Kyodaimax Gurasu

Allenamento proibita Cento Mani

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    Paese del Fumo, Proprietà di Tanso Senju, 219


    Introduzione – parte 1



    Tecnica proibita
    Arte del Legno: Cento mani
    Tipo: Hijutsu/Ninjutsu
    È una tecnica con cui si crea una titanica statua di legno alta 20 metri e con cento mani aggiuntive allungabili, che l'utilizzatore può controllare a piacere. Le braccia sorgono dal retro della statua e sono disposte secondo tre file concentriche; partendo da quella più interna, sono rispettivamente 32, 33, 35 mani per fila. La testa è circondata da delle piccole teste in corrispondenza della fronte; il loro numero è pari a quello degli elementi posseduti dall'utilizzatore. Da ognuna può uscire solo un determinato elemento sotto forma di flusso elementale.
    [Sigilli: 19]
    [La statua ha le stesse statistiche dell'utilizzatore tranne la resistenza, pari a 110, e la velocità, pari a 40]
    [La statua può muoversi solo se l'utilizzatore è sopra la sua testa]
    [L'utilizzatore non può usare più di 4 braccia del retro contemporaneamente, mentre può usare illimitatamente le due grandi braccia del corpo principale]
    [La forza di ogni flusso elementale è di 150]
    [Ogni flusso è di 5 metri di larghezza e 5 di altezza]
    [I flussi possono essere lanciati singolarmente o contemporaneamente]
    [Il raggio d'azione dei flussi e delle mani posteriori è di 30 metri]
    [Questa tecnica può essere usata solo una volta al giorno]
    Livello: Proibita
    Consumo: 300 [150 per ogni flusso][25 per ogni mano posteriore][20 a turno per muovere la statua]
    Mantenimento: 250 a turno

    Post: 5
    Voto minimo: 10



    Poche lune erano passate da quando Gurasu aveva partecipato all’ultimo rito sciamanico per capire se fosse degno di utilizzare l’Ent-ificazione o meno. Per sua fortuna le entità arboree si erano mostrate benevole nei suoi confronti e quindi non era incappato in alcun genere di punizione, a detta di Diep terribile. Anche se, per saperlo, voleva dire che o ne aveva subita una lei stessa, o aveva assistito ad un processo in pubblica foresta. Qualunque fosse la motivazione, quella donna continuava a rimanere un mistero per lui. C’erano molte cose che non tornavano, dalla sua capacità di fare sigilli al suo passato. Eppure, non aveva ancora trovato il coraggio di puntare un dito contro colei che l’aveva iniziato alla via dello sciamanesimo. Tutto era ancora sul piatto e ancora non aveva capito cosa fare nella sua vita, tanto che aveva deciso di farle visita di tanto in tanto con disappunto di Shiten. Il loro nipote si stava sempre di più allontanando dalla strada dello shinobi. O così sembrava ai loro occhi.
    Quel giorno stava camminando con Diep all’interno della foresta di proprietà di Tanso, dove Gurasu aveva passato molto tempo ad allenarsi e a creare cumuli di carbone, ancora ben visibili. Uno di questi sembrò attirare l’attenzione della sciamana, che vi si avvicinò con un’espressione di apparente disgusto.

    - Nero frutto della civiltà che depreda la natura della sua vitalità… -

    Con il suo fare criptico aveva commentato ciò che le si parava davanti, confondendo il kusiano non poco. Era sicuro, infatti, che il carbone fosse di origine vegetale e derivasse proprio dalla morte degli alberi che lei venerava. Certo, forse quel particolare tipo di carbone non era poi così naturale, ma come poteva esserne sicura?

    - Cosa vorresti dire? –

    - Oh, non badare a me, solo vecchi ricordi di una vecchia donna che ha sofferto a causa di questo carbone. -

    Difficile non sospettare che nascondesse qualcosa. Quel breve scambio di pensieri, però, venne interrotto da un’inattesa concatenazione di eventi. Diep, infatti, aveva preso un esemplare di carbon fossile per sbriciolarlo in un moto di rabbia. Peccato che lo avesse prelevato a metà del cumulo andando a privare quest’ultimo della sua stabilità. Vedere la struttura collassare ricordò a Gurasu di quando aveva intrappolato suo zio con il Funerale Nero. Il panico, i colpi di tosse sempre più insistenti, i gas sulfurei, la notizia che era malato di cancro e che forse aveva contribuito a peggiorare la sua situazione.

