin sarebbe bastato bilanciarlo con interventi opposti, in modo del tutto simile a quanto aveva imparato a fare durante l'ultimo incontro con lo Spirito del Rancore. Naturalmente per la bambina, per nulla abituata a quelle pratiche o a sperimentare direttamente abilità "da ninja", l'inizio fu tremendamente scoraggiante. Per quanto si impegnasse, il sonno aveva sempre la meglio su di lei e proprio non riusciva a uscirne vincitrice. Ci vollero ventiquattr'ore precise prima che, finalmente, Nay riuscisse in qualche modo a "sbloccarsi" e a fare il suo ingresso nel corpo di Rin in modo completamente cosciente.
    È stranissimo!
    La sentì esclamare, quasi come se si trovasse in una stanza dentro il suo corpo, abbastanza grande da generare eco.
    Va tutto bene, piccola?
    Parlò, stupidamente, ad alta voce. In effetti, essendo momentaneamente compresenti nello stesso essere vivente, era altamente plausibile che lei potesse sentirlo anche solo utilizzando il pensiero. Erano in grado di farlo quando erano separati, perché non adesso? Una conclusione che raggiunse il ragazzo dopo qualche tempo, comunque, perché istintivamente cercò di comunicare con Nay come se si trattasse di un fantasma nascosto chissà dove nel salotto. Si guardava pure in giro come a cercare il punto in cui avrebbe potuto udirlo meglio.
    Sì! Mi sento bene, è tutto caldo e morbido qui! Però non c'è nulla, sembra noioso. Rin, dove sono? Siamo fatti così dentro? E allora dove va a finire quello che mangiamo? Prova ad aprire la bocca, magari illumina qualcosa!
    Credo sia un po' diverso, Nay. Sei nella mia anima più che nel mio corpo. Anche se aprissi la bocca, in ogni caso, non credo potresti vedere il mondo esterno. Non c'è proprio nulla attorno a te? Prova a usare tutti i sensi.
    No... non mi sembra. È tutto buio e silenzioso e.. aspetta.
    Nayra rimase in silenzio per un numero interminabile di secondi, tanti che l'apprensione di Rin raggiunse alti livelli e iniziò a muoversi a disagio.
    Nay? Sei ancora lì? Che succede?! Nay!
    Sì, sì, sono qui. È che c'è un... coso.
    Un coso? Che tipo di coso?
    Sembra come un... non lo vedo. Però hai presente quelle cose trasparenti che si usano per avvolgere il cibo?
    Una pellicola?
    Sì, sì. È proprio qui di fianco a me. Riesco a toccarla. Ora provo ad afferrarla e tirarla via, magari vedrò qualcos- ah, ma mi sta avvolgendo la mano.
    Cosa?! No Nay, non toccare! Non sappiamo cosa sia!
    Non sembra brutto. Però è una sensazione strana... se lo spingo cosa...?
    Ferma! Non farlo! Esci subito di lì!
    Non sapeva cosa fare, era preso dal panico. Non aveva calcolato bene i rischi di quell'operazione e adesso erano nei guai. Sarebbe rimasta bloccata lì dentro per sempre? Le aveva tolto quel poco di libertà che le era stata concessa! Forse sarebbe successo anche di peggio e allora... non poteva rimanere solo. Non voleva. Nay era l'unica famiglia che gli rimaneva e se le fosse capitato qualcosa allora lui... si sedette per terra, iniziando a respirare con fatica; la testa gli girava. Con gli occhi cercava ancora la sua piccola con lo sguardo, la mano sinistra si strinse al petto come se potesse prenderla e strapparsela via dalla carne. Ma l'aveva detto lui stesso: erano legati nell'anima. Non sarebbe bastato così poco per liberarla da quella prigione. Il suo cervello partì a mille all'ora per cercare una soluzione che sciogliesse quell'anatema che lui stesso aveva lanciato. C'era un modo per separare due anime? Era in grado di creare dei frammenti più o meno duraturi, ma di scindere due essenze differenti... oltretutto, non era detto che qualsiasi suo tentativo avrebbe avuto successo. Fondersi con Nay aveva richiesto la sua collaborazione, per cui era assolutamente plausibile che essa fosse necessaria se non fondamentale anche per l'operazione inversa. Mentre elucubrava e perdeva sempre più la speranza di trovare una via d'uscita, la sua mano destra ebbe un fremito. Un tremore rapido e passeggero, che tuttavia destò la sua attenzione. Senza che lui facesse nulla, l'arto cominciò a sollevarsi, trascinandosi dietro anche il polso e l'avambraccio. Sembrava esserci una mastodontica fatica dietro a quel movimento, come se all'improvviso alla sua carne si fosse sostituito del piombo. Il che era ancora più ironico, considerato che in quel momento la parte interessata era poco più che aria compressa. Durante le prove di fusione aveva sempre tenuto attiva la sua "forma Nayra" proprio perché non sapeva come il corpo avrebbe reagito alla compresenza di due anime. Considerato che inizialmente non c'era stato alcun effetto percepibile e che era subentrato il panico dovuto all'allarme lanciato da sua sorella, non ci aveva più fatto caso. In effetti, però, non era mai tornato alle sue fattezze naturali.
