Prima volta fuori

role con Kiria

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone puccioso

    Group
    Suna
    Posts
    834
    Powanza
    +42

    Status
    Nonostante l'avvertimento di mio padre, ero impaziente di risvegliare lo sharingan. Volevo essere in grado di difenderli, avere un'arma forte abbastanza da consentirmi di garantire loro totale protezione. Kuniyoshi mi avrebbe aiutato. Mi aspettava al campo di addestramento e mi guardava con attenzione, alla ricerca della minima esitazione che avrebbe compromesso l'allenamento. Io, tuttavia, ero pronto. C'erano dei rischi e Kuniyoshi fu meticoloso nel descriverli, ma non aveva importanza. Ero pronto, o almeno credevo di esserlo. Il mio maestro mi aveva rinchiuso in una serie di illusioni. Li avevo visti morire, quelli che amavo. Morivano e soffrivano e io ero impotente. Era poi toccato a me soffrire più e più volte: soffocando, soffrendo, bersino bruciando vivo.
    Il buio.


    Non ero brava con quella roba. Non lo ero mai stata.
    Troppo empatica, troppo coinvolta. Il buio mi aveva catapultata fuori dalla sua testa e di nuovo lì, nel Paese del Té. Il torace ossuto si espandeva e contraeva e io mi sentivo incapace di gestire il mio stesso respiro. Il volto, quello avevo imparato a controllarlo fino al muscolo più insignificante e allora riuscivo ad apparire come di cera, priva di vita, ma quel corpicino che respirava così animatamente non voleva smetterla di tradirmi.
    Soffronto tutti, gli Uchiha. Non solo quelli sporchi come me. Alcuni addirittura lo risvegliano per amore. Quello sconosciuto che avevo etichettato come classico-Uchiha-pieno-di-sé era persino una persona migliore di me, così desiderosa di difendere chi amava al punto da esser disposto a soffrire fino a quel punto.
    Cosa avevo fatto io? Perché avevo risvegliato lo sharingan?
    Forse per esibizionismo: volevo mostrare a mio fratello che ero degna del suo amore. Che egoista.
    La scoperta del suo dolore, nonché scoprirlo amico di quello che forse era anche un mio amico mi lasciò impreparata di fronte alla sua offensiva.
    Nonostante la confusione, riconobbi l'illusione sin dal primo istante. Perché era il mio campo di battaglia preferito, perché era uno dei primi genjutsu che Deichi mi aveva insegnato.
    Eseguii il rilascio.
    Dovevo fermarmi. Dovevo dire allo sconosciuto che Kuniyoshi era anche mio amico, che ero una persona buona e non volevo far del male a nessuno. Il pensiero di me come buona mi fece ridere.
    I tuoi occhi, devo ammetterlo, sono molto più interessanti dei miei. Dimmi un po’: quanto tempo mi stai concedendo prima di ribaltare l’illusione?
    Mi accorsi di guardarlo con astio. Lo invidiavo. Invidiavo la sua famiglia, la sua capacità di amare, l'avere il maestro vivo. Invidiavo la facilità con cui ero entrata dentro di lui e ciononostante sembrava io non lo avessi privato di nulla. Avrei voluto essere una persona migliore, ma ero solo una patetica sopravvissuta.
    Non ribalto questo genere di illusioni, e i miei occhi sono difettosi. Kuniyoshi ha fatto un ottimo lavoro con te, ma se non vedi l'ora di buttare la tua testa tra le mie mani devi aver appreso davvero molto poco dalle tue sofferenze.
    La mente navigò avida tra le illusioni che conoscevo. Gli sorridevo vuota, come uno spaventapasseri inespressivo con i denti bianchi in vista, e dentro stavo morendo arsa viva da un bruciore che partiva dallo stomaco e pareva in grado di affondare radici ovunque. Arrivava alla testa e scavava nei ricordi vietati. Gli occhi divennero lucidi.
    Tutto quello che sono, tutto quello che so fare... è far soffrire.
    La voce ferma sarebbe servita da tramite per un'altra illusione, ben più aggressiva dell'Illusione dei Corvi utilizzata dal purosangue.

    CITAZIONE
    Hannibal
    Tipo: genjutsu
    Illusione in cui il bersaglio cade dopo aver ascoltato la voce di Kira e a patto che questa si trovi entro 10 metri di distanza dalla stessa. Questo genjutsu che crea nella vittima il ricordo di aver ucciso la persona più amata (anche se questa dovesse esser ancora in vita) per poi essersene nutrito partendo dalla lingua. La scelta della persona in questione spetta alla vittima, e non può in nessun caso venir designata dall'utilizzatore.
    Conseguenze di questa convinzione saranno un grande trauma, stordimento e sensi di colpa. Nei soggetti particolarmente deboli di mente questa tecnica può portare ad una marcata forma di pazzia.
    Mondo: Reale
    Bersaglio: Singolo
    Immobilità: Non Necessaria
    Stimolo: Uditivo
    Sigilli: 5
    Livello: B
    Costo: 70

    Serviva?
    Chiaramente no, ma vederlo soffrire mi avrebbe fatta stare meglio. Magari per un solo, misero istante saremmo stati entrambi orfani e la mia solitudine avrebbe trovato pace nella sua. La sera lui sarebbe tornato dai suoi cari, io al mio nulla.



    --

    Kiria Yami Uchiha
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
    16
    42
    38
    73
    69 4

    60
    56 4

    55
    65

    Post:
    2

    Potenziamenti:
    - Nessuno (in uso)

    Armi:
    - Nessuna (in uso)
    640/790
    -20 Illusione dei corvi
    -15 sharingan lv.4
    -70 Hannibal
    - 15 sharingan lv.4
    - 40 Dei ricordi: appropriazione
    Ferite:
    - Nessuna

    Stato Fisico:
    Ok (91,8%)

    Stato Mentale:
    Concentrato
    Chakra dai tonici: 0/400 - 0%Corruzione demone: 0/100Chakra naturale: 0/400 - 0%