    ” N-no, non di nuovo! “

    Il trauma era ancora vivido nella sua mente da spingerlo ad intervenire il prima possibile. Infuse il chakra sul carbone appena in tempo per evitare che colpissero la donna, spaventata.

    - Tutto bene? –

    La domanda che aveva posto dopo aver fatto atterrare al sicuro i mattoni del cumulo precedente sembrò agitarla ancora di più.

    - T-tu! Sei dalla parte del nemico! Come ho potuto non accorgermene? Hai tradito gli insegnamenti delle entità arboree e li hai ingannati ottenendo il loro favore! Che cosa ignobile! -

    Il kusiano non capiva più nulla. L’aveva appena salvata da un incidente e lei blaterava accusandolo di averla imbrogliata? E quale sarebbe il nemico? Un sospetto iniziò a farsi strada nella sua testa. Che fosse Tanso? Aveva forse fatto qualcosa di male contro di lei? Per lo meno avrebbe giustificato la sua mancanza di qualche rotella!

    - Cosa stai dicendo? Io non ho ingannato nessuno! –

    - Oh, sì invece! Avresti dovuto dirmelo che eri proprio come Tanso, legno malato dei Senju! -

    Come temeva, si riferiva alla sua abilità di manipolare il carbone. Non ci vedeva nulla di male in ciò, specie se creava appositamente piante per poi trasformarle in ciò che serviva. Guardò con severità Diep, che ormai dava in escandescenza. Quali sarebbero state le sue prossime mosse? Aveva deciso di troncare i rapporti con quella scenata da pazza e ora non rimaneva che andare fino in fondo. Lei stessa era passata da definirlo legno buono a legno malato del suo clan.

    - E’ così che mi vedi ora? Ti sarebbe bastato chiedere, te lo avrei detto! Tu, piuttosto, non mi hai mai detto la verità sul tuo conto! Chi sei veramente? –

    Non sarebbe rimasto immobile a ricevere una predica immotivata. Era pronto ad intraprendere un combattimento ogni momento. Da ninja, non da sciamano.

    - Chi sono io? Quella che ti punirà! -

    In un battito di ciglia, la sciamana era passata nella sua forma ent per poi prendere alla sprovvista Gurasu e intrappolarlo con degli alberi fatti crescere sotto ai suoi piedi. Quindi aveva da sempre mentito: conosceva già l’arte del legno. Probabilmente, quella volta che gli aveva chiesto di mostrare cosa era in grado di fare, era solo per mantenere la sua copertura. Era stato così stupido da fidarsi. Cercò di liberarsi ma la presa era insospettabilmente forte da parte sua.

    ” Dannazione, ora sono nei casini! Shiten non è ancora di ritorno dall’ospedale! “

    Diep poi compose una quantità innumerevole di sigilli. Non aveva mai visto quella sequenza prima d’ora, non attribuibile ad alcuna tecnica di sua conoscenza. Qualsiasi cosa fosse, non aveva un buon presentimento al riguardo. Sentì la terra tremare e una quantità innumerevole di legno uscire dal suolo, molto di più di quella richiesta per i suoi draghi.

    - L’ora del giudizio è arrivata! Preparati alla punizione che gli arborei avrebbero dovuto infliggerti! –

    Non era sicuro di voler partecipare a quella sua esecuzione. Doveva trovare un modo per liberarsi o sarebbe stato alla sua completa mercè. Un colosso gigantesco si stava nel frattempo delineando davanti ai suoi occhi ed era talmente alto che il sole ne era quasi completamente oscurato. Un centinaio di braccia sembravano spuntare dal retro della gigantesca scultura lignea, e due piccole teste facevano capolino a fianco di quella principale, dove stava in piedi Diep. Qualsiasi cosa fosse, lo avrebbe polverizzato in un istante solo muovendo uno dei suoi arti. Cercò di muovere la mano destra per fare qualche sigillo ma anche questa era troppo ingombrata dai rami per poterci riuscire. Sarebbe sopravvissuto ai suoi attacchi?