    Rin? Mi senti?
    Nay, sì! Cosa succede? Stai bene? Dove sei? Perché non hai più parlato?
    È stato tutto un po' strano e non ho capito bene. Stavo spingendo la pellicola e poi mi ci sono praticamente infilata dentro e adesso... non so, non vedo più nulla di nuovo, però mi sembra di potermi muovere come sempre. Solo mi sento tutta appesantita, come se avessi qualcosa legato ai piedi.
    Gli ingranaggi cerebrali di Rin si rimisero in moto, macinando informazioni verso una soluzione piuttosto ovvia ma che, considerata la situazione, ci mise un po' a prendere forma.
    Nay, fammi un favore. Puoi spostarti verso destra?
    Mh? Sì. Credo. Anche se non so bene se la destra sia di qui...
    Con una certa titubanza, la mano ricominciò a muoversi nella direzione indicata. Era ridicolmente lenta e percorsa da continui spasmi che la facevano sembrare piuttosto malconcia. Eppur si muoveva. Finché non fu costretta a fermarsi, almeno.
    Non riesco più, Rin. C'è qualcosa che mi blocca, come un muro invisibile. È una cosa brutta?
    Un ampio sorriso si fece largo sul viso dello shinobi, che osservò con sorpresa ed entusiasmo come la sua mano si fosse bloccata contro lo schienale del divano su cui lui stesso era appoggiato. Nay si era spostata fino a incontrare un ostacolo e anche se non poteva vederlo, percepiva che non avrebbe potuto proseguire.
    Piccola mia, non so come dirtelo, ma... sei dentro di me. Sei nella mia mano. La stai muovendo Sei la mia mano! Ce l'abbiamo fatta!
     
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    Un po' da qui e un po' da là

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    I progressi erano stati piuttosto lenti e complicati. Avevano imparato abbastanza in fretta come fondersi e separarsi e pure come farlo in maniera piuttosto rapida; al contrario, però, la padronanza da parte di Nay delle sue nuove possibilità era stata più problematica del previsto da raggiungere. Non che gliene si potesse fare un torto: per lei era come imparare tutto daccapo, ma con una consapevolezza molto diversa da quella di un neonato. Poteva percepire chiaramente le sue mancanze e le differenze rispetto a ciò che presumeva fosse la norma. Ciononostante, nello stile che la contraddistingueva, non sembrava mai perdersi d'animo e accettava ogni nuovo limite impostole dal corpo di Rin come una sfida, piuttosto che una sconfitta. Inizialmente, dovettero ammetterlo entrambi, i suoi movimenti erano decisamente inappropriati e insufficienti, soprattutto considerato che il suo controllo si estendeva alla sola mano o al massimo all'avambraccio. Era una sensazione indescrivibile, per Rin, quella provata quando Nay ne assumeva il dominio: come se il suo volere fosse condizionato da quello di lei, per cui l'arto sembrava dotato di vita propria seppur in qualche modo ancora connesso al suo originale proprietario, visto che poteva percepire da esso ogni sensazione tattile. A onor del vero, pensandoci bene, doveva essere piuttosto complicato per la sorellina muoversi in uno spazio senza poter utilizzare la vista. All'inizio non rappresentò un grosso problema, visto che i loro esercizi si concentravano prevalentemente su movimenti ampi, semplici e volti a far acquisire a Nay una grossolana idea di come compierli. Con il passare del tempo e l'affinarsi delle sue capacità, però, questo ostacolo si era fatto sentire con più prorompenza. Passi la fase in cui dovette apprendere a muovere le dita una per una e poi in maniera coordinata, e pure il periodo necessario a recuperare alcuni dei gesti più comuni come un semplice saluto (che tra l'altro comportò un concreto rischio per Rin di slogarsi il polso vista la scarsa delicatezza dei primi tentativi); presto o tardi, dovettero mettersi alla prova nella manipolazione di oggetti. In questo frangente i rallentamenti furono notevoli. Il bilancio definitivo delle vittime ammontava a sette bicchieri, due piatti, una zuccheriera e una maglietta irrimediabilmente macchiata nel tentativo di mangiare. Il modo