     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone bicefalo

    Group
    Konoha
    Posts
    1,757
    Powanza
    +3

    Status
    A quanto pare quella strana tecnica sembrava non aver lasciato illesa neppure colei che l’aveva usata. Non sembrava averle arrecato danni evidenti e di certo non era dal viso di porcellana che Kawayama poteva evincere un contraccolpo su Kiria. Era il resto del corpo a comunicarglielo. Non fu un dettaglio immediato da cogliere ma quando il giovane si accorse di un respiro così anormalmente accelerato, si rese conto che qualcosa doveva essere successo anche a lei. Cosa, erano solo ipotesi, ma di concreto c’era che quella era la sua occasione per reagire e coglierla con la difesa abbassata. Sfruttando quel momento di spaesamento della Kunoichi, il Genin di Konoha cercò di ribaltare la situazione intrappolandola con un Genjutsu oculare. Il suo corpo venne dissolto dai corvi che si staccavano da lui fino a catapultare entrambi in un mondo illusorio identico a quello reale in cui si trovavano. Quello era il primo scontro tra Uchiha serio e il ragazzo percepiva una strana sensazione. Partendo dal presupposto che gli occhi di Kiria erano così diversi dai suoi e, nonostante il disegno dell’iride non avesse nulla a che vedere con quello visto negli occhi di Kuniyoshi, al ninja risultavano così simili se paragonati tra loro. E questo era un male perché se così fosse stato, allora era in guai seri. Quello era uno scontro vero non un allenamento con un parente o un membro familiare del Clan. Aveva incontrato una vagabonda di Suna che rinnegava le proprie radici eppure si era spinta tanto in là nello sviluppo dell’abilità innata che contraddistingueva il sangue del ventaglio bianco e cremisi.
    Kawayama doveva ammettere di sentirsi ancora un po’ confuso dalla tecnica subita. Non aveva ben chiaro cosa lei gli avesse fatto ma doveva essere riuscita a entrare in possesso di alcune informazioni custodite dentro la mente del giovane. Ripercorrere improvvisamente i ricordi di quando aveva risvegliato lo Sharingan, rivivere quelle sensazioni… Se anche lei le aveva appena vissute alla stessa maniera allora si spiegava la reazione del suo fisico. Ma si era fermata a solo quelle informazioni o aveva carpito anche qualcosa di cui il ragazzo ne era ignaro?
    Con arroganza l’Uchiha la spronò a capovolgere la tecnica ma Kiria non colse la provocazione, anzi… Dimostrò qualcosa di peggio. Illusioni così deboli lei non le ribaltava. Che cosa intendeva dire? Un attimo dopo la risposta giunse senza necessità di spiegazioni.
    La Kunoichi di Suna non tradì le aspettative temute di Kawayama e un attimo dopo l’illusione era sciolta. Questa era una di quelle situazioni in cui il ragazzo detestava aver ragione. Se Kiria aveva sciolto con tanta facilità la tecnica, probabilmente il Genin non aveva possibilità di competere contro di lei. Poteva sperare in un confronto fisico… Se solo fosse riuscito a raggiungerla. Se davvero il suo avversario aveva raggiunto lo stadio superiore del terzo livello dello Sharingan, forse non poteva competere nemmeno in uno scontro corpo a corpo. Aveva notato che comunque, passato il momento di confusione per la tecnica subita, mente e corpo stavano tornando ad essere operativi. Poteva essere il momento opportuno per colpire, ma con che cosa? Non aveva con sé abbastanza armi da poter costruire trappole efficaci e l’assenza di filo rendeva impossibile anche solo usare la tecnica del Mulino Sharingan per bloccarla da qualche parte. Doveva ragionarci sopra e fare attenzione; Kiria non era da sottovalutare nemmeno per sbaglio.
    Kawayama notava che la sua avversaria non era una di molte parole ma quando apriva bocca forniva comunque una serie di informazioni capaci di confonderlo o di spiazzarlo. Che fosse una sua tattica anche quella? Lui non aveva mai parlato di Kuniyoshi, non apertamente, e mai aveva fatto il suo nome nemmeno al villaggio dopo il risveglio dello Sharingan. Eppure lei conosceva il nome del Sensei. Forse l’aveva carpito da quelle visioni? Sì, per forza di cose. Come poteva, per quanto una rinnegata della Foglia, conoscere Kuniyoshi? Le età non dovevano combaciare e lei sembrava essere proprio una ragazzina molto più giovane di lui che aveva appena vent’anni mentre il sensei era suo coetaneo...
    Quelle sarebbero state domande poste al momento opportuno. Ora doveva solo pensare a colpirla in qualche maniera. Le Illusioni erano scartate vista la sua capacità in quel campo e la scarsa pratica dell’Uchiha. Poteva simulare un attacco frontale, usare la tecnica dello stormo di corvi per confonderla e colpirla di sorpresa da qualunque direzione. La tecnica della moltiplicazione del corpo, con lei, era inutile. Avrebbe subito trovato il corpo originale ignorando le copie.
    Siamo ninja, dopotutto. Dovresti saperlo anche tu: le sofferenze ci forgiano per farci superare quelle che seguiranno. Se dopo aver risvegliato il mio Sharingan avessi smesso di fare il ninja per paura di soffrire, allora avevo sbagliato tutto fin dall’inizio.
    E con il kunai alla mano Kawayama partì all’attacco cominciando a correre verso Kiria pronto a usare la tecnica come diversivo per disorientarla. Ma ciò non accadde. Lei parlò. Lo minacciò. E per qualche oscura ragione il Genin si fermò interrompendo così la sua carica. Cos’era successo? Cos’era quella sensazione?
    No… Non può essere…
    Nella sua mente stava emergendo qualcosa. Un ricordo. Ma com’era possibile? Kawayama era confuso e stava iniziando a tremare. Più le immagini si facevano vivide e chiare più iniziava a sudare freddo, colto da spasmi muscolari per lo shock. Perché sua sorella era nella sua mente? La chiamava nella sua mente e questo si rifletteva anche nella realtà.
    Kyouko…
    Perchè era a terra in una pozza di sangue? E perché il sangue di Kyouko era sui vestiti di suo fratello e sul kunai che stava impugnando? Cos’aveva fatto?! Perché?!
    Gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime, incapace di controllarsi. Ma ciò che nella sua memoria accadde fu peggio. Quella scena di lui che si avvicinava al viso della sua amata sorellina.
    NOOOOOO!!!!
    Urlò in preda al panico innanzi ad una scena così raccapricciante. Gli venne da vomitare. Si accasciò a terra, in ginocchio, con la faccia ad un palmo da terra. L’odore dei acidi gli bruciava il naso e gli occhi che con lo Sharingan si erano fatti ancor più rossi.
    Non poteva essere. No c’era qualcosa di sbagliato in tutto quello. Lui voleva bene a sua sorella. Amava Kyouko. Aveva ottenuto il potere degli Uchiha proprio per proteggere lei. Perché avrebbe dovuto ucciderla e… e… Il solo pensiero lo fece vomitare di nuovo. Cercava di rifuggire quel pensiero. Di allontanarlo il più possibile da lui e dalla sua mente. Non poteva essere vero. Era stata quella ragazza. Doveva essere una sua offensiva di qualche genere. Quei ricordi non potevano essere veri. Quando era andato via per quel viaggio lei era viva…
    Lo sguardo disperato e distante, la mente sconvolta e tutto il corpo tremante. Le lacrime che rigavano il viso dell’Uchiha, impossibili da trattenere.
    Era lì davanti a Kiria, in ginocchio in una condizione pietosa. Se lei avesse voluto poteva fare di lui ciò che voleva: infilzarlo quante volte avrebbe voluto e lasciarlo lì per strada a morire o continuare a torturarlo fino a sfinirlo.
    No. Non sarebbe stata lei a colpirlo. Kawayama non le avrebbe dato quella soddisfazione. Qualunque cosa fosse, doveva scacciarla in qualche maniera e conosceva solo un modo.
    Con mani tremanti strinse il kunai che teneva in mano. Aveva paura? Sì, molta. Ma avrebbe cancellato anche quella se ci fosse riuscito. Qualcuno in accademia gli aveva detto che il dolore cancellava ogni cosa. Paura, illusioni… Era un doloroso colpo di spugna. Non sempre funzionava ma quando si era alle corde e non si avevano alternative, rimaneva l’unico drastico, folle tentativo di riprendere lucidità. Possibilmente senza darsi il colpo di grazia.
    Non doveva pensarci. Più ci pensava e più si bloccava mentre quel ricordo disgustoso di lui che uccideva la sorella e se ne nutriva non faceva altro che ucciderlo dentro. Fu un gesto rapido e non certamente indolore, anzi. La punta della sua arma si alzò per poi conficcarsi nella spalla sinistra. Il sangue schizzò macchiando i vestiti e il terreno.
    GWAAAAH!!
    I tremori ancora non si fermavano. Non sarebbe stata una pugnalata a cancellare in un istante una reazione fisiologica del corpo, anzi. L’adrenalina per la ferita non avrebbe aiutato. La mano che impugnava il kunai tremava con la lama nel muscolo provocando ancor più dolore e facendola sanguinare ancora di più. Il respiro affannato, completamente fradicio di sudore e la testa che girava come una trottola. Il mondo avanti ai suoi occhi sembrava avvolto in un turbine. Ma almeno aveva smesso di vomitare. La nausea sembrava diminuire, almeno quello.
    Ora non gli restava altro che combattere per non perdere i sensi e quella era una sfida personale. Non doveva soccombere davanti a Kiria. Avrebbe rievocato quella forza di volontà che aveva dimostrato quella volta con Kuniyoshi quando risvegliò lo Sharingan. Ma questa volta ne serviva molta di più. Dopo aver superato il quarto Genjutsu consecutivo Kawayama aveva perso i sensi. Ma quel giorno il ragazzo dovette combattere solo la paura di ciò che avrebbe comportato un allenamento tanto peculiare perché per il resto era nel proprio villaggio circondato da persone amiche. Adesso invece era lontano da casa con davanti una persona che volendo lo avrebbe ucciso da un momento all’altro.
    Provò ad alzare gli occhi ancora una volta. Tratteneva lo Sharingan a stento mentre guardava il volto di Kiria con difficoltà non riuscendo a mantenerne il fuoco. Non voleva darle la soddisfazione di vederlo cadere e arrendersi. Ma con che sguardo la stava guardando? Probabilmente lei la vedeva. Vedeva quella paura che quel ricordo così vivido non fosse frutto di una qualche tecnica di innesto ma fosse l’intollerabile realtà. Lui non voleva crederci ma quelle immagini e quelle sensazioni… Era come se l’avesse fatto davvero. Il sangue che colava dalla lama alla sua mano non faceva altro che richiamare una sensazione incredibilmente spiacevole mentre il suo animo era combattuto tra artefatto e realtà.
    Che … Cosa hai… Fatto…?
    Mormorò con un fil di voce verso Kiria. Aveva bisogno di una spiegazione. Voleva una prova che lo scagionasse. Probabilmente lo stava chiedendo alla persona sbagliata.

