Come un filo d'erba in mezzo agli altri

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    Erano passati ormai cinque anni dal mio scontro con Gurasu, ci eravamo lasciati con la promessa di reincontrarci una volta che fosse diventato Jonin ma non avevo mai più avuto sue notizie; il giovane Kusiano forse non era mai diventato Jonin? Gli era successo di peggio?

    O magari ce l'ha con te perché l'ultima volta lo hai congelato a ripetizione? "Devo fare sul serio" e poi ti sei limitato a tirargli acqua addosso.

    Ignorai le parole di Shukaku, per quanto avesse tecnicamente ragione il ninja dell'Erba non mi pareva tipo da serbare rancore per una cosa del genere e per così tanto tempo.

    Sì ma spiegami, come mai dopo cinque anni ti viene in mente proprio oggi?
    Ah quello è semplice, hai presente la ragazza che abbiamo incontrato stamani?
    No.
    Ma se vedi tutto quello che vedo io?
    Il fatto che condividiamo i tuoi sensi non implica che io sia perennemente concentrato su di essi, ci sono dei momenti in cui... come fartelo capire... diciamo che mi concedo di non sorvegliarti ventiquattro ore al giorno.
    Oh... oh! Aspetta, quindi questo vuol dire che quando ti parlo e non mi rispondi non è sempre perché ce l'hai con me per qualche motivo ma a volte semplicemente mi ignori?!
    Praticamente... e credo che te ne darò un esempio pratico proprio adesso.

    Rassegnato, ma anche un po' sollevato, lasciai in pace il Tasso e presi carta e penna per scrivere una lettera al Tokubetsu, se non si era fatto sentire lui mi sarei fatto sentire io!

    CITAZIONE
    Caro Gurasu,
    spero tu ti ricordi ancora di me (Walter Heryul); sono anni che non ci vediamo, se non ti reco disturbo vorrei incontrarti per parlarti di un progetto speciale al quale sto lavorando. Sarò nel tuo paese fra qualche giorno, se ne hai voglia potremmo vederci alle porte di Kusa e fare una passeggiata mentre discutiamo.

    Sempre io, Walter Heryul

    Guardai la lettera decisamente poco convinto, non avevo mai capito come rapportarmi in quelle precise situazioni e il comunicare su carta non mi piaceva perché mi faceva sentire impacciato; scrollai le spalle rassegnato e andai a consegnare la lettera per spedirla, per poi tornare a casa e dire a Yukianesa di fare i bagagli e prepararsi ad una piccola gita fuori porta.




    Feci atterrare il drago che ci stava trasportando per farlo riposare un po' e lo ringraziai del passaggio per poi congedarlo dopo aver fatto scendere Yukianesa, le comunicai che avremmo proseguito per un po' a piedi anche per fare qualcosa di diverso dallo stare seduti per ore e far passare un po' il tempo; eravamo praticamente nel Paese degli Uccelli, fra deserto e prateria, ci mettemmo in marcia ma mi fermai dopo un paio di chilometri.

    Ma perché ti sei fermato?
    Ero stanco ed affamato

    Risposi guardandomi attorno in cerca di qualche piccolo borgo rurale in cui riposare un po' e rifocillarci con qualcosa di diverso dalle comuni razioni da viaggio. Notai verso l'orizzonte delle piccole capanne, segno della presenza di una tribù nonché ottimo posto per fermarci; indicai la cosa a mia sorella e ci avvicinammo con un minimo di cautela. Giunti abbastanza vicini notai un anziano uomo seduto con un bizzarro copricapo che cantilenava qualcosa sottovoce mentre guardava dei sassolini ai suoi piedi, dall'aspetto sembrava una specie di stregone o spiritista; gli passammo davanti a qualche metro di distanza e in quel momento lo stregone dal basso guardò in su.

    Uomo bianco, vieni qui!

    Okay che sono pallido quasi cadaverico ma poteva trovare un soprannome migliore.

    Stai attento non ci andare!

    Sussurrò preoccupata Yukianesa; il presento stregone continuò:

    Posso leggerti il futuro se lo vuoi

    Di' di no!

    Gli sorrisi divertito e dissi "Okay" ignorando la preoccupazione della mia sorellina; lo stregone tornò a concentrarsi sulle pietruzze come se ci vedesse realmente qualcosa e nei sassolini osservò i fatti miei. Dopo circa un minuto in rialzò la testa dicendomi in tono cupo:

    Viso pallido ti sta ingannando, non la troverai. Sono mesi che stai cavalcando, dimmi dove andrai...

    Risi divertito chiedendo poi scusa per la mancanza di rispetto e spiegandogli che stavo semplicemente andando a Kusa per trovare un amico ma non stavo cercando nessuno che potesse ingannarmi né stavo viaggiando da messi, gli lasciai comunque una moneta come ringraziamento e chiesi qualche informazione sulla sua tribù; mezz'ora dopo io e Yukianesa eravamo seduti per terra in cerchio a mangiare carne alla brace mentre ascoltavamo le leggende locali e la storia di quel piccolo popolo, ci saremmo goduti il pasto e la compagnia prima di rimetterci in viaggio.




    Un paio di giorni dopo eravamo finalmente a Kusa, raggiunsi il villaggio presentandomi alle guardie cittadine e specificando che mi trovavo lì per incontrare di persona Gurasu Tokubetsu; chiesi se qualcuno potesse andarlo a chiamare e nel mentre attesi senza entrare, non restava che sperare che fosse presente al villaggio e che non ce l'avesse davvero con me non volendomi incontrare.
     
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    Un altro capitolo era stato concluso. Il libro sulle similitudini tra alieni e spiriti diventava sempre più interessante di pagina in pagina. Erano questioni serie e ci teneva ad essere informato. Come promemoria che non doveva passare tutta la giornata a leggere, aveva posto come segnalibro alla fine la posta ricevuta quella mattina. Non poteva più permettersi di rimandarne l’apertura. Poteva essere qualcosa di davvero importante.

    Caro Gurasu,
    spero tu ti ricordi ancora di me (Walter Heryul); sono anni che non ci vediamo, se non ti reco disturbo vorrei incontrarti per parlarti di un progetto speciale al quale sto lavorando. Sarò nel tuo paese fra qualche giorno, se ne hai voglia potremmo vederci alle porte di Kusa e fare una passeggiata mentre discutiamo.

    Sempre io, Walter Heryul



    ” Il tuo nome è Heryul, Walter Heryul… aspetta, io ti conosco! ”

    Dopo aver rimuginato sopra quelle fin troppo formali parole per un minuto, Gurasu si ricordò del fatto che tra tutte le persone che aveva incontrato c’era un solo Walter. Solo che mai ne aveva saputo il cognome prima d’ora. Nella sua memoria era stato catalogato come Signor Walter. Special jonin di Suna, vi aveva avuto a che fare al tempo dell’incidente del portale nel bel mezzo del Deserto di Suna. Quindi aveva avuto uno scontro amichevole con lui finito non proprio bene. Per gran parte del tempo non aveva fatto altro che utilizzare il Suiton e congelarlo, fisicamente e verbalmente. Chiamalo stupido, visto che così aveva potuto tenere nascoste tutte le sue altre abilità. Al massimo era un tipo strano e logorroico. Nonostante questo, aveva imparato molto da lui e lo rispettava ancora. Era passata la bellezza di ben cinque anni. Nel frattempo, lui era cresciuto molto. Aveva affrontato la sua omofobia, acquisito nuovi poteri e imparato nuove tecniche. Si era addirittura fatto un nome come Sterminatore della Serpe e Mangusta. Non era, però, diventato un jonin. Era quello il requisito che al tempo era stato posto dal Signor Walter per un loro prossimo incontro. Qualcosa doveva averlo spinto ad accelerare i tempi. Si passò una mano tra i capelli, imbarazzato.

    ” E adesso chi glielo dice che ho paura di affrontare quell’esame? “

    Si alzò dalla sedia, da lui stesso costruita, e si diresse verso uno scaffale pieno di polvere. Allungò una mano verso la zona più impolverata per poi gettare un urlo e cadere all’indietro. Un ragno aveva avuto la geniale idea di costruire la sua dimora sopra le sue carte importanti. Forse se lo meritava per averle trascurate così a lungo. Da quando era diventato così pigro? Di certo prima del compimento dei 18 anni di età. Ripresosi dallo spavento, decise di lasciar perdere. Sapeva perfettamente cosa aveva intenzione di rivedere, nulla di importante. Una lettera di raccomandazione per i Pollici Verdi. Davvero? C’era qualcosa di terrificante nel doversi prendere delle responsabilità là fuori. Lì a fianco vi era anche un quaderno dove aveva posto tutto quello che sapeva sui cercoteri. Ovviamente anche quello era stato abbandonato col tempo.

    ” Heryul, Heryul… Oh certo, il cercoterio, il cercoterio per Heryul. Il cercoterio Ichibi racchiuso dentro Heryul. Heryul e il suo cercoterio. “

    Ricordava quel vaneggiamento all’interno del portale. Se univa tutti i tasselli con quello che sapeva di lui dalle notizie che circolavano da Suna, ora tutto aveva un senso. Era così ironico che non ci avesse pensato prima. Era sempre il solito a dimenticare le cose importanti! Si chiese se era pronto ad incontrare nuovamente il Signor Walter. Forse no. Cosa aveva fatto di interessante negli ultimi tre anni?


    Lo aveva fatto di nuovo. Si era svegliato solo grazie al bussare insistente alla porta di una guardia cittadina, un po’ infastidita per il fatto che ci aveva messo così tanto a rispondere. Era colpa sua. Ogni volta che si abbuffava di sashimi il giorno dopo era devastato e non aveva più voglia di fare nulla. Ancora a metà nel mondo dei sogni, venne a sapere che il Signor Walter (mannaggia, era così difficile appellarsi in un altro modo a lui!) era arrivato e lo aspettava. Fantastico, magari stava aspettando da ore. Ringraziò la guardia, quindi si diede una sistemata veloce per non far vedere palesemente che si era appena svegliato. Poco dopo aver messo il mantello, inciampò su alcuni pupazzi scimmia che aveva per terra, ritrovandosi così davanti a Neo Genesis.