    - E ora, soffri! –

    - Dovrai prima passare sul mio cadavere, strega! –

    Un gigantesco drago acquatico investì in pieno il per nulla grande gigante gentile e lo polverizzò in pochi istanti, facendo cadere la sciamana da un’altezza che le avrebbe come minimo causato qualche frattura scomposta e non solo per la sua veneranda età. Subito dopo la stretta che lo bloccava si allentò. Corse quindi incontro a Shiten, abbracciandolo forte. Non aveva idea di come avesse fatto ad arrivare fin lì ma era grato che ce l’avesse fatta giusto in tempo. Probabilmente non aveva mai mostrato così tanto affetto per suo nonno come in quel momento.

    Edited by ~Gurasu~ - 26/9/2022, 20:32
     
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    Introduzione – parte 2



    Gurasu era rimasto assorto per lungo tempo sulla sedia, contemplando tutto quello che era successo poco prima. La situazione era completamente degenerata e lui aveva rischiato grosso. Forse, se solo fosse stato più intelligente, non si sarebbe fidato della prima trovata in mezzo agli alberi solo perché aveva una tecnica interessante! Doveva essere stata la sua mente alterata a impedirgli di vedere le cose per come davvero stavano. Shiten era davanti a lui, in piedi. Si aspettava di ricevere rimproveri da parte sua ma non accadde. Forse perché anche lui aveva peccato in fiducia.

    - Sono felice di essere arrivato in tempo e che tu stia bene. Che quella donna non fosse normale si sapeva, ma fino a questo punto… Ora è sotto custodia di alcune conoscenze di Tanso. Non ci dovrebbe più dare noia alcuna. –

    Si sorprese che suo zio avesse dei contatti. Immergersi nel paese della malavita doveva averlo portato ad assumerne le abitudini. Fitte reti di conoscenze nell’ombra da usare quando facevano comodo.

    - A proposito, come sta? –

    - Ha avuto una crisi di astinenza dal fumo la scorsa settimana ma gli infermieri sono riusciti a gestirla. Non deve essere facile per lui rinunciare alla causa del suo tumore. In ogni caso ora è stabile e l’ho visto bene. Ci vuole molto di più per piegare un Senju! –

    Il kusiano sorrise, anche se non c’era nulla da essere allegri. Era comunque una situazione destinata a peggiorare e al momento senza una cura ben convalidata.

    - E’ stato lui a dirti di tornare qui il più presto possibile? Avevi detto che saresti arrivato per cena. –

    - Proprio così. Non appena ha saputo che eravamo in contatto con Diep ha subito temuto il peggio… Ah, immagino che non si possano più rimandare le spiegazioni, eh? –

    Tsuri entrò nella stanza solo per appoggiare delle calde tazze di thè sul tavolo, invitando suo marito a sedersi. Stare in piedi era una cosa faticosa per uno della sua età.

    - Tanso ha incontrato Diep pochi giorni dopo il suo arrivo nel Paese del Fumo. Si era presentata più o meno come lo aveva fatto con te, offrendosi di aiutarlo ad ambientarsi. Quando ha scoperto che aveva un dono unico quale quello di manipolare il carbone, ha subito tentato di impadronirsene. –

    Questo era un dettaglio inaspettato per Gurasu, che aveva dato per scontato l’odio della sciamana verso quell’innata così lontana dal mokuton. Un po’ quello che avevano pensato i membri del clan Senju prima di cacciare suo zio dalle loro file.

    - Mio fratello, però, non era intenzionato a insegnarle senza ricevere in cambio qualcosa. Fu così che venne a conoscenza del fatto che la sciamana custodiva un antico rotolo appartenuto ai primi Senju contenente una tecnica proibita devastante. –

    - Aspetta, intendi quella che stava per usare contro di me? –

    - Non lo so per certo, ma è probabile. Dicevo, questo rotolo costituiva una moneta di scambio non indifferente ma Tanso non voleva cedere a quel ricatto perché troppo orgoglioso della sua abilità. Sedusse quindi la donna per poi rubarle da sotto il naso la tecnica. Come puoi immaginare, Diep non reagì bene e cercò di riaverla indietro. I due si scontrarono e Tanso riuscì a vincerla grazie alla conoscenza del rotolo. Rendendosi conto, però, che era una tecnica pericolosa, decise di seppellirla sotto pesanti strati di carbone nei pressi delle montagne verso Iwa. In questo modo la sciamana non avrebbe avuto alcuna possibilità di riaverlo indietro. Da quel momento in poi i loro rapporti furono stroncati. –

    Il kusiano sorseggiò la bevanda aromatizzata alla menta, per poi cercare di capacitarsi di tutto questo.

