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Allenamento specializzazione in Tuttologo

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    Demone incendiario

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    Allenamento per le evocazioni







    Emma, non si dicono le bugie! Non puoi aver letto tutte e due le pagine in così poco tempo! I tuoi compagni hanno a malapena finito la prima pagina.
    Nella classe si fece un silenzio di tomba e per un istante la bambina ne fu impaurita, visto che era ancora parecchio timida e che solo da poco aveva iniziato l'accademia. La maestra non era arrabbiata, ma sembrava essere fin troppo convinta di quello che diceva. Emma però non stava mentendo, aveva davvero finito di leggere. Certo, non aveva prestato eccessiva attenzione, del resto la maestra aveva assegnato un piccolo testo sul Takikage. Si raccontava chi era e cosa aveva fatto, ma veniva fatto capire che era un ninja combattente e non un ninja medico, quindi per Emma era diventato di default poco interessante. Avrebbe potuto tornare a posto e fare finta di continuare a leggere, ma uno dei suoi compagni fece un risolino che lei interpretò come una presa in giro e lei si sentì punta nell'orgoglio. Era una bimba molto obbediente con le figure autoritarie, tipo suo padre, ma aveva imparato a cercare di ritagliarsi spazi con chiunque gliene offrisse. O almeno a provarci. Non conosceva ancora bene la sua maestra, quindi non era sicura di quanto margine di manovra potesse avere, non era nemmeno del tutto conscio come pensiero, però le venne naturale provare a ribattere, a resistere. Ovviamente, essendo una bambina, tutti questi calcoli strategici portarono all'uso di una delle armi migliori a sua disposizione: fare i capricci. Puntò i piedi, con gli occhi lucidi, insistendo sul fatto che non diceva mai bugie, affermazione quasi vera in quel momento della sua vita. Ribadì di avere letto tutto e disse anche che forse era veloce a leggere perché lo faceva sempre a casa, sin da piccina. Del resto era vero, se i suoi compagni avevano a malapena appreso quell'abilità, dato che non serviva loro in maniera eccessiva, per lei era una cosa fondamentale, visto quanto le piaceva mangiarsi tutti i libri che la madre le comprava o su cui riusciva a mettere le mani sopra in qualsiasi modo. Ne aveva ancora molta di strada da fare, ma di sicuro si era presa un bel vantaggio rispetto ai suoi coetanei, da quel punto di vista.
    Va bene, allora se hai fatto il tuo dovere saprai rispondere ad alcune domande che ti farò, vero?
    La maestra, una donna sulla quarantina che pareva aver fatto sempre quello nella vita, talmente era a suo agio, capì che la cosa migliore era disinnescare il conflitto e smascherare la bugia della sua allieva in maniera inoppugnabile. Fece tre o quattro domande su quello che c'era scritto ed Emma riuscì a rispondere a tutte, per quanto in maniera un po' sommaria ad alcune. I volti di insegnante e compagni si colorarono di stupore e tra questi ultimi qualcuno avrebbe iniziato nei giorni seguenti a chiamarla "secchiona", per quanto la presa in giro fu sempre abbastanza limitata, per fortuna.
    Sei stata brava, avevi ragione. Allora puoi andare a posto, prendere un foglio e fare un bel disegno del nostro caro kage, ok?