    ” Buongiorno anche a te… vedo che non sei ancora piena di povere come tutte le altre cose… “

    Cosa doveva fare? Non si sentiva a suo agio in presenza di quella katana. Era uno strumento pericoloso, che ancora non sapeva usare a dovere. Così, dopo aver fatto fumare i suoi capelli dal troppo pensare, si arrese e la prese. Portandola con sé poteva fingere di aver fatto qualcosa negli ultimi anni. Tanto che, da quanto ricordava, anche il Sig- anche Walter ne aveva una. Inciampò di nuovo. Quella casa stava diventando piena di ciarpame. Un po’ come la sua vita. Uscì di casa poco dopo, per poi correre verso il portale. Sorrise ricordando che il suo vecchio sé sarebbe stato in anticipo almeno di un’ora per la trepidante attesa.

    - Scusate il ritardo, non mi ero assolutamente dimenticato… -

    Rimase interdetto notando che Walter, che ricordava bene sebbene non avesse più le occhiaie e portasse gli occhiali, non era da solo. A fianco a lui, con annessi bagagli, stava una ragazza alta quasi sette spanne ma che, nonostante ciò, aveva i tratti somatici di una bambina di cinque anni. Una cosa del tutto peculiare, se poteva dirla tutta. Pallida come gli uomini del Paese del Ferro, aveva verdi occhi e capelli uguale raccolti in una coda di cavallo. Chi poteva essere? Ricordava che Walter avesse accennato ad una sorella ma non ne era sicuro. Forse avrebbe dovuto chiedere.

    - Non sembra molto cambiato dalla scorsa volta, anche se mi spiace per la sua vista. Ha compagnia? –
     
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    Scusate il ritardo, non mi ero assolutamente dimenticato…

    Esordì Gurasu quando finalmente ci raggiunse, non mi era pesato doverlo aspettare però le occhiate dei ninja a guardia della porta cittadina mi infastidivano parecchio; già un Suniano a Kusa non è detto fosse visto di buon occhio da tutti, uno strambo come me poi di sicuro ti faceva venire voglia di non staccargli gli occhi di dosso... e se avevano qualche percettore in città, probabilmente avere un faro di chakra alle porte del villaggio doveva aver messo tutti sull'attenti.

    Non sembra molto cambiato dalla scorsa volta, anche se mi spiace per la sua vista. Ha compagnia?

    Aggrottai le sopracciglia non capendo a cosa si riferisse con il discorso della vista.

    Hai gli occhiali, imbecille.
    Come ogni altro giorno della mia vita. E quindi?
    E quindi la gente normale se ti vede con un paio di occhiali quando prima non li indossavi magari pensa che hai problemi di vista.
    Non c-
    No, nessuno pensa che tu sia più "fico" perché hai gli occhiali.

    Mi morsi mentalmente la lingua per non rispondere a quella provocazione, approfittandone invece per presentare mia sorella a Gurasu.

    Gurasu, lascia che ti presenti mia sorella Yukianesa. È un po' timida con gli sconosciuti, quindi non preoccuparti se si mostra diffidente. Tanto parlo io abbastanza per entrambi, anzi forse parlo anche troppo.

    Poggiai delicatamente una mano sulla schiena di mia sorella spingendola leggermente in avanti per incitarla a presentarsi, la bimba fece un mezzo inchino accompagnato da un "Molto piacere di conoscerla." prima di indietreggiare di nuovo e fissarsi i piedi dalla vergogna.
    Eppure quando era solo uno spirito racchiuso nella katana non era così tanto timida; che la forma umana le avesse dato un carattere più consono alla sua età? O forse quando la evocavo col mio chakra ero io ad alterare il suo vero carattere rendendola più chiacchierona?

    Se sei libero vorrei fare quella chiacchiera che ti avevo anticipato via lettera. Fuori da Kusa, così magari i percettori smettono di impazzire a causa mia. Tu... non hai doti percettive, vero?

    Aggiunsi dopo un secondo di esitazione, squadrando un attimo lo shinobi dell'Erba e non notando alcuna reazione di fastidio.
    Se avesse accettato avrei lasciato che facesse strada, facendomi guidare da lui e commentando come fosse mite il clima dell'Erba rispetto al caldo torrido del deserto del Vento.
     
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    Le sue parole sembrano suscitare perplessità nel signor Walter. Forse non aveva ancora superato lo stadio di accettazione degli occhiali. Lui non li portava, ma immaginava che fossero di una scomodità unica, specie quando indossi una sciarpa e fuori fa freddo. Non era quello il caso quel giorno.

    - Gurasu, lascia che ti presenti mia sorella Yukianesa. È un po' timida con gli sconosciuti, quindi non preoccuparti se si mostra diffidente. Tanto parlo io abbastanza per entrambi, anzi forse parlo anche troppo. –

    Non si preoccupò di trattenere un sorriso. Sapevano bene entrambi che aveva ragione, e lui non avrebbe cercato di smentirlo. Ma non era una cosa spiacevole. Potevi venire a conoscenza di moltissime cose diverse, anche le più impensabili, seguendo il filo di Arianna delle sue discussioni.
    Yukianesa venne incitata dal fratello maggiore, se il suo intuito era corretto, a presentarsi ma dalla sua persona uscì solo una frase piccina piccina.

    - Molto piacere di conoscerla. -

    Era davvero riservata come gli aveva anticipato Walter, tanto che dopo un breve inchino era subito indietreggiata e si era messa a fissare le punte dei piedi. Come una giovane ragazza che si vergognava per l’imbarazzo. Che personalità particolare! Ricambiò il saluto con meno formalità e un caldo sorriso di benvenuto nel Paese dell’Erba.

    - Se sei libero vorrei fare quella chiacchiera che ti avevo anticipato via lettera. Fuori da Kusa, così magari i percettori smettono di impazzire a causa mia. Tu... non hai doti percettive, vero? –

    Per un momento si sentì osservato in malo modo. No, ovviamente non si era mai messo ad imparare i segreti della percezione. Anche perchè li aveva da sempre associati a Matthew, o quello che un tempo rimaneva di lui. Perché mai avrebbe dovuto chiederglielo? Una rotella ancora ben poco oliata nel suo cervello gli ricordò che aveva un cercoterio dentro di sé. Come gli aveva detto il ninja della Birra, erano creature piene di chakra; dunque, dovevano essere una bella seccatura per un percettore. Tutto ciò spiegava come mai i ninja posti a protezione del portale sembravano infastiditi dalla sua presenza.

    - No, non ho mai avuto passione per quel genere di cose. Comunque, sì. Possiamo parlare quanto vuoi, se non è un problema per tua sorella. –

    Facendo gli onori di casa, lo accompagnò fuori dal villaggio in una delle tante e belle foreste che proteggevano Kusa. Era stato davvero difficile decidersi, ma alla fine aveva puntato su quella situata verso il Paese della Cascata, a settentrione. Il signor Walter non poté che fare un commento sulla mitezza del clima. Lui stesso era stato qualche volta a Suna e sapeva che là il tempo era tutta un’altra musica. Caldo e torrido, con l’acqua che la vedi col binocolo. Era il luogo ideale per discutere in tranquillità senza paura di essere bersagliati da persone sospettose. Per rompere il ghiaccio, Gurasu gli aveva raccontato del più e del meno che aveva combinato negli ultimi anni, senza andare troppo nel dettaglio. Erano successe molte cose dolorose, da scontri con amici di lunga data a una guerra devastante in cui aveva acquisito un titolo gravoso, passando per allenamenti nel Paese del Fumo e nuove abilità che ovviamente non gli aveva rivelato. Era curioso di sapere cosa aveva fatto lo special jonin di Suna, specie come si era accorto di non vederci. Non appena la discussione si fosse assestata, avrebbe quindi riportato in auge il vero motivo per cui si trovavano lì.

    - Dunque… mi aveva parlato di un progetto speciale. Di cosa si tratta? –
     
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    Dunque… mi aveva parlato di un progetto speciale. Di cosa si tratta?

    Gurasu interruppe (giustamente) i miei discorsi sul nulla, non volevo essere così diretto con lui ma non aveva senso nemmeno girarci attorno. Prima però andava chiarita una cosa.

    Innanzitutto vorrei specificare che non sei obbligato a darmi del lei, non voglio metterti a disagio se non ti trovi comodo col tu ma sappi che io non sono mai stato tipo da formalità; una volta mi sarei vantato dei miei successi da ninja e dei miei titoli, ma ora voglio soltanto una vita normale...

    Mi interruppi un attimo lanciando una dolce occhiata a mia sorella e scompigliandole scherzosamente i capelli, per poi tornare con la mia attenzione su Gurasu e riprendere il discorso.

    Ed è qui che entra in gioco quello che ti ho anticipato via lettera.
    Il mio credo ninja è sempre stato di diventare più il forte del mondo per proteggere chi non lo era abbastanza, il mio motto era qualcosa del tipo "chi è forte si protegge da solo, chi è più forte protegge gli altri" ma... per farla breve, mi sono sempre concentrato sulla parte sbagliata di quella frase. Non rimpiango nulla di quello che ho fatto ma mi rendo conto che non è stato il metodo più efficace o efficiente di fare quello che volevo, col senno di poi mi son reso conto che per quanto forte possa diventare non posso ancora essere onnipresente per esserci ogni volta che qualcuno ne ha bisogno. Insomma, senza girarci troppo attorno: voglio condividere la mia forza e la mia conoscenza con quanti più ninja possibili di cui mi fido, da solo non posso proteggere il mondo ma posso insegnare al mondo a proteggersi da solo.


    Feci una breve pausa, ammettere di aver seguito la via sbagliata per anni e di non essere onnipotente era un duro colpo per il mio ego; la gente moriva ogni giorno in missione e io non potevo farci nulla, anche quando ero sul campo di battaglia non potevo controllare ogni singola cosa e nella mia folle corsa al potere mi ero rinchiuso in un circolo vizioso. Più cercavo di diventare forte e più succedeva qualcosa mentre non c'ero che rendeva tutto inutile; ripensai a Iguru, morto in missione, a Mai, ferita dal parassita sotto ai miei occhi, e per finire ad Akira, la cui fine probabilmente sarebbe stata diversa se fossi stato presente nel momento del bisogno.