    Kawayama Uchiha
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
    4
    14
    14
    17
    17
    17
    +5 Sharingan Liv.1

    17
    +5 Sharingan Liv.1

    Post:
    - 3

    Potenziamenti:
    - Controllo del Chakra Liv. 1;
    - Attivazione delle tecniche: 3
    - Sharingan Liv.1;
    - Capacità di vedere fonti di chakra a 5 metri di distanza e attraverso oggetti spessi 35cm.
    - Capacità di trasmettere i Genjutsu di livello C tramite contatto visivo.
    - Il ninja è in grado di prevedere un paio di secondi prima la traiettoria dei corpi in moto, sempre che i suoi Riflessi gli permettano di avere una visione chiara (quindi bisogna seguire lo schema che si trova in Fondamentali).
    - Precisione: +5
    - Riflessi: +5
    - A patto che il livello dell'Uchiha (più eventuale specializzazione in genjutsu) sia almeno un livello superiore a quello del suo avversario (più eventuale specializzazione in genjutsu), egli potrà contrastare le illusioni di livello C spendendo una quantità di chakra pari a metà del costo della tecnica
    - si possono copiare tecniche di livello C a patto di avere e spendere 5 p.a. al momento in cui si vede la tecnica

    Armi:
    (Rimasti)
    -7 shuriken di ferro;
    -8 kunai di ferro;
    128/160
    - (5 Sharingan Liv. I);
    - (5 Sharingan Liv. I);
    - (17 Illusione dei Corvi;
    20-3 Spec. Controllo Chakra Liv.1
    )
    - 5 Sharingan Liv. I;

    Ferite:
    -Pugnalata spalla sinistra[Moderata];

    Stato Fisico:
    Leggermente stanco. Provato e scosso. Ferito alla spalla sinistra.

    Stato Mentale:
    Traumatizzato e confuso
    Chakra dai tonici: 0/400 - 0%Corruzione demone: 0/100Chakra naturale: 0/400 - 0%



    Edited by Ewan Flynn - 30/5/2021, 17:05
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone puccioso

    Group
    Suna
    Posts
    834
    Powanza
    +42

    Status
    Siamo ninja, dopotutto. Dovresti saperlo anche tu: le sofferenze ci forgiano per farci superare quelle che seguiranno. Se dopo aver risvegliato il mio Sharingan avessi smesso di fare il ninja per paura di soffrire, allora avevo sbagliato tutto fin dall’inizio.
    Perché ero diventata ninja? Perché avevo accettato di entrare nella ruota di sofferenze apparentemente senza scopo se non superare il dolore che verrà? Io non lo ricordavo più. Mentire, talvolta uccidere, nascondermi. Ero così vuota da riuscire a fare tutte queste cose con naturalezza e senza mai interrogarmi.
    Nel vedere Kawayama armato ebbi un sussulto. Impercettibile, giusto il piede sinistro che si era quasi mosso verso l'esterno in un'istintiva ricerca della fuga. L'illusione però fu sufficiente a fermare la sua offensiva.

    Trattenni il respiro in seguito alle sue grida. I miei occhi erano fissi su di lui e non notai neppure le mie stesse mani che si erano sollevate a mezz'aria nel tentativo di raggiungere le orecchie.
    Perché lo stai facendo? Cosa stai facendo?
    Sentivo il suo dolore, immaginavo me al posto suo mentre mi nutrivo di chi amavo e un conato di vomito soggiunse all'immaginare la mia stessa tecnica. L'invidia ora si mischiava all'empatia in una disgustosa poltiglia che si era piazzata nello stomaco. Avrei voluto fermare il tempo, prendere decisioni ponderate e solo allora reagire, e invece il mio corpo era in autopilota.
    Quando Kawayama strinse con maggior decisione la propria arma, le mie mani si unirono in un sigillo. Non verrò uccisa da un Uchiha era tutto ciò che la mente-autopilota riusciva a suggerirmi.
    Il purosangue però non mirava a me: con un gesto rapido pose fine alle sue sofferenze psicologiche.
    Le mie braccia caddero molli come spaghetti lungo il corpo. Stavo per bruciare viva una persona che voleva solo difendersi. Era lì, un misto di sangue, vomito e sudore piegato innanzi a me e io ero stata così poco lucida da non capire.
    Che … Cosa hai… Fatto…?

    Sospirai, tirando fuori in un gesto lento un kunai dal portaarmi che tenevo legato alla gamba. Osservai per un istante il mio riflesso nell'arma: ero più pallida di quanto ricordassi, e la fronte era ricoperta da un sottile strato di sudore sotto la frangia nera.
    Non il peggio che potrei fare...
    Mi sarei avvicinata a lui con passo lento. Le gambe erano troppo pesanti per poter fare altrimenti. Ora che eravamo ad un passo l'uno dall'altro, entrambi a portata della nostra arma, l'odore di vomito si fece più pungente.
    ... ma ammetto di aver esagerato. Per farmi perdonare ti do la possibilità di attaccarmi. Prometto che resterò ferma a meno che tu non provi ad uccidermi. Non mi piace essere uccisa.
    Gli sorrisi meccanicamente, ma in realtà avevo solo una gran voglia di vomitare e andare via. Tuttavia la mia coscienza aveva bisogno di esser lavata con il mio stesso sangue.


    --

    Kiria Yami Uchiha
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
    16
    42
    38
    73
    69 4

    60
    56 4

    55
    65

    Post:
    3

    Potenziamenti:
    - Nessuno (in uso)

    Armi:
    - Nessuna (in uso)
    625/790
    -15 sharingan lv.4
    -20 Illusione dei corvi
    -15 sharingan lv.4

    -70 Hannibal
    - 15 sharingan lv.4
    - 40 Dei ricordi: appropriazione
    Ferite:
    - Nessuna

    Stato Fisico:
    Ok (91,8%)

    Stato Mentale:
    Concentrato
    Chakra dai tonici: 0/400 - 0%Corruzione demone: 0/100Chakra naturale: 0/400 - 0%