    Emma sorrise amaro. Mentre passava in rassegna i volumi nella parte più nascosta della sua libreria aveva ritrovato il sussidiario usato nei primi anni dell'Accademia e aveva iniziato a sfogliarlo. C'erano tante idiozie di propaganda, ma quando si era ritrovata a vedere la pagina sul kage i suoi ricordi erano fluiti in maniera imprevista e spontanea. Quello era stato il primo momento in cui si era accorta di essere più veloce degli altri nella lettura, cosa che era aumentata ancor di più con il passare del tempo.
    La memoria si soffermò poi anche su suo padre, che quasi aveva bruciato quei libri, nel momento in cui aveva deciso che l'Accademia era inutile e che si sarebbe occupato lui dell'educazione della figlia. Per fortuna lei era riuscita a salvarli, facendosi valere almeno su questo punto, una delle poche volte in cui l'aveva avuta vinta con il suo genitore su qualcosa. La cosa buffa era che non le interessavano davvero quei pezzi di carta, del resto poi non li aveva più aperti per anni e anni, ma era una questione di principio, quasi volesse salvare almeno una parte della propria identità da "secchiona". Il proseguimento della sua vita aveva dimostrato che quel suo lato di sé aveva vinto su quello che il pater familias avrebbe voluto per lei. Forse quella piccola battaglia poteva considerarsi l'inizio della sua riscossa identitaria? La ragazza non voleva pensarci più di tanto, alla fin fine. Il passato era passato, aveva poco senso rimuginarci sopra.
    Tale discorso però valeva solo per la sua vicenda personale, perché a ricondurla in quella riscoperta dei suoi vecchi libri era stato un impulso strano, dettato indirettamente dall'incontro con Tetsuo. Quando lui aveva detto il suo cognome, Hyuga, lei non aveva saputo collegarlo a qualcosa di noto, pur avendolo decisamente già sentito nominare. Lei non aveva mai prestato attenzione ai clan fondamentali della storia ninja, a parte quelli di cui faceva parte e su cui suo padre aveva insistito particolarmente. Per questo, una volta tornata a casa, aveva cercato un modo di acquisire tutte le informazioni che le sarebbero potute tornare utili. La ricerca a casa sua si era rivelata purtroppo infruttuosa, non poteva ricavare granché dai testi dell'Accademia e una volta uscita da lì lei non si era mai interessata all'argomento. Per questo motivo fu dunque costretta a ripartire da zero, anche se ormai sapeva come muoversi.
    Iniziò dalla sua biblioteca di fiducia, in cui si occupò di trovare dei testi di riferimento da cui cominciare. Si fece consigliare da un impiegato che ormai conosceva da parecchio tempo e in questo modo poté selezionare alcuni manuali di base di storia e un sussidiario dei principali clan del mondo. Quest'ultimo non conteneva informazioni molto approfondite, anzi in alcuni casi le cose era appena accennate, ma del reste non ci si poteva aspettare troppo di più, essendo segreti militari. Tale aspetto entrava di prepotenza in molti degli avvenimenti della storia dei Paesi ninja, il che limitava la quantità di dati che si poteva ottenere, purtroppo, cosa frustrante per Emma, abituata ad altri tipi di conoscenza. Ancora un po' insoddisfatta, dopo aver finito queste varie letture nel corso di un mesetto, la ragazza decise di inoltrarsi nello studio della storiografia, facendo un passo che non si sarebbe aspettata di fare fino a poco tempo prima. Si sorprese nell'essere davvero interessata a quelle cose, per quanto molto di meno ad altre scienze e soprattutto a quelle mediche. I dibattiti tra questi studiosi erano divertenti, a confronto con quelli di altri specialisti erano scomposti e privi di soluzioni assolute. Era divertente confrontarsi con uno studio così poco preciso, incapace di dare risposte esatte al cento per cento, come lei era abituata ad avere. Alla fine raggiunse una buona conoscenza dei principali paradigmi teorici e si ripromise anche di non abbandonare del tutto quegli studi, in futuro. Poteva sempre spuntare un qualche elemento di interesse, qua e là. E forse uscire dai confini disciplinari che si era creata da sola poteva essere molto più divertente del previsto, si disse.






    Tuttologo

    Ci sono uomini e donne che si dedicano alle conoscenze più che a qualsiasi altra cosa, acquisendo nozioni su nozioni e allenando il cervello più che i muscoli. Dotati di una memoria sovrumana, sono soprannominati "secchioni" in maniera dispregiativa, ma le loro informazioni possono essere di certo utili anche in missione, in modi non sempre prevedibili.

    Livello 1

    --Lettura veloce: diventare tuttologi vuol dire non avere mai abbastanza tempo per leggere tutto quello che si vorrebbe. Molto spesso per questo motivo essi sviluppano la capacità di leggere più velocemente del normale senza difettare in comprensione per questo motivo.
    --Esperto di storia occidentale: il tuttologo approfondisce l'apprendimento delle varie correnti storiografiche recenti, divenendo un'esperto degli avvenimenti degli ultimi secoli (tutto ciò che non risulta coperto da segreto militare, ovviamente). Grazie a ciò conosce di nome tutti i clan più famosi presenti nei villaggi, anche se ciò non gli dà alcun vantaggio oltre al semplice riconoscerne il cognome. Per capire quali dati si possono conoscere sui clan di eventuali pg o png ci si rifa all'utente o al qm che li muove.