    - Se le serviva l’arte del carbone, perché mi ha attaccato al posto di chiedermi di aiutarla? –

    - A certe domande si può solo rispondere con delle ipotesi. Probabilmente voleva farti vedere quanto poteva essere spaventosa per poi drogarti e tenerti in vita solo per ottenere il rotolo. Chi lo sa… ha avuto trascorsi con certe droghe. –

    Per essere tornato a salvarlo dalle sue grinfie, ne aveva avuto di tempo per chiacchierare e venire a conoscenza di informazioni riguardanti Diep!

    - Quindi ti ha detto anche del suo passato? –

    - Solo quello che ha ritenuto importante dirmi e che i suoi informatori sapevano. Come potevi ben immaginare, era figlia di shinobi del clan Senju di Iwa. In seguito a problemi di droghe, i suoi genitori sono morti e lei è cresciuta facendo uso di queste sostanze per colmare la perdita. Così si è autoconvinta di essere una sciamana e di essere stata cresciuta dagli alberi. –

    Gurasu si sentì crollare addosso tutto quello che aveva appreso sugli sciamani nelle settimane precedenti. Era stato nutrito di false speranze e aveva pensato di poter seguire la via dello sciamanesimo. Ora scopriva che non era altro che il frutto di una mente distorta. Perlomeno, la tecnica che aveva appreso non era una bugia. Sapendo tutto ciò, non gli rimaneva che tornare sulla diritta via del ninja e smettere di sognare ad occhi aperti. Alla fine, era per quello che era portato. Un altro sorso di thè spezzò i suoi pensieri. Aveva iniziato ad intiepidirsi e presto sarebbe stato bevibile senza ustionarsi la gola. Sarebbe dunque tornato ai suoi allenamenti per essere all’altezza del nome di Sterminatore della Serpe? No, forse c’era qualcosa di nuovo che doveva fare. Quel rotolo della discordia doveva ancora essere là fuori alle intemperie. Con suo zio in ospedale, era l’unico che poteva accedervi. Finché sarebbe rimasto nel Paese del Fumo, non c’era da escludere che Diep avrebbe riprovato a impossessarsene. Sempre che prima si liberasse dei suoi custodi.

    - Tornando al rotolo, credo che dovrebbe essere distrutto. –

    Suo nonno fu sorpreso da quelle parole. Era veramente il suo piccolo nipote quello che stava davanti a lui?

    - Finché Diep è ancora viva, io sarò un suo bersaglio per impadronirsi del rotolo. Non voglio sentirmi costantemente in pericolo, o almeno non più di quello che lo sono già. Tanso ti ha dato la sua posizione? –

    Edited by ~Gurasu~ - 26/9/2022, 20:35
     
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    Paese del Fumo, Monte Discordia, 219


    Introduzione – parte 3



    Gurasu aveva viaggiato da solo per molti giorni prima di raggiungere il confine con il Paese della Terra. Se non fosse per il fatto che suo nonno era troppo vecchio per escursioni del genere, lo avrebbe di certo accompagnato per vedere con i propri occhi l’antico rotolo proibito. Invece, era stato costretto a custodire la dimora di suo fratello assieme a sua moglie Tsuri. Davanti a Gurasu ora si stagliava il Monte Discordia, un tempo un vulcano ma oramai ridotto ad essere una montagna come tutte le altre. Dopo aver consultato tutte le mappe geografiche a disposizione, era convenuto che quello doveva essere il luogo scelto per nascondere l’antico segreto della sciamana. Era infatti l’unica zona che combaciava con le parole dell’indovinello che Tanso gli aveva detto. Sì, detto, perché il rotolo era troppo prezioso per dare delle informazioni precise sulla sua ubicazione in forma scritta. Il kusiano aveva impiegato qualche minuto a suo tempo per imparare i cinque versi a memoria, per essere sicuro di non dimenticarli per quando sarebbero serviti.