     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone bicefalo

    Group
    Konoha
    Posts
    1,757
    Powanza
    +3

    Status
    Kawayama stava ignorando le reazioni di Kiria ai suoi tentativi di porre fine a quella situazione estremamente pericolosa. Il ragazzo stava per farsi ammazzare di riflesso da lei che stava interpretando le azioni del ninja della Foglia come se fossero un tentativo per colpirla e invece, inaspettatamente, il Genin aveva ferito se stesso. Un dolore fisico per scacciare quello psichico. Per annientare quel trauma emotivo più devastante di una tecnica di spada mal riuscita ma comunque andata a segno. Affannato e sconvolto, l’Uchiha purosangue stava tornando lentamente con i piedi alla realtà, su quella via maestra per raggiungere Degarashi. Che ironia. Passare da una difficoltà banale come l’essersi perso a trovarsi con il proprio kunai piantato nella spalla perché incappati in un combattimento. Che poi: era stato un combattimento voluto o necessario? Se si fosse fatto questa domanda, anche da sano non sarebbe stato in grado di rispondere, probabilmente.
    La guardò minaccioso anche se aveva poco da fissare male. Quello in ginocchio, sanguinante e che aveva appena tirato su l’anima per via di una tecnica era lui. Lei era semplicemente illesa come la bambola di porcellana che era al momento del loro primo incontro. La vedeva con le braccia lungo i fianchi, ferma a pochi metri dal lui.
    Cosa sta facendo? Perché non si fa sotto?
    Non che lo sperasse, anzi, gli dava tempo per recuperare il recuperabile. Ma l’atteggiamento di lei era davvero contorto per il ragazzo. Forse voleva giocare con lui? Torturarlo ancora un po’ prima di dargli il colpo di grazia? Un lusso che Kawayama non le avrebbe concesso tanto facilmente anche se consapevole di non essere all’altezza di opporre una resistenza degna di quel nome.
    In compenso, più il tempo passava, più riacquistava lucidità mentale. Non che il passaggio di quella visione fosse solo un lontano ricordo indistinto. Era ancora tremendamente nitido e rievocarlo ancora gli provocava un disgusto non indifferente. Ma questa volta era più ferma la convinzione che fosse frutto di un’azione esterna. Che non era stato davvero lui a fare quelle orribili azioni. Era solo un’invenzione macabra creata ad arte da quella ragazza che non fece altro che dargliene conferma.
    Non il peggio che potrei fare... Ma ammetto di aver esagerato. Per farmi perdonare ti do la possibilità di attaccarmi. Prometto che resterò ferma a meno che tu non provi ad uccidermi. Non mi piace essere uccisa.
    Come già detto: parlava poco ma a sufficienza, per Kawayama, di carpire intenzioni o informazioni per lui utili. Si stava facendo beffe di lui e l’unica conclusione sensata a cui il ninja di Konoha giunse era quella già ipotizzata: il gioco del gatto con il topo era già cominciato… E lui era il topo.
    La vide avvicinarsi di nuovo, anche se con passo lento. Voleva ancora giocare? Alzare maggiormente la tensione facendosi così letalmente minacciosa mentre si fingeva un’innocente ragazzina? Forse poteva funzionare prima ma dopo quei due assaggi di potenza, l’Uchiha aveva imparato a conoscerla abbastanza da non farsi distrarre da una cosa simile ma era ancora troppo inesperto per non raccogliere la provocazione.
    Tsè… Sbruffona. Come biasimarti effettivamente? Il divario tra noi è evidente come è evidente che vuoi ancora giocare prima di finirmi… O quanto meno provarci.
    Si sfilò dolorosamente il kunai dal braccio e il dolore che gli provocò gli fece ripensare a quanto detto prima di cominciare a combattere la sua consanguinea.

    Siamo ninja, dopotutto… Le sofferenze ci forgiano per farci superare quelle che seguiranno.


    A risentirle nella propria mente gli sembravano parole vuote, eppure, non era ciò che aveva appena fatto? Attraversare un sentiero di sofferenze per essere ancor più potente di prima. Ma cos’era quella potenza? In cosa si traduceva? Tecniche? Abilità in combattimento? O era solo una maggior capacità di alienarsi dalle situazioni, dalle emozioni, dalla sua umanità, per poter compiere ciò che doveva essere fatto per quanto cruento poteva essere? Tali riflessioni non erano da fare in quel momento. Ora doveva solo trovare un modo per riportare a casa la pelle prima di farsi ammazzare come un cane affamato in un vicolo di qualche villaggio di periferia.
    Ricordati: anche se il topolino non ha chance contro un gatto, può comunque liberarsi dalle grinfie dei suoi artigli.
    E con quell’ultima uscita aveva concluso. Non le avrebbe dato la soddisfazione di ridicolizzarsi davanti a lei o implorare pietà. Se proprio doveva, sarebbe morto da Uchiha: fiero, come i guerrieri del suo Clan prima di lui. Altrimenti si sarebbe creato un piano alternativo.
    Congiunse le mani per comporre il sigillo che avrebbe evocato uno stormo di una cinquantina di corvi neri come i suoi capelli. Richiamo: Stormo di corvi (Kuchiyose Ninpou: Karasumure)
    Non sarebbe stata comunque una cosa facile vista anche la condizione del suo braccio ma se ci fosse riuscito avrebbe impugnato il kunai nella mano sinistra per poi saltare all’indietro mentre un turbinio di volatili, ali e piume avrebbero avvolto i due. Sarebbe stato in quel momento che, con la mano destra avrebbe pescato quattro shuriken dal porta armi e li avrebbe scagliati contro le gambe della giovane avversaria facendoli filare poco sotto la quota dei pennuti in modo tale da farli risultare più difficili da individuare. Colpire alle gambe non l’avrebbe certamente battuta ma poteva dargli la possibilità di battere in ritirata. Con gli arti inferiori feriti non sarebbe stata altrettanto rapida a stargli dietro in un possibile inseguimento dando così a lui un vantaggio per battere in ritirata. Ci sarebbe stata un’altra occasione per affrontarla a viso aperto e non era quella.
    Se i colpi fossero andati a segno al ninja di Konoha non rimaneva altro da fare che cercare riparo tra la vegetazione intorno a loro. Avrebbe lasciato i corvi a infastidire la kunoichi fino a quando non si fosse trovato abbastanza lontano da far annullare la tecnica in una voluta di fumo e guadagnare ulteriori attimi per mettere ancor più metri e ostacoli dietro ai quali nascondersi tra loro due. Pure riuscendo a fuggire, l’Uchiha aveva comunque bisogno di riposarsi un attimo per riprendersi dai colpi subiti e, soprattutto, doveva trovare un posto dove far medicare quel braccio. Il sangue che colava lungo il braccio fino alla mano per poi sgocciolare era un problema perché avrebbe lasciato una scia facile da seguire per chiunque gli si fosse messo alle calcagna. Aveva bisogno di un fiume per far perdere le sue tracce.


    Ho cambiato lo schema di fine post in quanto questo lo trovo un po' più ordinato ed intuitivo rispetto al precedente. Anche in caso dovessi correggere errori di distrazione o mancanze.




    Chakra
    Stats






    Kawayama Uchiha
    LIVELLO 4

    Forza: 14
    Resistenza: 14
    Velocità: 17
    Agilità: 17
    Precisione: 17 +5
    Riflessi: 17 +5






    116/160
    - 12
    15-3
    Richiamo: Stormo di corvi (Kuchiyose Ninpou: Karasumure);
    CITAZIONE
    Tipo: Ninjutsu
    L'utilizzatore spezza i sigilli appositi e crea dal nulla uno stormo formato da una cinquantina di corvi che circonda l'avversario o gli avversari. I corvi sono inoffensivi e poco resistenti ma limitano la visuale e infastidiscono a tal punto da fungere bene come diversivo.
    [Sigilli: 1]
    [I corvi possono essere creati massimo a 10 metri dall'utilizzatore]
    [I corvi hanno Resistenza 5]
    [Si possono sostituire i corvi con altri volatili di dimensioni simili, il cambiamento avrà effetto puramente scenico]
    Consumo: 15 (ogni 50 corvi)

    - 5 Sharingan Liv. I;
    - (5 Sharingan Liv. I);
    - (5 Sharingan Liv. I);
    - (17 Illusione dei Corvi;
    20-3 Spec. Controllo Chakra Liv.1
    )
    - (5 Sharingan Liv. I);
    - (5 Sharingan Liv. I);
    Chakra dai tonici: 0/160 - 0%
    Corruzione demone: 0/100
    Chakra naturale: 0/160 - 0%