     
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    Allenamento specializzazione






    Il salto disciplinare successivo fu effetto di un viaggio. Non era la prima volta che Emma si recava a Hoshi, ma i suoi studi di storia le avevano dato una prospettiva diversa con cui guardare quel posto. Aveva la struttura di un villaggio ninja, pur non essendolo mai stato, ma la cosa più interessante era che i vari quartieri avevano forme e colori molto differenti tra loro. Lo aveva già notato in precedenza, ma non ci aveva prestato particolare attenzione, ora invece sembrava un'applicazione pratica di quello che aveva studiato. Ogni zona prendeva spunto dall'architettura tipica del paese di origine della comunità che si era instaurata laggiù inizialmente. Era interessante osservare tutta questa diversificazione, ma messa di fronte a ciò la ragazza si rese conto della sua ignoranza nel campo, visto che faceva fatica a raccapezzarsi e a cogliere i dettagli. Punta nell'orgoglio, una volta a casa si prese del tempo per leggere in biblioteca vari testi basilari di storia dell'architettura. Una volta acquisiti elementi di comprensione estetica, giunse un nuovo problema inaspettato. La sua comprensione del lato tecnico-scientifico delle costruzioni era piuttosto infima. Cosa rendeva utile o efficiente un tipo di forme? Quali componenti erano necessarie in certi edifici? Cosa veniva fatto per rendere alcuni più solidi? Non poteva certo attingere le risposte a queste domande dalla conoscenza quotidiana, aveva bisogno di studiare di più e fu così che Emma si ritrovò catapultata nel mondo dell'architettura.
    Passò prima in rassegna la storia di questa disciplina, capendo l'evoluzione immaginata dagli studiosi. Le competenze tecniche nascoste dietro elementi dati di solito per scontati come gli edifici e la loro solidità sorprese molto la ragazza, soprattutto quando riferite a tempi così lontani e primitivi. Gli uomini riuscivano a fare prima ancora di capire, per lei era davvero impensabile, ma si rendeva conto che era così. Pur senza approfondire le nozioni fisiche sottostanti Emma si gettò a studiare la statica, trovando una certa affinità con quella branca della sua nuova materia di interesse. Scovò quasi subito delle utilità nascoste tra queste conoscenze, visto che iniziò a notare cose che prima le sfuggivano. Con il dovuto allenamento iniziò a rendersi conto di essere in grado di individuare i muri portanti in pochissimo tempo, così come i punti deboli di un edificio. Per una distruttrice come lei non era male. Lo studio di come venivano impostate le costruzioni a seconda dell'utilità ebbe anch'esso delle conseguenze interessanti, visto che le permise di avere una buona idea di quali fossero i tipici modi di distribuire le stanze. Allargando il respiro della sua indagine riuscì a costruirsi anche delle solide basi di urbanistica, materia che la appassionò oltre le sue aspettative. L'ultimo aspetto su cui si concentrò fu quello da cui era partita, ovvero l'elemento storico-artistico. Si studiò le varie mode architettoniche, imparando le variazioni di stile a seconda di tempo e spazio. Quando tornò a Hoshi, a studi più o meno terminati, riuscì a vedere i frutti del suo impegno, cosa che la rese molto fiera. Ma non sazia.


    Fu proprio mentre leggeva un manuale di statica avanzata, uno che spiegava l'importanza degli edifici antisismici in zone ad alta frequenza di terremoti, che Emma si imbatté in un altro terreno inaspettato di forte interesse. Già durante gli studi di farmacologia aveva incontrato la statistica, ma non aveva prestato molta attenzione a quegli elementi, convinta che fossero secondari per i suoi interessi. In questo clima di florida espansione dei propri orizzonti, invece, si sentì attirata verso una materia del genere, che aveva così tante diramazioni. Fu come il leggendario Bianconiglio, per lei, visto che le diede il la per entrare in un mondo enorme e che non aveva ancora esplorato, se non in mera superficie.
    Già dal primo giorno passato in biblioteca su questi temi, la ragazza si accorse che le mancavano basi importanti per poter comprendere vari sotto-argomenti. Il calcolo probabilistico era troppo complicato, non riusciva a capirci granché, cosa che la spronò davvero molto. Aveva molte basi da recuperare e una volta appurato ciò non si trattenne in nessun modo. Divorò come se non ci fosse un domani manuali di aritmetica, prima banali e poi sempre più avanzati, per prendere confidenza con una materia su cui era sempre rimasta balbettante. Si avventò come un falco sull'algebra, facendo tonnellate di esercizi. Scoprì il divertimento di risolverli uno dietro l'altro, facendo sempre meno fatica, vincendo quel nemico invisibile e quasi corteggiandolo, per avere i suoi favori. Espanse i suoi interessi e, pian piano, arrivò a indagare tutti i campi di quella materia così vasta. Le figure geometriche non avevano più segreti per lei, in particolare i triangoli, esplorati con fervore grazie alla trigonometria. Seni e coseni divennero strumenti di gioco, così come limiti e derivate. Iniziò a scambiare corrispondenze con un paio di matematici di fama mondiale, un takiano e un konohano, con cui si divertiva a risolvere problemi di natura sempre più complessa. Certo, non era al loro livello, ma essendo partita da pochi mesi e quasi del tutto da autodidatta fu sorpresa di quanto l'avesse portata lontana il suo duro lavoro. Ed era molto felice di quel suo nuovo giocattolo, anche se non sapeva se esso l'avrebbe potuta aiutare nei suoi ruoli di kunoichi e di signora del male in erba.