in cui Nay gestiva la sua parte di corpo era troppo impreciso per permettere anche solo di afferrare un oggetto, inizialmente, e nonostante la guida vocale di Rin non era sicuramente facile per la bambina orientarsi senza fare danni. Anche la forza della presa era piuttosto carente, per non parlare della mobilità fine delle dita che raramente si adattavano alla forma degli oggetti, tanto che lo shinobi pensò di rivolgersi a un ospedale. Avrebbe potuto chiedere l'aiuto di un professionista nella riabilitazione motoria, dal quale farsi consigliare esercizi da eseguire a casa per potenziare le funzionalità della mano. Col senno di poi fu un'idea brillante che fece far loro passi da gigante, non solo nella gestione pratica ma anche nella porzione di corpo da poter lasciare al comando della bambina. Nella sola settimana successiva Nay riuscì ad inglobare nelle sue aree di competenza prima l'intero braccio destro, spalla compresa, per collegarsi lungo una sottile linea sul fianco anche alla gamba. Questa rappresentò di nuovo un grosso ostacolo, non tanto per la mobilità quanto per la coordinazione che era per forze di cose imprescindibile da quella sotto il controllo di Rin. Dopo un periodo di stallo piuttosto scoraggiante, decretarono entrambi che una pausa avrebbe fatto loro bene e che potevano, per il momento, porsi questo come limite alla "trasformazione" di Nayra, che comunque non ne sembrava affatto delusa.
    Come ricompensa per tutto il suo impegno, Rin accordò un incontro con le Sfingi. Non solo qualche Femi, stavolta: all'appello avrebbe risposto anche la saggia Ife, che pareva avere una particolare predilezione per la bambina.
    Ma sono morbidissimissimissime!
    Esclamò Nay, complimento che Rin si premurò di riferire alle sue compagne. Non aveva mai riflettuto sul fatto che non avesse mai potuto sentirne la liscezza del pelo e le creature ne parevano contente: le Femi si misero a fare delle rumorosissime fusa, mentre Ife ringraziò con una certa grazia ed educazione. Era un incontro atipico rispetto al solito. Avendo a disposizione soltanto un braccio e al più una gamba, non era possibile per le due parti giocare a nascondino o agli indovinelli come al solito, ma le Evocazioni sembravano apprezzare la novità di poter essere accarezzate e coccolate con tutta la delicatezza e meraviglia che la bambina era in grado di imprimere nel gesto. La studiosa, Ife, si era mostrata particolarmente interessata al funzionamento della trasformazione e ben presto si era persa in lunghissime chiacchiere con il ragazzo. A causa di questa piacevole discussione, Rin perse completamente il senso del tempo e si ritrovò completamente stremato a fine giornata. Questo servì a ricordargli che, sebbene la fusione delle anime non richiedesse chissà quale dispendio energetico, lo stesso non si poteva dire per il mantenimento della composizione "ventosa" del suo corpo. Un punto su cui avrebbe dovuto lavorare duramente in futuro, dato che il suo chakra non era infinito ed era possibile che Nay non si accorgesse del momento i cui sarebbero arrivati agli sgoccioli.
    A distanza di quasi un mese dall'inizio di quel progetto, il grande giorno era arrivato. Si erano impegnati parecchio nell'affinare la padronanza di Nay dei movimenti delle varie parti del corpo e spesso avevano ricoperto anche aree più estese del previsto. Tutto faceva prospettare il meglio, insomma, ma nella pratica non avevano mai effettivamente tentato un controllo combinato del corpo intero. La testa, bene o male, era sempre stata unicamente di competenza di Rin. Era la parte più rischiosa senza ombra di dubbio e sarebbe potuta finire in disastro totale. Se tale doveva essere, però, perché non concludere con il botto? I due fratelli avevano risalito, ognuno a modo suo, l'altissimo palazzo in cui era situato il loro appartamento fino a raggiungerne la vetta. In equilibrio su quella sottilissima antenna, potevano osservare dall'alto quasi tutto il Villaggio: erano pochi gli edifici che sovrastavano la loro casa.