    Come anche la vita di Saru, Annie e Kenshi.
    Gli ultimi sono esempi così specifici che, se tu non fossi così stupido da addossarti sempre tutta la colpa, inizierei a sospettare che ti stai pentendo del nostro patto.

    Ignorai Shukaku non sapendo come rispondergli, confidavo nel fatto che il Tasso capisse cosa provavo al momento; presi quindi un profondo respiro e arrivai alla parte delicata del discorso.

    E quindi Gurasu, vorresti... vorresti diventare mio allievo?
     
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    Non arrivò una risposta netta alla sua domanda, anche perché aveva interrotto in modo non educato i suoi discorsi, bensì una precisazione.

    - Innanzitutto vorrei specificare che non sei obbligato a darmi del lei, non voglio metterti a disagio se non ti trovi comodo col tu ma sappi che io non sono mai stato tipo da formalità; una volta mi sarei vantato dei miei successi da ninja e dei miei titoli, ma ora voglio soltanto una vita normale... –

    Quella era l’affermazione più strana che avesse mai sentito dal signor non datemi del vecchio Walter. Come poteva uno special jonin come lui, uno degli shinobi d’eccellenza del Paese del Vento, essersi stancato di ciò che era? Che fosse stata la perdita della vista? O la volontà di dedicarsi alla famiglia? Ricordava che quella volta nel portale si era disperato non poco per la perdita di sua sorella, anche se ancora non si capacitava della cosa. Quest’ultima ipotesi sembrò essere confermata da come scherzosamente scompigliò i capelli a Yukianesa per poi riprendere il discorso.

    - Ed è qui che entra in gioco quello che ti ho anticipato via lettera.
    Il mio credo ninja è sempre stato di diventare più il forte del mondo per proteggere chi non lo era abbastanza, il mio motto era qualcosa del tipo "chi è forte si protegge da solo, chi è più forte protegge gli altri" ma... per farla breve, mi sono sempre concentrato sulla parte sbagliata di quella frase. Non rimpiango nulla di quello che ho fatto ma mi rendo conto che non è stato il metodo più efficace o efficiente di fare quello che volevo, col senno di poi mi son reso conto che per quanto forte possa diventare non posso ancora essere onnipresente per esserci ogni volta che qualcuno ne ha bisogno. Insomma, senza girarci troppo attorno: voglio condividere la mia forza e la mia conoscenza con quanti più ninja possibili di cui mi fido, da solo non posso proteggere il mondo ma posso insegnare al mondo a proteggersi da solo. –


    Era proprio vero che ognuno aveva i propri scheletri sull’armadio, e lo special jonin non sembrava essere un’eccezione alla regola. Gurasu lo aveva sempre visto come deciso e pronto a sdrammatizzare ogni situazione. Mai avrebbe immaginato che portasse dentro di sé un peso così grande. Pensandoci, non poteva dire di conoscerlo davvero. Poteva però capire il suo dolore. Lui stesso era diventato orfano alla nascita, aveva uno zio malato di cancro, aveva sofferto non potendo aiutare i suoi amici di infanzia e quelli incontrati durante i viaggi nel continente. La guerra, poi, era stata devastante. Aiutati che il ciel si aiuta, si suole dire. Chi fa da sé, fa per tre. Questi detti non avevano aiutato Walter e nemmeno lui, tanto che negli ultimi anni aveva faticato per diventare più forte ma senza trovare una strada da percorrere davanti a sé se non quella dell’ozio.


    - E quindi Gurasu, vorresti... vorresti diventare mio allievo? –

    Spalancò gli occhi e forse anche la bocca per l’incredulità. Aveva fatto un discorso molto profondo e introspettivo e mai si sarebbe atteso che sarebbe andato a parare in questa direzione.

    - Cosa? Dice… dici sul serio? Sei sicuro che vuoi che diventi un tuo discepolo? Nel senso, per me ogni persona con più esperienza di me è un maestro e tu stesso mi hai insegnato cose preziose che ho tenuto presente fino ad oggi. Quindi in un certo senso sono già un tuo discepolo, anche se non glielo ho chiesto. Forse non proprio educato, eh? Quindi sì, non mi dispiacerebbe. Anche perché probabilmente c’è una lista d’attesa infinita per averti come insegnante, quindi credo che sia un’opportunità da non perdere. Del resto, sei uno special jonin di Suna molto importante! Anche se questo cosa comporterebbe? Devo forse compilare un modulo? Pagare una tassa di iscrizione? Devo trasferirmi a Suna e comprare una casa là? Il clima forse non è proprio il massimo per uno cresciuto a Kusa. In ogni caso, prima hai detto che stavi cercando persone di cui fidarti per proteggere il mondo. Io apprezzo la fiducia che riponi in me ma cosa posso fare io? Nel senso, è un obiettivo stupendo ma anche tremendamente impegnativo. A parte qualche clone, nemmeno io posso essere ovunque. E forse non ho nemmeno forza comparabile alla tua per fare effettivamente qualcosa. Del resto non sono ancora jonin ma... Ah, forse ho parlato troppo… –

    Di certo aveva già imparato a parlare a sproposito, quando un semplice sì e delle domande mirate sarebbero bastate per chiudere la questione. Come minimo doveva aver spaventato la sorella di Walter con le sue parole impulsive.
     
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    Walter
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    E ora mi manca solo una personalità oscura e ho fatto tutte le sfumature di blu


    La reazione di del giovane Kusiano fu esattamente come me la ero immaginata, una sorpresa totalmente inaspettata; in realtà ero indeciso se avrebbe reagito così o se non mi avesse preso sul serio, ma evidentemente mi conosceva troppo poco per credere che potessi scherzare su argomenti del genere.

    Cosa? Dice… dici sul serio? Sei sicuro che vuoi che diventi un tuo discepolo? Nel senso, per me ogni persona con più esperienza di me è un maestro e tu stesso mi hai insegnato cose preziose che ho tenuto presente fino ad oggi. Quindi in un certo senso sono già un tuo discepolo, anche se non glielo ho chiesto. Forse non proprio educato, eh? Quindi sì, non mi dispiacerebbe. Anche perché probabilmente c’è una lista d’attesa infinita per averti come insegnante, quindi credo che sia un’opportunità da non perdere. Del resto, sei uno special jonin di Suna molto importante!

    Feci per aprire bocca ma mi interruppi, l'istinto di correggerlo elencando TUTTE le mie cariche era forte, fortissimo ma sarebbe stato poco coerente rivelare di volere una vita normale e poi fregiarsi di titoli inutili.

    Anche se questo cosa comporterebbe? Devo forse compilare un modulo? Pagare una tassa di iscrizione? Devo trasferirmi a Suna e comprare una casa là? Il clima forse non è proprio il massimo per uno cresciuto a Kusa. In ogni caso, prima hai detto che stavi cercando persone di cui fidarti per proteggere il mondo. Io apprezzo la fiducia che riponi in me ma cosa posso fare io? Nel senso, è un obiettivo stupendo ma anche tremendamente impegnativo. A parte qualche clone, nemmeno io posso essere ovunque. E forse non ho nemmeno forza comparabile alla tua per fare effettivamente qualcosa. Del resto non sono ancora jonin ma... Ah, forse ho parlato troppo…

    Alzai le sopracciglia, trattenendo a stento una risata; di solito ero IO quello che parlava troppo, ma tutte quelle preoccupazioni mi facevano sperare in bene.

    Beh direi che sulla parlantina sei già sulla buona strada.

    Scherzai cercando di spezzare la tensione e tranquillizzare il Chuunin, ero abituato a parlare tanto ma non ad ascoltare tanto e soprattutto non a rimanere concentrato per più di qualche secondo; provai a rispondere a tutti i suoi dubbi cercando di andare in ordine e di non tralasciarne nessuno, lanciai uno sguardo fugace a Yukianesa. Scossi impercettibilmente la testa e ripresi.

    Allora, andiamo con ordine: no, non ti devi trasferire da nessuna parte. E no non devi pagare... cioè, diciamo che se vuoi spendere qualcosina come segno di apprezzamento potresti... no rimaniamo sull'argomento principale. La mia idea è molto più semplice: sono un Sannin e sono in grado di creare Copie Superiori, la prima cosa mi concede di poter viaggiare molto e la seconda mi permette di essere in più posti contemporaneamente anche se per tempi più contenuti.

    Spezzai un unico sigillo creando una copia perfetta di me stesso, l'altro Walt agitò la mano in segno di saluto per poi fare un passo verso il ninja dell'Erba.

    Ciao, sono "l'altro Walt". Come mi chiama... beh, questo Walter. Potrei sembrare una normale copia ma...

    Il Kagebushin alzò il braccio destro porgendo il palmo aperto della mano verso Gurasu e invogliandolo con lo sguardo a dargli un cinque.

    Sono totalmente solido. E indipendente. E detto fra noi, sono anche più simpatico e meno lunatico "dell'originale".

    La copia poi mi lanciò un'occhiata divertita prima di prendere per mano mia sorella e salutare Gurasu con un rapido cenno della testa, allontanandosi per andare a giocare con la bimba (non più) spiritica.

    Come vedi i Kagebushin sono una tecnica eccezionale, grazie posso essere sempre presente; al momento ne posso creare un totale di tredici contemporaneamente e durano una settimana l'uno, quindi puoi pure disfare la valigia immaginaria che stavi già preparando e allenarti comodamente a Kusa... o meglio, nei dintorni di Kusa magari non proprio dentro al villaggio. Inoltre...

    Feci cenno con la mano sinistra di aspettare un momento, mentre portai la destra verso la tasca dei jeans prelevando un grosso medaglione; lo lanciai delicatamente a Gurasu in maniera che potesse afferrarlo senza problemi, mi ero preso la briga di modificarlo un po' rispetto all'originale ma avevo controllato e i miei jutsu funzionavano ancora.

    Finché avrai questo medaglione potremo essere sempre in contatto diretto, non fare troppo caso al davanti e concentrati sulla parte liscia sul retro.

    Lanciai un fischio in direzione della mia copia e questa prese a sua volta il medaglione copiato dalla tasca, attivando poi l'Oracolo di Delfi e salutando per la terza volta Gurasu assieme alla piccola Yukianesa.