    Tuttologo

    Ci sono uomini e donne che si dedicano alle conoscenze più che a qualsiasi altra cosa, acquisendo nozioni su nozioni e allenando il cervello più che i muscoli. Dotati di una memoria sovrumana, sono soprannominati "secchioni" in maniera dispregiativa, ma le loro informazioni possono essere di certo utili anche in missione, in modi non sempre prevedibili.

    Livello 2

    --Esperto di architettura: il tuttologo raggiunge un ampio livello di comprensione teorica dell'architettura, sia dal punto di vista tecnico che storico-artistico. Egli diventa in grado dunque di individuare gli elementi di stabilità di un edificio e la sua costituzione in maniera molto più facile rispetto ai profani della materia, inoltre diventa in grado di riconoscere stili particolari e sovente anche periodo di costruzione di un edificio. Ha anche conoscenze di urbanistica e può avere una comprensione più rapida e intuitiva di come sono strutturati i vari centri urbani.
    --Esperto di matematica: grazie ai suoi studi il tuttologo acquista un'ottima comprensione delle principali branche della matematica, sia pura (aritmetica, algebra, teoria degli insiemi, trigonometria, analisi, calcolo combinatorio, geometria euclidea) che applicata (calcolo delle probabilità e statistica).


     
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    con una personale ferita nell'orgoglio per essere stato superato in combinatoria e studio di funzione da un personaggio fittizio che fa la speedrun del liceo.
     
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    Allenamento per abilità personale