    Ferite:
    - Pugnalata spalla sinistra [MODERATA];
    Stato Fisico:
    Leggermente stanco (72.5%)
    Stato Mentale:
    Provato







    Post:
    4

    Armi:
    -3
    7-4
    shuriken di ferro;
    -8 kunai di ferro;

    Potenziamenti:
    - Sharingan Liv. 1
    - Percezione liv. I
    - Genjutsu liv. II
    - Controllo del chakra liv. I
    Altro
    Stato
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone puccioso

    Group
    Suna
    Posts
    834
    Powanza
    +42

    Status
    Riconobbi la rabbia nel suo sguardo. Era qualcosa di nuovo per gli occhi rossi a cui ero abituata: era rabbia senza disprezzo.
    Tsè… Sbruffona. Come biasimarti effettivamente? Il divario tra noi è evidente come è evidente che vuoi ancora giocare prima di finirmi… O quanto meno provarci
    Finirti?
    Ripetei un po' inebetita, fermandomi di colpo.
    In che senso finirlo?
    Non era da me finire le persone (non da lucida almeno). Le sfinivo al massimo, ma finirle non era mai nelle mie intenzioni. Non sapevo neanche stessimo giocando: a me quella sembrava una situazione piuttosto seria.
    Siamo ninja, dopotutto… Le sofferenze ci forgiano per farci superare quelle che seguiranno.
    No.
    Non riuscii a trattenermi, le parole fuoriuscirono secche come se fossero strappate via dalla gola.
    Ricordati: anche se il topolino non ha chance contro un gatto, può comunque liberarsi dalle grinfie dei suoi artigli.
    No.
    Come facevo a spiegargli che io non volevo fargli del male? Che se il topolino era ancora vivo era perché aveva di fronte un topolino travestito da gatto? Io ero stata il topolino di un gatto, e sapevo che non c'erano speranze: se il gatto decideva che era la tua ora, potevi solo fermarti annichilito. Lo stomaco protestava e la mano stringeva così forte il kunai da farmi male. Quel dolore era una via di fuga, era il pulsante off per l'autopilota.

    Riconobbi il sigillo di una delle mie tecniche preferite e fui presa dal panico prima ancora di veder comparire i corvi: così non l'avrei visto.
    Voleva provare a uccidermi? Se avesse provato un corpo a corpo? Cosa avrei fatto se mi fossi trovata il suo corpo (o pezzi del suo corpo, vero?) addosso?
    Avrei compiuto ampi balzi all'indietro, cercando di scappare dai corvi, da lui. Ripresi a respirare solo quando mi sentii lontana e il rumore secco di qualcosa che si conficca nel terreno attirò la mia attenzione.
    Aveva lanciato degli shuriken.
    Ero scappata dallo stormo per un paio di shuriken. Per fortuna il mio avversario non aveva assistito all'impietosa scena del suo gatto terrorizzato da un paio di volatili e di brutte idee.
    Lo stormo continuava ad agitarsi rumoroso. Raccolsi uno degli shuriken dal terreno e, scacciando di tanto in tanto con la mano destra qualche corvo di troppo, iniziai a seguire la scia di sangue che l'Uchiha si portava dietro.
    Non è vero, le sofferenze non ci forgiano. Penetrano nelle cicatrici e si nutrono di te. Ti tengono vivo e ti tengono sveglio, ma mai pronto. Devi essere molto ingenuo e molto amato se pensi che tutto il dolore prima o poi troverà un suo fine. La verità è che rimarrà con te, dentro di te, senza scopo se non quello di consumarti come una candela.
    Mi sarei fermata per guardarlo, poi avrei preso il suo shuriken e me lo sarei conficcata nella gamba. Non troppo in profondità da esserne segnata, non in superficie. Il dolore esplose nel suo cremisi manifestarsi. Fu intenso e piacevole.
    Se domani mi ferissi allo stesso modo, proverei lo stesso dolore e non guarirei in tempi minori. Non sarei più forte, sarei solo più rotta.
    Estrassi l'arma e gliela restituii ancora sporca del mio sangue.
    Nonostante quello che il tuo clan dica di me, io non sono un'assassina. Sono solo una persona incapace di morire.
    Gli sorrisi stanca.
    Questa volta non provare ad attaccarmi: se questo per te è un gioco, è un gioco che a me non va più.
    Un lieve cenno della mano per congendarmi e gli avrei dato le spalle per andare via.
    Ho dato per scontato che - visto che i corvi limitano la visuale di entrambi - il lancio degli shuriken avvenga anche con Kiria che se la da a gambe
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

    Group
    Konoha
    Posts
    7,199
    Powanza
    +63
    Location
    Castellammare di Stabia

    Status
    Valutazione:

    Kawayama: 9/10*2= 2

    Kiria: 9/10*2= 2

    Mi siete piaciuti entrambi davvero molto! Avete scritto bene e ruolato meglio, anche se lo scontro effettivo è stato più uno scambio di genjutsu che altro: molto ben interpretato, ma anche un po'... scarno, in cui Kiria in un turno non ha letterarlmente fatto nulla lasciando campo libero a Kawayama!
    E purtroppo anche a darvi un voto in più prendereste comunque lo stesso ammontare di exp ç.ç scusatemi!


    A fra poco! E scusatemi per il tempo che ci ho messo!
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

    Group
    Konoha
    Posts
    7,199
    Powanza
    +63
    Location
    Castellammare di Stabia