    Ehilà!
    Salve!

    Come vedi con questa tecnica posso proiettare immagini e suoni catturati da un altro medaglione identico, l'unico svantaggio è che la comunicazione è unilaterale a meno che anche l'altra persona non impari la tecnica. Ovviamente se vorrai impararla sarò ben lieto di insegnartela come mia prima lezione da "maestro", così potrai contattarmi sempre. Anche nel momento del bisogno. E ora che abbiamo risolto la parte più triviale, direi che è il momento di concentrarci su cosa ho in mente di fare. Come ho già detto io non posso essere ovunque in ogni momento, nonostante le mie copie autonome ed anche se un giorno ottenessi l'onnipresenza non vivrò in eterno; conosco un uomo che ha "congelato" la sua durata vitale, volendo potrei emulare i suoi studi e raggiungere un qualcosa di simile ma non lo farò. Ci ho rifletto a lungo e non è solo un'egoistica scelta di voler vivere una vita normale, mi sono sempre fatto carico di ogni cosa pensando che fosse mia responsabilità, quello stesso medaglione che hai in mano non è che uno spettro di un periodo in cui credevo veramente di poter cambiare il mondo da solo... ma, se c'è una cosa che ho imparato, è che da soli non si è mai più forti. Lo so che suona molto come uno di quei classici cliché da fumetti per ragazzi, ma i legami che formiamo con le altre persone sono la cosa più forte del mondo. Beh tranne forse i Legami Scovalenti, ma non credo sia il caso di parlare di chimica ora. Dicevo, è l'unione a fare la forza, è il numero a darci un vantaggio. Io per anni ho voluto cambiare il mondo, volevo che il mio nome e le mie gesta entrassero nei libri di storia e ora? Un giorno morirò e pian piano lo farà anche il ricordo che la gente aveva di me, alla fine sarò solo un altro nome da studiare per gli svogliati allievi dell'accademia ninja e i polverosi storici nelle loro biblioteche. Però posso fare qualcosa che invece durerà in eterno, posso tramandare i miei insegnamenti e i miei ideali alle persone a me care così che loro non soffrano mai più e possano proteggere le persone a loro care.

    Mi fermai un secondo, avevo bisogno di riprendere un attimo fiato; forse mi ero lasciato trasportare un po' troppo dalle emozioni col mio discorso e cercai di riprendere il filo del discorso, portai un mano al viso togliendomi momentaneamente gli occhiali. Gurasu forse non avrebbe compreso il significato e l'importanza di quel gesto ma poco importava, a me interessava solo che IO fossi cosciente di quello che stavo facendo.

    Sai, quando ho iniziato la mia carriera da ninja ero totalmente inesperto; discendo da una famiglia di mercanti e mi trovavo catapultato in un mondo nuovo, ero talmente ingenuo che non appena scoprii in un libro delle abilità innate guardai la più "cool" e provai a sbloccarla. A quanto pare sono tanto fortunato quanto stupido. Spesso mi vanto di essere un genio ma la verità è che all'inizio ho faticato parecchio in un mondo che mi remava contro, non avevo nessuno a cui chiedere e ho faticato tanto perfino a imparare a controllare un secondo elemento, cosa che di solito ogni Chuunin impara subito; prima mi hai fatto una domanda molto importante: "che cosa posso fare io?".

    Fissai il Tokubetsu dritto negli occhi, senza nemmeno sbattere le palpebre.

    Molto. Puoi fare tantissimo, anche se non te ne rendi conto. E no, non perché sei speciale come uno di quei protagonisti stereotipati dei romanzi fantasy; però hai un legame speciale. Io ho iniziato da solo e ci ho messo anni ad arrivare dove sono, tu invece hai me ad allenarti. E chiunque altro accetterà di diventare mio allievo. No, "allievo" non è la parola giusta; siamo tutti alla pari, un gruppo di ninja pronti a darsi una mano l'un l'altro per progredire assieme. "Chi è più forte, protegge gli altri" era il mio vecchio credo ninja", "chi è più saggio, insegna agli altri" sarà quello nuovo.

    Rinforcai gli occhiali interrompendo il contatto visivo e appoggiandomi con la schiena al primo tronco che avevo vicino, per poi scivolare lentamente a terra e sedermi; era stato emotivamente... impegnativo, mi sentivo come se avessi fatto uno sforzo fisico immane. Ma rimaneva ancora un'ultima cosa da precisare.

    E comunque mio caro Gury, pare che i miei allievi abbiano una sfiga tremenda. Quindi... evita di chiamarmi "maestro" o simili, okay?




    CITAZIONE
    Oracolo di Delfi (Derufai no shintaku)

    Ninjutsu
    Liv. C

    Per attivare questa tecnica non sono necessari sigilli, però occorre impugnare il medaglione dell'Apeiron e tenerlo davanti a sé. Concentrando il chakra nel medaglione, l'utilizzatore è in grado di replicare l'immagine che esso riflette e i suoni presenti nei dintorni sul medaglione di un'altra persona, permettendo così una conversazione a distanza anche se a senso unico. In caso anche l'altro ninja conosca questa tecnica, può attivarla per rispondere al ninja che lo ha contattato permettendo così una conversazione a doppio senso. Pagando una quantità di chakra superiore è possibile contattare più persone contemporaneamente; quando contattata, la persona sentirà il proprio medaglione vibrare.
    [Sigilli:0]

    Consumo: 30 + 10 (chiamata singola) / 50 + 20 (chiamata multipla)

    CITAZIONE
    Un paio di precisazioni:

    1) l'immagine del medaglione purtroppo mi è andata offline, comunque sul davanti pare essere stato scartavetrato per cancellare il disegno che vi era inciso quindi immaginatelo come un coso tondo di metallo leggermente sferico da un lato (quello levigato) e completamente liscio dall'altro.
    2) "legami scovalenti" è volutamente sbagliata perché (come detto) Walt ha una soglia dell'attenzione bassissima e nell'unica role dove ha studiato chimica non era proprio concentratissimo :asd: E perché da bravo fanatico degli occhiali ovviamente ha frainteso a modo suo.
     
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    Walter, aggrottato, sembrò essere quasi divertito del suo discorso pieno di panico e agitazione. Immaginava che non ridesse solo per non farlo sentire a disagio.

    - Beh direi che sulla parlantina sei già sulla buona strada. –

    Benissimo, se ne era accorto anche lui. Ormai, non è che poteva rimangiarsi ciò che aveva detto e quindi non rimaneva a Gurasu che accettare il fatto che il processo di heryulizzazione fosse iniziato. Si chiese se la trasformazione fosse reversibile o meno. Lo avrebbe saputo solo col passare del tempo. Si portò il palmo della mano sinistra sulla fronte, quasi volesse nascondere una piccola risata. Quindi rimase ad ascoltare con attenzione tutte le risposte ai suoi dubbi che lo special jonin avrebbe fornito lui, sempre che potesse.

    - Allora, andiamo con ordine: no, non ti devi trasferire da nessuna parte. E no non devi pagare... cioè, diciamo che se vuoi spendere qualcosina come segno di apprezzamento potresti... no rimaniamo sull'argomento principale. -

    Se solo avesse portato un blocco note con sé, Gurasu avrebbe di certo preso appunti. Non era quello il caso. Non gli rimaneva che memorizzare tutto a mente.

    ” Devo scoprire cosa potrebbe piacergli come regalo… magari posso chiedere a Vin se può aiutarmi con qualche idea! “

    - La mia idea è molto più semplice: sono un Sannin e sono in grado di creare Copie Superiori, la prima cosa mi concede di poter viaggiare molto e la seconda mi permette di essere in più posti contemporaneamente anche se per tempi più contenuti. –

    D’improvviso il kusiano avrebbe voluto sparire. Come aveva potuto dimenticare che Walter aveva un titolo molto più importante di quello di special jonin? Viveva così fuori dal mondo ultimamente che non se ne era nemmeno accorto. Sarebbe stato molto utile avere una specie di schermo digitale dove tenere conto dei progressi fatti e dei titoli delle persone incontrate. Anche se, forse, sarebbe stato più un gioco che altro. La sua attenzione venne attirata da un secondo sannin, del tutto identico al precedente, creato con un solo sigillo. E con la mano, con la mano, con la mano faceva ciao ciao.

    - Ciao, sono "l'altro Walt". Come mi chiama... beh, questo Walter. Potrei sembrare una normale copia ma... Sono totalmente solido. E indipendente. E detto fra noi, sono anche più simpatico e meno lunatico "dell'originale". –

    Non seppe resistere al desiderio di battere il cinque all’altro Walt, azione che gli permise di constatare che ciò che diceva era vero. Era qualcosa di completamente diverso da ciò a cui era abituato, anche se lui stesso aveva delle Copie Superiori ma create col legno. Sorrise al termine lunatico. Era una prospettiva che non aveva considerato nella descrizione di Walter. Quindi il clone guardò l’altro sé stesso per poi mettersi in disparte con Yukianesa per giocare. Una cosa più divertente che ascoltare due shinobi parlare, di certo.

    - Come vedi i Kagebushin sono una tecnica eccezionale, grazie posso essere sempre presente; al momento ne posso creare un totale di tredici contemporaneamente e durano una settimana l'uno, quindi puoi pure disfare la valigia immaginaria che stavi già preparando e allenarti comodamente a Kusa... o meglio, nei dintorni di Kusa magari non proprio dentro al villaggio. Inoltre... –

    Venne lasciato in attesa, non sapeva perché. Ne approfittò per rielaborare quello che aveva appena ascoltato. Non prima di aver abbandonato la lista di ciò che doveva portare. Poco male, gli sarebbe servita in futuro. Si ripeté nella testa il numero tredici. Non sembrava una quantità di cloni elevata, ma di certo la loro durata aveva qualcosa di incredibile. Forse il sannin poteva davvero essere in più luoghi contemporaneamente! Si immaginò che ogni Paese avesse a disposizione un suo Walter agente per risolvere tutti i problemi. Sarebbe stato di certo divertente e probabilmente un modo efficiente per raggiungere il suo obiettivo di proteggere il mondo.
    L’attesa finì quando, dalla tasca destra dei suoi jeans, gli lanciò con cautela un medaglione dalle dimensioni non indifferenti. Gurasu si preoccupò di prenderlo il meglio possibile. Una volta portato in salvo, lo osservò con attenzione. Era un oggetto di metallo, una metà levigata tondeggiante e l’altra piatta. Doveva essere uno specchio risalente a qualche antica civiltà? Cosa doveva farsene?