    ” Nella piramide ove tutti litigano
    togli il cappotto sotto la pioggia,
    guida l’ariete nel terreno marmoreo
    e immergiti nelle profondità della casa.
    Nella tomba troverai ciò che cerchi. “


    Persino Shiten era convenuto che Monte Discordia fosse il luogo corrispondente al primo verso. Rimaneva da capire se dovesse scalare la montagna oppure cercare alle sue pendici. Se pensava a terreno, profondità e tomba, la seconda opzione sembrava la più probabile. Guardò il cielo, attendendosi una pioggia a momenti. Non sembrava che le nuvole avrebbero esaudito il suo desiderio, a meno che un drago verde non avesse fatto la sua apparizione.

    ” Forse non devo fermarmi al significato letterale. La pioggia, in fin dei conti, cos’è? Acqua dall’alto. Forse… “

    Compose otto sigilli per poi lanciare un’onda esplosiva in direzione della base della montagna. La pressione dell’acqua le avrebbe permesso di scorrere sui lati e andare a bagnare il terreno. Questo era particolarmente pieno di fogliame autunnale che era in grado di celare alla vista eventuali indizi di cui Gurasu aveva bisogno. Doveva essere quello il cappotto che sarebbe stato rimosso in seguito al contatto con l’acqua. Il primo tentativo andò a vuoto e non riuscì a scorgere nulla di interessante. Il kusiano fu quindi costretto a cambiare versante e a ripetere la procedura. Questa volta, nel mare che aveva creato, spostando le foglie notò una insolita roccia piatta dalla forma rettangolare ben incastonata nel terreno. Su di essa vi era una croce, che sembrava invitare l’osservatore a colpirla per raggiungere l’indizio successivo. Il terreno marmoreo.

    ” Ogni ariete che si rispetti sfonda una porta ed è fatto di legno. Per entrare nella casa dovrò prima bussare con un po’ di brutalità! “

    Aspettò che l’acqua si assorbisse nel terreno, quindi spezzò i quattro sigilli per la trivella di legno che dal suo braccio andrò dritto sulla croce per rompere in mille pezzi l’ostacolo. Gurasu era così curioso di scoprire cosa vi fosse sotto che rimase deluso dal fatto che era semplice terra. Sarebbe stato troppo facile trovare una sorta di passaggio segreto. Anche se ricordava che doveva immergersi per entrare in casa. Dentro di sé malediceva Tanso e la sua passione per gli indovinelli. Si chiese se fosse così che aveva conquistato Diep per rubarle il rotolo. Di punto in bianco un’idea semplice quanto banale gli sovvenne e decise di metterla in pratica immantinente. Un solo movimento delle mani per fondersi con l’umida terra e trovare a sorpresa un cunicolo artificiale!

    ” Bingo! Ora dovrei giungere nella casa al termine del passaggio. Se non mi sbaglio, mi sto inoltrando verso il centro della montagna. Mi chiedo dove troverò la tomba… “

    Troppo alto per poter camminare, dovette procedere carponi per un tempo che sembrò a lui interminabile. Ad un certo punto una luce insolitamente rossa si delineò, facendo capire che era quasi arrivato a destinazione. Cosa poteva mai essere? Tecnicamente non era più un vulcano attivo e dunque non sperava di trovarci lava. Anche perché, non era andato poi così in profondità! Oltretutto, la temperatura non aveva subito alcun repentino aumento e lui poteva respirare senza affanno nonostante il mantello. Accelerò il passo, non resistendo alla sua tremenda curiosità. Uscito all’aria aperta, se così poteva dire, rimase meravigliato dall’architettura d’intorno. Era emerso in una grande cupola sotterranea da cui non giungeva alcun spiraglio di luce naturale, del tutto superflua visto l’illuminazione fornita da lucenti cristalli di diaspro. Una piccola rana gli passò a fianco, facendogli prendere un piccolo infarto. Un essere vivente dentro quel luogo? Questo voleva dire che vi era, come minimo, aria respirabile che circolava dall’esterno. Forse qualche piccola fessura o da altre gallerie secondarie. La sua, infatti, non era l’unica collegata a quella grande sala del trono. Tutta la sua meraviglia venne interrotta da una voce umana a lui sconosciuta, che riverberò in quel luogo quasi chiuso

    - Tu, come hai fatto a conoscere di questo posto? –

    Era un uomo di bassa statura dai capelli grigi e gli occhi blu notte quello che gli si parava davanti. Era pallido, vestito come se fosse un viandante e con un bastone metallico nella mano destra. Difficile sapere come era giunto fin lì, forse attraverso altri cunicoli che solo lui sapeva trovare senza indizio alcuno.