    Status
    Ritornare dopo così tanto tempo a fare missioni era disorientante. Anni di silenzio, di inattività, Kuniyoshi non sembrava nemmeno lo stesso.
    Accidenti se stava iniziando a invecchiare, non era più un giovinetto che faceva baccano con il proprio migliore amico, Kenichi. L'Uchiha si fermò per un istante sulla strada e alzò lo sguardo completamente spero in quei ricordi.
    Quante scazzottate e allenamenti, quante volte il biondino gli aveva sfondato la porta di casa, e poi la guerra... Quel sangue sulle proprie mani, quel kunai nel corpo di quel otiano e poi Orochiyu.
    Kunny strinse le mani in dei pugni mentre della polvere dorata iniziò a comparire tutto intorno a lui, dei piccoli granelli che si unirono ma mano in una figura a lui cara e che finì di materializzarsi alle sue spalle.
    Non disse nulla, si limito ad abbracciarlo e ad appoggiare la sua fronte sui capelli dello shinobi. Lui prese un respiro profondo e sospirò mentre afferrava una delle sue mani, quante volte quella figura creata in un momento di disperazione l'aveva salvato.
    Amaterasu era così, quando non ti riempiva di parole e quando non ostentava la sua presunta natura divina agiva per azioni silenziose, istintive e naturali. Una sorella maggiore che a volte era perfino capace di diventare una sorta di madre.
    Niente nuovi indizi sui suoi fratelli reali e i suoi genitori invecchiavano anche loro, chissà per quanto tempo sarebbero rimasti ancora in vita? Sarebbe riuscito a far vedere loro i figli che hanno perduto? A vedere la famiglia riunita?
    Kuniyoshi scosse la testa, non era questo il momento di riflettere, d'altronde lo faceva spesso come esercizio quotidiano per il chakra, e quella missione che aveva accettato doveva essere un modo per ritornare, per far contrarre quei muscoli raggrinziti che ora si trovava. Di mettere al servizio quell'energia per aiutare chi aveva bisogno.
    Il porto di Degarashi non era lontano e quello che doveva fare era giusto fare rapporto per poi proseguire con una sostanziale scorta, una missione facile visto che doveva proteggere roba di poco valore ma potenzialmente abbastanza movimentata.
    Chissà se Natsuki e Jack come stavano e se stessero facendo lo stesso. E Kiria? Quella povera ragazza tormentata dal suo passato e che provava a raggiungere un nuovo futuro.
    Amaterasu si mosse volteggiando verso il fianco dello shinobi mentre questo riprese la sua marcia, era tutto così silenzioso che il rumore dei suoi stessi passi gli entravano quasi nel cervello. L'haori bianco che indossava sembrava una piccola gemma splendente in quel paesaggio che sembrava così desolato e vuoto.
    Un po' di tranquillità non è che facesse male, in verità, almeno finchè le sue orecchie non sentirono qualcosa in lontananza. Non sentiva bene, ma non erano rumori e suoni... rassicuranti, o quantomeno non erano quelli che ti aspettavi di sentire in una strada.
    Kunny affrettò il passo quantomeno per arrivare ad osservare l'origine di quei rumori, e vide effettivamente una persona in difficoltà contro un'altra che sembrava immobile di fronte a lui.
    «Sembra che il Paese del Tè sia rimasto lo stesso di sempre.» Amaterasu incrociò le braccia sul petto mentre levitava a diversi centimetri, lo sguardo rivolto verso quelle due figure troppo lontane per riconoscerle.
    Kuniyoshi sospirò per poi sorridere «Però è qui dove ho conosciuto le persone che posso chiamare... amici.» si voltò verso la divintà con uno sguardo divertito, e lei sorrise in risposta.
    «Vai, ti guarderò le spalle» e in un istante lei si trasformò nuovamente in sottilissimma polvere d'oro che si disperse nel vento. Kuniyoshi rivolse lo sguardo verso le due figure e poi chiuse gli occhi, il modo migliore per bloccare sul nascere intenti bellicosi in corso era una piccola dimostrazione di forza e poi far intendere la propria neutralità.
    Il chakra scorse nei suoi occhi e, quando li riaprì, il mangekyou Sharingan si manifestò dopo così tanto tempo di riposo, e in breve quello destro iniziò a far vorticare lo spazio intorno a sè.
    Iniziò a strappare pezzi di realtà e a sanguinare.
    Qualche istante più tardi, Kuniyoshi si trovò fra i due contendenti, li aveva uno sul fianco e uno sull'altro, e una volta lì lo shinobi fece sprigionare il proprio chakra, quell'energia che aveva dentro e che non usciva da molto tempo. Il Chakra puro, quello che aveva allenato così tanto da renderlo visibile a occhio nudo perfino a chi non era un sensitivo.
    «Sono sicuro che qualsiasi dissidio avete si possa risolvere senza l'uso della violenza.» con le braccia incrociate sul petto, Kuniyoshi girò lo sguardo prima verso la persona che sembrava messa peggio, e quando il mangekyou sharingan riconobbe figura di Kawayama sussultò leggermente.
    La sua spalla sanguinava e non sembrava particolarmente in forma.
    «Non mi sarei mai aspettato di trovarti così presto in una situazione simile.» era preoccupato, sembrava avesse perso un bel po' di sangue, ma prima di pensare alle sue ferite doveva assicurarsi chi fosse l'altro contendente.
    E anche qui i suoi occhi sussultarono quando riconobbe la sua amica.
    «Kiria.» perché quei due stavano combattendo? Nonostante tutto, erano entrambe delle buone persone, e un velo di tristezza si dipinse sul volto dell'albino. Sembrava roba seria visto che la sua amica aveva usato lo sharingan ipnotico.
    La guardò nei occhi senza timore e dopo qualche istante Kuniyoshi disattivò i propri e sopprise il proprio chakra.
    «Siete feriti, avete bisogno entrambi di medicazioni.» poi sospirò «Perchè stavate lottando?»


    Kamui (Teletrasporto)
    Tipo: Ninjutsu/Doujutsu Proibita
    Utilizzando questa tecnica il ninja è in grado di teletrasportarsi in un qualsiasi luogo da lui conosciuto (quindi non può teletrasportarsi in una zona che non ha mai visto) o in una particolare dimensione alternativa a cui solo lui ha accesso. Attivata la tecnica si creerà un vortice spazio-temporale che ruota su se stesso risucchiando l'utilizzatore per teletrasportarlo; volendo si possono portare anche altre persone (od oggetti di dimensione pari o inferiore ad una persona) con sé ma bisogna stabilire un contatto fisico con esse.
    Il teletrasporto può essere utilizzato sia per viaggiare a lunghe distanze che per spostarsi nell'altra dimensione o ancora che per spostarsi di poco, il consumo in chakra è lo stesso ma il tempo necessario al completamento della tecnica varia.
    [Per completare un teletrasporto a corto raggio occorre mezzo turno durante il quale non si possono utilizzare altre tecniche e il punto in cui ci si teletrasporta deve essere nel proprio campo visivo per la durata della tecnica]
    [Per completare un teletrasporto a lungo raggio occorre un turno intero durante il quale ci si deve concentrare solo su questa azione, richiede immobilità e l'aver visitato almeno una volta il posto in cui ci si vuole spostare]
    [Per completare un teletrasporto nell'altra dimensione (o per tornare in questa) occorre un turno durante il quale non si potranno utilizzare altre tecniche]
    [Per usare questa tecnica su altre persone (od oggetti) è necessario mantenere un contatto fisico per l'intera durata della tecnica]
    [Nel caso l'utilizzatore perda l'utilizzo dell'occhio o muoia, tutto ciò che si trova nella sua dimensione, persone e oggetti, viene trasportata immediatamente nelle immediate vicinanze del suo corpo.]
    [Nota: La tecnica procura un notevole sforzo all'occhio dell'utilizzatore e le statistiche Precisione e Riflessi diminuiranno in modo temporaneo del 20%]
    [Sigilli: 0]
    Consumo: 100 (+ 50 per ogni altra cosa/persona trasportata)



    Manifestazione del Chakra puro
    Potenziamento della Manifestazione dell'Aura: facendo vorticare velocemente il Chakra al proprio interno, sarà possibile far percepire la propria presenza anche a chi non ha la Percezione del Chakra nel raggio di 15 metri, mentre i sensitivi percepiranno il ninja in un raggio raddoppiato. Inoltre, il Chakra sarà percepito come puro e sarà possibile vedere l'aura di Chakra intorno all'utilizzatore.
    Sigilli: no
    Consumo: 0
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone bicefalo

    Group
    Konoha
    Posts
    1,757
    Powanza
    +3

    Status
    I corvi li avvolsero all’improvviso nascondendo entrambi alla vista l’uno dell’altra. Kawayama si era fatto un’idea più o meno precisa di dove potesse trovarsi Kiria e colpì, lanciando i due shuriken e retrocedendo a sua volta. I movimenti però non furono rapidi come sperava. Il dolore e ancora gli effetti collaterali dell’attacco subito lo avevano piuttosto debilitato. Esitò ma quando Kawayama si rese conto che non doveva aver centrato il bersaglio non ricevendo nessuna reazione, decise che era il momento di abbandonare il campo di battaglia.
    Corse goffamente lanciandosi nella vegetazione a lato della strada, tra arbusti e tronchi. Sentì la tecnica annullarsi da sola una volta che superò la distanza massima per mantenerla. Ora era scoperto. Si guardò rapidamente intorno valutando quale strada prendere: proseguire in profondità nel verde o cominciare a spostarsi parallelamente alla via maestra? Forse era meglio la seconda. Se pensava di avere a che fare con un topolino non troppo stupido, Kiria avrebbe potuto cercarlo ancora un po’ nella vegetazione. Decise quindi, stringendo i denti per il dolore, di usare il suo deficit a proprio vantaggio. Con un movimento del braccio ferito cercò di mandare degli schizzi di sangue contro un tronco d’albero e dell’erba un po’ più alta in una direzione sfruttando la forza centrifuga creata. Vide le stelle e come se avesse risalito il nervo, il dolore gli arrivò dritto in mezzo al cervello facendolo lacrimare. Cercò di resistere per poi muoversi in quella opposta alla traccia lasciata. L’avrebbe potuta distrarre un minimo con quel diversivo inventato sul momento lasciandogli ancora un po’ di vantaggio. Quella manciata di secondi per poter tamponare la spalla prima di continuare a spostarsi. Il Genin mise qualche altra decina di metri tra lui e quel piccolo e arrangiato escamotage prima di nascondersi dietro una roccia accucciandosi a terra. Doveva fasciare in qualche modo la ferita così da ridurre l’emorragia e potersi muovere seminando meno tracce dietro di sé.
    La prossima volta mi conviene chiedere a mia madre di insegnarmi qualche jutsu medico.
    Bofonchiò tra sé e sé mentre con il kunai usato per ferirsi si strappò un pezzo della manica per poi provare a farsi un nodo alla bell’e meglio per stringere il taglio. Non era grave ma se l’avesse ignorato lo sarebbe diventato. Sentiva la lesione pulsare e acquistare un calore innaturale. Stremato, lo shinobi si prese qualche momento per tirare il fiato. Distendere la mente e appianare il tumulto emotivo. Doveva riacquistare la calma, soprattutto, per poter pianificare la prossima mossa. Con la testa appoggiata contro la roccia cercava di snebbiare i pensieri. Lo Sharingan ancora attivo. Dov’era Kiria? Si scrutò intorno senza vedere traccia del suo chakra. Non credeva che l’avrebbe seminata facilmente creando una falsa traccia ma se così fosse stato...
    Era giunto il momento di ripartire. Non aveva molti secondi a disposizione ed era ancora troppo vicino alla zona di scontro. Stava per tirarsi in piedi quanto avvertì di nuovo la sua presenza. Lei era lì. Lo aveva trovato, di nuovo.