    - Finché avrai questo medaglione potremo essere sempre in contatto diretto, non fare troppo caso al davanti e concentrati sulla parte liscia sul retro. –

    Doveva essere difficile immaginarlo ma, per fortuna, lo attendeva una dimostrazione pratica. Si concentrò sul retro mentre Walter con un fischio attirò l’attenzione del clone per fargli tirare fuori un medaglione completamente identico al suo.

    ” Specchio, specchio delle mie brame, cosa mi farai vedere da questo reame? “

    Strabuzzò gli occhi dalla sorpresa quando vide sul piatto comparire le immagini dell’altro Walt e della giovane. Ma non solo. Per qualche arcano motivo poteva sentire le loro voci come se provenissero dal medaglione stesso.

    - Ehilà! –

    - Salve! -

    Quale ninjutsu era mai questo? Lo voleva anche lui!

    - Come vedi con questa tecnica posso proiettare immagini e suoni catturati da un altro medaglione identico, l'unico svantaggio è che la comunicazione è unilaterale a meno che anche l'altra persona non impari la tecnica. Ovviamente se vorrai impararla sarò ben lieto di insegnartela come mia prima lezione da "maestro", così potrai contattarmi sempre. Anche nel momento del bisogno. –

    Se solo avesse lanciato un’occhiata verso il kusiano, avrebbe visto i suoi occhi brillare dalla voglia di imparare quella tecnica al più presto. Anche perché, se no, sarebbe stato l’unico a subirsi lunghissimi dialoghi come quello che Walter stava facendo.

    - E ora che abbiamo risolto la parte più triviale, direi che è il momento di concentrarci su cosa ho in mente di fare. Come ho già detto io non posso essere ovunque in ogni momento, nonostante le mie copie autonome ed anche se un giorno ottenessi l'onnipresenza non vivrò in eterno; conosco un uomo che ha "congelato" la sua durata vitale, volendo potrei emulare i suoi studi e raggiungere un qualcosa di simile ma non lo farò. –

    Era proprio vero che più titoli avevi e più entravi in contatto con le persone più disparate! Si chiese chi poteva mai essere in grado di raggiungere un tale risultato.

    - Ci ho rifletto a lungo e non è solo un'egoistica scelta di voler vivere una vita normale, mi sono sempre fatto carico di ogni cosa pensando che fosse mia responsabilità, quello stesso medaglione che hai in mano non è che uno spettro di un periodo in cui credevo veramente di poter cambiare il mondo da solo... ma, se c'è una cosa che ho imparato, è che da soli non si è mai più forti. Lo so che suona molto come uno di quei classici cliché da fumetti per ragazzi, ma i legami che formiamo con le altre persone sono la cosa più forte del mondo. Beh tranne forse i Legami Scovalenti, ma non credo sia il caso di parlare di chimica ora. –

    Non era sicuro che si chiamassero proprio così, ma magari esistevano delle sorte di tecniche per scovare le persone lente tramite qualche legame spirituale. Doveva informarsi meglio, sicuramente qualcosa che un alieno poteva fare.

    - Dicevo, è l'unione a fare la forza, è il numero a darci un vantaggio. Io per anni ho voluto cambiare il mondo, volevo che il mio nome e le mie gesta entrassero nei libri di storia e ora? Un giorno morirò e pian piano lo farà anche il ricordo che la gente aveva di me, alla fine sarò solo un altro nome da studiare per gli svogliati allievi dell'accademia ninja e i polverosi storici nelle loro biblioteche. Però posso fare qualcosa che invece durerà in eterno, posso tramandare i miei insegnamenti e i miei ideali alle persone a me care così che loro non soffrano mai più e possano proteggere le persone a loro care. –

    Il discorso era diventato terribilmente serio. Era vero che ogni shinobi doveva essere preparato alla sua morte in ogni momento nel campo di battaglia ma gli sembrava improbabile che questo potesse succedere anche a Walter. Era un sannin, dopotutto! E poi, immaginava che non sarebbe stato per nulla noioso studiare una vita avventurosa come la sua. Lui stesso ne sapeva ancora troppo poco. Una breve pausa in cui tolse gli occhiali, per un motivo a lui non chiaro, e le parole ripresero a fluire come prima.

    - Sai, quando ho iniziato la mia carriera da ninja ero totalmente inesperto; discendo da una famiglia di mercanti e mi trovavo catapultato in un mondo nuovo, ero talmente ingenuo che non appena scoprii in un libro delle abilità innate guardai la più "cool" e provai a sbloccarla. A quanto pare sono tanto fortunato quanto stupido. Spesso mi vanto di essere un genio ma la verità è che all'inizio ho faticato parecchio in un mondo che mi remava contro, non avevo nessuno a cui chiedere e ho faticato tanto perfino a imparare a controllare un secondo elemento, cosa che di solito ogni Chuunin impara subito; prima mi hai fatto una domanda molto importante: "che cosa posso fare io?". –

    I suoi occhi si fissarono sul kusiano proprio mentre questo cercava di capacitarsi di quello che aveva appena detto. No, non poteva credere che persino lui avesse faticato così tanto. Era forse uno scherzo? Eppure, era così serio…

    - Molto. Puoi fare tantissimo, anche se non te ne rendi conto. E no, non perché sei speciale come uno di quei protagonisti stereotipati dei romanzi fantasy; però hai un legame speciale. Io ho iniziato da solo e ci ho messo anni ad arrivare dove sono, tu invece hai me ad allenarti. E chiunque altro accetterà di diventare mio allievo. No, "allievo" non è la parola giusta; siamo tutti alla pari, un gruppo di ninja pronti a darsi una mano l'un l'altro per progredire assieme. "Chi è più forte, protegge gli altri" era il mio vecchio credo ninja", "chi è più saggio, insegna agli altri" sarà quello nuovo. –

    Uno sguardo profondo che fece capire a Gurasu cosa aveva davvero deciso di accettare a cuor leggero. Era difficile realizzarlo, un gruppo di shinobi che si aiutano gli uni gli altri. Era in questo modo, con più persone preparate, che potevano avere la forza per cambiare le cose? Era davvero pronto a gettarsi in questa avventura? Dentro di sé sapeva che negli ultimi anni aveva faticato a trovare una via maestra. Poteva essere quella la sua stella polare? Lo avrebbe scoperto solo prendendoci parte. Una sorte di eccitazione lo pervase mentre, dall’altra parte, Walter rimise gli occhiali e si appoggiò stanco su un albero. Non immaginava che parlare potesse essere faticoso quanto consumare chakra!

    - E comunque mio caro Gury, pare che i miei allievi abbiano una sfiga tremenda. Quindi... evita di chiamarmi "maestro" o simili, okay? –

    ” Gury? “

    Era la prima volta che lo chiamava con quel diminutivo, usato di solito da Obasan e Tsuri. Era come se volesse affettuosamente accoglierlo nella nuova realtà che si figurava. In ogni caso, era venuto a conoscenza che aveva avuto altri allievi prima di lui, come si sarebbe aspettato. Non capiva, però il collegamento con la sfortuna. Come poteva un maestro lanciare maledizioni suoi suoi pupilli?

    - Sì, maes- Sì, signor- –

    No, non era proprio capace di parlargli come se fosse un suo pari. Si mise le mani tra i capelli per la frustrazione, per poi fare un respiro profondo.

    - Grazie, Walter. Porterò sempre con me questo medaglione, anche se devo trovargli un posto sicuro. –

    Rimase ad armeggiare un attimo imbarazzato con l’oggetto per poi accomodarlo temporaneamente in una delle tasche interne del mantello. Era sempre il suo luogo di rifugio quando non sapeva dove allocare le cose. Chissà quanto spazio ancora rimaneva! Probabilmente ancora un bel po’, dal momento che aveva il buonsenso di svuotarlo ogni volta che tornava a casa.

    - Farò del mio meglio per apprendere tutto ciò che potrò. Inclusa l’ultima tecnica, sembra davvero fantastica! Come fantastico sei tu. Nessuno stupido riuscirebbe ad arrivare dove sei arrivato tu. Probabilmente se avessi fatto il mercante saresti stato conosciuto in tutto il continente! –

    Cosa contava un complimento da parte di un allievo che non poteva chiamare maestro il proprio maestro? Non gli importava. Quello che diceva Gurasu, lo pensava davvero. Sarebbe stato anche divertente vederlo a vendere occhiali. O forse gelati. Perchè no? Ragionandosi su, era davvero futile definire il sé stesso del passato come stupido. Nessuno nasceva imparato e nessuno sapeva padroneggiare le arti magiche da appena nato. Era più che sicuro che Walter, nonostante avesse avuto problemi con il suo secondo elemento, avesse d’altro canto padroneggiato in anticipo altri talenti.

    - Quindi? Quando si comincia? –

    Lui e la sua solita impazienza!

    Edited by ~Gurasu~ - 10/2/2022, 20:48
     
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    Sì, maes- Sì, signor-

    Quanto ti rode l'esserti giocato la possibilità di realizzare il tuo sogno ed essere chiamato "maestro".
    Tanto quanti sono i granelli di sabbia nel deserto...

    Per quanto rassegnato all'idea di essermi scavato la fossa con le mie stesse mani, un po' ero rasserenato da quella cosa; alla fine era solo uno stupido desiderio infantile, decisamente più importante era mettere in atto il mio piano ed evitare che Gurasu o altri rischiassero la vita a causa della mia iella.
    Gurasu ripose il medaglione in una tasca interna del suo mantello ringraziandomi del dono, probabilmente nemmeno immaginava la storia dietro quel semplice pezzo di metallo ma in fondo era giusto così; poi passò ad elogiarmi, facendomi sorridere e pensare al fatto che non immaginava nemmeno del mio tentativo di cambio carriera e conseguente rifiuto da parte del mondo/karma/entità superiore che si divertiva a vedermi fare il ninja.