    Sei pronta?
    Domandò Rin, già ormai zuppo di pioggia. Nay si prese un po' di tempo per svolazzare nei dintorni, osservando per bene il panorama sottostante. A dispetto di quello che il ragazzo avrebbe pensato, nel suo sguardo c'era una certa sicurezza. Tornò presto da lui, piazzandoglisi davanti alla faccia.
    Sono pronta. Tu sei pronto?
    Sì, piccola mia. Mi fido di te.
    Anche io mi fido di te, Rin.
    Facciamolo insieme, ok?
    Sempre insieme.
    Fluttuando attorno al capo dello shinobi con una spirale, Nay si distese a braccia conserte sulla sua testa e chiuse gli occhi. Entrambi fecero un sospiro profondo: Rin sapeva che sarebbero bastati un paio di secondi perché tutto finisse. In un modo o nell'altro.


    Fu una sensazione indescrivibile quella che gli attraversò il corpo, dai piedi fino alla punta dei capelli. Come se si fosse immerso in un oceano invisibile, si sentì incredibilmente più leggero, quasi come galleggiante. Non erano acque torbide o gelide quelle in cui si trovava, ma un mare quieto e pervaso da un confortevole tepore. Soprattutto, per nulla vasto e solitario: quasi lo tenesse per mano, Nay era una presenza costante che lo accompagnava in quell'esperienza. Era molto diverso da com'era solito percepire gli altri tramite i suoi sette sensi; si trattava più che altro di una consapevolezza innata, lo stesso sentore viscerale che fa dire ad ognuno "sono qui, sono io". Ed era "io" e "Nayra" assieme. Sentiva di poter controllare braccia e gambe esattamente come prima, ma con una presa più delicata e condivisa da qualcun altro, quasi lo aiutasse a muoversi senza tuttavia imporsi. La sensazione fredda dell'antenna sotto i piedi nudi diminuì in fretta e presto scomparve, perché nella sua nuova forma Rin si trovò a fluttuare a poca distanza da essa. Si sentiva accarezzare da una brezza sottile, che a tratti gli scivolava addosso e a momenti lo attraversava permeandogli le carni, se ancora così si potevano chiamare; il tutto in un moto senza sosta, ma non per questo spiacevole. Anzi, era una sensazione piuttosto familiare pur non avendola mai provata. Si concentrava soprattutto sui capelli che, allungatisi di molto rispetto alla chioma originale, galleggiavano lisci e disordinati come alghe sul fondale. Riaprì gli occhi lentamente, notando prima come le proprie fattezze fossero mutate in linee molto più aggraziate, femminili, e come la sua pelle si fosse fatta più evanescente, traslucida, tanto che a volte riusciva a vederci attraverso. Spostò poi lo sguardo sulla città che aveva imparato a chiamare casa, riconoscendola e al tempo stesso vedendola in modo del tutto nuovo, pieno di meraviglia, quasi non l'avesse visitata per anni. Distese di poco un braccio, con il palmo rivolto verso il cielo, e si soffermò sulle gocce la cui picchiata veniva interrotta dalla propria mano, su come l'impatto generasse una sensazione che dalla pelle raggiungeva il proprio cervello.
    Non è più nero.
    Disse, con voce graziosa e acuta. Un sorriso gli si dipinse sul volto.
    Ora vedo. E sento, Rin. Io... io sono... reale! Sono viva!
    Presa dall'entusiasmo, Nay fece compiere al corpo una piroetta su se stesso, rischiando di perdere l'equilibrio.
    Woah, vacci piano, piccola.
    Le consigliò Rin, con timbro più grave, riassestandosi prima di precipitare e decretare il loro epilogo.
    Sei stata molto brava, ma dobbiamo ancora prenderci la mano. Se vuoi giocare un po', ti lascerò fare tutto. Mi farò sentire se ci sarà bisogno. Solo... fai attenzione, va bene?
    Promesso.