    Non è vero, le sofferenze non ci forgiano. Penetrano nelle cicatrici e si nutrono di te. Ti tengono vivo e ti tengono sveglio, ma mai pronto. Devi essere molto ingenuo e molto amato se pensi che tutto il dolore prima o poi troverà un suo fine. La verità è che rimarrà con te, dentro di te, senza scopo se non quello di consumarti come una candela.


    Lei aveva uno shuriken in mano mentre lui un kunai. Avrebbe potuto avere Kawa la meglio perché la sua arma era più versatile; ma lei era più temibile.
    Ci mise un po’ a realizzarlo ma in quel momento sembrava che lei non avesse intenzioni ostili. La cosa che lo lasciò più sorpreso in quella situazione così assurda era il suo desiderio di parlare come se fosse tornata la ragazza che aveva incontrato mentre lui si era perso.
    Ti sbagli...
    Controbattè l’Uchiha ma lei continuava remandogli contro. E fu in quel momento che Kawayama rimase completamente sbalordito. Lei si era auto-inferta una ferita. Di sua spontanea volontà e solo per portare avanti la sua tesi.
    I due stavano parlando su due linee diverse che non si sarebbero mai incontrate se uno dei due non avesse deciso di farle collidere. Quello che però il ninja di Konoha aveva capito è che Kiria non era una rinnegata del villaggio; e forse non lo era nemmeno dal Clan. Era una rinnegata della sua famiglia.
    Non conosco la tua famiglia. Ma di sicuro non ti hanno parlato della condanna degli Uchiha. Tutti gli Uchiha. Puro sangue o misti non fa alcuna differenza.
    Rispose lentamente. Si stava riprendendo dal trauma dell’ultimo Genjutsu razionalizzando di più. Dalla spalla ci sarebbe voluto qualche giorno, invece.
    Lei gli porse lo shuriken ma lui non lo prese. Forse non si fidava? Di certo se avesse voluto colpirlo non avrebbe usato una stella ninja.
    Quegli occhi... Più un Uchiha ama qualcuno più la sua perdita accresce il potere della sua innata. Tu hai visto come ho ottenuto i miei. Ma i tuoi sono diversi. E se questa regola è vera fino in fondo, avrai anche tu toccato le più profonde sofferenze che ti hanno reso più forte.
    Fu in quel momento che tutto cambiò. Era Kiria che aveva fatto abbassare la guardia a Kawayama per coglierlo di sorpresa, di nuovo? Eppure non aveva incrociato i suoi occhi cremisi!
    Lo shinobi stava per reagire d’istinto. Probabilmente colpendo con il kunai in mano quando tra loro una terza figura si era palesata e non era un’evocazione. L’ultima persona che si aspettava di trovare in quel posto, a dire il vero: Kuniyoshi.
    Il Sensei stava a dividere i due brillando di una luce che anche a degli occhi normali era chiara la sua natura: Chakra.

    «Non mi sarei mai aspettato di trovarti così presto in una situazione simile.»


    Tirando quasi un sospiro di sollievo nel vedere un volto amico non portò a termine la reazione a quel nuovo imprevisto.
    Potrei dire lo stesso, Senesi.
    Quando lui fece il nome della Kunoichi come se la conoscesse da tempo, Kawayama cominciò a guardarlo di sottecchi. Chi era quella ragazza da essere così “famosa”? Che legami aveva con il Chuunin di Konoha?
    Non si aspettava certo che Kuniyoshi si dimostrasse un traditore del Villaggio. Ma di certo Kawayama non avrebbe abbassato la guardia proprio in quel momento. Piuttosto, che ci faceva lì il suo maestro provvisorio?
    Piuttosto, che ci fai da queste parti? Non credo tu abbia percepito il pericolo.


    Chakra
    Stats[IMG]">






    Kawayama Uchiha
    LIVELLO 4

    Forza: 14
    Resistenza: 14
    Velocità: 17
    Agilità: 17
    Precisione: 17 +5
    Riflessi: 17 +5





    <a name="chakra_kawayama_4">
    111/160
    - 12
    15-3
    Richiamo: Stormo di corvi (Kuchiyose Ninpou: Karasumure);
    CITAZIONE
    Tipo: Ninjutsu
    L'utilizzatore spezza i sigilli appositi e crea dal nulla uno stormo formato da una cinquantina di corvi che circonda l'avversario o gli avversari. I corvi sono inoffensivi e poco resistenti ma limitano la visuale e infastidiscono a tal punto da fungere bene come diversivo.
    [Sigilli: 1]
    [I corvi possono essere creati massimo a 10 metri dall'utilizzatore]
    [I corvi hanno Resistenza 5]
    [Si possono sostituire i corvi con altri volatili di dimensioni simili, il cambiamento avrà effetto puramente scenico]
    Consumo: 15 (ogni 50 corvi)

    - 5 Sharingan Liv. I;
    - (5 Sharingan Liv. I);
    - (5 Sharingan Liv. I);
    - (5 Sharingan Liv. I);
    - (17 Illusione dei Corvi;
    20-3 Spec. Controllo Chakra Liv.1
    )
    - (5 Sharingan Liv. I);
    - (5 Sharingan Liv. I);
    Chakra dai tonici: 0/160 - 0%
    Corruzione demone: 0/100
    Chakra naturale: 0/160 - 0%





    Ferite:
    - Pugnalata spalla sinistra [MODERATA];
    Stato Fisico:
    Leggermente stanco (72.5%)
    Stato Mentale:
    Provato







    Post:
    4

    Armi:
    -3
    7-4
    shuriken di ferro;
    -8 kunai di ferro;

    Potenziamenti:
    - Sharingan Liv. 1
    - Percezione liv. I
    - Genjutsu liv. II
    - Controllo del chakra liv. I
    Altro
    Stato
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone puccioso