    Quindi? Quando si comincia?

    Il sorriso sul mio volto si fece più grande, con un colpo di reni mi rimisi in piedi per poi sgranchirmi le dita in vista dei sigilli da fare a breve; mostrare al Kusiano le mie tecniche sarebbe stato facile ma spiegare come funzionavano (o peggio, come me le ero inventate) era sempre un problema.

    Forse forse un pochino lo sono davvero un genio se mi invento roba senza nemmeno sapere come o perché funzioni... Shukaku?
    Mah, ti ho visto piegare le leggi delle probabilità più e più volte. Ormai non ci provo nemmeno a seguire questi ragionamenti.
    Bene possiamo iniziare subito!

    Dissi cambiando al volo interlocutore e cominciando a rivolgermi al ninja dell'Erba.

    La prima lezione direi sarà darti un punto di vista diverso, diciamo che vedrai il mondo come lo vedo io. Poi probabilmente serviranno un po' di spiegazioni. Poi sicuramente altre spiegazioni. Se ti senti pronto dovrai semplicemente premere "Sì" su quel grosso pulsantone che apparirà a mezz'aria come per magia.

    Rilasciai una piccola quantità di chakra attivando il mio genjutsu e aspettando che il Kusiano accettasse di entrarci, davanti i suoi occhi sarebbero comparsi una serie di menù abbastanza fastidiosi e invadenti ma ero pronto a tranquillizzarlo.

    Allora, probabilmente ora stai vedendo un botto di roba strana; per quanto siano pure illusioni intangibili puoi interagirci tranquillamente con le tue mani come se fossero solide, prova a scorrere così fra le varie voci che sono comparse.

    Mimai il gesto di scorrere fra i menù di The Gamer per mostrare a Gurasu come fare.

    Non so di preciso quanto tu riesca a vedere ma se ci sono dei punti interrogativi non è niente di preoccupante, tranquillo. Ora guarda me e cerca di toccare la prima voce del "menù" che ti è comparsa, se ci sei riuscito dovresti vedere il mio nome e cognome assieme ad una lunga lista di soprannomi che ti chiedo non sbirciare e quello che spero sia ancora "il Drago della Superbia". Storia divertente come ho ottenuto quel titolo. Ah ed è probabile che compaia una scritta "Status: Maledetto" ma non è nulla di preoccupante... circa; hai presente quando dicevo che i miei allievi non hanno molta fortuna? Ecco.

    E ora non rimaneva che attendere le tremila domande che sarebbero seguite.


    CITAZIONE
    Party

    Genjutsu Liv C

    Genjutsu semplice attivabile in due modalità il quale permette di far comparire davanti alle vittime una schermata con la richiesta di "partecipare alla squadra" dell'utilizzatore con le risposte "Sì" e "No"; scegliendo la prima risposta si avrà automaticamente accesso a tutte le schermate del Menù di The Gamer dell'utilizzatore ma riadattate al proprio livello, scegliendo invece la seconda risposta la tecnica non si attiverà.
    Lan: tramite un semplice contatto fisico si trasmette una piccola quantità di chakra alle vittime, attivando su di loro la prima parte dell'illusione.
    Wireless: tramite una piccola emissione di chakra si trasmette una piccola quantità di chakra alle vittime, attivando su di loro la prima parte dell'illusione.
    [Accettare l'attivazione della tecnica comporta il non potersene liberare se non spendendo una quantità di chakra pari al mantenimento del jutsu per mandare una richiesta di abbandono che deve essere accettata dal ninja]
    [La vittima dell'illusione vedrà le informazioni dell'utilizzatore solo se ha i livelli minimi necessari per farlo, ma potrà visualizzare tranquillamente le proprie]
    [La liberazione tramite ferite funziona normalmente, ma gli altri metodi classici (es: Kai) saranno inefficaci]
    [La tecnica dura massimo un giorno]
    [Mondo: Reale]
    [Immobilità: Non Necessaria]
    [Bersaglio: Multiplo]
    [Stimolo: Tattile/Nessuno]
    [Sigilli: 0]

    Consumo: 5 (Lan)/10 (Wireless) + 2 (Mantenimento)

    Se sbirci fra i soprannomi di Walt ci troverai una lunga lista che include: Cavaliere del Deserto, il Vecchio Walt, Pagliaccio di Ghiaccio, Grande Gelataio Gentile, Signor Walter e Portatore di Luce. Se invece sbirci fra le tue informazioni, il titolo di Gurasu è "la giovane quercia".
     
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    Il signor non maestro Walter sembrò non squadrarlo troppo seriamente per via dei suoi discorsi di ammirazione, pari a quelli di un fan accanito rivolti verso la superstella ninja preferita. Ok, forse non esattamente. O almeno non credeva di essere diventato più strano di quello che già era. Ma non importava. Il sannin sembrava radioso con il suo ampio sorriso stampato in 3D senza resina sulla faccia. Non sembravano vedersi residui di colla tra i denti, perlomeno. Si risollevò da terra in maniera più o meno agile, per poi sgranchirsi le mani come in quelle tipiche scene di combattimento che si vedono svoltando l’angolo di casa.

    - Bene possiamo iniziare subito! La prima lezione direi sarà darti un punto di vista diverso, diciamo che vedrai il mondo come lo vedo io. Poi probabilmente serviranno un po' di spiegazioni. Poi sicuramente altre spiegazioni. Se ti senti pronto dovrai semplicemente premere "Sì" su quel grosso pulsantone che apparirà a mezz'aria come per magia. –

    Senza che potesse vedere nemmeno un mezzo sigillo, uno schermo virtuale apparve davanti ai suoi occhi, strabuzzati per la sorpresa. Voleva forse dire che Walter vedeva questo ogni giorno? Era l’effetto degli occhiali? Quindi anche lui era uno schermo? No, stava facendo correre decisamente troppo la fantasia. Decise dunque di focalizzarsi sullo strano oggetto. Sembrava essere l’opera di un’arte illusoria, o almeno così credeva. Non era il momento di verificarlo, doveva fidarsi. Sullo schermo c’erano delle scritte piuttosto grandi che attirarono la sua attenzione.

    ” Partecipare alla squadra? Sì, No. ”

    Cosa voleva mai dire? Stavano per partire per una missione dove al posto delle ricetrasmittenti si impiegavano diavolerie tecnologiche? Davanti alla scelta che gli si presentava, non gli rimaneva che premere il pulsante del sì, fidandosi del suo mentore. L’avesse mai fatto. Quasi come quei siti malevoli che ti bombardano di informazioni del tutto inutili, menu e finestre comparvero ovunque creandogli una confusione non da poco, che lo fece sobbalzare per lo spavento.

    ” Cosa diamine sta succedendo? “

    - Allora, probabilmente ora stai vedendo un botto di roba strana; per quanto siano pure illusioni intangibili puoi interagirci tranquillamente con le tue mani come se fossero solide, prova a scorrere così fra le varie voci che sono comparse.–

    Imitando il gesto che vedeva dall’altra parte delle finestre, riuscì finalmente a capire qualcosa finché non gli si aprì davanti un mondo di informazioni leggibili.

    - Non so di preciso quanto tu riesca a vedere ma se ci sono dei punti interrogativi non è niente di preoccupante, tranquillo. Ora guarda me e cerca di toccare la prima voce del "menù" che ti è comparsa, se ci sei riuscito dovresti vedere il mio nome e cognome assieme ad una lunga lista di soprannomi che ti chiedo non sbirciare e quello che spero sia ancora "il Drago della Superbia". Storia divertente come ho ottenuto quel titolo. Ah ed è probabile che compaia una scritta "Status: Maledetto" ma non è nulla di preoccupante... circa; hai presente quando dicevo che i miei allievi non hanno molta fortuna? Ecco.–

    Avete presente quando un bambino piccolo vede per la prima volta un parco divertimenti e vuole per forza di cose esplorare tutte le attrazioni in esse presenti? Oppure quando vede tecnologie sorprendenti quali robot o altri marchingegni? Ecco, questo era Gurasu in quel momento. I suoi occhi ambrati non erano mai stati più vicini al color del topazio. Tralasciando i punti interrogativi, entrò nella scheda di Walter. Walter Heryul. C’era effettivamente una lista infinita di soprannomi! Chissà se gli erano stati attribuiti in battaglia o se li aveva auto assegnati… No, doveva essere decisamente la prima opzione. Non era così autoreferenziale.

    ” Ha detto che non devo sbirciare i suoi soprannomi… e perché mai? No, aspetta. È una prova! Non devo sbirciare, non devo sbirciare… troppo tardi… “

    Senza accorgersene il suo sguardo era caduto nel tranello ed era finito a leggere alcuni suoi onorifici: Cavaliere del Deserto, il Vecchio Walt, Pagliaccio di Ghiaccio, Grande Gelataio Gentile, Signor Walter, Portatore di Luce, Drago della Superbia, …. Facevano competizione a lady Daenerys del Paese dei Demoni. Per quanto riguardava lo status maledetto… era impossibile pensare che non fosse qualcosa di preoccupante.

    ” Aspetta un secondo… ma quindi potrebbe esserci anche una mia scheda? Proviamo! “

    Sentendosi confidente nella sua abilità di gestione del pannello, trovò una voce che riportava il suo nome. Era una scheda abbastanza stringata per ora, e riportava come soprannome la giovane quercia.

    ” Beh, per lo meno non sono una mangusta! “

    In ogni caso, era tutto così surreale. Era proprio quello che aveva desiderato avere pochi minuti prima, sebbene non sapesse quante informazioni conteneva e soprattutto chi le inseriva. Era arrivato il momento di chiedere.

    - Come si chiama questa tecnica? Pensi che possa imparare anche questa? Come hai fatto a creare queste schede? Le informazioni che contengono sono acquisite tramite esperienza diretta o sono prelevate da un’enciclopedia universale disponibile in qualche santuario? Posso anch'io avere un mio schedario personale simile? Come hai fatto ad essere maledetto? Se ci sono le maledizioni vuol dire che si può essere anche benedetti? In che modo sarei una giovane quercia? Come sei diventato il Drago della Superbia? Quanto vecchio sei se esiste un giovane Walter? Ci sono davvero i cavalieri nel deserto? Davvero hai avuto un’attività commerciale in una gelateria? E quell’attività circense col ghiaccio? –

    Non si era reso conto di aver pronunciato in così poco tempo una quantità spropositata di domande che doveva aver di certo stranito il signor Walter non di poco. Soprattutto perché aveva appena rivelato di aver sbirciato tra i suoi soprannomi.