    Con occhi vispi e curiosi Nay esaminò il mondo circostante, cercando qualche appiglio che avrebbe potuto raggiungere con sicurezza. Rin le aveva spiegato che, a differenza di com'era abituata, nella sua nuova forma non avrebbe potuto svolazzare a suo piacimento. Tuttavia, era plausibile che la materia di cui era formata le concedesse ampia libertà di movimento. Nel dubbio, le aveva consigliato di ascoltare il proprio corpo: nessuno più di esso avrebbe saputo porle dei limiti e istruirla sulle possibilità. Se la sentiva di fare un salto di una ventina di metri? Sì! E allora ecco che, in maniera naturale e sorprendente allo stesso tempo, flesse le gambe per darsi lo slancio e raggiungere quel piccolo terrazzo poco più in basso. Atterrò in modo grazioso e delicato, senza produrre il minimo rumore anche perché... i suoi piedi non toccarono mai terra. Restò in attesa per un momento, piena di stupore, osservandosi il corpo e le mani. Si piegò per avvicinarne una al pavimento bagnato che... ehi! Era bagnato! Poteva sentirlo sulla pelle, che bello! E quella sensazione era freddo, giusto? Il suo cuore si colmò di gioia ed entusiasmo e le sue bracci si risollevarono verso l'alto, aperte in direzione del cielo. Mentre si lasciava colare sulla faccia la pioggia autunnale, si abbandonò a una risata cristallina e genuinamente felice. Rin ce l'aveva fatta! L'aveva fatta tornare quasi normale!
    Wohooooooooooooooooooooo!
    Gridò lieta, gettandosi all'indietro e compiendo un arco nel vuoto per poi riscendere in picchiata. Aveva individuato un balcone, ancora più giù, che avrebbe raggiunto altrettanto facilmente. Vi atterrò a gambe larghe, come una rana, e con occhi decisi e vivaci individuò immediatamente il prossimo appoggio su cui balzare. Sentire l'aria sfrecciarle sulla pelle, una brezza vera e non semplicemente quella che illusoriamente le smuoveva capelli e vestiti, era qualcosa di totalmente nuovo e di cui non aveva proprio memoria. Si divertì a correre qui e là, compiendo ampie planate da un palazzo all'altro e ridacchiando quando per sbaglio spaventava un uccellino o un gatto appisolato ad un davanzale. Aveva una meta stabilita, qualcosa che sognava di fare da tantissimissimo tempo, e per farlo doveva percorrere interamente il Villaggio. Lo attraversò in pochissimi istanti, quasi stupendosi della sua velocità, e si bloccò soltanto quando dinnanzi a lei si presentò una voragine in corrispondenza di una piazza. Una trentina di metri la dividevano dal prossimo edificio, una distanza ben maggiore rispetto a quelle saltate finora. Un po' per istinto di volo, un po' per mettersi alla prova, Nay si concentrò cercando di ricordare al proprio corpo come si facesse a fluttuare. In pochi secondi un'energia vorticosa e formicolante la pervase interamente e, prima che suo fratello potesse metterla in guardia con un "No!", i suoi piedi si erano staccati dalla balaustra proiettandola dall'altra parte della piazza. Raggiunse agilmente la nuova tappa, rinvigorita da nuovo entusiasmo e solo lontanamente sollevata dal non essere precipitata fracassandosi più che plausibilmente le ossa. Rin si tacque di nuovo, ma decise di rimanere un po' più all'erta per prevenire altri colpi di testa della sorella. Fortunatamente Nay decise di comportarsi bene, da quel momento in poi, e in breve tempo si lasciarono alle spalle gli alti palazzoni di Ame per raggiungere un piccolo boschetto ai margini del Villaggio. Coperta dalle chiome degli alberi, si inoltrò timidamente osservando tutto ciò che la circondava con occhi nuovi; in tutti i sensi. Istintivamente allungò un braccio verso un tronco, come per appoggiarvisi, ma non appena vi entrò in contatto ritrasse la mano. Era ruvido al tatto e non ricordava cosa volesse dire. Ridacchiò sommessamente per essersi spaventata per così poco e si avvicinò nuovamente, osservandolo più da vicino: una lunga linea di formiche lo stava risalendo. Il suo naso fu raggiunto velocemente dall'odore del legno umido e del muschio che cresceva sulla pianta e questo le ricordò perché era voluta uscire da Ame. Si voltò e iniziò a correre, lasciando che