    - Tanso mi ha condotto fin qui. –

    - Questo è un nome che non sento da tanto tempo. Come faccio a sapere che dici il vero? –

    Come prova, Gurasu estrasse dai suoi piedi un piccolo quantitativo di carbone. Quindi recitò le parole che suo zio gli aveva affidato, sperando che avrebbe chiarito le idee allo sconosciuto. Sempre non avesse cattive intenzioni.

    - Capisco. Deduco che non deve godere di ottima salute per mandare qualcuno qui a prendere il rotolo. –

    - Rotolo? Quale rotolo? –

    Cercò di fingere di non sapere, per capire meglio se potesse fidarsi o meno di lui.

    - Capisco il tuo essere diffidente ma non ne hai motivo. Solo io, te e Tanso possiamo raggiungere questo luogo. Qui ha sepolto un antico rotolo e io sono stato posto a sua protezione da quando l’ha sottratto a Diep. Non è mio obiettivo impadronirmene, anche perché non ho la facoltà di imparare la tecnica al suo interno. Ah, puoi chiamarmi Romyurasu Shiruba. –

    Inutile dire che sapesse tutto ciò che c’era da sapere. Avrebbe potuto aver sentito la storia dalla sciamana ma se così fosse avrebbe cercato di rubare la tecnica non appena l’avesse trovata nella tomba.

    - Gurasu. Non credo riuscirò a fidarmi di te, scusa. –

    - Come preferisci. Se vuoi fare due chiacchere, mi trovi qui. Se stazionerai per tanto tempo in questo luogo, ti potrò procurare del cibo locale. Non avvelenato, lo assicuro. –

    Lo ringraziò, per poi dirigersi al centro della cavità della montagna. Lì si trovava un insolito strato di carbone che non centrava nulla con il resto delle rocce d’intorno. Sembrava piuttosto solido e solo uno che poteva usare l’arte del carbone poteva sperare di romperlo. Era lui, l’anello mancante a Diep per rientrare in possesso della tecnica. Inutile dire che l’emozione era alle stelle. Tre sigilli in sequenza gli permisero, sotto lo sguardo distante di Romyurasu, di rompere lo strato e di estrarre una grande quantità di carbone, fino a quando non trovò qualcosa di interessante in profondità. Un pezzo insolitamente grande, tanto da nascondervi all’interno qualcosa di prezioso. Gli diede un colpo forte per disintegrarlo e rivelare ciò che custodiva effettivamente al suo interno. All’apparenza sembrava un normale rotolo, solo più grande e rovinato dal tempo e dal contatto con il carbone. Gurasu aveva raggiunto il suo obiettivo, ora non gli rimaneva che distruggere il rotolo. Shiten aveva cercato di dissuaderlo al riguardo, dicendo che Tanso avrebbe tanto voluto che lui ereditasse la tecnica al momento della sua morte e la imparasse. Una grande responsabilità che a lui non piaceva. Aveva comunque promesso di pensarci prima di portare a termine la faida tra Diep e suo zio. Ne valeva la pena? Poteva rimandare la sua distruzione?

    ” Dopotutto perché no… perché non dovrei imparare la tecnica? L’importante è che distrugga il rotolo non appena ho scoperto tutto quello che c’è al suo interno. Così Diep non potrà usarlo come oggetto di scambio! “

    Ancora una volta, la curiosità aveva avuto la meglio sulla ragione e già aveva dimenticato la sua diffidenza verso l’inquilino della montagna. Anche se sembrava completamente innocuo. Imparare una nuova proibita gli avrebbe sicuramente permesso di aumentare la sua conoscenza e di avere più armi di difesa in caso di attacco. Da quando era diventato uno Sterminatore della Serpe aveva sempre saputo di avere bisogno di una tecnica da usare in caso di emergenza. L'Ent-ificazione non era altro che un potenziamento delle sue capacità e non gli avrebbe permesso di affrontare in futuro nemici formidabili come la Serpe. Riteneva ancora, infatti, che quell'uccisione fosse stata dovuta ad uno straordinario susseguirsi di eventi in cui si era ritrovato invischiato. Qualunque cosa fosse contenuta all'interno del rotolo, sarebbe stata di certo un valido aiuto. Aveva come il sospetto che suo nonno avesse previsto questa sua decisione quando, salutandolo, gli aveva detto che si sarebbero visti dopo molte settimane.