    - Ops, non ho resistito ai soprannomi… –

    Abbasso il capo, in sego di scuse e pentimento. Era forse così che lo avrebbe visto sputare fuoco al posto di freddure? Ok, forse essere un drago non voleva dire letteralmente quello…
     
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    Gurasu sembrò abituarsi rapidamente ai vari menù di The Gamer e iniziò ad armeggiare fra le varie voci, in quel preciso momento mi domandai se non fosse stato più utile inventare una tecnica con la quale gli altri potessero vedere esattamente quello che vedessi io così da poter fissare in due lo stesso schermo ma se non lo avevo fatto significava che quando pensai a quella tecnica doveva avere un motivo... qualunque esso fosse. Come avevo previsto, Gurasu aveva tante domande ed era pronto a porle tutte.

    Come si chiama questa tecnica? Pensi che possa imparare anche questa? Come hai fatto a creare queste schede? Le informazioni che contengono sono acquisite tramite esperienza diretta o sono prelevate da un’enciclopedia universale disponibile in qualche santuario? Posso anch'io avere un mio schedario personale simile? Come hai fatto ad essere maledetto? Se ci sono le maledizioni vuol dire che si può essere anche benedetti? In che modo sarei una giovane quercia? Come sei diventato il Drago della Superbia? Quanto vecchio sei se esiste un giovane Walter? Ci sono davvero i cavalieri nel deserto? Davvero hai avuto un’attività commerciale in una gelateria? E quell’attività circense col ghiaccio?
    Ops, non ho resistito ai soprannomi…


    Rimasi un attimo spiazzato dalla valanga di parole, di solito ero io a sfornare tremila parole al secondo; poi realizzai che Gurasu aveva guardato dove gli avevo gentilmente chiesto di non guardare, per un attimo ne fui infastidito ma poi pensai che probabilmente avrei fatto lo stesso al suo posto. La curiosità era solo un punto a favore.

    Allora. Momento! Andiamo con ordine:
    Questa roba si chiama "The Gamer", dovrebbe significare "Il Giocatore" ma non ho idea del perché abbia questo nome. E anche se non me lo hai chiesto, no non l'ho scelto io il nome.
    Poi non credo si possa imparare, non sono nemmeno sicuro che io l'abbia "imparata". E sinceramente nemmeno lo auguro a qualcuno, ha... strani effetti collaterali.
    Per le schede non ne ho idea di come si creino, né di come si facciano sparire; è abbastanza fastidioso quando compaiono dal nulla, cioè sono comode per tantissime cose e ora che ci ho fatto l'abitudine non mi prende più un colpo quando escono fuori all'improvviso ma ecco in combattimento qualcosa che ti ostacola la vista non è piacevole.
    E riguardo al contenuto si riempiono in base a quello che so io ma in realtà no perché a quanto pare serve un certo "livello di potenza" per poter visualizzare le informazioni... è un concetto strano che nemmeno saprei spiegare ma questa... "cosa" attribuisce al potere dentro ognuno di noi un certo livello numerico, più è alto e più informazioni memorizzate puoi vedere. Ah tranne per i soprannomi che a quanto pare non serve conoscerli per vederli e per il titolo che ad oggi ancora non so chi lo decida ma pare che nel corso del tempo potrebbe cambiare in base a... boh, qualcosa.
    Poi cosa avevi chiesto... ah già; come già detto non so se sia "trasmissibile" e in caso non te lo auguro e riguardo la maledizione la risposta è ancora una volta "non lo so"; so solo che le persone a cui tengo prima o poi muoiono e di solito tendono a farlo prima. Magari in realtà sono io ad essere molto bravo a sopravvivere invece, specie contando che sono cresciuto in un periodo molto più bellicoso e belligerante di questo ma... insomma boh. Nel dubbio non affezionarti troppo a me così non corriamo rischi che la mia sfiga ti colpisca.


    Mi fermai due o tre secondi per richiamare alla memoria cosa altro mi avesse chiesto, per fortuna su The Gamer si illuminarono la lista dei miei soprannomi facendomi ricordare quale fosse il prossimo passo.

    I titoli scelti da questa... abilità per me non hanno senso. O meglio, io posso intuire il perché del mio visto il mio legame coi Draghi e il mio carattere testardo ma "la giovane quercia" me lo dovresti spiegare tu. E riguardo ai soprannomi, si limita semplicemente a segnare OGNI. SINGOLO. SOPRANNOME. MAI RICEVUTO. Eeeee... diciamo che alcuni li ho ricevuto con onore, altri sono cose dette da amici e uno... me lo sono affibbiato da solo. vabbè lasciamo stare. Sono sicuro che sarebbero tutti aneddoti molto divertenti ma ci sarà tempo per questi, al momento torniamo a concentrarci su questi magici menù fluttuanti. Quello che hai visto ora è il primo, accessibile a tutti quelli che hanno raggiunto il "decimo livello"; il prossimo sono una serie di noiosi numeri, le tue "statistiche", in pratica quantifica la tua forza e velocità e resistenza eccetera eccetera. Roba noiosa da nerd insomma, anche se dovresti trovare il tuo livello e il mio se proprio ti sembra di essere tanto lontano da me quello potrebbe confermare o smentire la tua idea. Poi c'era... ah sì, altra roba inutile come quella che indossi e possiedi e poi finalmente quello che ci interessa veramente: le tecniche ninja che hai visto in funzione... con una loro dettagliata spiegazione! Non so se ti sia accessibile questa parte del menù ma nel caso sarebbe un'ottima scorciatoia per insegnarti i miei jutsu; avanti prova a vedere se compaiono solo punti interrogativi o se c'è anche qualche scritta!

    Lasciai qualche secondo al Kusiano per provare sperando che andasse tutto per il meglio ma purtroppo non riusciva a leggere alcuna informazione, non mi demoralizzai anche se la cosa mi infastidiva alquanto.

    No sul serio, perché diamine non ho pensato ad una tecnica che facesse vedere le stesse cose che vedo io?!

    Sospirai rassegnato facendo gesto al Tokubetsu di aspettare un attimo, creai al volo un portale per l'Armeria Dimensionale e vi inserii la mano cercando un preciso plico di fogli.

    Non chiedere di questo, una mattina mi sono svegliato e lo sapevo fare. O sono così furbo da imparare cose nuove in modo passivo o sono così stupido da non ricordarmi come ho fatto...

    Diedi mentalmente ragione a Shukaku quando lanciò una frecciatina su come secondo lui rientrassi nella seconda ipotesi, stranamente però non solo non infierì ma anzi ammise che perfino lui riconosceva il mio talento in certi campi; se rimasi sorpreso, gli elogi da parte sua erano rari e inusuali! Recuperai quei fogli che non vedevo dai tempi della caccia al demone e scorsi velocemente fino ad arrivare ad uno di preciso, lo porsi a Gurasu chiedendogli di focalizzarsi sulle scritte sotto la voce "Oracolo di Delfi", poi ributtai il resto dei fogli dentro l'Armeria richiudendola.

    Occhio di Polifemo e Nenia di Morfeo puoi ignorarle bellamente, concentrati su Oracolo di Delfi; per favore niente commenti sui nomi delle mie tecniche, era una fase particolare e ho tirato fuori anche di peggio... in ogni caso lì ci dovrebbe essere una descrizione abbastanza dettagliata di come funziona la tecnica per comunicare a distanza che mi hai visto usare qualche minuto fa. Se davvero sei intenzionato ad impararla quegli appunti potrebbero essere d'aiuto.

    Se Gurasu fosse stato interessato poi gli avrei mostrato volentieri altre tecniche che reputavo utile potesse imparare, probabilmente avrei dovuto chiedere a Savarin se la Mano del Dio Elementale fosse un'esclusiva o se avrei potuto insegnarla senza che si offendesse, però ero troppo curioso di vedere quella tecnica con elementi diversi da quelli che utilizzavo solitamente io.


    Walterino ti da un foglio con scritta la tecnica paro paro a come è in scritta in scheda (tranne il consumo in chakra, metto qua sotto il testo), ci sono anche altre due tecniche nello stesso foglio ma quelle sono veramente inutili (poi se te le vuoi leggere le trovi in scheda pure quelle XD)

    CITAZIONE
    Oracolo di Delfi (Derufai no shintaku)

    Ninjutsu
    Liv. C

    Per attivare questa tecnica non sono necessari sigilli, però occorre impugnare il medaglione dell'Apeiron e tenerlo davanti a sé. Concentrando il chakra nel medaglione, l'utilizzatore è in grado di replicare l'immagine che esso riflette e i suoni presenti nei dintorni sul medaglione di un'altra persona, permettendo così una conversazione a distanza anche se a senso unico. In caso anche l'altro ninja conosca questa tecnica, può attivarla per rispondere al ninja che lo ha contattato permettendo così una conversazione a doppio senso. Pagando una quantità di chakra superiore è possibile contattare più persone contemporaneamente; quando contattata, la persona sentirà il proprio medaglione vibrare.
    [Sigilli:0]

    Eh boh, se la vuoi imparare per me te la puoi già mettere in scheda.
     
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    Proprio come aveva immaginato, Walter era stato travolto in pieno dalla valanga Gurasu. Un fenomeno estremo e decisamente insolito da osservarsi nel Paese dell’Erba, per niente rinomato per le sue alte montagne innevate. Chissà se lo avrebbe sgridato… A lunghe domande di certo corrispondevano lunghe risposte, di cui si sarebbe dovuto prendere la responsabilità di ascoltare.