l'erba le solleticasse le piante dei piedi nudi, cercando dei riferimenti per un luogo in cui era stata molto tempo prima, con Kiryan e le Farfalle. Purtroppo nemmeno stavolta la sua memoria sembrò essere di aiuto, ma fu quasi la foresta stessa a guidarla verso la sua metà sicché, in poco tempo, sbucò nella radura che stava cercando. Era esattamente come la ricordava, o almeno di ciò si era convinta. I fiori che ne tappezzavano il prato erano scuriti dalla pioggia, con l'unico risultato di rendere leggermente più cupi i toni di quel dipinto naturale. Piena d'entusiasmo, ci si gettò letteralmente in mezzo, danzando e piroettando tra i petali. Rise di gusto, scaldando il cuore che condivideva con Rin, e si perse a giocare in quel luogo solitario e familiare fino a terminare il fiato. Stanchezza, ecco come si chiamava. A modo suo, era bellissimo provare anche quello! La sua bocca si era aperta da sola e poteva sentire l'aria entrare e uscire come se fosse più spessa. Continuando a sorridere, si accovacciò per avvicinarsi ai fiori e, chiudendo gli occhi, inalò profondamente il loro delicato profumo. Aveva sognato di farlo per così tanto tempo che il suo cuore iniziò a battere all'impazzata e le parve quasi di avere delle allucinazioni. D'improvviso non si sentì più sola: non nel senso inteso fino a quel momento, di simbiosi vitale con Rin. Era più come se attorno a lei ci fosse qualcos'altro, qualcun altro che le stesse facendo sapere di essere lì per quanto debolmente. E più passava il tempo, più le sembrava di avere chiaro chi fosse e dove si trovasse. Incuriosita da quella situazione, decise di seguire quell'istinto. Si risollevò in piedi, con un sorrisone ancora stampato sul volto, e guardandosi intorno si lasciò guidare dalla "voce" che la stava chiamando saltellando allegra nella sua direzione.

    Forse fu semplicemente la dimestichezza sempre maggiore che Nay stava assumendo con la sua nuova forma, oppure era dovuto alla particolare apprensione di Rin che aveva influenzato la composizione del corpo semi-materiale. Non era semplice spiegare perché la bambina avesse sviluppato naturalmente la Percezione e perché si fosse manifestata proprio in quel prato fiorito. Non era nemmeno chiaro, visto le conseguenze, se fosse stato un bene o un male.
    Nay continuò a zompettare come un'allegra cerbiatta, inoltrandosi ancor più a fondo nel bosco, fino a quando le parve di sentire qualcosa anche con l'udito. Un suono decisamente lieve, a malapena distinguibile dal battito della pioggia sulle foglie. Stava nella stessa zona della presenza che si era fatta viva fino ad allora! Si trovava dietro l'angolo, nascosta da un tronco di poco più robusto degli altri. Ormai in preda a un'incontenibile smania di conoscerne la natura, voltò l'angolo.
    Rei?

    Rei le stava simpatico. Era un tipo un po' strano, sì, e per qualche motivo era sempre stata convinta che Kiryan non ci sarebbe mai andato molto d'accordo. Tuttavia, sapeva anche che era stato molto gentile con Rin e che era suo amico. Aveva avuto occasione di incontrarlo solo un paio di volte, ma a parte quella strana sigaretta che fumava sempre e che sembrava farlo ridere molto, l'aveva inquadrato come un ragazzo a posto. E poi le aveva detto che aveva dei capelli bellissimi! Non poteva essere cattivo!
    Rei le stava simpatico. Per questo motivo rimase pietrificata quando lo vide accasciato con la schiena al tronco dietro al quale era stato nascosto fino ad allora, pieno di lividi e con una lunga linea rossa che gli attraversava di sbieco il petto, dalla quale continuava a colare quello che aveva imparato a riconoscere come sangue. Il suo viso era così martoriato da essere deforme, il naso era spaccato a metà e uno dei piedi era rivolto verso una direzione che non era assolutamente giusta e naturale. Durante quella manciata di secondi che parve durare secoli, Nay riconobbe nel respiro debole di Rei il suono che aveva udito poco prima, e nella sua presenza vitale praticamente inesistente il segnale che l'aveva condotta da lui. Una voce lontana nella sua testa le instillò il terribile dubbio che lui stesse...