    " Sono forse così prevedibile? "

    Edited by ~Gurasu~ - 26/9/2022, 20:42
     
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    Non poteva fidarsi di Romyurasu. Non perché avesse qualcosa contro di lui, ma perché più volte in passato aveva riposto la sua fede nelle persone sbagliate. Non poteva, quindi, permettersi di aprire il rotolo proibito in sua presenza. Per quanto ne sapeva, poi, potevano esserci mille occhi in quella cavità pronti a carpirne i segreti. Portarlo fuori dalla montagna per leggerlo, però, sarebbe stato altrettanto rischioso. Chiunque avrebbe potuto capire che un rotolo di considerate dimensioni nelle mani di uno shinobi poteva essere molto prezioso per qualche commercio illegale nel Paese del Fumo. Decise, quindi, di spostarsi in una zona abbastanza ricca di diaspro per poi evocare Enma, il sovrano delle scimmie. Era il guerriero migliore su cui potesse fare affidamento per la sua sicurezza. Dunque, creò una paratia lignea attorno a sé, spezzando i tre sigilli necessari. Così facendo, sarebbe stato in un ambiente protetto per apprendere i segreti della tecnica proibita alla rossa luce del minerale. Se qualcuno avesse osato disturbarlo, avrebbe dovuto vedersela con Enma. Soddisfatto, svolse con estrema cautela il rotolo, tanto era vecchio che poteva anche sbriciolarsi al tatto per quanto ne sapeva. Davanti ai suoi occhi si rivelarono numerosi pittogrammi che, per sua fortuna, non erano diversi da quelli che era abituato a leggere.

    Mokuton Hijutsu
    Cento Mani
    Sii cauto tu
    che ti appresti
    a imparare
    i segreti di
    questa tecnica
    Da grandi
    poteri derivano
    grandi responsabilità



    Aggrottò le sopracciglia. Non aveva mai aperto un rotolo di quel calibro prima d’ora ma non si era figurato di trovarvi all’interno un’avvertenza al lettore. Era davvero una tecnica così pericolosa?


    Sessantasei
    shaku di altezza
    Cento mani che
    tutto raggiungono
    Bocche fameliche
    sulla fronte
    Chakra tale da
    distruggere
    città nemiche



    Gurasu si irrigidì di colpo e le sue mani tremarono a quelle parole. Erano ancora ben saldi nella memoria i ricordi di quando Diep aveva cercato di ucciderlo con quella tecnica sconosciuta. Non aveva alcun dubbio, era proprio la tecnica proibita che aveva in quel momento con sé. Aveva fatto bene suo zio Tanso a nasconderla sottoterra. Nessuna persona con cattive intenzioni doveva entrarne in possesso o sarebbe stata la fine. Per questo il kusiano doveva assolutamente distruggere il rotolo.

    ” Voglio davvero imparare i segreti di questa tecnica? Sono forse una persona migliore di Diep che saprebbe come sfruttarla per compiere del bene? Soprattutto, ne sono in grado? “

    Come ogni volta, non calcolava il risultato delle proprie azioni. Aveva desiderato un asso nella manica da usare contro avversari del livello di Orochiyu e, dopo averlo trovato, non sapeva se accettarlo o meno. Solo chi aveva l’arte del legno poteva, un privilegio che non aveva considerato di avere. Se la vedeva come un potenziamento del Golem di Legno, non sembrava una tecnica così spaventosa. Se non fosse che si era visto la morte davanti a causa sua! Aveva bisogno di tempo, per prendere una decisione. Uscito allo scoperto, seppellì con la massima cura possibile il rotolo, rimettendolo al suo posto con l'arte del carbone, sotto lo sguardo perplesso di Romyurasu. Dal momento che era arrivato nel pomeriggio alle pendici del Monte Discordia, il kusiano pensò che doveva essere ormai sera. Mangiò alcune delle provviste che si era portato appresso per poi coricarsi, mantenendo in servizio Enma per la sicurezza sua e del rotolo. Chissà se la notte gli avrebbe portato consiglio…

    Edited by ~Gurasu~ - 19/12/2022, 15:55
     
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