    - Allora. Momento! Andiamo con ordine: Questa roba si chiama "The Gamer", dovrebbe significare "Il Giocatore" ma non ho idea del perché abbia questo nome. E anche se non me lo hai chiesto, no non l'ho scelto io il nome. Poi non credo si possa imparare, non sono nemmeno sicuro che io l'abbia "imparata". E sinceramente nemmeno lo auguro a qualcuno, ha... strani effetti collaterali. –

    Non aveva mai sentito prima un nome così assurdo quale De gheimer. Ricordava il suono della lingua dura dei barbari, anche se non era mai stato in quelle terre misteriose per confermarlo. Se solo avesse potuto, si sarebbe segnato in uno schermo come promemoria di andare a visitare il dominio barbaro per capire se avevano creato loro la diavoleria che aveva davanti. Solo un barbaro poteva divertirsi a giocare con degli schermi volanti… in un secondo momento, pensò che forse anche lui fosse uno di loro. Non riusciva a trattenersi mai davanti al fascino della tecnologia e di tutto quello che l’uomo poteva creare unendo l’energia dell’universo a quella della natura. Il dispiacere sorto nell’apprendere di non poter imparare The Gamer e utilizzarlo venne presto sormontato dai suoi possibili effetti collaterali. Si chiese se potessero essere peggio di una maledizione.

    - Per le schede non ne ho idea di come si creino, né di come si facciano sparire; è abbastanza fastidioso quando compaiono dal nulla, cioè sono comode per tantissime cose e ora che ci ho fatto l'abitudine non mi prende più un colpo quando escono fuori all'improvviso ma ecco in combattimento qualcosa che ti ostacola la vista non è piacevole. –

    Aveva avuto modo di constatare da sé il livello di irritabilità di quelle schede volanti. Sapendo poi che avrebbero potuto spuntare da un momento all’altro… insomma, gli fece passare la voglia di impadronirsi della tecnica, se così poteva definirla. Forse l’effetto collaterale della vicenda era appunto la persecuzione dei pannelli.

    - E riguardo al contenuto si riempiono in base a quello che so io ma in realtà no perché a quanto pare serve un certo "livello di potenza" per poter visualizzare le informazioni... è un concetto strano che nemmeno saprei spiegare ma questa... "cosa" attribuisce al potere dentro ognuno di noi un certo livello numerico, più è alto e più informazioni memorizzate puoi vedere. Ah tranne per i soprannomi che a quanto pare non serve conoscerli per vederli e per il titolo che ad oggi ancora non so chi lo decida ma pare che nel corso del tempo potrebbe cambiare in base a... boh, qualcosa. –

    ” Uno non può semplicemente spiegare una tecnica senza spiegarla “

    Non aveva capito molto del fantomatico livello di potenza, se non che più sei potente e più informazioni puoi vedere. Il che aveva perfettamente senso, pensandoci bene. Un genin non poteva sperare di conoscere i segreti del suo kage se non diventando abbastanza forte da essere suo stretto consigliere. I soprannomi, d’altro canto, giravano in ogni angolo, specie se derisori. Persino un avventore della locanda conosceva gli attributi di Marai, pace all’anima sua.

    - Poi cosa avevi chiesto... ah già; come già detto non so se sia "trasmissibile" e in caso non te lo auguro e riguardo la maledizione la risposta è ancora una volta "non lo so"; so solo che le persone a cui tengo prima o poi muoiono e di solito tendono a farlo prima. Magari in realtà sono io ad essere molto bravo a sopravvivere invece, specie contando che sono cresciuto in un periodo molto più bellicoso e belligerante di questo ma... insomma boh. Nel dubbio non affezionarti troppo a me così non corriamo rischi che la mia sfiga ti colpisca. –

    Questa non era decisamente una buona notizia. Forse ne era già affetto. Ricordava di persone che aveva conosciuto che erano completamente impazzite o di altre di cui non aveva più avuto notizie. Si guardò inutilmente le braccia, come per cercare qualche bubbone o segno visibile della sua malattia. Forse avrebbe dovuto chiedere un consiglio alla sua amica d'infanzia Megane, che se non ricordava male lavorava al Centro Operativo Veleni Interdetti e Deteriorati (C.O.V.I.D.).

    ” Calma, forse la spiegazione di Walter ha senso. Non sarebbe strano per un shinobi morire in battaglia… del resto la sfiga non esiste, nemmeno i vampiri e i fantasmi… “

    Un brivido gli corse lungo la schiena, dal momento che aveva avuto modo di incontrare entrambi. Bene, doveva fare più attenzione nel futuro a non diventare un ricettacolo di sfortuna.

    - I titoli scelti da questa... abilità per me non hanno senso. O meglio, io posso intuire il perché del mio visto il mio legame coi Draghi e il mio carattere testardo ma "la giovane quercia" me lo dovresti spiegare tu. E riguardo ai soprannomi, si limita semplicemente a segnare OGNI. SINGOLO. SOPRANNOME. MAI RICEVUTO. Eeeee... diciamo che alcuni li ho ricevuti con onore, altri sono cose dette da amici e uno... me lo sono affibbiato da solo. vabbè lasciamo stare. Sono sicuro che sarebbero tutti aneddoti molto divertenti ma ci sarà tempo per questi, al momento torniamo a concentrarci su questi magici menù fluttuanti. –

    E lui che pensava di poter sapere di più sul suo maestro! Ah no, aspetta, era una trappola! Non doveva affezionarsi troppo, dunque non doveva sapere la storia dietro ai suoi soprannomi… anche se la tentazione era sempre dietro l’angolo! Maledizioni a parte, era rimasto sorpreso dal fatto che si fosse affibiato da solo un titolo. Ma ancora di più che avesse un legame con i draghi. Niente di meno da un sannin come lui! Voleva assolutamente vederne uno!

    - Quello che hai visto ora è il primo, accessibile a tutti quelli che hanno raggiunto il "decimo livello"; il prossimo sono una serie di noiosi numeri, le tue "statistiche", in pratica quantifica la tua forza e velocità e resistenza eccetera eccetera. Roba noiosa da nerd insomma, anche se dovresti trovare il tuo livello e il mio se proprio ti sembra di essere tanto lontano da me quello potrebbe confermare o smentire la tua idea. –

    Nella realtà dei fatti, avere dei numeri che quantificavano la propria forza non sembrava così assurdo, anzi. Costituivano dei parametri importanti per capire se si avesse qualche reale possibilità di vincere contro un avversario appena incontrato. Sempre che si conoscessero fin da subito i suoi numeri magici. Un terno al lotto, insomma.

    - Poi c'era... ah sì, altra roba inutile come quella che indossi e possiedi e poi finalmente quello che ci interessa veramente: le tecniche ninja che hai visto in funzione... con una loro dettagliata spiegazione! Non so se ti sia accessibile questa parte del menù ma nel caso sarebbe un'ottima scorciatoia per insegnarti i miei jutsu; avanti prova a vedere se compaiono solo punti interrogativi o se c'è anche qualche scritta! –

    Se le statistiche sembravano davvero interessanti, questo lo era decisamente di più! Quante volte gli era capitato di assistere a ninjutsu sconosciuti ed essere andato nella biblioteca di Kusa non sapendo da che parte cominciare? Avere tutto a portata di mano, con facilità. Non se lo fece ripetere due volte. Prese a guardare nella sezione apposita con tanta aspettativa che si ritrovò deluso quando incappò solo in punti interrogativi.

    - Ma qui non c’è niente che possa leggere… –

    Lo special jonin di Suna sembrava leggermente infastidito, tanto che sospirò facendogli cenno di attendere. Quindi lo vide allungare le braccia verso una sottospecie di portale, come quelli che aveva visto nel deserto al tempo delle anomalie. Inutile dire che avrebbe tanto voluto avere delle spiegazioni anche su quello.

    - Non chiedere di questo, una mattina mi sono svegliato e lo sapevo fare. O sono così furbo da imparare cose nuove in modo passivo o sono così stupido da non ricordarmi come ho fatto... –

    Con le ali di cellulosa già torpate prima di volare sul vento delle domande ricorrenti, Gurasu assistè al suniano mentre prendeva dal passaggio etereo una risma di fogli. Dopo averla scorsa a sufficienza, porse il foglio che aveva finalmente trovato al kusiano. C’erano scritte varie cose, ma solo su una doveva prestare attenzione, ovvero l’Oracolo di Delfi. Quindi il plico venne rimesso al suo posto, ovvero nel nulla? La giovane quercia era profondamente confusa.

    - Occhio di Polifemo e Nenia di Morfeo puoi ignorarle bellamente, concentrati su Oracolo di Delfi; per favore niente commenti sui nomi delle mie tecniche, era una fase particolare e ho tirato fuori anche di peggio... in ogni caso lì ci dovrebbe essere una descrizione abbastanza dettagliata di come funziona la tecnica per comunicare a distanza che mi hai visto usare qualche minuto fa. Se davvero sei intenzionato ad impararla quegli appunti potrebbero essere d'aiuto. –

    Si trattava proprio della tecnica che voleva imparare. Immaginava che sarebbe stato effettivamente più comodo vederla in formato digitale piuttosto che cartaceo, ma non sempre i server erano efficienti. Ignorando bellamente i consigli ricevuti, guardò gli altri due paragrafi per constatare che non ne aveva bisogno. Quanto ai titoli, erano divertenti.

    - Grazie si- nceramente Walter! –

    Esordì, troncando signor Walter sul nascere. Un tentativo maldestro che sicuramente sarebbe stato difficile non notare.

    - Farò del mio meglio per impararla il prima possibile. Non appena sarò pronto ti contatterò… O forse dovrei mandare una lettera per avvisare prima? Non vorrei disturbare mentre è impegnato… –

    La cosa poteva diventare poco pratica, dovendo specificare l’ora della chiamata al piccione viaggiatore, sperando fosse tempestivo a consegnare il messaggio prima del momento designato. I pericoli erano sempre presenti nell’aria. Il flusso dei pensieri del kusiano iniziò a vagare da lì verso i draghi che avrebbe tanto voluto vedere. Tecnicamente era già in grado di creare dei draghi di legno, ma questi non erano di certo in grado di volare!

    - Stavo pensando… non so se al momento sono la prima persona a cui hai proposto questo progetto. Di certo sarebbe utile spostarsi rapidamente verso i luoghi critici. Credi che sarebbe possibile che ognuno di noi avesse, non so, un drago? Sarebbe veramente figo utile! Magari anche con un’uniforme o qualcosa del genere… –
     
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