    Un suono la distrasse per un momento e spostò il suo sguardo verso un'altra presenza, stavolta ben più evidente e vigorosa. Era un uomo piuttosto robusto, dai capelli completamente rasati e due profondi occhi neri. La sua intera espressione era contorta in un terrificante sorriso sadico che ne accentuava le rughe espressive e le labbra sottili. Sembrava particolarmente eccitato nonostante avesse un brutto ematoma alla guancia sinistra e i suoi vestiti fossero macchiati di sangue. Proprio nel posare lo sguardo su di essi Nay vide un ciondolo il cui pendente era stato forgiato a forma di cerchio con un triangolo inscritto. Tra le mani portava una falce dalle lame rosso sangue, molto simile a quella che aveva visto ogni tanto sulla schiena di Rin ma che ora aveva un aspetto molto più inquietante. Un brivido le percorse interamente la schiena e cominciò a tremare visibilmente. Una forte fitta alle tempie la travolse e lacrime luminose iniziarono a sgorgarle dagli occhi. Il rumore della pioggia e il freddo parvero qualcosa di molto lontano e il mondo attorno a lei prese a girare come una trottola. Il respiro si fece spezzato e persino i suoi pensieri assunsero un suono rotto, interrotto da singhiozzi.
    Quella cosa- Io so co'sè- Aiuto- Non mi piace- Non voglio- Farò la brava- Io lo giuro- Ki-
    NAYRA!

    L'anima di Rin fu colta da un moto tumultuoso e cercò prepotentemente di prendere il posto della sorella sul controllo del corpo. Aveva riconosciuto anche lui i simboli Jashinisti e sapeva benissimo cosa sarebbe successo se non li avesse eliminati dalla vista della sua piccola negli istanti immediatamente successivi. L'agitazione palpabile di suo fratello, i dolorosi ricordi riaffioranti e quella strana e travolgente sensazione di cambiamento che le attraversò il corpo mandarono Nay nel panico, che cadde a terra in ginocchio tenendosi la testa tra le mani, in preda a lunghe urla di dolore e terrore. Riuscì, pur non volendolo, ad attirare l'attenzione dello sconosciuto che si voltò verso di lei con rinnovata bramosia di sangue. Commentò dicendo qualcosa che non raggiunse mai le orecchie della creatura di Vento, ma a Rin effettivamente non importava quale schifo potesse uscire dalla bocca di quell'essere. C'era solo un pensiero costante nella sua mente ed era di distruggerlo. Il modo in cui si rimise in piedi era del tutto diverso dalla grazia con cui si era mossa Nayra fino ad allora: i suoi muscoli erano tesi, la posa più impostata e guardinga. Anche lo sguardo, a modo suo, era mutato in qualcosa di più sporco e malevolo rispetto a quello della bambina.
    Evapora.
    L'uomo rise, mentre l'intera anima di Rin tremava in risonanza con quella di Nay. Era definitivamente stufo che quegli stronzi continuassero a tormentare le persone a cui voleva bene. Kiryan aveva trovato la sua pace a riguardo, ma i suoi crediti verso le bestie di Jashin non erano stati dimenticati. Nay doveva ancora pagare quel prezzo immenso e terribile quotidianamente e ora persino Rei era stato danneggiato dalla loro esistenza in questo mondo. L'uomo rise, inconsapevole che avrebbe avuto ancora molto poco tempo anche solo per respirare. Il corpo di Rin fu interamente pervaso da una tremenda tempesta, un uragano di chakra che crebbe velocemente dentro di lui fino ad arrivare sul punto di esplodere.
    Sollevò un braccio in direzione dello schifoso Jashinista.
    Per un attimo, gli parve quasi di sentire le dolci parole di quella creatura sussurrargli nell'orecchio.