    Group
    Suna
    Posts
    834
    Powanza
    +42

    Status
    La condanna degli Uchiha.
    Quegli occhi... Più un Uchiha ama qualcuno più la sua perdita accresce il potere della sua innata. Tu hai visto come ho ottenuto i miei. Ma i tuoi sono diversi. E se questa regola è vera fino in fondo, avrai anche tu toccato le più profonde sofferenze che ti hanno reso più forte.
    Più forte.
    Era quella l'impressione che davo, sembravo più forte. Forse era realmente così. Forse non importava quanto mi sentissi esposta, persa: bastavano occhi diversi a nascondermi.
    Andava bene così.
    Feci un passo per allontanarmi, ma rimasi pietrificata. C'era qualcosa, qualcosa di così grande da poter esser percepito persino da me, che nulla sapevo di percezione. Non poteva essere Kawayama.
    C'era qualcuno alle mie spalle e io non avevo idea di chi fosse. Se mi fossi voltata, avrei visto il suo volto. La madre di Deichi mi avrebbe guardata con occhi cremisi e un sorriso inquietante a spaccarle il volto.
    Le gambe si rifiutavano di portarmi lontano, sembravano macigni impossibili da spostare. Perché mi ero ferita proprio l'arto che mi avrebbe garantito la fuga?
    Sentii il viso inumidirsi. Non era sangue: erano lacrime.
    Dovevo solo voltarmi e darle fuoco.
    Voltarmi e darle fuoco.
    «Sono sicuro che qualsiasi dissidio avete si possa risolvere senza l'uso della violenza.»
    La voce di Kuniyoshi mi fece trasalire.
    Non era lei. Mi accorsi di esser rimasta in apnea e respirai a fatica. Passai con gesti nervosi le mani sul volto per asciugare le lacrime. «Non mi sarei mai aspettato di trovarti così presto in una situazione simile.» Non parlava con me: i due si conoscevano.
    Kiria.
    Mi voltai e incrociai il suo sguardo. Non disattivai lo sharingan finché non fu lui il primo a farlo, e di nuovo emisi un impercettibile sospiro di sollievo.
    Allungai la mano verso il suo volto, ma la ritrassi subito.
    Hai la faccia sporca di sangue.
    «Siete feriti, avete bisogno entrambi di medicazioni.»
    Sto bene, lui ne ha bisogno.
    Indicai Kawayama che ci guardava insospettito. Io potevo zoppicare benissimo via da quella situazione.
    «Perchè stavate lottando?»
    Perché sono ricercata a Konoha? Sì, credo sia una motivazione sufficiente per un ninja di Konoha. Per quel che ne so potrei persino aver ucciso suo cugino.
    Sarcasmo e una punta di acidità. Complimenti, Kiria. Mi sentivo minacciata dal loro conoscersi, li vedevo vicini e mi sentivo improvvisamente lontana da loro, da Kuniyoshi.
    Arrivare in quel modo, palesare il suo chakra e persino guardarmi negli occhi. Mi faceva sentire minacciata e piccola. Aveva avuto occasioni di ferirmi più volte, persino di tradirmi e non l'aveva mai fatto. Io, però, avevo ferito quello che sembrava essere un suo amico.
    Cosa più grave, stavo per ferire lui. Quell'entrata era stata davvero incosciente.
    Rivolsi di nuovo lo sguardo a Kawayama. Quel ragazzo era la persona più prudente che avessi mai visto. Ebbi l'impressione che sospettasse persino di Kuniyoshi e forse era così. Forse stavo mettendo a rischio la sua posizione non solo all'interno del clan, ma persino a Konoha.
    Certo, era stato lui a fare il mio nome.
    Era davvero, davvero inscosciente.
    Zoppicai all'indietro, come se bastasse allontanarmi da Kuniyoshi per far cadere tutte le accuse su di lui.

    Edited by Kiria93 - 3/1/2023, 11:14
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone bicefalo

    Group
    Konoha
    Posts
    1,757
    Powanza
    +3

    Status
    Kawayama rimase sospeso a “subire” quella strana situazione. Da una parte c’era Kiria, dall’altra lui e nel mezzo Kuniyoshi. Presenza curiosa la sua. Forse era di passaggio per una missione o un viaggio di piacere ma fatto stava che il tempismo era stato perfetto. Era apparso tra i due proprio quando ormai il Genin non aveva più scampo ponendo fine allo scontro.
    Il ragazzo ascoltò lo scambio tra i due, le reazioni di lei confondevano ancor più le idee di Kawa che non riusciva bene a capire cosa le passasse per la testa. Forse era lui. Ancora doveva essere provato dall’Illusione mostruosa che aveva subito e il suo cervello faceva cilecca; soprattutto ora che l’adrenalina e la tensione che lo tenevano in piedi stavano scemando definitivamente. Doveva riassumere il tutto nella maniera più semplice e concisa che potesse fare: i due si conoscevano, Kuniyoshi e questa Kiria contro cui lui stava combattendo, se si poteva realmente definire un combattimento.
    Dall’affermazione che dichiarò con puro sarcasmo, a quanto pare era una criminale di Konoha. Bene ma non benissimo. Kawa non si era accorto che i due shinobi avevano disattivato la loro innata mentre lui si sforzava a mantenere la sua attiva. Gli occhi pesti e i segni della ferita mentale subita cominciavano a palesarsi in maniera più evidente sul viso del ragazzo. Per non parlare della ferita che, per quanto fasciata alla bell’e meglio, di certo non si rimarginava in una manciata di minuti.
    Interessante....
    Bofonchiò il novellino a denti stretti.
    Quindi è per questo... Che nascondevi la tua identità...
    Si sporse alzando il braccio sano per recuperare i suoi shuriken dalla mano di Kiria e rimetterli nel loro alloggio alla gamba destra.
    A saperlo prima, evitavamo tutto questo.... Ma comprendo la totale diffidenza. Se ti fa stare meglio... Non mi risultano parenti morti in circostanze... Poco chiare.
    Lentamente le sue gambe si piegarono fino a inginocchiarsi a terra. La testa girava. Forse aveva ecceduto con i rimedi non convenzionali contro le illusioni.
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

    Group
    Konoha
    Posts
    7,199
    Powanza
    +63
    Location
    Castellammare di Stabia

    Status
    Che situazione particolare. Erano entrambi feriti, e ad occhio non era neanche difficile capire chi due due fosse in vantaggio, ma almeno avevano smesso.
    Kuniyoshi avrebbe potuto ottenere lo stesso risultato in modo migliore? Sicuro, ma il tempo per decidere il corso migliore non era molto. Kiria sembrò sollevata almeno, e tirò fuori uno sprazzo di acidità a quella domanda che, almeno superficialmente, sembrava ovvia.
    «Beh, Kiria, mi permetto di aggiungere diversi dettagli: non solo sei ricercata a Konoha ma sei anche una kunoichi di Suna, e vi trovate entrambi su un suolo neutrale. La Foglia e la Sabbia non sono in ottimi rapporti ma non c'è nessuna guerra in corso. Volete mica scatenarne una? Volete incrinare i rapporti dei vostri Paesi con il Villaggio del Tè?» mentre elencava, Kunny portava il conto di quelle motivazioni con le mani. Sorrise quando Kiria gli fece notare che aveva la faccia sporca di sangue, e passo la mano per ripulirsi come poteva visto che lei si era fermata.
    Che strana reazione, però.
    «Se stai bene, devo dire che hai un modo davvero particolare di camminare.» stava zoppicando mentre si allontanava, doveva far male anche se Ewan stava decisamente peggio, Kunny provò a prenderlo sotto le braccia per evitare che crollasse a terra del tutto. Chissà che razza di tecnica aveva usato Kiria per farlo finire in quello stato.
    «Sentite, posso teletrasportarci tutti e tre all'ospedale del Tè: è un posto neutrale e nessuno di noi tre avrebbe ripercussioni, anche se nel caso voleste evitare domande toglierei i coprifronte. Non credo che sarebbe comunque un problema, questa zona era abbastanza famosa per gli scontri e quindi sono abituati. Il tempo di rimetterci in forze e poi ognuno per la propria strada, non è necessario versare altro sangue.» era una proposta ragionevole, ma Kuniyoshi sapeva anche che Kiria fosse una persona particolarmente suscettibile e, a volte, paranoica. La guardò comprensiva, come per chiederle se le andava bene «O posso teletrasportare lui e poi accompagnarti se non ti fidi del teletrasporto. Dovrei essere abbastanza veloce per raggiungerti in breve tempo, se proprio non vuoi passare per gli ospedali posso portarti un kit di pronto soccorso.»
     
    Top
    .
25 replies since 8/1/2021, 23:12   465 views
  Share  
.
UP