    Fu proprio grazie a questi contatti che Emma si ritrovò a essere introdotta nel mondo della crittografia. Non se ne accorse subito, la cosa era partita quasi per caso da alcuni problemi matematici che le erano stati sottoposti dal professore di Taki. Si trattava di decrittare un messaggio dopo aver recuperato la chiave di scrittura attraverso indovinelli algebrici. La giovane aveva avuto diverse difficoltà a capire il funzionamento della parte finale, quella che doveva essere in teoria più semplice. Era molto brava nelle permutazioni e aveva capito a dovere la teoria degli insiemi, ma aveva faticato a mettere insieme le due cose nel momento di applicazione ad un qualcosa di pratico come l'alfabeto. Era riuscita a trovare la soluzione, però lo aveva fatto quasi più andando a tentativi che seguendo un reale ragionamento. Per lei quello era considerabile al pari di un fallimento quasi totale. Appena ebbe tempo dunque decise di andare a far visita al suo amico di penna, visto che sospettava l'argomento fosse troppo complicato per poter essere spiegato per lettera. Ci misero un po' a trovare il giorno giusto, ma alla fine riuscirono a incontrarsi. L'uomo, Mikeru Memo, era un fresco quarantenne dall'aspetto che sembrava uscito da un film per quanto assomigliasse agli stereotipi più classici sui professori: occhialetti, stempiatura, toppe sui vestiti e sorriso cordiale. Di contro lui fu molto sorpreso a scoprire che la persona con cui si era scambiato molte lettere fosse così giovane, da come scriveva se l'era immaginata più o meno della sua età.
    Dopo un po' di convenevoli Emma si fece spiegare il corretto svolgimento dell'esercizio e fu sbalordita da quanto fosse semplice, soprattutto se paragonata ad altri giochi matematici che lei aveva svolto insieme ai suoi due corrispondenti.
    Sarò sincero, ero convinto che vi facessero studiare crittografia in Accademia, almeno a livello basilare. Voglio dire, non siete delle sorta di spie? Sapere fare una cosa del genere non potrebbe esservi utile in missione?
    Lei rise per il candore dell'uomo e spiegò che da quello che aveva visto i villaggi si occupavano di più dell'aspetto pratico dell'addestramento: lanciare kunai, essere pronti nel corpo a corpo, prepararsi a sparare ninjutsu grossi e potenti, cose di questo tipo. Un po' si lavorava sull'aspetto morale, ma l'allenamento nell'uso del cervello era tralasciato quasi del tutto, nella sua esperienza. I ninja le erano sempre sembrati per lo più dei bruti.
    Comunque mi interessa assai questo argomento. Non per forza per lavoro, sinceramente, per il tipo di cose che devo fare non è che mi serva granché, però sembra una materia divertente.
    Si fece dunque consigliare due o tre testi che la introducessero al cuore dell'argomento. L'obiettivo di questa pratica era celare il messaggio ad occhi indiscreti, facendo in modo che solo le persone autorizzate potessero leggerlo correttamente. Emma passo ore a studiare i vari metodi rudimentali usati in passato, sorprendentemente efficaci agli occhi di lei. Il metodo più semplice era fare delle permutazioni di lettere, che potevano essere organizzate in vario modo. Si poteva avere un numero segreto e spostare l'alfabeto di tante posizioni seguendo tale indicazione. Per esempio nel caso l'elemento concordato fosse il cinque allora la prima lettera era sostituita dalla sesta e così via. Questo sistema era relativamente veloce, sia per la stesura del messaggio che per la decifrazione, ma aveva una discreta probabilità di essere scoperto, se gli elementi esterni avevano il tempo e la forza di volontà di provare a comprendere quale fosse il numero usato, cercando ad esempio con attenzione tra le lettere usate con maggiore frequenza e partendo da ciò per cercare di comporre il messaggio. Emma si cimentò con vari esercizi in tutte e tre le abilità, comporre il messaggio, decifrarlo con velocità se in possesso della chiave o in maniera più analitica se non in possesso di questa informazione. Questo sistema, che veniva chiamato di cifrario a sostituzione o a scorrimento, era alla base di tutti gli altri sistemi che erano presentati nei libri. Si trattava di sistemi sempre più complessi, in cui la chiave aveva il compito di stabilire il numero di permutazioni da svolgere per ciascuna lettera in una determinata posizione. Il "verme", così era chiamata la parola chiave, era utilizzata in maniera da creare un sistema plurialfabetico di scorrimenti, in cui ogni lettera della chiave indicava il numero di spostamenti da fare per tutte le lettere del testo che si trovavano in quella data posizione. Questo rendeva più complicato scrivere il messaggio e capirlo pur conoscendo la chiave, ma come ausilio ci si poteva fare delle tavole di sostituzione in maniera da averle sott'occhio durante le operazioni, anche se però bisognava essere accorti e distruggerle subito, in modo da non correre il rischio che finissero nelle mani sbagliate. Se la difficoltà era uno dei problemi di tale sistema, il vantaggio più evidente era che essa aumentava a dismisura nel caso in cui non si conoscesse il verme.
    Per lungo tempo era stato considerato un metodo perfetto, finché non era stato scoperto che esistevano metodi matematici per scardinarne le difese. Strumento principe era la statistica, in quanto attraverso l'analisi delle frequenze delle lettere era possibile provare a individuare la lunghezza del verme. Una volta fatto questo si aveva accesso a conoscenze importanti, ad esempio ogni quanto ricorrevano le singole permutazioni, che potevano essere dunque separate e analizzate una ad una, fino a trovare le giuste corrispondenze. Era complesso da morire e richiedeva un sacco di tempo, ma Emma si divertiva come una bambina alle prese con un nuovo giocattolo.
    Per quasi un mese fece una full immersion nel mondo della crittografia conosciuta, sfruttando molti dei momenti liberi dal lavoro per fare esercizi su esercizi. Ormai era diventata maestra nelle tecniche note, ma sentiva che ci sarebbe potuto essere di più. Avrebbe osato provare ad andare oltre?




    Crittografia basilare
    L'utilizzatore conosce ed è in grado di usare le principali tecniche note di crittografia, in modo da essere in grado di nascondere le informazioni nei propri scritti. Inoltre è in grado di decifrare messaggi cifrati scritti da chi possiede questa abilità, anche se questa operazione può richiedere qualche ora di tempo.

    Approvate da Utino e Walter qui (500 parole)


     
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    Una lettura rapida e piacevole, ma mi sento offeso perché lei può studiare Crittografia e io no. Allenamento Approvato.
     
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