    Un boato ruppe la quiete del mondo, come un tuono ruggente a ciel sereno, coprendo il suono delle ossa dello sconosciuto che si frantumavano e le sue viscere che schizzavano fuori dal corpo a causa dell'impatto con la potente tecnica di Rin. Non c'era stato nessun accanimento, nessuna chiacchiera inutile: il giovane voleva per l'uomo una morte quantomai rapida e ingloriosa. Doveva sparire dalla vista e dalla vita di Nay, prima di tutto. Il piacere di vederlo, in lontananza, riverso a terra più simile a un polpo rivoltato che a un uomo era solo secondario allo scopo. Non si curò troppo del disastro che l'Antico Livore aveva causato, lasciando chiara traccia del suo passaggio negli alberi incurvati e nel terreno divelto, nonché nel cadavere deforme dello schifoso. Sciolse immediatamente la fusione con Nayra, cosicché entrambi tornarono al loro aspetto originario e lui poté occuparsi della sua piccola che, ancora piuttosto scossa, si lasciò "mandare a dormire nel cuore di Rin", dove si sarebbe sentita al sicuro e (ma questa era più una semplice ipotesi del ragazzo) avrebbe potuto dimenticare ciò che aveva visto. Conclusa rapidamente quest'operazione, si gettò sul corpo in fin di vita di Rei. Era sparito perché gli avevano affidato una missione? Come si era imbattuto in quel Jashinista e come aveva fatto quest'ultimo a ridurlo in quello stato? Rei non era niente male come combattente... Lo sollevò con tutta la delicatezza possibile, tenendoselo in braccio in modo che non venisse sballottato troppo. Senza attendere oltre, scattò alla volta del Villaggio aiutandosi con tutte le tecniche che ritenesse utili per raggiungere l'ospedale più in fretta. Caricarsi di quel corpo sanguinante con in testa il solo pensiero di correre e salvarlo non fu esattamente un toccasana, andando a toccare tasti ancora molto cocenti e dolorosi visto com'era andata a finire l'ultima volta. Anzi, fu probabilmente la goccia che fece traboccare il vaso e accese in lui la decisione di farla finita ufficialmente, senza aspettare oltre. Era stato un chiodo fisso dalla morte di Kiryan, ma aveva sempre rimandato la messa in atto del suo progetto perché voleva essere più forte, più pronto. Sotto il tappeto di rabbia e vendetta era nascosta, difficile ammetterlo, una certa dose di paura: se avesse fallito, avrebbe trascinato con sé anche Nayra. Non poteva più ragionare solo per se stesso, ormai. Ciononostante, complici anche le parole dello Spirito che l'avevano sedotto convincendolo di essere una persona ormai nuova, non era più disposto ad aspettare.
    Avrebbe vendicato Kiryan e Nayra eradicando l'origine di ogni loro problema.
    Immediatamente.

    Per i salti più lunghi viene usata anche questa tecnica
    CITAZIONE
    Sylph: Volo della Fanciulla (Shirufu: Otome no Hikō)
    Tipo: Ninjutsu Fuuton
    La leggerezza e spensieratezza che caratterizza Nayra viene trasmessa al corpo di Rin quando questi due sono fusi insieme. Le capacità di volo della bambina, purtroppo, vengono inevitabilmente limitate dalla concretezza del corpo dello shinobi. Ciononostante, con la giusta concentrazione, i due riescono a riprodurre una capacità di salto incredibilmente più spiccata. Di contro, avvicinandosi maggiormente allo stato spirituale della bambina, la resistenza del corpo agli urti ne viene intaccata.
    [+40 Agilità solo per i calcoli di lunghezza dei salti]
    [-10 a Resistenza solo per i calcoli relativi alle cadute durante la tecnica]
    [Richiede Sylph attiva]
    [Sigilli: 0]
    Grado: A
    Consumo: 60 a salto

    Per nuclearizzare lo stronzo viene usata questa, con un bonus di 10 a For e Vel dovuti alla Proibita (quindi rispettivamente 130 e 116)
    CITAZIONE
    Arte del Vento: Antico Livore (Fuuton: Kodai no Akui)
    Tipo: Ninjutsu
    Tecnica ispirata ai poteri dello Spirito del Rancore, non paragonabile in pericolosità ma comunque temibile. L'utilizzatore genera una forte corrente di vento, una specie di tunnel che parte dal suo stesso corpo e si scaglia contro il bersaglio in linea con il suo braccio. A differenza di molte tecniche di quest'elemento, la tecnica non taglia ma danneggia tramite l'impatto con il potente flusso. Una volta generata, è possibile direzionare la corrente spostando il braccio, sebbene la grande forza che vortica al suo interno non renda possibili grandi movimenti. La corrente sarà però sempre e comunque in perfetta linea con l'arto.
    [La corrente ha Forza 120]
    [La corrente si muove con Velocità dell'utilizzatore +20]
    [La corrente è un cilindro di raggio pari a 5m e raggiunge una distanza massima di 20m]
    [Lo spostamento massimo possibile è di 5m dalla posizione perpendicolare del braccio]
    [La corrente può essere mantenuta per un massimo di 3 turni]
    [Il braccio deve rimanere teso per l'intero utilizzo della tecnica]
    [Sigilli: 9]
    Grado: S
    Consumo: 160 a turno
     
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    Demone incendiario

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    Molto bello, soprattutto il post finale. Voto massimo, proibita ottenuta.
     
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